L’OCCUPAZIONE CONTINUA A OLTRANZA: ANCORA UN’AULA SOTTO ASSEDIO
La Statale di Milano vittima dei disobbedienti
Computer rubati, muri e pavimenti imbrattati con bestemmie, bagni distrutti: ecco il “diritto” allo studio
Andrea Indini
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E, ora, toccherà alla Statale pagare i danni. Soldi veri per imbiancare i muri del primo piano dell’edificio di via Festa del Perdono, ripulire i pavimenti, “sgomberare” dalle aule la sporcizia e sostituire bacheche, segnaletiche luminose e scaffali. Il day after dell’okkupazione dell’università milanese ha messo, sotto gli occhi di tutti, i frutti di una settimana abbondante di soprusi. Ecco il frutto delle proteste di un ristretto gruppo di tardo-adolescenti che, mascherandosi dietro al «diritto di istruzione», hanno dato sfogo al loro “diritto” di distruzione.
L’aula 102 resta ancora nelle mani di poche persone. «Resisteremo fino alla fine: ne vedrete delle belle», minacciano gli occupanti. Ma nessuno gli dà più retta. La stessa “Sinistra universitaria” gli ha voltato le spalle. Ieri pomeriggio, infatti, il Senato accademico ha approvato «la concessione di spazi aggiuntivi in via Mercalli» a disposizione delle associazioni studentesche. Ora, gli occupanti dovranno raccogliere le firme e costituirsi come lista studentesca per, poi, poter usufruire di questi spazi. La mozione è stata approvata all’unanimità. «Sono un gruppetto di cani sciolti - spiega Federico Illuzzi di “Obiettivo studenti” -: anche gli studenti di sinistra non li appoggiano più». Ma ad alcuni rimane l’amaro in bocca. «Nonostante la decisione presa dal Senato - spiega Simone Rigon di “Azione universitaria” -, non dobbiamo dimenticarci che hanno ancora nelle loro mani un’aula da 150 posti: il rischio è che facciano come nella sede di Scienze politiche dove il Cpu ha occupato un’aula per dieci anni». Non solo. Il preside di Facoltà fa, poi, sapere che diversi computer sono stati danneggiati o rubati.
L’Università ritorna, con lentezza, alla normalità. Tra le aule 102 e 109, due imbianchini coprono le scritte che per giorni hanno continuato a capeggiare sulle mura, simbolo di una minoranza arrogante e prepotente. Nei loro slogan poca politica, molti insulti. Tra i più gettonati il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, il premier Silvio Berlusconi e George Bush. Ma ce n’è un po’ per tutti. L’attacco a papa Benedetto XVI e a don Luigi Giussani infuoca sui muri d’entrata della Cusl, libreria gestita dai ragazzi di “Comunione e Liberazione”. «Hanno distrutto un’intero scaffale e la segnaletica luminosa posta all’uscita - spiega Ambrogio -: ci attaccano e ci minacciano senza motivo». «Proprio per questo - interviene Matteo - abbiamo fatto passare un volantino intitolato “Sì alla libertà, no alla prepotenza”». Ma questo invito non è stato ascoltato. Le bestemmie sono aumentate, in modo considerevole, sulla porta d’entrata della Cusl, mentre alcuni ciellini sono stati accerchiati e spintonati. «Questo, forse, è il loro modo di intendere la libertà», chiosa Illuzzi.
I bagni del primo piano (sopra l’Aula Magna) sono teatro di un vandalismo immotivato. «Venerdì era molto peggio - racconta Filippo, un ragazzo all’ultimo anno di Giurisprudenza -, ora hanno pulito: se venivate prima, potevate vedere enormi scritte sui pavimenti e sporcizia ovunque. Sinceramente, capisco poco cosa centrino queste dimostrazioni di forza con l’occupazione e la contestazione: non riescono proprio a capire che sono loro che, poi, dovranno studiare in questi locali?». «Il problema sta proprio qui - interviene Alexandra, una ragazza iscritta all’ultimo anno di Medicina -: la maggior parte degli occupanti erano liceali e ragazzi dei centri sociali: sono pochi quelli che si battono realmente per il bene di queste università». È proprio in questo modo che il diritto allo studio lascia il posto ad altre battaglie che non dovrebbero essere combattute tra le aule della università. «Non è un caso, infatti - continua Illuzzi - che proprio il presidente del Cnsu, Salvatore Muratore, militante della “Sinistra universitaria” ha preso le distanze da queste persone dal momento in cui hanno chiesto al rettore un’aula permanente e un’assemblea plenaria per poter sospendere nuovamente le lezioni». «Nessuna lista studentesca - spiega, infatti, Rigon - possiede un’aula permanente: a turni chiediamo la disponibilità degli spazi e svolgiamo nella legalità riunioni e incontri». Ma la legalità non piace a questi “disobbedienti”. Preferiscono la forza e la prepotenza, sostituiscono i volantini con bestemmie e insulti scritti sui muri, usano il vandalismo come arma d’attacco. E chi ha davvero voglia di studiare, di portare avanti il proprio programma di studi, non può farlo. «Forse sono un po’ troppo drastico - afferma Alessandro, un ragazzo di Lettere moderne - ma sono loro i nuovi fascisti».
[Data pubblicazione: 09/11/2005]