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    Predefinito Aprirsi al mondo, ma non alla mentalità mondana.

    -Aprirsi al mondo non significa aprirsi alla mentalità mondana, alla logica del mondo. Significa invece parlare in modo comprensibile al mondo. Mutare linguaggio, non mutare la sostanza. Mutare linguaggio è fondamentale per farsi capire. Se io vengo da te e ti parlo in cinese tu non mi capisci, se ti parlo in italiano sì. I contenuti sono i medesimi, la lingua cambia. Così il linguaggio è stato svecchiato, semplicemente perchè alcune cose risultavano incomprensibili e altre, peggio, risultavano comprensibili in modo errato, con significati diversi da quelli originari. Questo è molto grave, e per evitare questo si è deciso di utilizzare un linguaggio comprensibile, chiaro agli uomini che vivono ora. La Chiesa, tra l'altro, ha cambiato più volte il proprio linguaggio. Leggi i documenti del Concilio di Trento e troverai una lingua ben diversa da quella di Nicea.
    Fondamentale è farsi capire; farsi capire non significa cambiare i contenuti, farsi capire non significa tradire quanto detto prima; semplicemente dirlo in altro modo.
    Così anche nella preghiera per gli ebrei. Non si cambia nulla a livello sostanziale, si usa un altro linguaggio e si chiarifica. Si esplicita. Si tematizza.
    L'equivoco tradizionalista è, ad avviso mio ma non solo, legato a sole questioni linguistiche.
    Il termine "libertà religiosa" è inteso dai tradizionalisti in modo errato: essi pensano che il Concilio parli di libertà religiosa come diritto; non è così. Certamente non si trova la distinzione diritto-fatto, ma questa è solo una questione linguistica.
    Un altro famoso equivoco è quello sul termine liberalismo, che per alcuni significa, pensa un po', ateismo di stato.

  2. #2
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    Predefinito Re: Aprirsi al mondo, ma non alla mentalità mondana.

    Originally posted by Thomas Aquinas
    ... Non si cambia nulla a livello sostanziale, si usa un altro linguaggio e si chiarifica. Si esplicita. Si tematizza.
    L'equivoco tradizionalista è, ad avviso mio ma non solo, legato a sole questioni linguistiche.
    Il termine "libertà religiosa" è inteso dai tradizionalisti in modo errato: essi pensano che il Concilio parli di libertà religiosa come diritto; non è così. Certamente non si trova la distinzione diritto-fatto, ma questa è solo una questione linguistica.
    Un altro famoso equivoco è quello sul termine liberalismo, che per alcuni significa, pensa un po', ateismo di stato.
    Forse, non s'è chiarito, non s'è esplicitato a sufficienza, altrimenti questi fraintendimenti non esisterebbero.
    Quando i tradizionalisti hanno iniziato a scandalizzarsi per la libertà religiosa, qualcuno ha detto loro a chiare lettere che cosa significa realmente questo termine? Lo chiedo perché non lo so.
    E qualcuno lo ha spiegato anche a quei parroci che predicano che la salvezza viene da qualunque fede, anche dall'ateismo, se professata con sincerità?

    Io credo che ben pochi interpretino in maniera corretta quello che viene detto con parole nuove. Faccio un esempio fuori contesto.
    Fino a pochissimo tempo fa, chi aveva una disabilità veniva chiamato 'disabile' che sottintendeva che la persona non era abile (quindi necessitava di aiuto, che abbisognava dell'abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio ). Ora (per essere politicamente corretti) si usa il termine 'diversamente abile' che preso alla lettera significa 'abile in maniera diversa, a modo suo', che non necessita necessariamnete di aiuto, che non implica l'abbattimento di barriere architettoniche visto che, a modo suo, è abile a superarle. E' un assurdo, ma cambiando i termini il concetto di disabilità che non muta è chiamato con un termine meno efficace.
    Che non sia così anche con la nuova terminologia del postconcilio?
    Io propendo a creder di sì.

