Vi sono molte polemiche in questi giorni, tra frequentatori del forum. Sono stati postati anche messaggi provocatori, e si è verificato un comportamento scorretto da parte di alcuni, che contestavano la gestione del forum.
Altri, si sono sentiti minacciati nella propria libertà di espressione, andando a protestare contro la moderazione, all'amministrazione.
Tutto nasce da alcuni equivoci palesi.
Anzitutto, a proposito di paventate violazioni di libertà di espressione, bisogna ricordare che la libertà è un diritto, non un abuso, e va usata nei modi corretti. Libertà di espressione non significa anarchia. La libertà di espressione non può scontrarsi col diritto di un editore (o di un moderatore) di dare una linea particolare alla propria testata. Avrebbe senso se un pornografico denunziasse il direttore di Famiglia Cristiana, perchè questi non vuole pubblicare una sua foto? Avrebbe senso se un fascista denunziasse il direttore del Manifesto, se questi rifiutasse di pubblicare un'apologia del fascismo? Ovviamente no.
Allo stesso modo, le cose devono accadere su questo forum. Il moderatore ha deciso di dare al forum una linea cattolica, che sia fedele ed ossequiente al magistero della Chiesa, e all'insegnamento del Papa, in campo dottrinale e morale.
Chi non fosse d'accordo, può benissimo manifestare il proprio dissenso, nella forma appropriata, ma per diffondere dottrine diverse da quelle cattoliche, non dovrebbe usare questo forum, giacchè la presenza in modo paritario, di errori e verità, può generare dei dubbi tra i meno pratici.
La libertà di espressione non è negata a nessuno, infatti a nessuno è preclusa la possibilità di aprire un nuovo forum, dove scrivere ciò che si vuole contro la Chiesa e contro il Papa, cosa che già succede più e più volte altrove.
Dal momento in cui uno decide di essere ospite in un luogo in cui si rispettano le dottrine cattoliche, o le rispetta anche lui, oppure assume l'atteggiamento umile di chi chiede spiegazioni per motivare il proprio dissenso. Invece si sono verificati numerosi casi, in cui messaggi apparentemente innocui, erano provocatori, e messi a bella posta per causare reazioni, o stuzzicare la moderazione, stimolando, non si sa per quali motivi, chissà quale dibattito.
Chissà perchè in discussioni che non c'entravano nulla, si è strumentalmente fatto notare argomenti diversi, sempre ed unicamente per criticare un supposto reazionarismo della Chiesa.
Il dibattito, per questa gente è qualcosa di fondamentale. MA si può dibattere su tutto? Ebbene, l'altro equivoco palese è appunto questo.
Si pensa a torto, che anche la religione Cattolica, sia suscettibile di dialettica e di dibattito, come le altre conoscenze, come se le verità di fede e di morale, siano anch'esse discutibili, come un'opinione politica, o una retrospettiva su un regista, o una partita di calcio.
Ebbene, il fatto è che nella religione Cattolica, non c'è alcuna libertà di discussione, intorno alleverità di fede e di morale. Questa è la regola fondamentale dell'appartenenza alla Chiesa. Come può dirsi cattolico, chi crede di potere dibattere e di essere in disaccordo con le verità proposte obbligatoriamente dalla Chiesa? Esse non mutano, ne si evolvono, rimangono fisse e vanno rispettate. Chi ha una opinione contraria su questa non evoluzione, evidentemente non crede nella Verità. Si parla di verità, solo in termini realisti, ontologici, tomisti. La verità è ciò che è oggettivamente vero, in sè, in quanto tale, a prescindere dal rapporto che altra gente può avere rispetto a tale verità. 1000 persone atee, anche se negano con forza, non eliminano la presenza di Dio. La verità della sua esistenza, è indifferente alla referenzialità altrui. Così, Dio esisterebbe, se pure tutto il mondo lo negasse. Allo stesso modo, l'opinione della società, della modernità, di molti intellettuali, e di chicchessia, non ha alcuna influenza sulla verità. L'inferno esiste anche se Franzoni non ci crede, e dibatte, discute, dialoga con chi ci crede. Alla stessa maniera, in campo morale, ciò che la legge naturale (di cui la Chiesa è custode certa ed infallibile, per volontà di Cristo ed assistenza dello Spirito Santo Paraclito) impone, non può essere contraddetto, da chi la pensa diversamente.
Si badi bene, quando dico "non può", non intendo in senso assoluto. Ognuno è liberissimo di obiettare, di credere o non credere quello che vuole. L'atto di fede è libero, ci mancherebbe. Non può farlo nella Chiesa Cattolica, semplicemente. Nella Chiesa, l'obbligo incondizionato, è di sottomettersi alla Rivelazione, in tutto, poichè è sottomissione a Cristo. In questo è la libertà. Fare ciò che è veramente giusto per l'uomo, ossia seguire Cristo in tutto, ed essere liberi da ciò che disumanizza, ed in primis, il peccato. Pertanto è assolutamente normale che nella Chiesa vi sia "intolleranza" verso dottrine che le sono contrarie. La Chiesa non è un partito politico (dove comunque si è espulsi per molto meno, vorrei vedere un iscritto a fare il saluto romano ad un congresso di PRC), ma è una società con le sue leggi.
Non è obbligatorio farvi parte. Ma dal momento che uno sceglie di entrarvi, o di starvi dentro, deve comportarsi di conseguenza.
Che tristezza vedere tanti che colmi di presunzione, anzichè riconoscersi manchevoli, rispetto all'ubbidienza verso la Chiesa, hanno l'ardire di voler piegare la Chiesa stessa alla loro volontà. Questo non è lecito. In primis poichè queste persone non sono ne più intelligenti ne migliori di altre che invece accettano tutto senza problemi. Secondariamente, perchè è la rivelazione ad essere per l'uomo, e non l'uomo per la rivelazione. Ciò significa che la Rivelazione va accolta, non prodotta.
Il progressismo si basa proprio su questi errori, e presunzioni.
Chi si fa latore di queste istanze che ho sinteticamente descritto, anzichè farsi portavoce dei bisogni e delle angosce di una porzione di fedeli (che non possono che trovare la soluzione in Cristo e nella sua legge), si fa portavoce del "Non serviam", "non servirò", il grido di ribellione a Dio, che Lucifero gridò in faccia al creatore, e che fu la sua ed in parte la nostra rovina.
E' dunque meglio servire Dio, e la Chiesa, che lui volle fondata sul governo e l'obbedienza a Pietro, per obbedire a Lui stesso, oppure rifiutarsi, non servire nè Chiesa, nè Pietro, nè Dio, ma associarsi a Lucifero?
Nel lasciare la soluzione di questa domanda ai lettori, rinnovo la mia stima, ed il mio appoggio alla moderazione, ed alle scelte da essa compiute.