Tra gli imputati Berlusconi. Il suo difensore: «Decisione gravissima»
Il Gup Fabio Paparella respinge la richiesta delle difese di spostare a Brescia il procedimento sui presunti fondi neri
MILANO - Resta a Milano il processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset con la compravendita di diritti tv. Lo ha deciso questa mattina il Gup Fabio Paparella che ha respinto così la richiesta delle difese di spostare il procedimento a Brescia. Tra i 14 imputati c'è Silvio Berlusconi, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e l'avvocato britannico David Mills. I capi di imputazione, vanno, a vario titolo, dall'appropriazione indebita, alla frode fiscale, al falso in bilancio, alla ricettazione e riciclaggio.
Fra le persone offese, sono state citate all'udienza preliminare Mediaset, Fininvest, il ministero dell'Economia e i soci di Mediaset.
LA MOTIVAZIONE - L'istanza per un trasferimento in altra sede del procedimento era stata avanzata dai legali della parte civile Mediaset in quanto era risultato che 62 magistrati, togati e onorari, del distretto di Corte d' Appello di Milano erano proprietari o ex proprietari di azioni Mediaset. Gli avvocati di Mediaset, ai quali si erano associati anche altri difensori, invocavano l'articolo 11 del Codice di Procedura Penale che impone il trasferimento del procedimento a un altro distretto di Corte d' Appello qualora sia imputato un magistrato milanese oppure questi sia parte offesa. Il gup Paparella, a quanto si è saputo (l' udienza preliminare si svolge a porte chiuse), avrebbe motivato il proprio provvedimento con il fatto che nessuno dei 62 magistrati ha assunto la posizione di persona offesa né ha manifestato l'intenzione di farlo.
IL DIFENSORE: «DECISIONE GRAVISSIMA» - Niccolò Ghedini, legale del premier, ha definito «gravissima» la decisione del gup Paparella . «Lo è - ha spiegato l'avvocato - soprattutto nella parte motivazionale, quando interpreta il concetto di assunzione della qualità di persona offesa. Stabilisce, infatti, che assuma la qualità di persona offesa solo se questa fa qualche cosa». Ghedini ha spiegato che la difesa di Silvio Berlusconi non può fare ricorso in Cassazione ma potranno farlo i legali che avevano sollevato l'eccezione.
L'INCHIESTA - L'inchiesta, condotta dai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo, riguarda la compravendita di diritti tv e cinematografici di società Usa per 470 milioni di euro, che sarebbe stata effettuata da Fininvest attraverso due società off shore nel 1994-1999. La procura ipotizza che major americane abbiano venduto i diritti televisivi alle due società off-shore, le quali li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset per aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi. Gli imputati e Mediaset hanno sempre respinto le accuse sostenendo di non avere mai avuto fondi neri e di aver agito rispettando sempre le regole di trasparenza a tutela degli investitori. Dall'inchiesta principale, chiusa nella seconda metà di febbraio, sono state stralciate le posizioni dei due figli di Berlusconi, Pier Silvio e Marina, rispettivamente vice presidente Mediaset e presidente di Mondadori ‹MDN.MI›, per i quali proseguono le indagini.
11 novembre 2005 - corriere.it