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  1. #21
    Ut unum sint!
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    aehm ritornando seri...
    concordo su tutto con Napoleon ma sta a noi far capire cosa e' progressismo e cosa eresia... in eeffetti non esiste progressismo e conservatorismo perche' sono iscindibili nella Chiesa Cattolica.
    Ad esempio Roncalli lo si ritiene "progressista"... ebbene cos'era un Papa eretico?
    UT UNUM SINT!

  2. #22
    Ut unum sint!
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Spesso essi, acconciati un po' in stile "cattolico", sono spacciati per l'insegnamento della Chiesa, con una esplicitazione progressiva, che porta poi l'adepto progressista a comprendere chiaramente la teoria, senza scandalizzarsi.
    Una vera tecnica diabolica, non dissimile da quella che usano molti tradizionalisti. Anche in questo le due ideologie si rivelano simili.
    Esatto... sta ad ogni buon cattolico porsi nel mezzo ed evitare derive verso le 2 posizioni estreme ed entrambe eretiche
    UT UNUM SINT!

  3. #23
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    Originally posted by catholikos
    aehm ritornando seri...
    concordo su tutto con Napoleon ma sta a noi far capire cosa e' progressismo e cosa eresia... in eeffetti non esiste progressismo e conservatorismo perche' sono iscindibili nella Chiesa Cattolica.
    Ad esempio Roncalli lo si ritiene "progressista"... ebbene cos'era un Papa eretico?
    Giovanni XXIII non è mai stato progressista.
    Altra cosa squallida delle ideologie è crearsi degli idoli cui attribuire i pensieri propri, deformando quindi la persona.
    Poco importa: per le ideologie non contano le persone.
    Chiunque ha letto i documenti del Magistero di Giovanni XXIII si rende conto di questo fatto. Ma sarebbe simpatico leggere anche altre simpatiche parti di testi, ad esempio dal Giornale dell'Anima.

  4. #24
    Napoléon I
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    Originally posted by catholikos
    Esatto... sta ad ogni buon cattolico porsi nel mezzo ed evitare derive verso le 2 posizioni estreme ed entrambe eretiche
    L'ortodossia non è la medietà tra due eresie.

    Nella fattispecie, quello che tu chiami progressismo, non è quello che effettivamente è il progressismo.

    Quello che intendi tu con quel termine non è eretico, ma quello che il progressismo è, certamente sì.

    L'indagine filosofica e teologica dimostrano senza giri di parole, come esso sia contrario alla dottrina cattolica, e dunque eretico.

    Ne Giovanni XXIII, ne Paolo VI, ne altri pontefici sono mai stati progressisti.

  5. #25
    Vox Populi
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    Originally posted by catholikos
    Ad esempio Roncalli lo si ritiene "progressista"... ebbene cos'era un Papa eretico?
    Il Beato Giovanni XXIII non fu progressista. Mai. Purtroppo si è creata intorno a lui la fama di "progressista" (certa pubblicistica e anche le due pessime fiction di due-tre anni fa hanno contribuito ad alimentare questa fama) ma basta dare un'occhiata ai documenti roncalliani per smentire questa fama.

  6. #26
    Glorfindel
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    Originally posted by Caterina63
    [B
    prima di questo Papa eravamo stati privati del Catechismo,
    [...]
    [/B]
    E non dimentichiamo quanto grazie a Giovanni Paolo II il culto alla Beata Vergine Maria (che alcuni cattolici "grandicelli" volevano abolire) è tornato agli antichi splendori...

    Ah, il Rosario... che arma...

    Salutoni.

  7. #27
    Napoléon I
    Ospite

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    Il fatto è che i "cattolici" grandicelli, non hanno il minimo interesse per quello che dice il Papa. Egli parla per tutta la Chiesa, ma loro, sono papi di se stessi. Solo loro possono giudicare, vagliare, approvare. La cattolicità è anzitutto umiltà, ossia sottomissione.

    Per chi fa della propria fede il "non serviam", che possiamo mai commentare?

  8. #28
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Originally posted by Thomas Aquinas
    Giovanni XXIII non è mai stato progressista.
    Altra cosa squallida delle ideologie è crearsi degli idoli cui attribuire i pensieri propri, deformando quindi la persona.
    Poco importa: per le ideologie non contano le persone.
    Chiunque ha letto i documenti del Magistero di Giovanni XXIII si rende conto di questo fatto. Ma sarebbe simpatico leggere anche altre simpatiche parti di testi, ad esempio dal Giornale dell'Anima.
    STRAQUOTO.................

    non so se vi ricordate il 19 Aprile, si proprio quando veniva eletto Benedetto XVI........i TG diedero ....una notizia curiosa.......nei pressi di san Pietro Pannella MANIFESTAVA con i Radicali per chiedere un papa GIOVANNI XXIV ossia.....ha detto lui.....UNO BUONO E APERTO COME PAPA GIOVANNI, APERTO ALLE QUESTIONI DEL MONDO...........