  3. #3
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    Predefinito

    .......disabile o non abile.....se penso al NON vedente.....cieco rimane pur cambiando tutti i termini che si vogliono.......

    a uno che gli manca la gamba, non gli ricresce se gli cambio il termine di riferimento......

    se invece di dire "imbecille" ad una persona che si dimostra di esserlo gli dico "amico, NON COMPRENDI".... il tono diverso probabilmente aiuterà l'altro alla comprensione, ovviamente lo stesso dicasi se qualcuno dovesse dare dell'imbecille a me perchè non lo comprendo per rifiuto alla comprensione...

    Ciò che ha mutato il Concilio Vaticano II sono i modi e alcuni termini di riferimento alla sostanza che in sostanza, appunto non sono mutati.......

    agli esempi chiari di Thomas aggiungo ad esempio il linguaggio giovanile.......
    un giorno i figli mi dicono: "mamma, sei connessa??"
    "si!" gli rispondo......ma alla fine essi intendevano NON connessa al PC, ma sulla loro lunghezza d'onda di comprensione
    da allora per prendermi in giro me lo dicono ancora, cioè quando non lo comprendo, mi dicono: ma sei connessa??

    il linguaggio giovanile è spesse volte incomprensibile, sembra anzi che usino un linguaggio apposito per allontanarsi proprio dal mondo degli adulti......
    Vedo per esperienza la differenza che passa fra i bambini di terza elementare, ancora abbastanza su di un linguaggio generico...con quelli di quinta e prima media.......per non parlare fra le terze medie e le prime superiori........
    un linguaggio in continua mutazione quasi a voler tentare un collegamento fatto di verbi, termini e frasi fatte contro un atteggiamento di individualismo che chiude in sè stessi......

    Scusate se ho divagato..tornando alla Chiesa forse gli stessi Tradizionalisti più ostinati non rammentano che alla fine dell'Ottocento la Chiesa stessa faticò non poco con il Catechismo di san Pio X dovuto al fatto che ogni vescovo all'epoca si faceva un catechismo individuale proprio per farsi comprendere nella propria predicazione......
    Già alla fine dell'Ottocento, si era delineato un movimento che ricercava NUOVE VIE DI DIALOGO E COMPRENSIONE RISPETTO ALLA CATECHESI TRADIZIONALE, abbiamo così che già dal 1875 era stata fondata a Monaco la prima rivista catechsitca specializzata "Katechetische Blatter" seguita poi da "Christlich-padagogische Blatter di Vienna....ecc......Insomma la Chiesa si stava rendendo conto che il problema sia del metodo quanto dei contenuti, all'interno delle catechesi, era diventato attuale e che lo stesso catechesimo del Canisio e del Bellarmino risalenti alla seconda metà del Cinquecento, SI RITENEVANO SUPERATI NEI CONFRONTI DI UN MONDO IN CONTINUA MUTAZIONE NON SOLO CULTURALE, MA ANCHE VERBALE.........tale richiesta di ammodernamento, viene promossa proprio dai parroci e dai vescovi i quali invitano la Chiesa stessa a compilare NUOVI TESTI AGGIORNATI.......(sarà poi il catechismo realizzato da Giuseppe Maria Giaccone adottato nel 1765 dal vescovo di Mondovì mons.Casati a fare da base al famoso Catechismo di san Pio X)...con questo nessuno si è mai azzardato a dire che il catechismo di Bellarmino fosse fallito, prendiamo semplicemente atto che alla fine dell'Ottocento quella Chiesa difesa oggi dai Tradizionalisti (e naturalmente da noi), mise in un cassetto quel Catechismo per adottarne di NUOVI, senza per questo annullare il vecchio, ma semplicemente per ARRICCHIRLO

    Insomma........ la Chiesa non è statica...e dimostra in goni tempo di vivere con il suo presente senza mai cancellare il passato......nè tanto meno senza voler anticipare il futuro, ma vivere e adeguarsi al proprio tempo cercando sempre di FARSI COMPRENDERE

    Fraternamente Caterina LD
    Fraternamente Caterina
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  4. #4
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    Predefinito Re: Re: Aprirsi al mondo, ma non alla mentalità mondana.

