Recentemente un ben documentato libro dello storico inglese F.Taylor ha contrastaa vulgata di una Dresda «città innocente», tenuta ai margini della terribile macchina da guerra nazionalsocialista. Secondo Taylor, la città sull’Elba era invece «una roccaforte nazista», fedelissima a Hitler, ormai quasi del tutto «ripulita dagli ebrei», che erano già stati inviati nei campi di sterminio. Sempre secondo lo storico inglese, Dresda, oltre che dare un contributo decisivo all’industria degli armamenti (A. Speer ne aveva convertito allo sforzo bellico tutte le imprese), costituiva anche un importante nodo ferroviario con centinaia di treni militari in transito ogni giorno. Il motivo per cui fu bombardata fu però un altro: gli Alleati temevano che i tedeschi potessero rinfoltire il loro esercito con altre 42 divisioni, pari a mezzo milione di uomini. Per evitare questo, fu deciso di continuare con i bombardamenti aerei. Prima si pensò di radere al suolo Berlino con un’operazione chiamata «colpo di tuono», poi invece si decise di colpire una città più piccola e quindi più vulnerabile: la scelta cadde su Dresda, la cosiddetta Firenze sull’Elba, pare anche su indicazione degli alleati russi, che si stavano avvicinando alla città.