Clona il dubbio!

[-Uruz-]

E se iraniani,israeliani e americani fossero mezzi complici?

Ho l’impressione che ci stiano prendendo in giro.

Sia chiaro, è solo una sensazione e forse sono io che sbaglio; ma non credo che la feroce dialettica di questi giorni sulla Palestina e Israele sia autentica. Gli iraniani non mi convincono. Ciò avviene per la diffidenza istintiva che provo nei confronti di qualsiasi integralista religioso che si metta in politica o, peggio, alla guida di un popolo.

Oppure perché a furia di essere scottato dalle commedie (inter)nazionali non credo più ai profeti che appaiono regolarmente per incendiare gli animi e scomparire.

O ancora perché mi sono lasciato sedurre troppo dal paradosso situazionista per il quale “nella società dello spettacolo la verità è sempre l’opposto di come appare”.

E sarà pure un paradosso ma quando mai è risultato inesatto?

Fatto sta che questa rissa a distanza, in questo preciso contesto, mi convince ben poco.

La mia impressione – che può venire smentita dai fatti – è che gli iraniani stiano giocando la carta dell’egemonia locale e guardino agli uomini (e ai pozzi) sciiti. Per questo, io penso, stanno provando a scaldare gli animi.

Ma non con la chiara fermezza degli iracheni o dei siriani o degli egiziani di ieri: di Saddam, Nasser o Addad. Questi sono (o erano) nazionalisti, sociali e laici, dunque gente che crede nelle cause dei popoli e non le strumentalizza ai fini dei fondamentalismi teocratici. Lo stesso non mi sembra potersi dire per i dirigenti di Teheran. Né credo che questi ultimi siano davvero nemici degli Stati Uniti e di Israele, da cui peraltro presero a lungo le armi contro Baghdad. Ho l’impressione che stiano invece adattando all’area la vecchia logica di Yalta. Che abbiano assunto, insomma, lo stesso ruolo che fu dell’URSS: quello di rivale e complice della superpotenza.

Un complice oggettivo e un rivale relativo; che potrebbe, per una serie di contingenze, divenire un giorno anche un reale nemico (e quindi una vittima). Ma questo non è sicuro (all’URSS non accadde mai) né dipende da altri che dalla volontà americana; non certo da quella del comprimario; che oscilla sempre fra la determinazione e la recitazione senza mai scaturire però nella sfida piena.

Così si spiegherebbe anche l’apparente sventatezza delle esternazioni iraniane, che mettono in una condizione un po’ insidiosa lo stesso Iran ma fanno tanto comodo agli americani. E rilanciano prepotentemente – complici i servi nostrani di ogni partito – la teoria artificiale dello “scontro di civiltà”.

In questa forbice fra due opposti fondamentalismi viene compresso ogni possibile risveglio nazionale e sociale. In quest’opposizione viene stritolato ogni accordo politico o energetico che tanto servirebbe all’Europa, al mondo arabo e alle cause dei popoli.

Accettare quest’impostazione ideologica, anche capovolta (ovvero mettendosi dalla parte del fondamentalismo più debole, quello islamico) significa cadere nella trappola che ci hanno preparato.

Questa la lettura “politica” e “contingente” della diatriba. Quanto alla questione della Palestina è, ovviamente, tutt’altra cosa. Ma non nasce adesso e non mi par elegante fare di quell’epica tragedia un pretesto dialettico per interessi oligarchici di qualsiasi origine e natura.

Gabriele Adinolfi

[-Uruz-]

La fretta è cattiva consigliera.Riflettiamoci.

[cristiano72]

Il ragionamento è interessante, tuttavia il problema è che al momento non abbiamo elementi sufficienti per suffragare l'ipotesi.
Gli Iraniani (per lo più oppositori dell'attuale regime..) con cui mi è capitato di parlare in un altro Forum, sostengono un'altra cosa ancora: cioè che agitare lo spettro di un nemico esterno serva al governo per questioni di politica interna, ovvero per compattare la popolazione intorno alla repubblica islamica, questa del resto è una tattica usata spesso dagli stati, si calca la mano su questioni di politica estera per consolidare il potere all'interno.
Paradossalmente, si può dire che i 2 regimi (quello USA e quello Iraniano) al momento si sostengano a vicenda proprio individuando nell' altro "l'impero del male": quanto uno dei due voglia andare oltre le petizioni di principio, non è dato saperlo (e da questo punto di vista mi trovo a condividere l'analogia che Adinolfi fa con i tempi della guerra fredda).

