| Venerdi 11 Novembre 2005 - 13:28 | Barbara Spirito |

La rivolta francese, i nuovi sbarchi di extracomunitari e un a intepellanza diessina su presunte violenze nei centro di accoglienza, sono stati ieri l’occasione per una discussione a tutto tondo, alla Camera, sulla questione immigrazione. Cominciamo dalla cronaca: un gruppo di 180 clandestini è stato individuato l’altra notte a Plaia Grande, località balneare del Ragusano. Gli extracomunitari erano già sulla terraferma, arrivati con un barcone che si era incagliato a pochi metri dalla riva. Tra i clandestini, anche sei donne, c’è un marocchino con precedenti penali e già destinatario di un provvedimento di espulsione. Il gruppo, in prevalenza maghrebini, è stato trasferito nel Cpt di Pozzallo. Normale amministrazione. Qualche ora dopo, ieri mattina, il ministro dell’Interno Beppe Pisanu era impegnato a difendere le forze del’ordine dalle accuse di presunte violenze nei centri di accoglienza, affermando che nel Centro di permanenza temporanea di Lampedusa si registrano sì “disagi gravissimi e umanamente inaccettabili”, ma “fino a oggi, neppure nei momenti peggiori di sovraffollamento, nessuno, nè tra gli immigrati nè tra gli operatori del Centro, ha mai segnalato in maniera circostanziata atti di violenza o abusi di qualsiasi genere”. Insomma le accuse appaiono strumentali alla campagna elettorale. Evidentemente c’è ancora qualcuno che crede alla favola dell’integrazione gioiosa. Sullo sfondo, la grande sfida futura delle forze politiche italiane: accaparrarsi il voto amministrativo dei neo immigrati regolarizzati.
Ieri, riferendosi all’inchiesta dell’Espresso, Pisanu ha dichiarato di aver disposto “severi accertamenti” e non è emerso nulla che possa configurarsi come atto di violenza. “Ora - ha continuato Pisanu - c’è soltanto da attendere serenamente il giudizio della magistratura”. D’altronde tutti sanno la situazione dei centri di accoglienza temporanei sovraffollati e in quale contesto devono operare le forze dell’ordine italiane. Pisanu ha poi tenuto a ribadire che la capacità ricettiva del Centro di Lampedusa “è di sole 186 persone” e “nei primi dieci mesi di quest’anno ne ha già accolte oltre 11.000. Poiché sull’isola non vi sono altri edifici disponibili, se gli sbarchi crescono rapidamente e a dismisura, l’intero apparato entra in crisi, pregiudicando il rispetto delle condizioni ordinarie in fatto di igiene, sicurezza e gestione amministrativa”. E’ talmente evidente che se “nel giro delle 24-48 ore l’afflusso supera la capienza massima anche di cinque volte, il Centro - ha spiegato ancora il ministro - può funzionare soltanto come un ricovero di fortuna, con gravi inconvenienti per i migranti, per gli operatori sociali e per le Forze dell'Ordine”. Pisanu ha quindi respinto i come “inaccettabili i giudizi sommari e infamanti sul conto degli operatori delle nostre Forze dell’Ordine e del volontariato che, spesso in condizioni difficilissime, prestano servizio presso i Centri di permanenza temporanea”. A tutti vengono infatti assicurati assistenza medica, vitto, vestiario, una scheda telefonica, altri beni di prima necessità e informazioni in più lingue sui diritti previsti dalle nostre leggi e dalla Convenzione di Ginevra.
Pisanu ha infine: “Chi si ostina a denunciare fantomatiche ‘espulsioni collettive’, o a lamentare inesistenti compressioni del diritto di asilo o di protezione umanitaria, deve sapere che, così facendo, non solamente causa un danno morale al nostro Paese, ma alimenta un clima di ostilità nei confronti degli operatori sociali e delle Forze dell’Ordine. Un clima del quale approfittano anche, con allarmante frequenza, i clandestini più aggressivi”. A proposito del diritto d’asilo, Pisanu ha ricordato che il 60% di coloro che lo richiedono “si dilegua subito dopo la presentazione della richiesta” e nel restante 40% dei casi soltanto una percentuale compresa tra l’8 e il 9 per cento “risultano avere titoli per ottenere asilo, mentre altri ottengono altre forme di protezione umanitaria”. Un quadro che dimostra che “le richieste strumentali d'asilo sono molto frequenti, presentate per poi scappare”. Il ministro ha poi puntualizzato che “l’Italia, a differenza di altri grandi Paesi europei, non è mai stata condannata dalla Corte di Strasburgo per violazione della Convenzione sui diritti dell'uomo e, in particolare, delle norme che proteggono gli stranieri soggetti ad espulsione. La Corte ha invece sospeso, con una pronuncia interlocutoria, i provvedimenti di allontanamento di undici immigrati irregolari sbarcati a Lampedusa. Ma quella sospensione non è certo una condanna. Eppure, anche su questo episodio, vengono montate accuse false e infamanti”. Probabilmente infamanti ma strumentali alla campagna elettorale dei politici del centrosinistra, che da tempo si ergono a difensori degli extracomunitari. Tanto da promuovere in ogni sede la tesi che l’Italia ha bisogno degli immigrati. Tesi abbracciata con grande slancio anche dai politici del centrodestra. Chi invece non la pensa così e che ogni giorno è a contatto con la piaga dell’immigrazione clandestina, viene tout court tacciato di razzismo. A far gola è il prossimo venturo voto amministrativo degli immigrati regolarizzati, un cavallo di battaglia addirittura per il vicepremier alleanzino Gianfranco Fini. Segno della sostanziale sintonia fra i due schiramenti è il fatto che Violante si è detto in gran parte soddisfatto delle risposte di Pisanu. L’esponente della Quercia ha tuttavia sottolineato alcuni punti che andrebbero affrontati. In primo luogo Violante ha spiegato che sarebbe importante coinvolgere altre nazioni nel contrasto all’immigrazione clandestina e invece “c’è uno scarso livello di collaborazione nell’Unione europea”. E anche sul fronte interno”non è possibile che il peso venga scaricato soltanto su alcune regioni”, mentre altre si “dicono non disponibili”, ha sottolineato. Punti su cui si è creata una larga convergenza trasversale. Anche per il forzista Alberto di Luca, presidente del Comitato Schengen Europol Immigrazione, non è possibile che “il peso di queste situazioni, destinate a protrarsi nel tempo, non sia adeguatamente condiviso dagli altri paesi dell'Unione Europea”. Ma alla costruzione dell’Europa delle banche hanno contribuito proprio loro. E quale occasione migliore per abbassare il costo del lavoro vi è se non quella di utilizzare la manodpera dei disperati della terra?
Barbara Spirito