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    Lasciate perdere quei poveretti...

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    L’arresto di David Irving
    Franco Damiani
    19/11/2005

    VIENNA - Leggo sconcertato, ma non stupito, le cronache sull'arresto di David Irving, che rischia addirittura vent'anni
    di carcere in Austria per reato d'opinione.
    Domando: chi è il depositario della verità sull'ultima guerra mondiale, al punto da poter stabilire per legge che cosa possa o non possa scrivere uno storico?
    Si scrivono tuttora libri revisionisti su Tutankhamen, su Nerone, su Carlo Magno, su Napoleone, libri che a volte capovolgono giudizi storici consolidati da secoli, ma nessuno si sogna di proporre per i loro autori il carcere.
    Si scrivono libri vergognosi, pieni di volgarità e di bestemmie, libri che negano le più sacre verità di fede come l'esistenza stessa di Gesù Cristo, e tutto viene pubblicato e venduto in nome della «libertà di pensiero».



    Che queste vergognose vicende (non si tratta certo del primo episodio del genere; attualmente sono in carcere i revisionisti tedeschi Germar Rudolf, autore di un rapporto scientifico sulle camere a gas dei lager, deportato a tal fine dagli Stati Uniti in cui viveva, ed Ernst Zundel, anch'egli deportato dal «democratico» Canada di cui aveva preso la cittadinanza, mentre è in esilio l'altro revisionista svizzero Jurgen Graf, perseguitato dal suo «democratico» Paese; non ci sono state manifestazioni, cortei, dichiarazioni «siamo tutti revisionisti» e simili.
    Viviamo in un mondo in cui la verità è stata appaltata a una parte, quella che controlla l'economia e quindi i media, le università e le scuole, e guai a chi osa sottrarsi, anche unicamente con il pensiero, a tale ferreo controllo.
    Però è triste, anzi infinitamente squallido.

    Che fa Giuliano Ferrara, che fanno i radicali, che fanno tutti i paladini della libertà di pensiero e di ricerca? Perché non si mobilitano anche solo in nome di Voltaire e del suo «non condivido ciò che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo»?
    Perché non rispolverano almeno un decimo, un centesimo delle parole usate per celebrare Giordano Bruno e l'«eresia come matrice di verità», per deplorare i «guasti inenarrabili» dell'Inquisizione?
    Che cosa è questa se non un'Inquisizione laica, infinitamente più feroce, ingiusta, inquietante nel suo mellifluo procedere e nell'uso distorto delle parole e dei concetti?
    E si può chiamare democrazia (la riflessione è di tanti, fra cui Massimo Fini, anch'egli emarginato dal circuito mediatico per le sue «scomode» opinioni) un regime che contempla il reato d'opinione e che ha paura degli storici non allineati ed anticonformisti?



    Chi può arrogarsi il diritto di violare il sacrario della coscienza di un uomo, in questo caso di David Irving, stabilendo che egli sia un «falsario», cioè che pensi una cosa e ne scriva un'altra per chissà quali inconfessabili motivi?
    Tutto ciò non sa di barbarie, di totalitarismo?
    Che senso ha deplorare il controllo, al confronto pateticamente blando, del fascismo sulla cultura, di fronte a questa censura mostruosa che si avvolge nei panni degli «immortali princìpi»?
    Questo sì, questo sarebbe un buon motivo per scendere in piazza, ma sono sicuro che nessuno lo farà. Dimostrando così che il loro amore per la libertà è a senso unico, e che è amore per la libertà solo di quelli che la pensano come loro.
    Non ci vengano poi più a rompere le scatole con i loro cortei o con i loro stracciamenti di vesti per i vari Marsiglia, non ci venga Gad Lerner a dire che «Darwin fa paura» quando c'è ben altro che fa paura all'establishment e cioè la libertà di ricerca sulla seconda guerra mondiale e in particolare sulle vicende degli ebrei.



    Il tutto è reso infine grottesco dal seguente particolare: tra i seriosi commentatori, loro sì degni del titolo di «storici», Enzo Collotti parla, come di un fatto dimostrato, delle «camere a gas» di Mauthausen.
    Ebbene, è da quarantacinque anni esatti che tutti sanno o dovrebbero sapere, almeno gli storici (dichiarazione autografa dell'allora collaboratore e poi direttore del museo di Storia contemporanea di Monaco di Baviera, l'antinazista Martin Broszat, del 19 agosto 1960, sulla rivista Die Zeit) che non ci furono camere a gas omicide nei campi dell'Ovest (Mauthausen è in Austria), ossia nel territorio dell'ex-Reich.
    Jurgen Graf, nel riportare la «notizia» nel suo «L'Olocausto allo scanner» (1994), scrive che «non vi sono più storici seri che credano alle gassazioni nel castello di Hartheim... e ciò da decenni».
    Hartheim, per chi non lo sapesse, è il castello che sorge presso il lager di Mauthausen e in cui secondo le «confessioni» dell'ex comandante del campo, Franz Ziereis, sarebbero state gassate tra uno e un milione e mezzo di persone.
    Purtroppo le prime vittime di questo spietato sistema di imporre per legge la menzogna, o almeno una versione contraffatta e di parte della storia, sono le giovani generazioni, cui viene imposto con il terrorismo intellettuale di credere ciò che il potere vuole che credano.
    Chissà quanti secoli ci vorranno perché l'umanità si liberi dei guasti morali ed intellettuali prodotti da questa barbarie, assai peggiore, mi permetto di dire, nella sua untuosa ipocrisia, di quella nazionalsocialista, che almeno i suoi fini li dichiarava apertamente.

    professor Franco Damiani






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    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    La guerra di Hitler - David Irving
    Censured! Non comprarlo! Non leggerlo! Non regalarlo! L'uomo del Mossad ha detto NO!

    Il lavoro di ricerca fatto da David Irving, uno dei più noti ed impegnati storici revisionisti, costituisce per numerosi studiosi una preziosa fonte di inconfutabili notizie: gli ostacoli incontrati per la pubblicazione del presente volume testimoniano la sua natura scomoda, politicamente socrretta, ed il suo innegabile valore storico. Come in una serie di istantanee, Irving ci presenta Hitler come lo vedevano, nelle grandi e piccole faccende quotidiane, quanti gli erano vicini: generali e autisti, gerarchi del partito e stenografi, diplomatici e segretarie. E' la storia delle seconda guerra mondiale vistaq dalla scrivania di Adolf Hitler, il capo del nazionalsocialismo: un Hitler visto ed analizzato per la prima volta come essere umano, attraverso la scrupolosa analisi di documenti e la raccolta di testimonanze. Un testo fondamentale per capire la seconda guerra mondiale e la storia della Germania.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  4. #24
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    UNA RADIOGRAFIA DEL GIUDAISMO

    Introduzione

    È uscito recentemente un interessante libro del professor Israel Shahak, destinato a restare un punto fermo nella storia degli studi sul Giudaismo, come il libro di Bernard Lazare sull’Antisemitismo. Esso, oltre a fare piena luce sugli aspetti meno conosciuti del Giudaismo talmudico, è rigorosamente documentato (cita con cognizione di causa il Talmùd ed anche i migliori commenti talmudici), è di un autore ebreo e perciò non imputabile di antisemitismo, ed è recente. Opere analoghe risalgono al secolo scorso e non sono aggiornate all’esperienza sionista, che è di capitale importanza per la comprensione dell’Ebraismo. La breve presentazione vuole essere un invito al lettore all’approfondimento del tema mediante la lettura del testo stesso.

    Razzismo ebraico
    L’autore scrive: «Avevo visto coi miei occhi, a Gerusalemme, un ebreo ultra-ortodosso rifiutare che si utilizzasse il suo telefono, di sabato, per chiamare un’autoambulanza, per soccorrere il suo vicino di casa nonebreo, colpito da un grave malore (...). Ho domandato udienza al tribunale rabbinico di Gerusalemme, che è composto di rabbini nominati dallo Stato d’Israele. Ho chiesto loro se questo modo di fare s’accordasse con la loro interpretazione della religione ebraica. Mi hanno risposto che l’ebreo in questione si era comportato correttamente, ed anche piamente, e mi hanno rinviato ad un certo versetto di un compendio delle leggi talmudiche compilato nel nostro secolo: (...) Un ebreo non deve violare il sabato, per salvare la vita ad un non-ebreo».

