Le ultime notti dell'incancrenita, necrotica Europa , sono trascorse all'ombra di inquiete e minacciose fiamme che hanno illuminato di incrollabile orgoglio lo spirito guerriero di tutti i soldati politici razzialmente integri. Dopo le avvilenti bianche notti veltroniane, caratterizzate dalla stessa caricaturale imbecillità del sindaco che puntualmente le promuove, ecco presentarsi ai romani altre immancabili serate in piazza, trascorse in compagnia di circoncisi dagli occhi grevi e da stelle di david minacciosamente sventolate in un'oscura ma suggestiva penombra, scenicamente rischiarata dalle fiaccole alimentate sia dagli eletti che dai loro zelanti maggiordomi (e come non definirli goym?).
Negli stessi giorni, inizialmente con circospetta sorpresa e poi con il fragore di un uragano, ci accorgiamo (e non senza un moto di indicibile soddisfazione) che a Parigi stanno organizzando ben altre nottate a tema, all'ombra di maestosi incendi dall'inquietante fascino. La protesta, perchè così la chiamano, si sta allargando a macchia d'olio da una periferia all'altra, come un'astuta epidemia febbrile che sappia contagiare unicamentei individui appartenenti a determinate etnie. Ciò che accade in questi giorni, nella patria delle "idee moderne", è degno di essere studiato nei minimi dettagli, da ogni punto di vista possibile, nessuno escluso. L'interessa principale è rivolto alla caratteristiche particolari della rivolta. Per cominciare, ci si accorge immediatamente come essa si incarni presso una forma senza volto, senza voce, senza simboli, senza bandiere. Non vi scorgiamo dottrine nè principii che sostengano la lotta, nè precise rivendicazioni classiste e sociali. Questi rivoltosi sono individui di massa spersonalizzati, sottoprodotto e scarto subumano del processo "monorazziale" cui l'occidente mondialista ha sottoposto i popoli del mondo moderno. Questi rivoltosi, è bene sia chiaro, non sono affatto dei ribelli del sistema, poichè quel furore che li anima è la naturale conseguenza del loro attuale fallimento, della coatta esclusione da parte di quella società di cui indubbiamente e coscientemente accolgono ogni orrenda assurdità. Sono individui che la spietata legge della competività ha posto ai confini, relegati per sempre ai margini di una comunità perversa che sistematicamente espelle con diabolica efficacia le proprie scorie umane, quelle già spremute dallo sfruttamento e inadeguate al consumo. Da qui procede la cieca rabbiosità della vittima che avrebbe desiderato essere carnefice o almeno piccolo attore della rappresentazione infernale, ma purtroppo per lui non possedeva i requisiti.
In questo desolante panorama si aprono spiragli di luce più radiosa, arrivano alle narici profumi di magnifiche devastazioni, le orecchie si rilassano al suono tumltuoso di crolli devastanti, le ignobili costruzioni borghesi si sbriciolano davanti ai nostri compiaciuti occhi. In questo imminente fine ciclo, si stanno scatenando purissime forze elementari la cui crudele brutalità noi dobbiamo salutare con rinnovato entusiasmo. Quelle stesse forze sprigionate da immensi centri di energia mai annientati, contro le quali il mondo borghese non può che difendersi ermeticamente, chiudendosi vigliaccamente entro le mura della propria cittadella rifuggendo lo scontro frontale. Oggi assistiamo ad una lotta metafisica tra una strategia propensa all'attacco, guidata da un istinto feroce e predatorio della pura violenza elementare contro la difensiva e consueta prudenza borghese, inidonea a confrontarsi sui campi di battaglia.
Al fuoco che divampa si può contrapporre un altro fuoco dalle dimensioni più grandi, così come un'offesa che reca danno deve essere sempre restituita con potenza decuplicata. Questa è l'essenziale logica dell'aristocrazia votata al coraggioso dominio delle cupe e irradianti forze elementari. Un dominio che si esprimerà in una volontà di inaudita di potenza, attraverso l'operato di mani e cuori che non temeranno di afferrare questa materia incandescente, per poi scagliarla con efficace e impietosa violenza verso i palazzi, i corpi e i valori del nemico da annientare. Esiste questa aristocrazia di dominatori che sappia identificare senza indugi il nemico e i mezzi tecnici con cui incenerirne persino la memoria? Poniamoci questa domanda e nel silenzio dei nostri fiduciosi cuori potremmo darci una risposta dal sapore onesto, mentre dalle paludose e vermicolanti estreme destre europee si sente invocare incessantamente una reazione (aggiungiamo : borghese).
Io attendo con entusiastico spirito guerriero che le supreme luci delle vampe distruttrici illuminino presto le nostre annoiate città.