    [QUOTE]Originally posted by lumen
    Forse, non s'è chiarito, non s'è esplicitato a sufficienza, altrimenti questi fraintendimenti non esisterebbero.
    Quando i tradizionalisti hanno iniziato a scandalizzarsi per la libertà religiosa, qualcuno ha detto loro a chiare lettere che cosa significa realmente questo termine? Lo chiedo perché non lo so.



    Beh, basta che i tradizionalisti leggano la tanto vituperata Dignitatis Humanae.
    LIBERTA' RELIGIOSA COME ASSENZA DI COERCIZIONE




    E qualcuno lo ha spiegato anche a quei parroci che predicano che la salvezza viene da qualunque fede, anche dall'ateismo, se professata con sincerità?

    Io non ne ho mai sentiti di questi parroci. Penso che più spesso siano i fedeli a capir male, comunque le teste calde ci sono sempre.


    Io credo che ben pochi interpretino in maniera corretta quello che viene detto con parole nuove. Faccio un esempio fuori contesto.
    Fino a pochissimo tempo fa, chi aveva una disabilità veniva chiamato 'disabile' che sottintendeva che la persona non era abile (quindi necessitava di aiuto, che abbisognava dell'abbattimento delle barriere architettoniche, per esempio ). Ora (per essere politicamente corretti) si usa il termine 'diversamente abile' che preso alla lettera significa 'abile in maniera diversa, a modo suo', che non necessita necessariamnete di aiuto, che non implica l'abbattimento di barriere architettoniche visto che, a modo suo, è abile a superarle. E' un assurdo, ma cambiando i termini il concetto di disabilità che non muta è chiamato con un termine meno efficace.
    Che non sia così anche con la nuova terminologia del postconcilio?
    Io propendo a creder di sì.



    Io propendo per il no, anzi, i cattolici tutti propendono per il no. Il linguaggio è reso non più buono, più bello e più simpatico, ma semplicemente più comprensibile, a tutti, visto che è il linguaggio odierno, che lascia perdere categorie vecchie.

  5. #5
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    Predefinito Re: Re: Re: Aprirsi al mondo, ma non alla mentalità mondana.

    Originally posted by Thomas Aquinas

    Io non ne ho mai sentiti di questi parroci. Penso che più spesso siano i fedeli a capir male, comunque le teste calde ci sono sempre.
    Io sì, per questo lo dico. E comunque non credo che siano teste calde, semplicemente credo che interpretino in assoluta buona fede un messaggio che usa termini inappropriati. Per questo sono dell'avviso che magari termini considerati più moderni sono solo meno espliciti e più equivocabili.

    Io propendo per il no, anzi, i cattolici tutti propendono per il no. Il linguaggio è reso non più buono, più bello e più simpatico, ma semplicemente più comprensibile, a tutti, visto che è il linguaggio odierno, che lascia perdere categorie vecchie.

    Non sono convinto che sia così.
    Faccio un altro esempio. Oggi è invalso l'uso di dire che la partecipazione alla Messa non è un obbligo, perché è dal cuore che deve nascere il desiderio di andare a Messa. Il concetto che si vuole esprimere è che non bisogna sentirsi obbligati ad andare a Messa, ma che è la nostra fede che ci deve far essere contenti di andarci, ma quello che i cattolici capiscono è che da dopo il Concilio non è più obbligatorio. E ti assicuro che il 100% delle persone con cui ho parlato e parlo dicono questo: non vanno a messa perché non c'è più l'obbligo. Al che, o sono tutti ritardati o forse il linguaggio che si usa oggi è inefficace giacché il precetto resta.

  6. #6
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Aprirsi al mondo, ma non alla mentalità mondana.


