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Discussione: Una curiosità

  1. #11
    Napoléon I
    Ospite

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    Originally posted by el Bardo
    Non mi ero spiegato bene, forse
    Mi riferivo alla Messa cosidetta di San Pio V.
    Anch'io, come "lumen" penso che dai documenti conciliari si poteva arrivare ad una liturgia più moderna senza esagerare.
    E l'inserire la lingua volgare nelle letture, in alcune preghiere sarebbe stato sicuramente un fatto positivo. Anche il Pater Noster cantato tutti insieme non mi dispiace naturalmente senza troppe sceneggiate quali mani in alto o tutti in cerchio a darsi la mano. Quando parlavo del Kyrie, intendevo dire proprio due Kyrie eleison, due Christe eleison, due Kyrie eleison...... qualche volte tre finali per esempio nella messa De Angelis.
    La spiegazione ad una mia domanda è stata "Segue lo schema del Signore Pietà" e poi "La Messa cantata in latino è già più lunga, cerchiamo di stanzare meno la gente"
    Riguardo ai canti:
    Nel Novus Ordo c'è il Canto d'inizio, il Canto all'Offertorio (o presentazione dei doni" il Canto alla Comunione e il Canti finale.
    Ed io quello volevo dire. Quando il Sacerdote entra, prima dell'Introibo ad altare Dei (canto d'inizio) dopo il Credo e prima del Prefazio (canto d'Offertorio) dopo il Domine non sum dignum (Comunione) e dopo l'Ite Missa est.
    A me non dispiace questo schema.
    Ma siccome una volta (prima della riforma) non era così, mi chiedevo se di abuso si trattava.
    La questione del numero di Kyrie mi tocca poi in modo particolare in quanto, avendo composto una "Missa facillima a duas voces" proprio per dare modo a tutti di cantare mi chiedo se faccio bene a seguire i consigli del "Don" che mi dice di tagliare i troppi Kyrie e Christe o se devo puntare i piedi e eseguire i canonici 3-3-3.
    Devo dire che anche l'Ordinario del luogo preferisce farla corta

    E un'ultima coriosità
    Amici sacerdoti mi dicono e stuzzicano a fare il diacono, dopo naturalmente tutto l'iter ....... io rispondo sempre che sentirei la vocazione al diaconato tradizionalista qualcuno di voi conosce il genere ?

    el Bardo
    Le risposte che ho dato, si riferiscono anch'esse alla messa di san Pio V del 1962.

    Una precisazione: il canto d'inizio è l'introito, che la preghiera che inizia la Messa. L'introibo ad altare Dei, è il salmo 42, che si dice prima della Messa, ma di fatto, liturgicamente, non fa parte del rito, anche se col messale vecchio, era quasi sempre obbligatorio prima della Messa (tranne quando la messa segue una processione).

    Con il rito vecchio, la messa aveva l'introito, il graduale, l'alleluia col versetto, l'offertorio e il communio cantati. Intendo con questo, dire le preghiere del proprio della messa, come si riscontra sul Liber Usualis.
    Se invece si intende un canto con il quale accompagnare le parti della messa, ma non riproducente le parole del messale, dunque non di una messa cantata, ma di una messa letta con accompagnamento di canti non liturgici, ebbene anche col vecchio rito ciò era possibile, come si vede nel "Parrocchiano Cantore", dove sono presenti numerosi canti per accompagnare l'Introito, l'offertorio, la comunione ( e addirittura l'elevazione, prima e dopo).

    sulla questione dei Kirie, se la messa è di rito vecchio, bisogna dirne 9.

    In genere i Diaconi permanenti non brillano per studi, o per attaccamento alla tradizione cattolica. Ciononostante puoi fare il diacono, e una volta ordinato, essere tradizionalista per conto tuo. Chi te lo impedisce? All'uopo, come preparazione ti consiglio un corso di scienze religiose, uno molto buono è questo qui. Unisce il vantaggio nella non frequenza giornaliera o settimanale dei corsi, alla formazione teologica tradizionale (totalmente tomista) che difficilmente si trova nelle diocesi.

  2. #12
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    Originally posted by Napoléon I
    Sono caratteristiche rimaste nel rito ambrosiano precedente alla riforma del card. Colombo.