    Irredentismo israeliano
    Israele crede nella “redenzione”della terra, intesa come riduzione progressiva del numero dei non-ebrei abitanti in Israele. «Il vecchio proprietario non-ebreo può essere il più virtuoso degli uomini, l’acquirente il peggiore dei criminali: se è ebreo, la transazione opererà la “redenzione”o la “salvezza”della terra. Al contrario se il peggiore degli ebrei cede la sua proprietà al migliore dei non-ebrei, la terra fino allora “redenta e salvata”, ricadrà nella “dannazione”... La conclusione logica di tali teorie è l’espulsione... di tutti i non-ebrei dalla terra “redenta”».

    Pregiudizi
    Fino al 1780, il termine “ebreo” coincideva con ciò che tutti gli ebrei consideravano come l’essenza della loro identità cioè con la religione; anzi i precetti della religione giudaico-talmudica dirigevano, fin nei minimi dettagli, tutti gli aspetti della vita sociale e privata degli ebrei, sia tra loro che nei rapporti coi gojim. «Era impensabile, fino allora, che un ebreo potesse bere un bicchiere d’acqua presso un non-ebreo». Gli ebrei occidentali acquistarono a partire dal 1780 la libertà e l’uguaglianza civile e cominciarono ad assimilarsi ai non-ebrei, col rischio di perdere la loro identità. Fu così che il Gran Kahal conobbe un periodo di crisi (in Occidente e non in Oriente, ove il fenomeno dell’emancipazione e dell’assimilazione non fu diffuso). Tuttavia il movimento anti-assimilazionista, difeso dal rabbinato ortodosso e dal Gran Kahal, riprese il sopravvento con la nascita del movimento sionista e con la fondazione (1843) del B’nai B’rith. «Secondo la Càbala i gentili sono considerati alla lettera “membri fisici” di Satana, ad eccezione di coloro che si convertono al Giudaismo»: non è quindi lecito assimilarsi ad essi.

    Il Talmùd anticristiano
    Nel corso del XIII secolo vi furono i famosi attacchi dei Cristiani contro il Talmùd, ma ciò avvenne, come spiega Shahak, poiché degli Ebrei convertiti avevano rivelato le nefandezze contenute in tale opera. Infatti «prima, le autorità cristiane attaccavano il Giudaismo con argomenti generali o tratti dalla Bibbia, ma sembravano ignorare tutto del Talmùd. (...) Essi l’hanno attaccato grazie alla conversione di alcuni ebrei, versati nella scienza talmudica... Innanzitutto riconosciamo che il Talmùd ...contiene delle espressioni... assai ingiuriose soprattutto nei confronti del Cristianesimo. Per esempio il Talmùd, oltre una litania di accuse oscene contro Gesù, dice che il suo castigo in inferno è di essere immerso in uno stagno di escrementi bollenti... Citiamo anche il precetto di bruciare, pubblicamente se possibile, ogni esemplare del Nuovo Testamento. Precetto non abolito e applicato recentemente: il 23 marzo 1980, centinaia di esemplari del N. Testamento sono stati bruciati pubblicamente e ritualmente a Gerusalemme». Ma non vi è soltanto il Talmùd, vi è anche tutta una letteratura talmudica più recente, per esempio il Mishneh Torah di Maimonide «opera piena di precetti i più ingiuriosi riguardo ai pagani, ma anche di violenti attacchi chiarissimi contro Gesù e il Cristianesimo, che l’autore menziona sempre con l’aggiunta: “Perisca il nome dell’infame!”». Occorre sapere che il nome di Gesù equivale, per l’Ebraismo ortodosso, ad un’ingiuria, come la parola “porco” ed ogni volta che si vuol insultare qualcuno gli si dice: “Gesù”!

    Sottomissione apparente
    Siccome la reazione al Talmudismo era diventata troppo forte, gli Ebrei escogitarono di «sopprimere o modificare i passaggi talmudici ostili al Cristianesimo o ai non-ebrei... Inutile dire che tutto ciò fu una menzogna deliberata... infatti a partire dalla fondazione dello Stato d’Israele, i rabbini sentendosi al sicuro, hanno ristabilito tutti i passaggi ingiuriosi in tutte le nuove edizioni». Per esempio, il Talmùd (Trattato Berakhot, 58 b) ingiunge ad ogni ebreo che passa davanti ad un cimitero di benedirlo se è un cimitero ebraico, e di maledire le madri dei defunti se è un cimitero non-ebraico. Il professor Shahak commenta: «Questi usi non possono essere spiegati come semplici reazioni all’Antisemitismo; essi derivano da un’ostilità selvaggia nei riguardi di tutti i non-ebrei». Nel 1962, una parte del

    Codice di Maimonide
    Il Libro della conoscenza, che contiene le regole elementari della fede e della morale giudaica post-templare, è apparso a Gerusalemme in edizione bilingue (ebraico-inglese). Il testo ebraico è stato restaurato nella sua “purezza” originale e l’ordine di sterminare tutti gli ebrei infedeli vi appare esplicitamente: «è un dovere sterminarli con le proprie mani». Ma chi sarebbero questi infedeli? «Gesù di Nazareth e i suoi discepoli».

    Ortodossia giudaica: Fratelli maggiori o fratelli peggiori?
    L’Autore ci fornisce una spiegazione assai dettagliata del sistema teologico-giuridico del Giudaismo classico (ossia il Giudaismo rabbinico che va dall’800 sino alla fine del XIX secolo; esso è chiamato anche medioevo giudaico). Egli inizia col dissipare alcune idee false, assai abusate oggi; soprattutto quella dei valori comuni della cultura giudaico-cristiana, come ad esempio, l’idea che gli Ebrei siano nostri “fratelli maggiori nella Fede di Abramo”. L’Ebraismo talmudico non ha la Fede di Abramo, ma ne discende solo carnalmente, ed inoltre i fratelli maggiori della Bibbia (Caino, Ismaele, Esaù) sono il tipo del rèprobo, proprio come la Sinagoga talmudica fu riprovata da Dio per il Deicidio e fu soppiantata dal fratello minore: la Chiesa di Cristo. Occorre infatti distinguere il Giudaismo post-biblico o talmudico (che odia Cristo e i Cristiani) dall’Antica Alleanza che prefigurativamente era cristiana (annunciava in Gesù Cristo il Messia venturo). Innanzitutto il Giudaismo cabalistico non è per nulla monoteista. Secondo la Càbala spuria il mondo non è retto da un solo Dio, ma da una miriade di eoni o intermediari divini, che emanano dalla Divinità (Panteismo emanazionista). Inoltre alcune «preghiere o atti rituali, secondo i cabalisti, hanno per scopo di ingannare gli Angeli (sorta di divinità minori o semi-dèi) oppure di rendere Satana propizio... [egli] apprezza molto le preghiere e i rituali ebraici... Sempre secondo i cabalisti, alcune delle vittime offerte in sacrificio erano destinate a Satana». Il Giudaismo post-biblico è anti-biblico. Shahak ci informa che tutte queste nozioni non possono essere cercate nei libri in lingua vernacolare, ma solo in ebraico, in testi scritti per un pubblico specializzato. «Un’idea falsa assai diffusa tra i Cristiani oggi... è che il Giudaismo sarebbe una religione biblica; che l’A. Testamento avrebbe la stessa importanza che ha tra i Cristiani... Mentre tutto è decretato dal Talmùd e non dalla Bibbia». La maggior parte dei versetti biblici che prescrivono dei precetti religiosi sono spiegati dal Giudaismo ortodosso con un significato completamente diverso da quello della Bibbia. Per esempio: «1°) “Non rubare”... è interpretato come la proibizione del “furto”, cioè del rapimento di un ebreo... Mentre il rapimento dei pagani da parte degli Ebrei è lecito secondo la legge talmudica... 2°) Alcuni termini come: “il tuo simile”, “uomo”, sono presi in senso esclusivistico e sciovinista. Per esempio: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, è inteso dal Giudaismo classico ed ortodosso attuale come l’ordine di amare il prossimo ebreo, e non l’uomo in genere». Così, commenta il professor Shahak, più uno legge la Bibbia, meno ne sa sul Giudaismo ortodosso: la Bibbia che leggono gli ebrei ortodossi è un’altra (quanto al significato) rispetto a quella che leggono i non-ebrei o anche gli ebrei non-ortodossi.