    Non sono convinto che sia così.
    Faccio un altro esempio. Oggi è invalso l'uso di dire che la partecipazione alla Messa non è un obbligo, perché è dal cuore che deve nascere il desiderio di andare a Messa. Il concetto che si vuole esprimere è che non bisogna sentirsi obbligati ad andare a Messa, ma che è la nostra fede che ci deve far essere contenti di andarci, ma quello che i cattolici capiscono è che da dopo il Concilio non è più obbligatorio. E ti assicuro che il 100% delle persone con cui ho parlato e parlo dicono questo: non vanno a messa perché non c'è più l'obbligo. Al che, o sono tutti ritardati o forse il linguaggio che si usa oggi è inefficace giacché il precetto resta. [/B]
    ....ma per esperienza posso dire che è proprio la parola OBBLIGO, intesa dalla mentalità di oggi che ha oscurato il Concilio stesso, ha creato equivoci........
    la vita di una famiglia è diventata talmente frenetica che personalmente ho dovuto fare una scelta, per esempio......se mandare a calcio mio figlio o no....e questo perchè tutte le partite si disputavano di domenica ergo optai per non mandare più a calcio mio figlio per evitare che la Domenica diventasse un rincorrersi fra campi sportivi facendoci saltare la Messa........
    All'inizio fu dura, ma alla fine ce l'abbiamo fatta........cioè, nonostante mio marito non venga alla Messa con noi, fu però d'accordo che la Domenica la si dedicasse ALLO STARE INSIEME.....allora noi si va alla Messa......se la giornata lo concede si va dopo fuori per una scampagnata e il pomeriggio ci si RILASSA IN CASA........INSIEME........
    Occorre insegnare alle nuove generazioni che quando si pensa alla Messa come un obbligo, non sarebbe il caso di meditare sul fatto che GLI ALTRI POI TI IMPONGONO PARTITE E CORSE CHE TU ALLA FINE PRENDI COME UN OBBLIGO?

    Infine il fatto è che bisogna AMARE LA MESSA........AMARE QUESTO INCONTRO CON CRISTO NELLA COMUNITA'.......trovare l'entusiasmo del trovarsi insieme......e allora l'obbligo sparisce e si comprende di NON POTER FARE A MENO DELLA DOMENICA, così come suggeriva Benedetto XVI a Maggio a Bari......

    Fraternamente Caterina LD
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  7. #7
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    Predefinito Per Caterina

    Paragonare la questione del linguaggio dei testi del Concilio Vaticano II a quella dello slang giovanile vale fino a un certo punto, e in verità la questione è ben più complessa. Se prendiamo ad esempio il caso preso in esame qui (che è la discussione dalla quale ha avuto origine questa) possiamo osservare quanto segue:

    1) Prima del Concilio Vaticano II si pregava perchè il popolo ebraico riconoscesse Gesù quale Messia.

    2) Dopo il Concilio Vaticano II si prega perchè il popolo ebraico progredisca nella sua fedeltà all'Alleanza con Dio.

    Ovviamente, da un punto di vista cristiano la seconda espressione indica fondamentalmente lo stesso concetto della prima (visto che l'Antico Testamento è per i cristiani interamente proteso nell'annunzio dell'avvento del Messia, e quindi progredire nella fedeltà all'alleanza equivale a riconoscere Gesù come Messia) e quindi siamo d'accordo in merito alla sua ortodossia. Però non si può giustificare una tale deriva del linguaggio, che si muove chiaramente nel segno dell'ambiguità, con la necessità di "svecchiare" o di "aggiornare" il linguaggio della Chiesa: pregare perchè si riconosca la dignità messianica di Gesù non mi sembra un concetto reso dal tempo tanto incomprensibile da necessitare di una riformulazione...

