Originariamente Scritto da
FalcoConservatore
Diciamoci la verità: all'interno del panorama politico italiano, noi Conservatori siamo quasi una rarità. Giudizio ancor più vero se si pensa alle nostre posizioni riguardo il conflitto israelo-palestinese. Mentre a sinistra e anche a destra prevalgono atteggiamenti di livore e di rivalsa, di smaccato ammiccamento al mondo arabo e persino a certe organizzazioni terroristiche (pensiamo all'agghiacciante passeggiata nelle strade di Beirut dell'allora Ministro degli Esteri D'Alema, a braccetto con un esponente di primo piano di Hezbollah, responsabile di massacri e di attentati mostruosi), o nella migliore delle ipotesi ambiguità e meschina freddezza, noi conservatori possiamo ben dire di essere, senza se e senza ma, a fianco dell'unica vera e solida democrazia del Medio Oriente: lo Stato di Israele.
Certo, il nostro appoggio non rasenta il fanatismo irrazionale. Non desideriamo guerre e stermini dell'intera popolazione palestinese per il solo fatto di esistere. Non auspichiamo la definitiva cessazione del processo di pace. E tuttavia, siamo chiari e netti sulla posizione da prendere nei confronti dei nemici dello Stato ebraico. Hamas, Hezbollah, estremisti di Al Fatah, agenti iraniani e siriani, rappresentano comunque una minaccia mortale, con la quale il dialogo è semplicemente inutile. Queste organizzazioni non desiderano altro che la cancellazione di Israele dalle cartine geografiche, la scomparsa e l'annullamento di tutti gli ebrei che abitano in quelle terre. Attentati, massacri, attacchi violenti, rapimenti, dirottamenti si sono via via accumulati negli anni. Israele ha sempre risposto - talora militarmente, come inevitabile di fronte all'azione di Stati esteri in favore del terrorismo - per la franca eliminazione di questa minaccia, in una parola per la sopravvivenza, basata sulla sicurezza dei propri cittadini (compito irrinunciabile per ogni Governo) e sulla stabilità.
Nulla o quasi dunque va rimproverato ad Israele. Certo, nel corso di questi ultimi decenni, anche gli israeliani si sono macchiati di eccessi o persino di crimini. Questo nessuno lo nega (spiace però assistere a questa rincorsa alle accuse contro Israele, spesso esagerate e faziose). Ma a differenza degli altri governi della regione, Israele è uno Stato democratico, con pesi e contrappesi, che può frenare le azioni sconsiderate, punire i responsabili se ve ne sono (e se i cosiddetti "crimini" in realtà non costituiscono una azione per la sopravvivenza a garanzia della sicurezza e dello sradicamento di organizzazioni nemiche). Hezbollah e Hamas invece paiono quasi legittimi movimenti di resistenza e di liberazione di fronte al "sionismo". Si tendono a dimenticare, o semplicemente ad ignorare, le stragi compiute nelle discoteche, nei bar, sui bus, contro civili innocenti. Attentati tremendi, sanguinosi, che ogni altro paese occidentale avrebbe durissimamente punito. Israele ha il pieno, integrale diritto di difendersi e di contrattaccare rispetto a chi vorrebbe la sua totale distruzione.
Noi conservatori, quindi, ci esprimiamo per Israele e contro il barbaro fondamentalismo islamico, intimamente antidemocratico, emblema dell'inciviltà. Siamo favorevoli ad una Pace robusta, basata in modo irrinunciabile sulla sicurezza assoluta dello Stato ebraico, e sulla integrazione dei palestinesi in uno Stato autonomo, che abbia nella sua Carta fondamentale un enunciato: il riconoscimento dell'esistenza perpetua di Israele, senza eccezioni e distinguo. In questi tempi bui, con venti di guerra sempre più forti e vorticosi, non possiamo che condannare fermamente il tentativo iraniano di acquisire la Bomba atomica, l'arma definitiva. Se Israele dovrà attaccare per difendersi da una simile minaccia, noi la sosterremo, come sempre.