    Mi sono fermata un attimo ed ho pensato: o Pannella è un grande ignorante in materia....oppure qui veramente si gioca appositamente per confondere gli ingenui.........

    In primis Papa Giovanni è stato tutt'altro che BUONO nel senso più distorto che possiamo dare oggi a questo termine....... che cosa vuol dire ESSERE BUONO per un Papa applaudito dai Radicali i quali, attenzione SONO I PIU' AGGUERRITI OPPOSITORI DEL MAGISTERO SOCIALE DELLA CHIESA?

    La BONTA' di Papa Giovanni NON ha assolutamente intaccato la morale CRISTIANA del Vangelo, tanto è vero che lo stesso Giovanni Paolo II lo cita in alcune Encicliche circa IL COMPORTAMENTO MORALE DEI CATTOLICI........
    Indubbiamente Papa Giovanni XXIII non dovette occuparsi dei problemi morali di oggi come l'omosessualità ad esempio....o dell'aborto...o dell'eutanasia........ o del divorzio..tutti temi scoppiati DOPO il suo Pontificato che, ripresi da Paolo VI ribadivano un secco no a questo genere di apertura........

    Di Giovanni XXIII ad esempio si NASCONDONO molti testi...... si parla della sua Enciclica "Pacem in terra", quasi fosse stata l'unica......e in più la si estrapola dai contesti usandola come degli slogan....... ma si omettono altri testi che è assai probabile che Pannella NON conosca altrimenti non credo che per lui farebbe differenza una Successione anzichè dire " Sarebbe una catastrofe avere un secondo Wojtyla"...........

    ..... e se incontrate qualche Radicale.diteglielo che Pannella ha un pò le idee confuse....nel citare chi NON vorrebbe come Papa ha pure detto " e guai ad avere un Pio XII sarebbe la fine"....di tutt'altra idea Papa Giovanni che lo ricorda nei suoi testi... e leggete cosa ORDINAVA Papa Giovanni circa la morale e l'educazione cinematografica

    Fraternamente caterina

    LETTERA APOSTOLICA
    "MOTU PROPRIO"
    BONI PASTORIS
    di Papa Giovanni XXIII






    Il compito di Buon Pastore di tutto il gregge di Dio, che, dall'inizio del Nostro Pontificato, "Ci sta a cuore in maniera specialissima" (cfr. A.A.S., vol. L, p. 886), mentre Ci rende costantemente attenti ad ogni necessità della Chiesa, Ci spinge anche a considerare con particolare sollecitudine tutti i fattori della civiltà moderna che influiscono sulla vita spirituale dell'uomo; tra questi si devono annoverare la radio, la televisione e il cinema.

    Già il Nostro Predecessore Pio XII, di immortale memoria, ha ripetutamente, con solenni Documenti e Discorsi, richiamato ai fedeli e a tutti gli uomini di retta intenzione il grave dovere che li impegna a utilizzare queste mirabili tecniche di diffusione in modo conforme al provvidenziale piano di Dio e alla dignità dell'uomo, al cui perfezionamento devono servire.

    A tale scopo il medesimo Predecessore Nostro ha voluto "istituire nella Curia Romana un'apposita Commissione" (A.A.S., vol. LXIX, p. 768), alla quale ha affidato la fedele esecuzione dei provvedimenti e delle disposizioni contenute nella Lettera Enciclica Miranda prorsus, circa le questioni attinenti alla fede, alla morale ed alla disciplina ecclesiastica, nel settore della radio, della televisione e del cinema (ibidem, p. 805).

    Sensibili ai gravi problemi che nel campo della moralità pubblica, della propagazione delle idee e dell'educazione della gioventù vengono proposti dalle summenzionate tecniche audiovisive di diffusione, che tanta influenza esercitano sulle anime, desideriamo far Nostre e confermare le esortazioni e le disposizioni dello stesso Nostro Antecessore e contribuire a rendere positivi strumenti di bene quei mezzi che la divina Bontà ha messo a disposizione degli uomini. Sono ben note infatti le grandi possibilità che tanto il cinema quanto la radio e la televisione offrono per la diffusione di una più alta cultura, di un'arte degna del suo nome e soprattutto della verità.