Tuttavia, il "tercerismo" non sempre paga politicamente, credo la reazione politica dell'Area di fronte alle dichiarazione iraniane sia stata normale e comprensibile (è stata anche la mia del resto), questo non toglie che su un altro piano si possa sviluppare anche un altro tipo di ragionamento.

[Meridius (POL)]

E se iraniani,israeliani e americani fossero mezzi complici?

Grazie per la perla Adinolfi..

[vongola]

siccome anche quello di cui sopra è parte della società dello spettacolo, possiamo credere di tutto una cosa e poi l'esatto contrario...

resta poi il fatto che adinolfi può fare tutte le supposizioni che vuole, ma... le fonti?

[cristiano72]

Si vongola concordo, mancano elementi a supporto della tesi, per cui il tutto rimane un pour parler.

[-Uruz-]

Testo originale scritto da vongola
siccome anche quello di cui sopra è parte della società dello spettacolo, possiamo credere di tutto una cosa e poi l'esatto contrario...

resta poi il fatto che adinolfi può fare tutte le supposizioni che vuole, ma... le fonti?

Nessuna fonte certa infatti,solo una riflessione.

[vongola]

Testo originale scritto da -Uruz-
Nessuna fonte certa infatti,solo una riflessione.

Quando si parla di politica estera e geostrategie politiche è difficile usare le riflessioni, che lasciano infatti il tempo che trovano...si finisce per finire poi in dietrologie complottistiche che appunto, non hanno nessun fondamento...

[-Uruz-]

Testo originale scritto da cristiano72
Il ragionamento è interessante, tuttavia il problema è che al momento non abbiamo elementi sufficienti per suffragare l'ipotesi.
Gli Iraniani (per lo più oppositori dell'attuale regime..) con cui mi è capitato di parlare in un altro Forum, sostengono un'altra cosa ancora: cioè che agitare lo spettro di un nemico esterno serva al governo per questioni di politica interna, ovvero per compattare la popolazione intorno alla repubblica islamica, questa del resto è una tattica usata spesso dagli stati, si calca la mano su questioni di politica estera per consolidare il potere all'interno.
Paradossalmente, si può dire che i 2 regimi (quello USA e quello Iraniano) al momento si sostengano a vicenda proprio individuando nell' altro "l'impero del male": quanto uno dei due voglia andare oltre le petizioni di principio, non è dato saperlo (e da questo punto di vista mi trovo a condividere l'analogia che Adinolfi fa con i tempi della guerra fredda).

Tuttavia, il "tercerismo" non sempre paga politicamente, credo la reazione politica dell'Area di fronte alle dichiarazione iraniane sia stata normale e comprensibile (è stata anche la mia del resto), questo non toglie che su un altro piano si possa sviluppare anche un altro tipo di ragionamento.

Ti quoto.Ma non credo che si possano sviluppare ragionamenti diversi su piani diversi.O è un gioco delle parti o non lo è.Nel dubbio credo sia comunque meglio evitare facili esaltazioni e applausi.Il popolo iraniano è sicuramente in buona fede,questa credo sia l'unica certezza.

[-Uruz-]

Testo originale scritto da vongola
Quando si parla di politica estera e geostrategie politiche è difficile usare le riflessioni, che lasciano infatti il tempo che trovano...si finisce per finire poi in dietrologie complottistiche che appunto, non hanno nessun fondamento...

Se non hai fonti certe puoi comunque farti un'opinione ed esprimerla.Non mi sembra che Adinolfi abbia assurto la sua analisi a verità assoluta.Non a caso il titolo dell'articolo è proprio:Clona il dubbio.
Le dietrologie complottistiche in questo caso credo c'entrino ben poco..ma ognuno ha le sue opinioni,appunto.