    Quindi, probabilmente la posizione di Thomas o di Caterina può spiegare certi punti della polemica relativa al Concilio, ma non è la chiave di lettura che la risolve nella sua interezza, e quindi le ombre rimangono.
    “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”

    Proverbio arabo

  8. #8
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    Predefinito

    Scusa Caterina, ma non ho capìto il senso di quello che hai scritto. Non mi è chiaro dove vuoi arrivare.
    Il mio concetto è:
    A) La partecipazione alla Messa fa parte dei precetti della Chiesa
    B) Oggi si tende a sottolineare non l'obbligo di andare a Messa (che non è stato abolito), ma il fatto che a spingerci ad andarci deve essere il nostro amore e la nostra fede
    C) Un mucchio di gente dice che l'obbligo non c'è più e quindi si è liberi di non andarci e di pregare a casa.

    Da questo, io traggo due ipotesi:
    A) Un mucchio di gente non capisce
    B) Le parole con cui viene spiegato il senso del precetto della Messa domenicale sono ambigue: parlano solo di cosa ci deve spingere ad andare a Messa e non sottolineano più che partecipare alla Messa non è un optional per un cattolico.

    L'amore per il prossimo mi deve spngere ad aiutare con un'elemosina un povero in strada (= l'elemosina non è obbligatoria)
    L'amore per Gesù mi deve spingere ad andare a Messa (la Messa è obbligatoria).

    Un cattolico non è tale se non va a Messa, ma è cattolico anche se non fa l'elemosiana ad ogni povero che incontra in strada.

    Ergo: usare lo stesso linguaggio per esprimere due concetti diversi può essere fuorviante se alla base non c'è una chiara sottolineatura di ciò che opzionale e di ciò che non lo è.

  9. #9
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    Predefinito Re: Per Caterina

    Originally posted by Talib

    Quindi, probabilmente la posizione di Thomas o di Caterina può spiegare certi punti della polemica relativa al Concilio, ma non è la chiave di lettura che la risolve nella sua interezza, e quindi le ombre rimangono.
    Io è proprio questo che voglio cercare di capire.
    Siamo sicuri al 100% che si tratta solo di cambiamenti (per me sbagliati) del linguaggio e non di un cambiamento di rotta?
    Io me lo auguro.
    E siccome sono di parte e i tradizionalisti mi stanno simpatici, non voglio credere che siano tutti dei decerebrati che capiscono fischi per fianchi né che combattano contro qualcosa che non esiste, contro un problema che non si pone per puro spirito polemico e pre creare divisioni.
    Il prblema della rottura con la Tradizione è sentito sia dai tradizionalisti sia da chi tradizionalista non è. I tradizionalisti si scagliano contro il Concilio, molti preti parlano del Concilio come di un terminus post quem la Chiesa ha cambiato rotta e si è purificata di tanti errori. E io sono cresciuto in parrocchia con queast'aria. Non sapevo cosa fosse 'sto concilio, ma sapevo che prima c'ra la barbarie (almeno, così dicevano in parrocchia).

  10. #10
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    Predefinito Re: Per Caterina

    Originally posted by Talib
    Paragonare la questione del linguaggio dei testi del Concilio Vaticano II a quella dello slang giovanile vale fino a un certo punto, e in verità la questione è ben più complessa. Se prendiamo ad esempio il caso preso in esame qui (che è las discussione dalla quale ha avuto origine questa) possiamo osservare quanto segue:

    1) Prima del Concilio Vaticano II si pregava perchè il popolo ebraico riconoscesse Gesù quale Messia.

    2) Dopo il Concilio Vaticano II si prega perchè il popolo ebraico progredisca nella sua fedeltà all'Alleanza con Dio.

    Ovviamente, da un punto di vista cristiano la seconda espressione indica fondamentalmente lo stesso concetto della prima (visto che l'Antico Testamento è per i cristiani interamente proteso nell'annunzio dell'avvento del Messia, e quindi progredire nella fedeltà all'alleanza equivale a riconoscere Gesù come Messia) e quindi siamo d'accordo in merito alla sua ortodossia. Però non si può giustificare una tale deriva del linguaggio, che si muove chiaramente nel segno dell'ambiguità, con la necessità di "svecchiare" o di "aggiornare" il linguaggio della Chiesa: pregare perchè si riconosca la dignità messianica di Gesù non mi sembra un concetto reso dal tempo tanto incomprensibile da necessitare di una riformulazione...