    Il rito ambrosiano, infatti, non è vincolato dalle rubriche generali del 1960, bensì dalla riforma che operò più o meno negli stessi anni il card. Montini.

    Tuttavia per quel che concerne il rito romano, possiamo a ragion veduta parlare di abusi, anche se viene quasi da sorridere, in confronto a certi sacrilegi che si perpetuano quotidianamente nelle parrocchie. Infatti le norme liturgiche sono obbligatorie, e giacchè il rito del 1962 ha un "ritus servandus" che lo descrive in modo tassativo ed obbligatorio, è di per se una colpa morale, contravvenire ad una legge liturgica.

    Per il messale nuovo c'è lo stesso discorso, però la differenza è che le nuove rubriche non sono più tassative, ma solo obbligatorie. Descrivono cioè in linea di massima le minime prescrizioni necessarie alla celebrazione della Messa.

    Forse è il caso di fare presente in modo rispettoso, ai sacerdoti che celebrano in modo scorretto, che commettono alcune imperfezioni rimediabili facilmente.

    Peccato che siano abusi.
    In particolare il confiteor con l'assoluzione prima della Comunione mi pare talmente azzeccato che non capisco perché sia stato eliminato.
    Quando ero piccolo e andavo alla messa nuova, mia madre mi aveva detto che era il caso di recitare un atto di dolore, così, per fatti miei, prima di andare a prendere la Comunione: serviva per pentirmi un po' meglio dei peccati veniali e chiedere perdono. In questa cosa ci vedo l'analogia col confiteor prima della Comunione: ora non so perché mia madre me lo consigliasse, appena la vedo glelo chiedo, forse era proprio in analogia con quanto faceva da bambina: visto che il confiteor non si ripete, lei si dice l'atto di dolore.
    Boh, mi piace il secondo confiteor e poi dove vado io di solito lo dicono sempre.

  3. #13
    Napoléon I
    Ospite

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    Il motivo è dato dal fatto che nel messale romano precedente al 1962, non è presente al distribuzione della comunione al popolo, ma unicamente quella del sacerdote. Esiste solo una indicazione, che se dovesse esserci da distribuirsi la comunione, essa va data dopo quella del sacerdote. Pertanto la comunione era ritenuta una cosa al di fuori della messa, e veniva pertanto ripetuto il confiteor e l'assoluzione, come si fa nel rito della comunione fuori dalla messa.
    Giovanni XXIII volle invece ribadire che la comunione eucaristica, sebbene non essenziale, fa parte del rito della messa. Da li l'eliminazione del confiteor, chè è già all'inizio (anche il prete, comunicandosi, non recita il confiteor).

  4. #14
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    A questo proposito mi viene un'altra curiosità che passo a quanti ne sanno più di me Io ci vedo sia un abuso che un comportamento scorretto. Vengo al dunque:
    Una volta, prima della riforma, mi capitava, magari perchè stavo a cantare "sull'organo" oppure "in coro", che, non potendo fare la comunione durante la messa, alla fine io e altri, ci ingionocchiavamo all'altare, recitavamo il nostro Confiteor con l'assoluzione finale del sacerdote e ci comunicava.
    Ora, tutte le volte che, o sto dirigendo il coro, oppure sto cantando o suonando, il prete arriva dal gruppo per dare la Comunione. Io, in questo caso, faccio segno di no, con la testa, ma altri la prendono, anzi, e qui sta la cosa grave a mio avviso, la ricevono in mano e aspettano la fine del canto per metterla in bocca. Una volta, era la Messa dei ragazzi, e non si trattava del mio gruppo, addirittura una ragazzina prende l'Ostia e la fa passare, così tanto per farla vedere, alle amichette che gli stavano vicino. Il parroco , forse non se n'è accorto ma quando, in disparte, dopo la Messa gliel'ho fatto notare m'ha risposto che sono bambini, che sono io che ci vedo la malizia, che era una cosa pulita dettata solo dalla curiosità. Se fosse stato qualcuno del mio gruppo, l'avrei steso anche perché non ci limitiamo a cantare, si cerca anche un pò di parlare.
    Non vi pare che però che non stia per niente bene, ricevere l'Eucarestia mentre si sta cantando, e continuando a cantare meno di un secondo dopo ?
    Eppure tutti i preti che conosco fanno così, forse per gentilezza, te la portano ed io faccio la figuraccia di rifiutarla.
    Darla dopo la Messa non fa parte della loro programmazione
    Non si può più ? Mi devo addattare ?
    Ovviamente trovo altre occasioni per fare la Comunione come mi sento di farla ........ ma cmq nelle situazioni che ho descritto mi sento veramente a disagio.

