Il Messaggero - Sabato 12 Novembre 2005
Lo dice Science I mediterranei sono ariani, i tedeschi sono africani
di EMANUELE PERUGINI
IL Dna dei moderni abitanti dell’Europa centrale non assomiglia a quello dei colonizzatori indoeuropei. Al contrario sembra essere molto più simile a quello degli antichissimi cacciatori arrivati in Europa ben 40 mila anni fa. Sono queste le conclusioni di una ricerca realizzata da un gruppo di genetisti tedeschi, inglesi ed estoni, pubblicata oggi sulla rivista Science.
Si tratta di una scoperta che scardina l’assioma secondo il quale proprio queste popolazioni siano di origine indoeuropea. Un assioma che era stato alla base delle teorie razziste del nazifascismo e che voleva i popoli tedeschi come unici discendenti puri della razza ariana, cioè, di quella indoeuropea. In realtà, se i risultati di questa ricerca dovessero trovare conferma, l’origine genetica di tedeschi, austriaci e ungheresi andrebbe riportata piuttosto indietro nel tempo, a 40 mila anni fa e riferita ad altri gruppi di popolazioni di cacciatori nomadi, arrivati in Europa direttamente dall’Africa e dal Medio Oriente.
Gli agricoltori indoeuropei, che portarono l’agricoltura in Europa circa 7.500 anni fa, non hanno infatti fornito, dal punto di vista genetico, un contributo determinante al “contenuto” del Dna delle popolazioni attuali dell’Europa Centrale.
Al di là delle teorie naziste, anche alcuni studi recenti, tra cui quelli del genetista italiano Luca Cavalli Sforza, indicavano che l’agricoltura si sarebbe diffusa in Europa sull’onda di una migrazione di popoli avvenuta proprio 7.500 anni fa. Una migrazione fotografata esattamente dalle varietà genetiche presenti nelle diverse popolazioni europee. Ora questo articolo rimette tutto in discussione.
La prova starebbe nel Dna di 24 scheletri appartenenti a queste popolazioni di agricoltori. Gli scheletri appartengono a individui vissuti intorno a 7.500 anni fa in almeno 16 diverse località del Centro Europa in cui si praticava l’agricoltura.
Almeno sei di questi scheletri contenevano delle particolari mutazioni genetiche che sono piuttosto rare nelle popolazioni europee moderne. “Per noi si è trattato di una vera e propria sorpresa” ha detto il principale autore della ricerca, Joachim Burger della Johannes Gutenberg Universität Mainz di Magonza, Germania.