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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Predefinito Linate e Orio al Serio, sicurezza a rischio - CdS

    «Linate e Orio al Serio, sicurezza a rischio»

    L'aereo che non riesce a prendere quota, un’improvvisa e al momento inspiegabile virata e poi lo schianto in un campo, l'unico spazio libero tra un mare di tetti, capannoni, nastri d'asfalto. Tra centinaia di potenziali vittime di un disastro. La tragedia del cargo della Trade Air di Orio al Serio è andata così e l'incidente ripropone ora il problema della convivenza tra gli scali lombardi e l'ambiente circostante, uno dei più urbanizzati del Paese. Non bastassero le proteste di comitati e delle amministratori locali, studi ed esperti sottolineano da tempo che negli scali della Lombardia il rischio di incidenti come quello di domenica potrebbe essere abbassato.
    «Secondo i parametri dell'Icao, che è un'organizzazione chiamata proprio a vigilare e dare suggerimenti in materia di sicurezza al volo, l'Italia è molto indietro rispetto a molti altri Paesi», conferma Giuliano Mansutti, ex comandante Alitalia e tra i responsabili di Aerohabitat , un'associazione che si occupa di sicurezza dei cieli. Ma prima ancora di Mansutti l'Agenzia per la sicurezza al volo, punta da anni il dito sulle pecche degli scali italiani. Anche l’ultimo rapporto inserisce proprio Linate e Orio al Serio in un elenco di aeroporti dove la distanza tra le piste e costruzioni circostanti è troppo bassa, circa 90 metri.
    «Con fine pista a ridosso di strade a intenso traffico - scrive l'agenzia nel suo rapporto - sarebbe più opportuno adottare un'area di sicurezza di 240 metri, come raccomandato internazionalmente».
    Le condizioni urbane attorno allo scalo, ma anche il volume di traffico sono gli elementi che influenzano l'indice di rischio di un aeroporto, con un un'aggiunta: secondo un'indagine della Boeing l'80% degli incidenti avviene entro due minuti dall'atterraggio o tre minuti dal decollo. Con conseguenze dunque gravi per i centri abitati vicini agli aeroporti.
    Il disastro dell'8 ottobre 2001 ha concentrato l'attenzione sulla sicurezza di Linate. Istituire una fascia di sicurezza di 240 metri a Linate è oggi praticamente impossibile, a meno di accorciare la pista e ridurre quindi il numero dei voli. «Ma ancora oggi - osserva Mansutti - l'espansione edilizia in comuni come Segrate è in pieno corso. Oltre a ciò l'80% dei velivoli in decollo da Linate passa sopra il polo chimico di Pioltello: una procedura proibita dalle direttive europee e che abbiamo segnalato al prefetto di Milano».
    Non dissimile da Linate è la situazione di Orio: il pilota croato morto domenica è riuscito con ogni probabilità a indirizzare l'aereo nell'unica aerea libera della zona. «Senza contare - prosegue l'esperto di Aerohabitat - che il centro abitato di Orio si trova praticamente attaccato al termine della pista e che il piano di espansione della società di gestione aeroportuale bergamasca prevede una forte espansione del traffico».
    Paradossalmente sembra godere di una situazione meno rischiosa il gigante di Malpensa: è vero, le rotte di atterraggio e decollo tagliano in due in continuazione interi paesi ma l'area circostante offre qualche via di fuga in più rispetto a Linate e Orio. «Continuano a preoccupare, tuttavia - osserva Mansutti - i depositi di carburante, a pochi metri sul lato della pista di destra».
    L'agenzia di sicurezza al volo ritiene il tallone d'Achille per Malpensa l’attraversamento di pista a cui sono costretti gli aerei - centinaia di volte al giorno - per raggiungere il terminal.
    Montichiari, infine, ultimo nato nel panorama dell'aviazione commerciale lombarda non mostra al momento punti critici, anche a ragione del traffico oggi molto limitato: ma l'attività cargo è in espansione, molte società si sono fatte avanti per costruire infrastrutture attorno allo scalo bresciano. E da lì i rischi possono aumentare.

    Claudio Del Frate
    Corriere della Sera

  2. #2
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    solito sciacallaggio mediatico....

  3. #3
    Alitalia - Dedicata a Te
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    Prima piangono perché gli aerei sono tanto vicini alla città e tanto rumorosi, poi si incazzano se Alitalia (perché gira che ti rigira è sempre colpa sua) oppure il loro aeroporto non ha il volo diretto per la città più insignificante delle terre emerse.



    MA PER FAVORE!!!!!

  4. #4
    Quirino
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    @marcogiov
    sono a rischio espulsione in altro thread...
    consigli?

    oli: suvvia, continua con queste battute del cavolo, coraggio, molto simpatiche....

  5. #5
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    Eccovi una perla dal sito Aerohabitat

    Malpensa, Parco del Ticino e terza pista

    Aerohabitat CentroStudi propone il comunicato stampa di LEGAMBIENTE - C.OVES.T. - UNI.CO.MAL. - AMICI DELLA NATURA a commento del convegno TICINO PONTE ECOLOGICO D'EUROPA.