    Il Talmùd e le dispense che concede
    Riporto alcuni esempi di dispense farisaico-talmudiche:
    1°) Mungere le mucche il sabato. De jure è proibito dal Talmùd, ma de facto si è trovata una scappatoia: è lecito mungere una mucca il sabato, a condizione che il latte vada sparso per terra. Tuttavia «il sabato mattina un contadino va alla stalla e depone dei secchi sotto la vacca. E ciò è lecito. Poi... uno dei suoi colleghi arriva, con la “pia” intenzione di impedire che la mucca soffra, mungendola e facendo colare il latte a terra. Ma se il caso vuole che proprio sotto alla mucca vi siano dei secchi, deve forse toglierli? No!... Infine un altro collega passa dalla stalla ove scorge, con stupore, che i secchi sono pieni di latte. Allora li mette al fresco... e raggiunge i suoi colleghi in... sinagoga. Tutto è bene quel che finisce bene».
    2°) Mischiare i semi. È proibito seminare due specie diverse di grano nello stesso campo. Tuttavia è lecito che uno semini, in lunghezza il campo con una specie di seme, e poco dopo un altro “ignorando” ciò che ha fatto il primo, semini un’altra specie, in larghezza. Oppure «qualcuno raccoglie, in un luogo pubblico, una specie di seme e ne fa un mucchio, poi lo ricopre con un telo o una tavola, e vi versa sopra un’altra specie di semi. Quindi arriva un altro che deve esclamare davanti a dei testimonii: ho bisogno di questo sacco (o tavola). La prende e “naturalmente” i semi si mischiano. Finalmente arriva un terzo, con il compito di “raccogliere il tutto” e di andare a seminarlo nel campo».

    Shahak conclude che il “dio” del Talmùd lungi da rassomigliare al Dio biblico somiglia al dio Giove dei Romani. Giudaismo classico e élites tradizionali «La società ebraica classica dipendeva strettamente dai Re o dai nobili... Le diverse leggi ebraiche... comandano ai Giudei d’ingiuriare i pagani... Tranne quando un pagano sia Re o un magnate... in questo caso va riverito... La società ebraica classica è in totale opposizione con la Società che l’accoglie tranne che nei riguardi del Re o dei nobili». Lo Shahak spiega che il Giudaismo prediligeva quei regimi forti e un po’ tirannici che opprimevano i loro sudditi, in particolare i contadini. In questo modo gli Ebrei potevano ingraziarsi i Re o i nobili (essendo per lo più medici o finanzieri dei Re stessi...) ed opprimere così il popolo pagano tramite il Re.

    Sciovinismo ebraico-sionista
    «Vi sono sempre state relazioni strette tra i sionisti e gli antisemiti. I sionisti pensavano di avvantaggiarsi dall’aspetto demoniaco dell’antisemitismo e di utilizzare gli antisemiti per i proprii scopi». Ed è proprio ciò che son riusciti a fare negli anni trentaquaranta. «L’esempio più scioccante, secondo l’Autore, è la gioia con la quale alcuni dirigenti sionisti accolsero l’ascesa di Hitler al potere, poiché avevano in comune la fede nel primato della razza e l’ostilità all’assimilazione degli Ebrei». Erano in disaccordo sul fatto che per i sionisti la razza pura era quella ebraica, mentre per i nazionalsocialisti era quella germanica.

    Le leggi contro i non-ebrei
    La Halakhah ovvero il sistema di leggi del Giudaismo ortodosso, si fonda sul Talmùd babilonese. Il primo codice o commento della legge talmudica, d’importanza fondamentale, è la Mishneh Torah, scritta da Mosè Maimonide alla fine del XII secolo. Il più autorevole di questi commenti al Talmùd è lo Shulhan ‘Arukh (La tavola imbandita) di Joseph Caro, della fine del XVI secolo. Esso è un compendio, ad uso del popolo, di un’altra sua opera, Beit Josef (La casa di Giuseppe), un commento assai voluminoso, destinato agli eruditi. Numerosi commenti sono stati scritti sullo Shulhan ‘Arukh, soprattutto nel XVII secolo, e ne esiste anche uno contemporaneo di una certa importanza e si chiama Mishnah Berura. Nel 1950 infine è stata pubblicata in Israele, in ebraico, L’Enciclopedia talmudica, che è un buon compendio di tutta la letteratura talmudica. «Secondo la legge giudaica, l’uccisione di un ebreo è un crimine capitale... Il caso è del tutto differente se la vittima è un non-ebreo. L’ebreo che uccide deliberatamente un non-ebreo è colpevole soltanto di un peccato contro le leggi del cielo, punibile solo da Dio e non dall’uomo. Se si è causa indiretta della morte di un non-ebreo, non vi è alcun peccato. Così... se si tratta di un gentile... gli si può far del male indirettamente, per esempio togliendo una scala quando è caduto in un fosso... Tuttavia se ciò comporta il rischio di suscitare l’ostilità contro gli ebrei, non bisogna farlo». Inoltre: «In tempo di guerra, tutti i pagani appartenendo ad una popolazione nemica possono, o anche debbono essere uccisi. A partire dal 1973, questa dottrina è propagata pubblicamente tra i soldati israeliani religiosi». Il rabbino A. Avidan (Zemel) ha scritto: «I civili di cui non si è sicuri che non ci nuocciano, secondo la Halakhah, possono e anche debbono essere uccisi... In guerra, quando le nostre truppe sferrano l’attacco finale, è loro permesso e ordinato dall’Alakhah di uccidere anche i civili buoni, vale a dire che si presentano come tali». Anche donne e bambini, prosegue il professor Shahak. Inoltre un medico ebreo (ortodosso) non deve curare un malato non-ebreo, tuttavia se ciò rischia di suscitare l’ostilità contro gli ebrei, lo si può curare. Infine si può violare il sabato per salvare la vita ad un ebreo, ma se si tratta di un gentile? Il Talmùd risponde che è proibito anche durante la settimana; tuttavia si pongono dei “casi di coscienza”. Supponiamo che uno stabile sia abitato da nove gentili e da un solo ebreo. Supponiamo che di sabato lo stabile crolli. Si sa che uno dei dieci, non si sa se ebreo o gentile, al momento del crollo non era in casa. «Bisogna iniziare le ricerche e violare il sabato, pur dubitando che colui che è assente sia proprio l’ebreo?... Sì, poiché vi sono forti probabilità (nove contro una) che l’ebreo si trovi sotto le macerie. Ma supponiamo che nove erano usciti e che uno solo, s’ignora quale, sia restato in casa. In tal caso non occorre fare le ricerche, poiché vi sono forti probabilità (nove contro una) che l’ebreo non sia la persona sotto le macerie».

