La studiosa Clara Miccinelli, nel volume "Il tesoro del Principe di San Severo, luce nei sotterranei", racconta di una lettera di Raimondo De Sangro (sottoposta a perizia calligrafica e ritenuta autentica) datata 14 novembre 1763 e indirizzata al barone H. Theodor Tschudy, suo grande amico. In questa lettera ci sono passaggi criptati, scritti con un codice a traslitterazione. La Miccinelli ne fornisce la chiave di lettura: il Principe avrebbe scoperto la radioattività naturale a metà del '700, con almeno 150 anni di anticipo sui coniugi Curie. Il "raggio-attivo", come lo chiamava profeticamente, proveniva da un minerale, la pechbenda, che però lui indicava con termini vaghi: "… quelle sostanze cristalline, luminescenti al buio color di pece e d'olive... ") e aveva un effetto mortale sui viventi (aveva provato sulle farfalle), che si poteva però annullare con il piombo (chiamato "Saturno").
Ecco come viene riportato il passaggio: "Allorquando ebbi incontro con Supremo Fr. S. Germain, per Gabalì a lui mostrai la scoperta di quelle sostanze (che sapete) cristalline luminescenti al buio di color pece e d'olive (ch'ebbi in gentile dono da S. M. di Prussia) ch'io purgai da piombo, silicio, rame e varie impurità. Le quali subirono in crogiolo concentrato nei vari cammini alchemici. Esse procurarono la morte di farfalle chiuse in ampolle con coverchi forati. Infrapponendo lastra di Piombo tra ampolle e sostanze, le farfalle non morirono. Saturno bloccava raggio e affluvio mortali. Il fenomeno è al pari di raggio-attivo, simile a quello osservasi nel Sole." (Clara Miccinelli, "Il tesoro del Principe di San Severo, Luce nei sotterranei"- Genova-E.C.I.G.1985).