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  1. #1
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    Angry Caritas con i lavavetri contro Cofferati

    La Caritas contro il Cinese: «Colpisce solo i più deboli»
    - di ANDREA TORNIELLI -

    Andrea Tornielli
    da Bologna
    «Queste iniziative del sindaco Cofferati mi lasciano quantomeno perplesso. Mi sembrano azioni che mancano di un progetto e finiscono soltanto per pesare sui più deboli...». Il professor Paolo Mengoli ha trascorso una vita a occuparsi di matematica e di poveri. Ha sessantacinque anni, una carriera da ricercatore affiancata dall'impegno nel mondo del volontariato, conosce personalmente molti dei poveri e dei mendicanti di Bologna. L'arcivescovo Carlo Caffarra
    l'ha nominato direttore della Caritas diocesana e ora lui si trova a dover fare i conti con il sindaco che ha dismesso i panni del movimentista per indossare quelli dello sceriffo.
    Come giudica gli ultimi provvedimenti del sindaco Sergio Cofferati?
    «Ci sono state delle azioni che lasciano davvero perplessi. Prendiamo il caso dei lavavetri: io credo che in realtà non esista il racket denunciato dal sindaco. E glielo dico per conoscenza diretta. Conosco immigrati extracomunitari che hanno svolto quell'attività per anni e grazie a quei vetri lavati ai semafori sono riusciti a mantenersi e ad aprire piccole attività.
    Conosco dei lavavetri che oggi hanno negozi di frutta e verdura».
    Ammetterà che talvolta il fenomeno può infastidire gli automobilisti...
    «Certo, ma bastava soltanto dare un ordine ai vigili urbani perché cercassero di intervenire nei confronti di chi dà fastidio. Non occorreva mobilitare la polizia».
    Oggi i lavavetri ci sono ancora o sono scomparsi?
    «Posso dirle quello che penso? La mia impressione è che siano persino aumentati. Comunque non mi pare che sia questo il problema della legalità a Bologna.
    WaLd

  2. #2
    Blut und Boden
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    Karita$ di merda, che il vento ti disperda.

  3. #3
    padania libera (-:FASP :-)
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    LA carits è la stessa associazione (a delinquere?) che ha detto che gli immigrati sono laureati e diplomati in percentuali molto maggiori rispetto agli itagliani, e che ci sono più immigrati a roma che a Milano...

    Peccato che tra i laureati ci sono anche i laureati all'università islamica dove si studia unicamente il corano, e il numero di immigrati considera quelli regolari e non quelli clandestini, tra cui a roma sono anche inclusi i dipendenti dell'ambasicata Americana, Giapponese, Australiana ecc. (tanto per fare un esempio)...

    Furbini questi Caritatevoli mistificatori.....

  4. #4
    ora ltd poi lti
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    In origine postato da Gianluca J
    LA carits è la stessa associazione (a delinquere?) che ha detto che gli immigrati sono laureati e diplomati in percentuali molto maggiori rispetto agli itagliani, e che ci sono più immigrati a roma che a Milano...

    ...
    L'ho letto anch'io sul Resto del Carlino.
    Si sono ben guardati dal dire che molte di quelle "lauree" sono appena paragonabili ad alcuni dei nostri diplomi di scuola media superiore.

  5. #5
    motan
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    In origine postato da Gianluca J
    LA carits è la stessa associazione (a delinquere?) che ha detto che gli immigrati sono laureati e diplomati in percentuali molto maggiori rispetto agli itagliani, e che ci sono più immigrati a roma che a Milano...

    Peccato che tra i laureati ci sono anche i laureati all'università islamica dove si studia unicamente il corano, e il numero di immigrati considera quelli regolari e non quelli clandestini, tra cui a roma sono anche inclusi i dipendenti dell'ambasicata Americana, Giapponese, Australiana ecc. (tanto per fare un esempio)...

    Furbini questi Caritatevoli mistificatori.....
    La stessa furbizia che usa qualcun'altro per affermare che gli extracomunitari rubano il lavoro agli italiani.
    E se anche sono laureati qual'è il problema? Il riconoscimento di un titolo di studio in Italia è molto difficile, e di per sè la laurea non è un indice di superiore intelligenza e onestà (nè per un comunitario nè per un extra-UE).