    Comportamenti ingiuriosi
    Le leggi della Halakha inculcano odio e disprezzo nei confronti dei non-ebrei. Cominciamo coi testi di alcune preghiere «Le diciotto benedizioni contengono una maledizione diretta originariamente contro i Cristiani, gli ebrei convertiti al Cristianesimo e gli altri ebrei eretici [questa preghiera non è diretta contro gli ebrei convertiti all’Islàm]: “Che gli Apostati non abbiano alcuna speranza, e che tutti i Cristiani periscano all’istante”. Questa formula risale alla fine del I secolo... Poco prima del 1300 divenne: “Che gli Apostati non abbiano alcuna speranza, e che tutti gli eretici periscano all’istante”. (...) Dopo il 1967, molte comunità... hanno ristabilita la versione originaria: “Che i Cristiani periscano all’istante”. Questo cambiamento è avvenuto nel momento in cui... Giovanni XXIII, sopprimeva dalla Liturgia del Venerdì Santo la preghiera Pro perfidis Judeis giudicata antisemita». Il Talmùd (Trattato Berakhot, 58 b) prescrive all’ebreo che passa davanti ad una casa abitata da non-ebrei di domandare a Dio di distruggerla, e se è già in rovina di ringraziarlo della sua vendetta. Lo stesso dicasi per le Chiese e i luoghi di culto delle altre religioni, tranne l’Islàm. Voglio citare un esempio che ho ascoltato io stesso, circa due anni orsono, durante una conferenza in Torino per la presentazione del libro di Elio Toaff: Essere ebreo. Gad Lerner ha raccontato che quando da bimbo tossiva, sua nonna gli dava dei buffetti sulle spalle dicendo alla tosse: “va da un goj, va da un goj”!

    Attitudini verso il Cristianesimo e l’Islàm
    «Il Giudaismo nutre un odio viscerale nei confronti del Cristianesimo... esso risale ai tempi in cui il Cristianesimo era ancora debole e perseguitato (tra gli altri proprio dagli Ebrei) ed è stato espresso dagli Ebrei che non subirono mai persecuzioni da parte di Cristiani... Questa attitudine ha due fonti principali:
    1°) L’odio di Gesù... i racconti fantasiosi e diffamatori del Talmùd e della letteratura talmudica... questi falsi racconti hanno determinato buona parte dell’attitudine ostile degli Ebrei contro il Cristianesimo. (...) Tutte le fonti ebraiche classiche, che parlano dell’esecuzione di Gesù ne rivendicano la responsabilità e ne gioiscono... i Romani non son neanche nominati. (...) Il nome di Gesù è per gli Ebrei un simbolo di tutte le abominazioni possibili...
    2°) (...) L’insegnamento rabbinico classifica il Cristianesimo tra le religioni idolatre, ...mal interpretando il dogma della Trinità e dell’Incarnazione... Al contrario l’Islàm, gode di una relativa clemenza... Il Corano, a differenza del N. Testamento non è da bruciare. Non è circondato dalla profonda venerazione che la Legge islamica ha per i rotoli sacri degli Ebrei, ma almeno, è un libro come gli altri».

    Conclusione
    Israel Shahak è un uomo molto lontano dalle posizioni che animano questo bollettino. Ebreo, razionalista, strenuo sostenitore dei diritti dell’uomo e nemico di ogni integralismo: non si potrebbe veramente trovare qualcuno più lontano da noi di questo ammiratore di Spinoza e di Voltaire. Alcuni passi del suo libro sono pertanto censurabili, specialmente per quel che riguarda l’esegesi dell’antico e del nuovo Testamento. Tuttavia vi sono in Shahak una onestà e una sincerità disarmanti e lo spirito di questo ebreo non religioso è certamente più vicino al Vangelo di quanto non lo sia quello, diametralmente opposto, dei rabbini ortodossi. Piace pensare che Shahak avrebbe probabilmente riconosciuto Gesù; certamente non sarebbe stato del numero dei farisei a Lui ostili. Queste pagine, scritte da un ebreo, neppure convertito al Cristianesimo, sono pertanto al disopra di ogni sospetto e fanno piena luce sull’essenza del Giudaismo talmudico: una scuola di orgoglio, di odio dell’altro, di menzogne sistematiche. Il Farisaismo che Gesù stigmatizzava tanto non è per nulla cambiato, lo ritroviamo tale e quale ai giorni nostri, con l’unica differenza che se ieri era condannato, oggi viene osannato! E soprattutto esso ha raggiunto una tale potenza, anche materiale, da imporsi, con la forza delle varie leggi “Mancino”, come la Super-religione del mondo attuale, in cui al posto della Redenzione operata da Gesù, vero Dio e vero uomo, mediante il Sacrificio reale e cruento del Calvario (vero e proprio Olocausto), si vuol mettere l’ “olocausto” del popolo ebraico.


    Israel Shahak "Storia ebraica e giudaismo - Il peso di tre millenni" €15

    reperibile presso:



    Centro Librario Sodalitium - Verrua Savoia (Torino)
    www.sodalitium.it
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    Der Wehrwolf

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    Predefinito Lo Stato di Israele

    - Lo sapevate che gli israeliani non-ebrei non possono
    comprare o affittare terra nell'entità sionista?

    - Lo sapevate che le targhe palestinesi sono di colore
    diverso per distinguere gli ebrei dai non-ebrei?

    - Lo sapevate che Israele assegna l'85% dell' acqua agli
    ebrei ed il 15% restante è diviso fra tutti i
    Palestinesi nei territori? Per esempio ad Hebron,
    l'85% dell'acqua è convogliato a circa 400 coloni,
    mentre il 15% deve essere diviso 120.000 Palestinesi.

    - Lo sapevate che gli Stati Uniti danno ai sionisti 5
    miliardi di dollari di aiuti ogni anno?

    - Lo sapevate che gli aiuti che annualmente gli Stati
    Uniti concedono ad Israele sono maggiori di quelli che
    gli Stati Uniti assegnano all’intero continente africano?

    - Lo sapevate che Israele è l'unico paese del Medio
    Oriente che ha armi nucleari?

    - Lo sapevate che Israele è l' unico paese del Medio
    Oriente che rifiuta di firmare il trattato di non
    proliferazione nucleare?

    - Lo sapevate che Israele attualmente occupa i territori
    di una nazione sovrana (la Siria) sfidando
    impunemente le risoluzioni del Consiglio di sicurezza
    delle Nazioni Unite?

    - Lo sapevate che Israele ha ordinato l’assassinio dei
    suoi nemici politici in altri paesi (le famose 'operazioni chirurgiche'...)?

    - Lo sapevate che gli ufficiali dell’Alto Comando delle
    forze israeliane hanno ammesso pubblicamente di giustiziare i prigionieri di guerra disarmati?

    - Lo sapevate che Israele rifiuta di perseguire i
    soldati che hanno riconosciuto ed ammesso l'esecuzione dei prigionieri di guerra?

    - Lo sapevate che Israele confisca ordinariamente i
    depositi bancari, i commerci e la terra e rifiuta di
    pagare le compensazione a coloro che le subiscono?

    - Lo sapevate che Israele si oppone o ignora 69
    risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite?

    - Lo sapevate che l' odierno Israele si estende su di un
    territorio sul quale esistevano oltre 400 villaggi palestinesi ora scomparsi?

    - Lo sapevate che i quattro primi ministri dell' Israele
    (Begin, Shamir, Rabin e Sharon) hanno partecipato ad
    azioni terroristiche o altri attacchi contro civili, a
    massacri di donne e bambini, ad espulsioni forzate dei civili dai loro villaggi?

    - Lo sapevate che il ministero degli esteri israeliano
    paga due ditte americane di pubbliche relazioni per
    promuovere Israele agli Americani?

    - Lo sapevate che il governo di coalizione di Sharon
    include un partito xenofobo - Molodet -che sostiene
    l’espulsione di tutti i Palestinesi dai territori occupati?

    - Lo sapevate che gli insediamenti illegali sono
    aumentati durante gli otto anni trascorsi dagli accordi di Oslo?

    - Lo sapevate che la costruzione di nuove colonie è più
    che raddoppiata durante il governo del 'moderato'
    Barak rispetto al tempo dell''estremista' Netanyahu?

    - Lo sapevate che Israele ha dedicato un
    francobollo ad un uomo che ha attaccato un bus civile
    uccidendo diverse persone ed ha dedicato un monumento ad un fanatico colono - Baruch Goldestein - che nel 1996 uccise senza motivo più di 30 musulmani in preghiera?