    Quindi, probabilmente la posizione di Thomas o di Caterina può spiegare certi punti della polemica relativa al Concilio, ma non è la chiave di lettura che la risolve nella sua interezza, e quindi le ombre rimangono.

    Ombre, incomprensioni e quant'altro restano perchè nessuno di noi, ne la Chiesa.....abbiamo una ricetta vincente nè una bacchetta magica......

    Proprio ieri all'Angelus Benedetto XVI ha detto:

    La Chiesa non vive di se stessa ma del Vangelo e dal Vangelo sempre trae orientamento per il suo cammino. La Costituzione conciliare Dei Verbum ha impresso un forte impulso alla valorizzazione della Parola di Dio, da cui è derivato un profondo rinnovamento della vita della Comunità ecclesiale, soprattutto nella predicazione, nella catechesi, nella teologia, nella spiritualità e nelle relazioni ecumeniche. È infatti la Parola di Dio che, per l’azione dello Spirito Santo, guida i credenti verso la pienezza della verità (cfr Gv 16,13). Tra i molteplici frutti di questa primavera biblica mi piace menzionare la diffusione dell’antica pratica della lectio divina, o "lettura spirituale" della Sacra Scrittura.

    In questa chiave di lettura impossibile non comprendere la genialità del Concilio verso gli Ebrei
    perchè?
    Perchè NON siamo noi con i nostri discorsi a poter convertire qualcuno, ma sono le Scritture che potranno dare agli Ebrei stessi (visto che manteniamo lo stesso A.T.) LA CHIAVE DI COMPRENSIONE......a tal proposito suggerivo di sfogliare questo sito: www.nostreradici.it dal quale si comprende come forse PER LA PRIMA VOLTA in duemila anni, cattolici ed Ebrei stiano sfogliando INSIEME le Sacre Scritture.......
    Io credo che senza certi passi concreti fatti dal Concilio, oggi non saremo arrivati a tanto.....e probabilmente non avremo mai intrapreso UNA LETTURA COMUNE DELLE SCRITTURE......
    Da qui non potranno che scaturire frutti succulenti, diamo tempo al tempo, con molta pazienza.......cin molta fede...convinti soprattutto che chi fa crescere è Cristo, come dice san Paolo...e non noi.......

    Tutto questo NON annulla il passato, al contrario, grazie proprio al passato il Concilio stesso ha potuto fare questi passi in avanti.....In fondo riflettiamo su questo:
    se seguiamo i passi di Gesù nel suo rapporto con i Farisei e i giudei, dai Vangeli emerge chiaramente che il nodo di incomprensione sono proprio LE SCRITTURE....e sono le profezie che riguardano il Messia
    la scena con i Discepoli di Emmaus ci ricorda che non basta conoscere le Scritture, ma occorre PENETRARLE e questo è un metodo ESTRANEO AL POPOLO EBREO......che se leggete nel sito che vi ho inserito, fa capire che solo da poco Ebrei saggi stanno incominciando a comprendere

    Benedetto XVI giustamente ha detto di recente: NON SI ABBIA FRETTA!
    La fretta è una cattiva consigliera anche all'interno della Chiesa.........e se prima non risolviamo i problemi che CI DIVIDONO, come pretendere di dare lezione di conversione e di unità agli altri?

    A ragione allora, nel frattempo che qualcosa cambi anche all'interno della Chiesa verso l'unità......non si può che augurare agli Ebrei di rimanere almeno fedeli al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, giacchè per la prima volta, in questo ultimo secolo, anche da loro le divisioni sono triplicate tanto che oggi esistono Ebrei "non praticanti"....una assurdità all'interno delle loro stesse tradizioni.......

    Fraternamente Caterina LD
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