    Come al solito sono stato un pò confusionario e me ne scuso

    el Bardo

  5. #15
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    Originally posted by el Bardo
    A questo proposito mi viene un'altra curiosità che passo a quanti ne sanno più di me Io ci vedo sia un abuso che un comportamento scorretto. Vengo al dunque:
    Una volta, prima della riforma, mi capitava, magari perchè stavo a cantare "sull'organo" oppure "in coro", che, non potendo fare la comunione durante la messa, alla fine io e altri, ci ingionocchiavamo all'altare, recitavamo il nostro Confiteor con l'assoluzione finale del sacerdote e ci comunicava.
    Ora, tutte le volte che, o sto dirigendo il coro, oppure sto cantando o suonando, il prete arriva dal gruppo per dare la Comunione. Io, in questo caso, faccio segno di no, con la testa, ma altri la prendono, anzi, e qui sta la cosa grave a mio avviso, la ricevono in mano e aspettano la fine del canto per metterla in bocca. Una volta, era la Messa dei ragazzi, e non si trattava del mio gruppo, addirittura una ragazzina prende l'Ostia e la fa passare, così tanto per farla vedere, alle amichette che gli stavano vicino. Il parroco , forse non se n'è accorto ma quando, in disparte, dopo la Messa gliel'ho fatto notare m'ha risposto che sono bambini, che sono io che ci vedo la malizia, che era una cosa pulita dettata solo dalla curiosità. Se fosse stato qualcuno del mio gruppo, l'avrei steso anche perché non ci limitiamo a cantare, si cerca anche un pò di parlare.
    Non vi pare che però che non stia per niente bene, ricevere l'Eucarestia mentre si sta cantando, e continuando a cantare meno di un secondo dopo ?
    Eppure tutti i preti che conosco fanno così, forse per gentilezza, te la portano ed io faccio la figuraccia di rifiutarla.
    Darla dopo la Messa non fa parte della loro programmazione
    Non si può più ? Mi devo addattare ?
    Ovviamente trovo altre occasioni per fare la Comunione come mi sento di farla ........ ma cmq nelle situazioni che ho descritto mi sento veramente a disagio.

    Come al solito sono stato un pò confusionario e me ne scuso

    el Bardo
    Purtroppo il tuo disagio lo vivo anch'io, senza per fortuna arrivare ai casi estremi che hai descritto tu.
    Sono l'organista nel coro della mia parrocchia, e anche da noi il prete (o la suora) arriva a distribuire la comunione mentre stiamo cantando; attende però la conclusione del canto (o dei canti), dopo di che provvede a dare la comunione.
    In effetti questo sistema, concordo con te, non è il massimo, perché le gente (purtroppo me compreso, lo confesso) si comunica senza un minimo di preparazione, né di ringraziamento perché bisogna preparasi per il canto finale. Anzi, a volte il celebrante attacca con gli avvisi o con l'orazione finale mentre i coristi stanno ancora ricevendo la comunione, per cui capita di dover cominciare a cantare (o suonare) ancora con l'Ostia in bocca...
    Forse bisognerebbe essere più convinti (me per primo), e tornare a richiedere la comunione al termine della Messa. Dico "tornare", perché anche da noi fino a una quindicina d'anni fa, col vecchio parroco (e col novus ordo, naturalmente!) si faceva così.

    Sicuramente poi è un abuso ricevere l'Ostia e tenerla in mano fino alla fine del canto! Non parliamo poi delle ragazzine che se la passano di mano in mano!!! Ma siamo matti?!!?? E il prete che dice "fa niente, sono bambini"???!!!!
    Mi sembra che la Redemptionis Sacramentum parli abbastanza chiaramente...

 

 
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