    - Lo sapevate che Israele è l'unico paese al mondo in
    cui la tortura verso i prigionieri e detenuti è legale?

    - Lo sapevate che i rifugiati palestinesi compongono
    maggior parte della popolazione di rifugiati del mondo?


    .
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  6. #26
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    Predefinito

    Parole come "Arbeit Macht Frei" hanno fatto più volte il giro del mondo, così pure le immagini di Ebrei prigionieri con la divisa a strisce e la stella di Davide sul petto. Non vi è giorno in cui, facendo un giro sui canali delle televisioni, non vi appaia qualche ebreo miracolato della Seconda Guerra Mondiale o presunto sopravissuto a qualche campo nazista... preferibilmente ad AUSCHWITZ (il campo per eccellenza divenuto ormai un "mito")

    La Televisione di Stato Italiana, Raitre per intenderci, nel suo ciclo de "La Grande Storia" non ha fatto altro che trasmettere e ritrasmettere all'infinito gli "orrori di Hitler"... A Stalin, Raitre ha dedicato una sola puntata... moderandosi. Già, Stalin lo si vede sempre sorridente, sornione, quasi buono; c'è addirittura una nota marca di Tortellini che ha realizzato uno spot con un vecchio filmato del dittatore rosso. Vi immaginereste mai la pubblicità di un prodotto di consumo con lo sfondo del Terzo Reich? No eh? E poi, perchè in Italia si corre il rischio di finire in galera se si osa parlar male di... loro? Se una persona durante una partita di calcio in uno stadio italiano,osa sputare o bruciare la bandiera di Israele, finisce in carcere per un periodo non inferiore a 2 anni. Perchè si punisce l'antisemitismo con questi metodi così cruenti? Se un ebreo in Israele bruciasse il Tricolore pensate che sarebbe punito con la stessa severità con cui si punisce chi grida "Juden Raus" nel nostro Paese? Oppure pensate che la notizia non verrebbe neppure resa pubblica dai media?

    Ci sono e ci saranno sempre i campi di sterminio nazisti, fino a quando lo decideranno i "Padroni dell'Informazione". Ma tutto ciò si è davvero verificato così come lo hanno descritto fino ad oggi o è stato incredibilmente distorto e gonfiato? E se effettivamente l'olocausto o presunto tale è stato enfatizzato e falsificato... perche lo hanno fatto? Negli Stati Uniti quasi tutte le case cinematografiche appartengono ad ebrei, si veda al riguardo l'interessante testo di Gianantonio Valli: "Dietro il Sogno Americano" - "Il Ruolo dell'Ebraismo nella Cinematografia Statunitense" - edito dalla "Casa Editrice Barbarossa" - Milano.

    Camere a Gas, Forni Crematori nonchè lo sterminio di 6 Milioni di persone, ci sono stati realmente? Questo interessante Documento costituirebbe, a mio avviso, un'altra ragione per cui andrebbe fatta piena luce su quella che è stata la storia del novecento, ossia la storia scritta dagli "sterminazionisti" (assertori della Shoah) Non vi è alcun dubbio sul fatto che chi ha in mano i mezzi d'informazione, ha in mano il Mondo Intero! Il controllo sull'opinione pubblica è alla base di ogni conflitto e di ogni processo, aldilà di ogni umana ragione.

    Tutto questo e un'offesa agli Uomini e alla loro intelligenza!


    --------------------------------------------------------------------------------

    Vi invito ad osservare i dati ufficiali, secondo diverse fonti, sui decessi di Auschwitz:

    DATA
    FONTE
    DECESSI

    31/12/1945
    Centro d'indagine francese sui crimini di guerra .
    8.000.000

    20.04.1978
    Le Monde
    5.000.000

    23.01.1995
    Die Welt.
    5.000.000

    01.10.1946
    IMT Tribunale di Norimberga, Documento 008-URSS
    4.000.000

    24.11.1989
    Procuratore Majorowsly, Wuppertal
    4.000.000

    26.07.1990
    Allgemeine Jüdische Wochenzeitung.
    4.000.000

    08.10.1993
    .ZDF
    4.000.000

    25.01.1995
    .Wetzlater Neue Zeitung
    4.000.000

    01.10.1946
    IMT Tribunale di Norimberga, Documento 3868-PS
    3.000.000

    01.01.1995.
    Damals (rivista storica tedesca)
    3.000.000

    25.07.1990
    Hamburger Abendblatt
    2.000.000

    27.01.1995
    Die Welt.
    2.000.000

    11.06.1992
    Allgemeine Jüdische Wochenzeitung
    1.500.000

    23.01.1995.
    Die Welt.
    1.500.000

    01.09.1989
    Le Monde (Parigi).
    1.433.000

    02.02.1995
    Bunte (periodico illustrato tedesco)
    1.400.000

    22.01.1995
    Welt am Sonntag
    1.200.000

    21.12.1994
    IfZ (Istituto di Storia Contemporanea, Monaco)
    1.000.000

    31.12.1989
    Pressac, "Auschwitz: technique and operation of the gas chambers"
    928.000

    27.09.1993
    Die Welt
    800.000

    31.12.1994
    Focus.
    700.000

    31.12.1994
    Pressac, "Le macchine dello sterminio"
    470.000

    06.01.1990
    Frankfurter Rundschau.
    74.000

    A quale di queste fonti bisogna dare credito?


    F.Galante


    --------------------------------------------------------------------------------
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    Der Wehrwolf

  7. #27
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    Predefinito USA e sionisti sono criminali di guerra..e non sono mai stati processati!

    DRESDA


    Vent’anni fa, il 13 e 14 febbraio del 1945, nella notte tra il martedì grasso e il mercoledì delle ceneri, c’è stato il più grande attacco aereo della seconda guerra mondiale sferrato su una città tedesca da parte della flotta di bombardieri alleati: il bombardamento di Dresda. Nell’arco di 14 ore la città è stata bombardata tre volte. Il primo attacco è durato dalle 22 e 13 alle 22 e 21. Quando i bombardieri inglesi volarono via, lasciarono dietro di sé un mare di fiamme, che abbagliò il cielo per 80 chilometri. Il secondo bombardamento fu eseguito dall’1 e 30 all’1 e 50. I bombardieri che volavano via poterono vedere le fiamme sopra Dresda per oltre 300 chilometri. Il terzo attacco fu eseguito la mattina dopo tra le 12 e 12 e le 12 e 23 da una flotta aerea americana.



    Più di 200 000 persone hanno perso la vita nelle fiamme di Dresda. L’inglese David Irving nel suo libro “Apocalisse a Dresda” scrive: “Per la prima volta nella storia della guerra un attacco aereo ha distrutto l’obiettivo in modo così devastante, che non c’erano abbastanza sopravvisuti sani per poter seppellire i morti.” (cfr. commento)

    In condizioni normali Dresda era una città con 630 000 abitanti. Quando però fu distrutta ci vivevano più di un milione di persone, si pensa tra un milione e duecentomila e un milione e quattrocentomila persone. Rifugiati della Slesia, della Pomerania e della Prussia Orientale, evacuati da Berlino e dalla Renania, bambini, prigionieri di guerra ed operai immigrati. Dresda era un posto dove si radunavano i soldati convalescenti e feriti.
    A Dresda non c’era industria bellica. Dresda era una città disarmata, senza difesa aerea. Tutta la Germania pensava che Dresda fosse proprio una di quelle città che non sarebbero state bombardate. Girava voce che gli inglesi avrebbero risparmiato Dresda, se Oxford non fosse stata attaccata, oppure che gli alleati avrebbero fatto di Dresda la capitale tedesca dopo la guerra, e che per questo non l’avrebbero distrutta. Giravano anche tante altre voci, ma sicuramente nessuno si sarebbe potuto immaginare che una città che allestiva quotidianamente nuovi ospedali e lazzaretti, nei quali ogni giorno affluivano centinaia di migliaia di rifugiati, soprattutto donne e bambini, sarebbe stata bombardata.