    Essendo Patriarca di Venezia, abbiamo talvolta accolto intorno a Noi e paternamente esortato esponenti dell'arte e dell'industria cinematografica e dopo l'elevazione, per arcano disegno della Divina Provvidenza, al Sommo Pontificato, abbiamo voluto esprimere la Nostra benevolenza ai responsabili della radio, della televisione e del cinema (cfr. Lettera della Segreteria di Stato, n. 117, del 4 novembre 1958 al Presidente della Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione), non tralasciando poi di profittare di ogni propizia occasione per incoraggiarli alla fedeltà all'ideale cristiano della loro professione.

    Dobbiamo tuttavia deplorare con animo addolorato i pericoli e i danni morali che non raramente vengono provocati da spettacoli cinematografici e da trasmissioni radiofoniche e televisive che attentano alla morale cristiana e alla stessa dignità dell'uomo.

    (questo diceva Papa Giovanni XXIII nel lontano 1960....)

    Rivolgiamo pertanto a ciascuno dei responsabili di tali produzioni o trasmissioni il Nostro paterno ed insistente ammonimento di seguire sempre i dettami di una retta e delicata coscienza, come conviene a chi è investito del gravissimo compito di educare.

    Nello stesso tempo affidiamo nuovamente alla vigilanza e alla esperimentata sollecitudine dei Nostri Venerabili Fratelli Arcivescovi e Vescovi le varie forme di apostolato raccomandate nella già menzionata Enciclica Miranda prorsus e, in particolare, gli Uffici nazionali, costituiti nei singoli paesi per dirigere e coordinare tutte le attività cattoliche nel campo del cinema, della radio e della televisione (cfr. A.A.S., vol. XLIX, p. 783-4). Fra queste attività raccomandiamo le iniziative di carattere formativo e culturale, quali la presentazione e la discussione di film che abbiano particolari pregi artistici e morali.



    Inoltre, poichè la natura stessa dei menzionati mezzi di diffusione esige - anche per quanto riguarda le competenze della Santa Sede - unità di indirizzo e di azione, stabiliamo motu proprio di certa scienza e dietro Nostra matura deliberazione, con la pienezza dell'Autorità Apostolica, in virtù di questa Lettera e in modo perpetuo, le seguenti norme per il funzionamento della sopra menzionata Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione, e ciò in deroga a quelle contenute nell'attuale Statuto della Commissione stessa (cfr. A.A.S., vol. XLVI, p. 783-4).

    Disponiamo pertanto che la Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione abbia carattere permanente quale Ufficio della Santa Sede per l'esame, l'incremento, l'assistenza e l'indirizzo delle varie attività nel campo del cinema, della radio e della televisione, in conformità con le norme direttive date con la Lettera Enciclica Miranda prorsus e con ulteriori disposizioni della Santa Sede.

    Alla detta Pontificia Commissione spetta: di seguire gli orientamenti dottrinali e gli atteggiamenti pratici della produzione filmistica e delle trasmissioni radiofoniche e televisive; di indirizzare e incrementare l'attività degli Organismi cattolici internazionali e degli Uffici ecclesiastici nazionali del cinema, della radio e della televisione, con particolare riferimento alla classificazione morale dei film, alle trasmissioni radiofoniche e televisive di carattere religioso e all'istruzione dei fedeli, specie della gioventù, circa i doveri cristiani di fronte agli spettacoli (cfr. A.A.S., vol. XLIX, p. 780 et ssq.); inoltre di tenere i rapporti con le SS. Congregazioni ed Uffici della Santa Sede, con le Conferenze Episcopali e con i singoli Ordinari, per quanto si riferisce a questi complessi e difficili problemi.

    D'altra parte le SS. Congregazioni della Curia Romana e gli altri Uffici della Santa Sede chiederanno il parere della Commissione prima di emanare disposizioni o concedere autorizzazioni riguardanti il settore del cinema, della radio e della televisione ed informeranno la Commissione stessa dei provvedimenti presi nell'ambito delle proprie competenze.

    Alla Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione è proposto un Presidente. Egli presenterà ogni semestre una relazione sull'attività della Commissione.

    Sono Membri della Commissione: gli Assessori e Segretari delle SS. Congregazioni del Sant'Uffzio, Concistoriale, per la Chiesa Orientale, del Concilio, dei Religiosi, de Propaganda Fide e dei Seminari e delle Università degli Studi, ed il Sostituto della Nostra Segreteria di Stato. Altri componenti potranno essere nominati a Nostro beneplacito.

    Il Presidente è coadiuvato nello svolgimento del lavoro dal Segretario della Commissione e da altri Officiali (cfr. A.A.S., vol. XLIII, appendix fasciculi 8, p. [3]).

    La Commissione è assistita da un collegio di Consultori, scelti dalla Santa Sede, particolarmente esperti nel campo dell'apostolato del cinema, della radio e della televisione.