  6. #6
    Blut und Boden
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    In origine postato da motan
    La stessa furbizia che usa qualcun'altro per affermare che gli extracomunitari rubano il lavoro agli italiani.
    E se anche sono laureati qual'è il problema? Il riconoscimento di un titolo di studio in Italia è molto difficile, e di per sè la laurea non è un indice di superiore intelligenza e onestà (nè per un comunitario nè per un extra-UE).
    La peggior cosa è quella che consiste nel negare l'evidenza dei fatti aggrappandosi ad argomentazioni fini a sè stesse.
    L'invasione è in atto; negarla è indice di disonestà intellettuale, oltre che autolesionista.
    Mentre gli autoctoni filosofeggiano e fanno il processo ai propri simili, gli invasori occupano tutto ciò che è occupabile estromettendo i poveri ingenui padroni di casa.

  7. #7
    motan
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    In origine postato da Eridano
    La peggior cosa è quella che consiste nel negare l'evidenza dei fatti aggrappandosi ad argomentazioni fini a sè stesse.
    L'invasione è in atto; negarla è indice di disonestà intellettuale, oltre che autolesionista.
    Mentre gli autoctoni filosofeggiano e fanno il processo ai propri simili, gli invasori occupano tutto ciò che è occupabile estromettendo i poveri ingenui padroni di casa.
    Occupano i posti che gli autoctoni non vogliono più occupare. Altrimenti perchè Confindustria, continua a rompere per avere più ingressi di extra-UE?
    Non penso proprio per spirito di beneficienza (vedi Caritas), ma per mandare avanti certi settori che altrimenti sarebbero a rischio.
    Se questo non sta bene, si devono convincere padani e non ad adattarsi anche a lavori umili, altrimenti l'"invasione" non si fermerà di certo...

  8. #8
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    In origine postato da motan
    Occupano i posti che gli autoctoni non vogliono più occupare. Altrimenti perchè Confindustria, continua a rompere per avere più ingressi di extra-UE?
    Non penso proprio per spirito di beneficienza (vedi Caritas), ma per mandare avanti certi settori che altrimenti sarebbero a rischio.
    Se questo non sta bene, si devono convincere padani e non ad adattarsi anche a lavori umili, altrimenti l'"invasione" non si fermerà di certo...
    Gli autoctoni non vogliono essere sfruttati da confindustria e c.;
    infatti questi negrieri deportano masse di stranieri per i loro sporchi comodi, sostenuti dalla karita$, che ci lucra alla grande.
    Nessun autoctono rifiua un qualsivoglia lavoro se offerto a condizioni adeguate.
    Coloro che sollecitano l'invasione nel nostro territorio, poi chiudono le fabbriche e delocalizzano all'estero.
    Già, ma questo lo vedono solo i razzisti.

  9. #9
    padania libera (-:FASP :-)
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    In origine postato da motan
    Occupano i posti che gli autoctoni non vogliono più occupare. Altrimenti perchè Confindustria, continua a rompere per avere più ingressi di extra-UE?
    Non penso proprio per spirito di beneficienza (vedi Caritas), ma per mandare avanti certi settori che altrimenti sarebbero a rischio.
    Se questo non sta bene, si devono convincere padani e non ad adattarsi anche a lavori umili, altrimenti l'"invasione" non si fermerà di certo...
    Sinceramente nella mia vita ho fatto molti lavori umili per necessità, ma almeno venivo pagato adeguatamente per la fatica e per i rischi che quei lavori comportavano, ora invece, gli extracomunitari vengono pagati quattro soldi, così anche se un autoctono volesse fare un lavoro poco gratificante ma remunerativo si troverebbe centinaia di extra pronti a farlo per molto meno.
    Poi aggiungo che soprattutto nelle grandi città al posto dei vecchi negozi spuntano come funghi phone center e macellerie islamiche, togliendo di fatto servizi ai cittadini e lavoro ai commercianti.
    per non parlare poi dell'invasione cinese, che stanno facendo fallire centinaia di negozi con prodotti contraffatti e non a norma.

  10. #10
    motan
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    In origine postato da Gianluca J
    Sinceramente nella mia vita ho fatto molti lavori umili per necessità, ma almeno venivo pagato adeguatamente per la fatica e per i rischi che quei lavori comportavano, ora invece, gli extracomunitari vengono pagati quattro soldi, così anche se un autoctono volesse fare un lavoro poco gratificante ma remunerativo si troverebbe centinaia di extra pronti a farlo per molto meno.
    Il tuo discorso ha senso se parli di chi lavora in nero, ma non per chi ha un contratto regolare ed è stato assunto attraverso le quote d'ingresso. In quest'ultimo caso ci sono dei minimi salariali stabiliti dal contratto di settore.

 

 
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