    L’unico obiettivo militarmente interessante a Dresda era tuttalpiù una stazione un po’ più grande per il trasbordo di merci e truppe. Ma nel corso dei tre attacchi, avvenuti secondo i piani e con la massima precisione, quando cominciarono a gettare le bombe dirompenti per far esplodere le finestre e crollare i tetti, per poter colpire più facilmente le travature e le abitazioni con le successive bombe incendiarie, proprio questa stazione fu a malapena colpita. Quando, pochi giorni dopo, ci accatastarono montagne di morti i binari erano già stati riparati. Gli incendi a Dresda sono durati sette giorni e otto notti.

    Ai soldato inglesi che avevano bombardato la città non era stata detta la verità. Avevano detto che a Dresda la loro flotta avrebbe attaccato il comando supremo dell’esercito. Avevano detto che Dresda era il centro di rifornimento più importante per il fronte orientale. Avevano detto che l’obiettivo del bombardamento era uno dei quartieri generali della Gestapo in centro città, un importante fabbrica di munizioni, un grande stabilimento di gas velenosi.

    Già nel 1943 l’opinione pubblica britannica aveva protestato contro il bombardamento della popolazione civile tedesca. Il vescovo di Chichester, l’arcivescovo di Canterbury, il presidente ecclesiastico della Church of Scotland avevano alzato la voce. A loro però fu detto che non era vero stato impartito nessun ordine di distruggere zone abitate invece che centri di armamento, la stessa risposta che fu data ad un deputato dei laburisti della camera dei comuni inglese. Il governo inglese, con a capo il primo ministro Sir Winston Churchill è riuscito a tenere segreto fino alla fine della guerra, fino al marzo del 45, il carattere effettivo, intenzionale e pianificato degli attacchi aerei britannici sulle città tedesche.

    Dresda era il punto cruciale di questa politica. Dresda è stata rasa al suolo, due anni dopo che a Stalingrado era stato deciso l’esito della Seconda Guerra Mondiale. Quando Dresda fu bombardata le truppe sovietiche erano già arrivate ai fiumi Oder e Neisse e il fronte occidentale aveva raggiunto il Reno. L’anno dopo, il 13 febbraio 1946, il comandante supremo della Royal Air Force, Sir Arthur Harris, che aveva condotto l’attacco contro Dresda, si imbarcò a Southhampton per lasciare il paese che non era più pronto a riconoscergli i suoi meriti. Quando la popolazione tedesca scoprì la verità su Auschwitz la poplazione inglese scoprì la verità su Dresda. Ai responsabili fu negata la fama che era stata loro promessa dai loro governi. Sia di qua che di là.

    La guerra contro Hitler a Dresda è degenerata in ciò che si cercava di combattere e che in realtà si era combattuto: barbarie e disumanità, per le quali non c’è alcuna giustificazione.

    Se ci fosse bisogno di dimostrare che la guerra giusta non esiste Dresda sarebbe la prova. Se ci fosse bisogno di dimostrare che la difesa spesso degenera in aggressione, Dresda sarebbe la prova. Se ci fosse bisogno di dimostrare che i popoli stessi vengono strumentalizzati dai governi in guerra, Dresda sarebbe la prova. Che sulla bara di Sir Winston Churchill non ci sia la parola Dresda lascia pensare che sia il popolo a dover continuare ad essere considerato il responsabile di Dresda, quel popolo che invece è stato ingannato. È lo stesso ritornello del governo tedesco, quando non sospende il termine di prescrizione per i crimini commessi nel periodo nazista. Chi non denuncia i responsabili però, denuncia i popoli.

    da: Ulrike Marie Meinhof: Die Würde des Menschen ist antastbar. Aufsätze und Polemiken. Berlin: Wagenbach, 1986. (La dignità dell’uomo può essere violata. Scritti e polemiche)

    Commento su David Irving:

    Abbiamo riflettuto a lungo se lasciare nel testo la citazione di Irving. Per amore di autenticità abbiamo deciso di lasciarla, ben sapendo che è il punto debole del testo. Tuttavia bisogna notare che Irving ha pubblicato solo negli anni 80 le sue indescrivibili opinioni sull’omicidio industriale di milioni tra ebrei e zingari, per cui molto tempo dopo della morte di Ulrike Meinhof. Il suo testo qui riportato è del 1965.

    Ulrike Meinhof per me è stata senza dubbio una delle più straordinarie giornaliste di sinistra del dopoguerra nella Germania Federale. Le sue pagine sulla rivista “Konkret”, di cui è stata a lungo capo redattore, erano delle perle giornalistiche. Quelle che ufficialmente vengono considerate le circostanze della sua tragica morte nel 1976 secondo me continuano ad essere equivoche.

    Hanno sostenuto che Ulrike Meinhof si sia suicidata nel braccio di massima sicurezza del carcere Stuttgart-Stammheim per attirare l’opinione pubblica sulla RAF.

    Però: Quello che non hanno mai detto è che al momento del “suicidio” non c’erano proprio giornali, e se ce n’erano, erano solo delle edizioni straordinarie. I giornalisti infatti stavano scioperando in tutta la Germania Ovest e non venivano stampati giornali normali.

    Una giornalista purosangue come lo era Ulrike Meinhof non avrebbe mai commesso l’errore di fare una cosa del genere in un momento nel quale non c’erano quasi giornali. Nel 1976 non esisteva ancora internet e i media pubblici davano spesso solo notizie striminzite e brevi comunicati. Informazioni più dettagliate e retroscena si potevano trovare solo sulla carta stampata.

    Certamente il fatto di essere membro della RAF, anzi, la RAF stessa è stata un errore. Il terrore individuale non porta all’eliminazione del capitalismo. Funziona solo con una lotta di massa. “La teoria diventa violenza materiale, non appena raggiunge le masse.“(Marx-Engels-Gesamtausgabe, Erste Abteilung, Bd. l, Erster Halbbd., S. 614.)

    Non c’è via d’uscita all’illuminazione, alla mobilitazione, alla lotta di massa.

    Ulrike Meinhof, una borghese progressista pensava di poterli aggirare, o perlomeno accorciare, quando ha fatto ricorso al mezzo del terrore individuale.
    Quello che però ha fatto la differenza del terrore individuale della RAF rispetto a quello della destra è che non sono mai state condotte azioni contro le persone normali.
    G.A.

    Fonte: http://www.kommunisten-online.de/bl...el/dresden3.htm
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    Der Wehrwolf

  8. #28
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    Predefinito Re: X aquinas

    In Origine Postato da I'm Hate
    Come dicevo fanno bene a censurarti,tu loro li manderesti in galera(hai gioito per Irving,che faresti se arrestno loro?).
    Quindi ben venga la censura nei tuoi confronti,anzi io cancellerei anche i quotes lasciando solo i messaggi di chi ti ha quotato.
    Certo che le facce di bronzo democratiche sono una cosa allucinante...
    Esatto.
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    Der Wehrwolf

  9. #29
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    Predefinito

    LA LUNGHISSIMA ESTATE DEL ' 45

    La bomba ha 60 anni Lo sterminio delle donne e degli uomini di Hiroshima e Nagasaki non è stato un modo per finire subito la guerra contro un nemico ormai vinto e in cerca di resa ma un crimine contro l'umanità rimasto impunito che anticipa la politica di George Bush
    DI VITTORIO CAPECCHI

    Da sessanta anni, ad ogni anniversario dello sterminio delle donne e degli uomini di Hiroshima e Nagasaki, la domanda a cui si tenta di rispondere è: «perché?». Oggi, grazie all'ampia documentazione a disposizione, a questa domanda si può rispondere senza particolari incertezze. Ma non solo. La domanda, da generico sgomento di fronte all'orrore che quell'avvenimento continua a suscitare, può essere meglio formulata e articolata: perché il presidente americano Truman autorizzò un crimine contro l'umanità dopo che il Giappone si era arreso? E come è stato possibile che questo crimine contro l'umanità sia rimasto impunito?