    (Convegno a Milano organizzato da FAI, Italia Nostra, WWF)

    Il convegno sul "Corridoio ecologico transnazionale del Ticino", introdotto dalla ineguagliabile Giulia Maria Mozzoni Crespi, è stata una grande occasione di incontro/confronto tra approcci, culture e profes-sionalità diverse ma tutte finalizzate a sostenere il progetto sul tappeto: la proposta per una gestione integrata del corridoio ecologico transnazionale. Esperti di ecologia, territorio e ambiente e di infrastrutture hanno presentato relazioni di alto livello. I direttori dei parchi del Ticino, della Fondazione Bolle di Magadino ed altri hanno presentato le loro espe-rienze e le loro aspettative.
    Altri illustri ospiti hanno animato una interessante tavola rotonda: convitato di pietra il Presidente Formigoni, la cui presenza era però prevista nel programma ed a cui sono, ovviamente, fischiate le orecchie perché i discorsi si sono presto accentrati su Malpensa, spina nel fianco del parco del Ticino e quindi del corridoio transnazionale proposto.
    Sono state stigmatizzate le grandi aspettative dei lacchè di Malpensa che considerano lo sviluppo dell'aeroporto una grande, imperdibile occasione di sviluppo e crescita per il territorio. E' stato infatti asserito che le infrastrutture mai pilotano lo sviluppo ma, eventualmente, lo accompagnano.
    Considerando poi che è intrinseco delle infrastrutture scambiare danno ambientale con beneficio sociale, è stato definito che Malpensa produce danno ambientale e maleficio sociale. Ad esempio? Ad esempio, normalmente si costruisce il terminal sul lato dell'aeroporto più vicino alla città: a Malpensa sul lato più lontano e così, da 45, i chilometri da Milano diventano 50. Sul lato est il terminal non si poteva fare perché c'è lo stabilimento Agusta e questa è un'altra evidenza del fatto che il grande aeroporto non ci poteva proprio stare. Questo aeroporto è soprattutto, si è anche detto, una corsia preferenziale per grandi opere, sempre con riferimento alle "opportunità" di sviluppo.
    Infatti, come più volte abbiamo asserito, c'è un ritardo culturale dei nostri Amministratori che impedisce loro di elaborare nuovi modelli di traffico e di sviluppo economico e li tiene prigionieri del business degli appalti e della valorizzazione dei terreni, considerati i soli motori dell'economia.
    Sarebbe quindi opportuno scremare i progetti delle opere che non servono a nessuno, quelli presentati per puro business tra i quali la punta di diamante è probabilmente la Malpensa-Boffalora: 18 chilometri di pauroso scempio ambientale a quale scopo? Per i 18 milioni di passeggeri/anno di Malpensa (di cui molti sono in transito e non escono dall'aeroporto)?
    Tutta la Lombardia fa 18 milioni di passeggeri/giorno: ci avevate mai pensato? Ed infatti la Lombardia è anche ricca di infrastrutture ed è allineata ad altre regioni europee di pari livello (ricerca IRER presentata alla LIUC ca. due anni fa). Poi, ma non seconda, c'è la terza pista. L'obiettivo urgente è infatti vanificare il tentativo di ampliare Malpensa realizzando la terza pista: NO ALLA TERZA PISTA è il grido che sale con forza dal territorio per fermare questo ennesimo attacco. Fatto ancor più grave segnaliamo i lavori in atto per costruire il III/III ed il III Satellite, strutture propedeutica e funzionali all'utilizzo della Terza Pista.
    I lavori, gia bloccati nel 2001 dalla Unione Europea, perché il progetto mancava della necessaria Valutazione di Impatto Ambientale, sono stati riproposti, spezzettandoli in lotti ridotti (alcuni sono in fase di appalto). Ci sono a disposizione, da sfruttare, 300 miliardi (di vecchie lire): soldi dello Stato che meriterebbero ben altre destinazioni, specie nell'attuale congiuntura economica.
    Il nostro sostegno va quindi ai Sindaci, che speriamo uniti ed impegnati affinché lo scempio non si compia, ed impegnati anche a partecipare e sostenere il progetto del corridoio ecologico transnazionale riacquistando, nel contempo, il controllo su Malpensa.


    30 settembre 2005





    Date un' occhiata al sito. Incidente a Linate, Malpensa problema ecologico, nemmeno va bene che ci arrivi easyJet eccetera. Aerohabitat è basata a Roma, ma non c' è mai una singola pagina dedicata ai problemi ecologici derivanti dagli aeroporti romani. Cercherete invano, ad esempio, qualche critica al rumore di Ciampino, qualche minimo problema. Zero, l' unico argomento è sempre "aerei a Milano", i "lacché di Malpensa" eccetera.

  6. #6
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    A Napoli dovrebbero radere al suolo mezza città per rendere lo scalo sicuro 'a norma'

 

 

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