    Alla Commissione viene affidata la cura della Cineteca Vaticana che intendiamo costituire per la raccolta delle documentazioni cinematografiche di interesse per la Santa Sede.

    La Commissione ha sede nella Città del Vaticano ed è aggregata alla Nostra Segreteria di Stato.

    Nonostante qualunque cosa in contrario.

    Intanto benediciamo di cuore all'attività della Pontificia Commissione per la Cinematografia, la Radio e la Televisione, di cui abbiamo già tanto apprezzato la fruttuosa opera nel passato.

    Ciò dichiariamo e stabiliamo, decretando che la presente Lettera, in tutto stabile e valida, abbia pieno effetto; che serva ora e in futuro a tutti coloro che sono o potranno essere interessati; che così si debba legittimamente giudicare e definire; che da questo momento sia da considerarsi nullo ed invalido tutto ciò che, scientemente o per ignoranza, da qualunque persona e in forza di qualsiasi autorità, venisse tentato in contrario.

    Dato a Roma, da S. Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 22 febbraio nell'anno 1959, primo del Nostro Pontificato.

    GIOVANNI PP. XXIII
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  9. #29
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Rispetto delle leggi della vita

    180. Dobbiamo proclamare solennemente che la vita umana va trasmessa attraverso la famiglia, fondata sul matrimonio uno e indissolubile, elevato, per i cristiani, alla dignità di sacramento. La trasmissione della vita umana è affidata dalla natura a un atto personale e cosciente e, come tale, soggetto alle sapientissime leggi di Dio: leggi inviolabili e immutabili che vanno riconosciute e osservate. Perciò non si possono usare mezzi e seguire metodi che possono essere leciti nella trasmissione della vita delle piante e degli animali.

    181. La vita umana è sacra: fin dal suo affiorare impegna direttamente l’azione creatrice di Dio. Violando le sue leggi, si offende la sua divina maestà, si degrada se stessi e l’umanità e si svigorisce altresì la stessa comunità di cui si è membri.

    Educazione al senso della responsabilità

    182. È della più alta importanza che le nuove generazioni vengano educate con adeguata formazione culturale, nonché religiosa come è dovere e diritto dei genitori, a un profondo senso di responsabilità in tutte le manifestazioni della loro vita e perciò anche in ordine alla creazione di una famiglia e alla procreazione ed educazione dei figli. I quali devono essere formati a una vita di fede e a una profonda fiducia nella divina Provvidenza perché siano pronti ad affrontare fatiche e sacrifici nell’adempimento di una missione tanto nobile e spesso ardua quale è quella di collaborare con Dio nella trasmissione della vita umana e nell’educazione della prole. Per tale educazione nessuna istituzione dispone di risorse efficaci quanto la Chiesa, la quale, anche per tale motivo, ha diritto di svolgere in piena libertà la sua missione.

    A servizio della vita

    183. Nella Genesi si ricorda come Dio abbia rivolto ai primi esseri umani due comandi: quello di trasmettere la vita: "Crescete e moltiplicatevi" (Gen 1,28) e quello di dominare la natura: "Riempite la terra e assoggettatela": (Ivi) comandi che si integrano a vicenda. Certo il comando divino di dominare la natura non è a scopi distruttivi; è invece a servizio della vita.

    184. Con tristezza rileviamo che una delle contraddizioni più sconcertanti da cui è tormentata e in cui si logora la nostra epoca è che, mentre da una parte si mettono in accentuato rilievo le situazioni di disagio e si fa balenare lo spettro della miseria e della fame, dall’altra si utilizzano, e spesso largamente, le scoperte della scienza, le realizzazioni della tecnica e le risorse economiche per creare terribili strumenti di rovina e di morte.

    185. Dio provvido concede al genere umano sufficienti mezzi per risolvere in forma dignitosa anche i molteplici e delicati problemi attinenti alla trasmissione della vita: ma quei problemi possono diventare di difficile soluzione o insolubili perché gli uomini, deviati nella mente o pervertiti nella volontà, si valgono di quei mezzi contro ragione e cioè per fini che non sono quelli che rispondono alla loro natura sociale e ai piani della Provvidenza.



    incredibile vero? sapete di chi sono queste parole? di Papa Giovanni XXIII nell'Enciclica Mater et Magistra

    http://www.vatican.va/holy_father/jo..._mater_it.html
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  10. #30
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    Predefinito Re: Gli abusi nella Chiesa e la loro repressione

    Originally posted by Napoléon I
    Napoléon, ho trovato questo tuo intervento sul sito effedieffe (http://www.effedieffe.com/interventi...etro=religione), firmato da "un lettore".
    L'hai postato tu stesso?
    E' identico, salvo mi sembra qualche "mio" cambiato in "nostro"...

 

 
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