    La bomba: inutile per la resa del Giappone

    La sequenza degli eventi puo essere ricostruita nel dettaglio. La Germania ha firmato la resa l'8 maggio 1945 e anche il Giappone è ormai pronto ad arrendersi: non ha più un apparato militare offensivo con «milioni di persone senza casa e le città distrutte nella percentuale del 25-50%» (dichiarazione dell'8 luglio 1945 dell'Us-British Intelligence Committee). Ciò che accade nel mese di luglio è particolarmente importante: è una storia in cui si intrecciano i rapporti tra Usa e Urss per il controllo del Sud Est asiatico, la volontà degli scienziati di sperimentare la bomba atomica, la decisione di sterminio di un presidente americano, il destino della popolazione inerme di due città giapponesi.

    Documenti, a lungo rimasti segreti e censurati, mostrano che la resa del Giappone avviene il 12 luglio quando l'imperatore giapponese, attraverso il suo primo ministro Togo, invia un telegramma all'ambasciatore Sato a Mosca in cui chiede alla Russia (che non ha ancora formalmente dichiarato guerra al Giappone) di fare da intermediaria per trattare la resa. L'imperatore è per una resa incondizionata e chiede solo che questa non comporti la sua destituzione per salvaguardare la «sacralità» della sua figura (condizione, del resto, che verrà accettata dal governo americano, ma solo dopo aver sperimentato le due bombe atomiche). Truman è a conoscenza della resa dell'imperatore, come risulta dal suo diario autografo (reso pubblico dopo gli anni `70) in cui scrive il 18 luglio: «Stalin aveva messo a conoscenza il Primo Ministro del telegramma dell'imperatore giapponese che chiedeva la pace. Stalin mi disse inoltre cosa aveva risposto. Era fiducioso. Credeva che il Giappone si sarebbe arreso prima dell'intervento russo». Da notare che sempre nello stesso diario Truman aveva annotato il giorno prima che «Stalin dichiarerà guerra al Giappone il 15 agosto. Quando avverrà, sarà la fine per i giapponesi».

    Il 16 luglio, intanto, era stato fatto il primo test della bomba atomica nel New Mexico e Truman era stato ufficiamente informato che il risultato del test era positivo: la bomba era pronta e poteva essere sganciata sul Giappone. La fine della guerra e la resa del Giappone sono previste entro poche settimane (tra il 18 luglio e il 15 agosto). Ciononostante, la decisione di Truman è quella di usare la bomba, distruggere due intere città giapponesi e condannare ad una morte atroce uomini donne, bambini inermi. Ancora una volta la domanda è: perché?

    La bomba: per dominare il dopoguerra






    La risposta oggi convergente da tutte le fonti è che ciò ha influenzato la decisione di Truman non era un temuto prolungamento della guerra (ormai di fatto terminata) ma il dopoguerra: se l'Urss avesse dichiarato formalmente la guerra al Giappone il 15 agosto, le sue armate avrebbero potuto entrare prima di quelle americane nel Giappone arreso ed in ogni caso, nel dopoguerra, gli Stati uniti avrebbero dovuto spartire con l'Urss la loro sfera di influenza nel Sud Est asiatico. Si tratta di una ipotesi confermata da una osservazione di Winston Churchill, il 23 luglio 1945: «E' chiarissimo che al momento gli Stati uniti non desiderano la partecipazione russa alla guerra con il Giappone». Nella stessa direzione vanno altre testimonianze. Nel diario di James V. Forrestal (ministro della marina Usa) si può leggere che «il segretario di stato Byrnes aveva una gran fretta di concludere la questione giapponese prima che i russi entrassero in gioco». Il fisico Leo Szilard (che firmò il 7 luglio del 1945 la prima petizione contro l'utilizzo della bomba atomica) nel 1948 ha scritto: «Mr. Byrnes non argomentò che l'uso della bomba atomica contro le città del Giappone fosse necessario per vincere la guerra. Egli sapeva, come anche tutto il resto del governo, che il Giappone era battuto sul campo. Però Byrnes era molto preoccupato per la crescente influenza della Russia in Europa». Anche Albert Einstein (New York Times, 14 agosto 1946) affermò che nella decisione di gettare le due bome atomiche la causa principale era stato «il desiderio di metter fine con ogni mezzo alla guerra nel Pacifico prima della partecipazione della Russia. Io sono certo che se ci fosse stato il presidente Roosevelt questo non sarebbe accaduto. Egli avrebbe proibito un'azione del genere». Sembrerebbe, dunque, che ci troviamo di fronte ad un crimine contro l'umanità come «misura preventiva».
    La bomba: chi era contro e chi a favore

    Contro l'uso dell'atomica si dichiararono le massime autorità militari. Dice il generale Dwight D. Eisenhower: «Ero convinto che il Giappone fosse già sconfitto e che il lancio della bomba fosse del tutto inutile... In quel momento il Giappone stava cercando un modo per arrendersi il più dignitosamente possibile. Non era necessario colpirli con quella cosa spaventosa». E dello stesso tipo sono le dichiarazioni dell'ammiraglio William Leahy, capo di stato maggiore: «I Giapponesi erano già sconfitti e pronti alla resa. L'uso di questa arma barbara contro Hiroshima e Nagasaki non ci fu di nessun aiuto nella nostra guerra contro il Giappone. Nell'usarla per primi adottammo una norma etica simile a quella dei barbari nel medioevo. Non mi fu mai insegnato a fare la guerra in questo modo, e non si possono vincere le guerre sterminando donne e bambini». Leahy individua anche il gruppo che è stato più a favore: «Gli scienziati ed altri volevano sperimentarla, date le enormi somme di denaro che erano state spese nel progetto: due miliardi di dollari». Quindi, a parte il limitato gruppo dei fisici che era sulle posizione di Szilard e Einstein, c'è un gruppo consistente di attori legati al costosissimo progetto Manhattan che desidera «rendere produttivo l'investimento».

    Si arriva così al 25 luglio, quando il Comitato presieduto da Truman e Byrnes (con anche la presenza del rettore dell'Università di Harward James Conant, invitato al Comitato «a nome della società civile», che vergognosamente appoggia lo sterminio) ordina al generale Caarl Spatz dell'Air Force la «missione atomica» su quattro possibili obiettivi (Hiroshima, Kokura, Niigata e Nagasaki) indicando una data provvisoria (il 3 agosto).

    La prima bomba atomica scenderà sul centro di Hiroshima il 6 agosto alle ore 8,15 del mattino quando le scolaresche vanno a scuola e le donne e gli uomini al lavoro; la seconda scenderà il 9 agosto alle 11,02 nel quartiere più povero (prevalentemente cattolico) di Nagasaki (tra le due bombe arriva, ormai ininfluente, la dichiarazione di guerra della Russia al Giappone). Per documentare l'entusiasmo che l'annuncio di questo crimine contro l'umanità riceve negli Stati uniti si può ricordare la testimonianza del fisico Sam Cohen sulla sera del 6 agosto 1945: «Quella sera, Oppenheimer non passò dall'ingresso laterale, fece piuttosto una entrata trionfale come Napoleone al ritorno di una grande vittoria. Mentre entrava, tutti - a eccezione forse di una o due persone - si alzarono in piedi applaudendo e battendo i piedi; erano veramente orgogliosi che ciò che avevano costruito avesse funzionato ed erano orgogliosi di se stessi e di Oppenheimer».

    La bomba: come fu mistificata

    Nonostante l'euforia, Truman si rende conto che non può rivelare al mondo che ha ordinato un crimine contro civili senza che ve ne fosse bisogno per finire la guerra. Due sono le strategie utilizzate: la menzogna e la censura. La prima menzogna (quella con le gambe corte) è detta da Truman alla radio il 9 agosto quando afferma che «la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare». La seconda menzogna (quella con le gambe lunghe) serve a nascondere che il Giappone aveva già dichiarato la resa: la bomba è «giustificata» dal numero di morti americani evitato. Come affermò Truman il 15 dicembre 1945: «A me sembrava che un quarto di milione dei nostri giovani uomini nel fiore degli anni valesse un paio di città giapponesi».

    Viene poi fatta scattare una durissima censura sia negli Stati uniti che in Giappone. Ad Eisenhower viene inviato il 2 aprile 1946 un memorandum in cui si ordina: «Da nessuno dei documenti destinati alla pubblicazione deve risultare che la bomba atomica fu lanciata su un popolo che aveva già cercato la pace» e nel 1946 venne approvato l'Atto dell'energia atomica che prevedeva l'ergastolo e la pena di morte per chi divulgasse «documenti protetti da segreto con lo scopo di danneggiare gli Stati uniti». In Giappone il silenzio stampa e la censura di qualunque commento critico all'uso dell'atomica furono ferrei fino al 1949.
    Le due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki non hanno segnato, dunque, la fine della seconda guerra mondiale ma l'inizio di una nuova era. Quella che usa lo sterminio come misura preventiva, separa l'economia e la politica dall'etica, difende la «neutralità» della ricerca scientifica, legittima la menzogna e l'impunità per chi ha il potere. Il neoliberismo alla Bush è stato anticipato sessanta anni fa da Harry Truman.

    Vittorio Capecchi
    Fonte:www.ilmanifesto.it
    4.08.05

    Impunità e oblio contro la memoria

    E' importante fare attenzione alla volontà di menzogna della destra. In questi giorni viene venduto nelle edicole un supplemento dei quotidiani Il giorno, Il resto del carlino, la Nazione dal titolo Hiroshima 6 agosto 1945, che fa proprie le menzogne di Truman evitando di citare le fonti che documentano la resa dell'imperatore prima dell'uso della bomba. Queste fonti sono ben documentate nei libri di Gar Alperowitz (The decision to use the atomic bomb, Alfred Knops, New York, 1995) e di Jay Robert Lifton e Gregg Mitchell (Hiroshima in America, Avon Books, New York, 1995) che, fra l'altro, ricostruisce con molti dettagli la carriera di Harry Truman ed i suoi collegamenti con la mafia locale ed il Ku Klux Klan. Da leggere i due numeri speciali sulla bomba atomica usciti in questo mese di Sapere e Alias e, tra i libri più recenti, quello di Stefania Maurizi, Una bomba dieci storie. Gli scienziati e l'atomica, Bruno Mondadori, Milano 2004. Consiglio poi didatticamente di andare sul sito ufficiale di Hiroshima (www.pcf.city.hiroshima.jp) e, dopo aver precisato che sono trecentomila le vittime dirette e indirette delle due bombe, raccontare in classe la storia (che nel sito è a fumetti) di Sadako Sasaki nata a Hiroshima nel 1943, sopravvissuta alla bomba ma morta per leucemia a dodici anni nel 1955 a causa delle radiazioni. La storia di questa bambina ha ispirato il monumento alla pace dei bambini a Hiroshima perché prima di morire cercò di costruire secondo la tradizione giapponese più di mille gru di carta («se costruisci più di mille gru di carta i tuoi desideri si avvereranno») e bambine e bambini di tutto il mondo le inviarono questi delicati origami mentre passava il suo ultimo anno di vita in ospedale. Altri siti validi sono: www.peace-nagasaki.go.jp; www.dannen.com/szilard.html; www.csi.ad.jp; www.ask.ne.jp; www.atomicmirror.org; www.theenolagay.com. (V. C.)
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    Der Wehrwolf

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    Gas, napalm, torture, bombe al fosforo in un film i crimini di guerra americani a Falluja
    Sabina Morandi - tratto da http://www.liberazione.it/notizia.asp?id=3704

    Un cane lupo con la bocca contratta in un ultimo tentativo di respirare. Un bastardino bianco, buttato al margine della strada, che sembra addormentato. E poi gatti, colombe, conigli… Morti nelle loro gabbie, nei recinti, nel giardino di fronte a casa. Morti, tutti, senza un filo di sangue. Non si sa cosa può averli uccisi ma, di certo, non erano né bombe né pallottole. Forse gas?

    Le immagini dei filmati girati a Falluja che scorrono davanti agli occhi dei pochi giornalisti presenti alla conferenza stampa organizzata dalle parlamentari Elettra Deiana (Prc) e Silvana Pisa (Ds) nelle sale della Fnsi sono tutte molto eloquenti, e molto, molto peggiori del piccolo esercito di animali addormentati che ti ritrovi davanti in apertura. Perché nei video ci sono donne, uomini, bambini. Ci sono esseri umani resi irriconoscibili da qualche oscuro rogo chimico, armi capaci di staccare la pelle dal corpo in un istante, visto che questi anonimi resti umani sono congelati nell'atto di alzarsi dal letto o di ripararsi il viso con il braccio. Una mano stringe ancora una catenina. Qualcosa che assomiglia a una donna tiene fra le braccia qualcosa che assomiglia a un bambino.

    I filmati "amatoriali", riorganizzati con un faticoso quanto presumibilmente straziante lavoro da Barbara Romagnoli, sono stati realizzati il 18 novembre 2004 nella città ribelle di Falluja, a conclusione dell'operazione Al-Fajr (letteralmente, l'alba) che, secondo la Us Army, avrebbe dovuto distruggere definitivamente la resistenza irachena. A operazione conclusa, come di consueto gli americani hanno passato la mano agli iracheni: una squadra di medici volontari è stata autorizzata a entrare per "ripulire" la città e per cercare di dare un nome ai numerosi corpi sepolti in modo approssimativo durante il violentissimo attacco cominciato l'8 novembre. Del gruppo facevano parte anche gli autori delle riprese, Maher Rajab Abdullah (dell'ospedale Yarmouk di Baghdad), Mohammad Hadeed (del Falluja general hospital), che si sono dati da fare per riesumare i corpi e dare un nome alle migliaia di vittime civili che, fino a questo momento, nessuno s'è ancora degnato di contare. Secondo gli americani i dieci giorni di bombardamenti ininterrotti che hanno raso al suolo 36 mila case - praticamente una piccola città - avrebbero prodotto non più di 1.200 vittime, «quasi tutti insorti», rassicurano i generali, mentre secondo fonti non ufficiali i morti sarebbero fra i tre e i cinquemila, dei quali hanno ricevuto riconoscimento e sepoltura soltanto in 700.

    Resta il fatto che i dottori Abdullah e Hadeed, una volta dentro la città proibita, hanno pensato bene di filmare l'orrore sia per facilitare i riconoscimenti che per spezzare la pesante censura che argina qualsiasi informazione proveniente dall'Iraq, in particolare le notizie provenienti dalle città rase al suolo nell'ambito di una strategia di punizioni collettive tanto barbara quanto inefficace. Ma, una volta dentro, i medici non si sono soltanto ritrovati di fronte alle immagini della carneficina che si aspettavano - del resto cos'altro può accadere in una città di 350 mila abitanti, chiusa dentro un cordone vietato perfino agli operatori sanitari e bombardata ininterrottamente per giorni? - ma sono stati costretti a porsi una domanda estremamente disturbante, soprattutto per un professionista dotato della formazione scientifica adeguata: di che cosa è morta tutta questa gente? Quali armi possono uccidere nel sonno senza ferire o, come testimoniano i resti carbonizzati, bruciare la pelle di un essere umano senza dargli nemmeno il tempo di contorcersi per il dolore? Gas come quelli che Saddam aveva impiegato contro i curdi? Bombe al fosforo o nuovi tipi di napalm, entrambi proibiti dalle convenzioni internazionali?

    Nessuna spiegazione richiede invece il filmato girato a Baghdad che ritrae un altro morto, anch'esso mostrato ai parlamentari italiani da Mohi Al Din Al Obeidi, il rappresentante del consiglio degli Ulema che ha accompagnato i due medici all'incontro organizzato alla Camera da Silvana Pisa e Elettra Deiana, - a cui hanno aderito anche Francesco Martone (Prc), Gianfranco Pagliarulo (Pdci), Pietro Folena (Prc), Famiano Crucianelli (Ds), Roberto Sciacca (Pdci), Giovanni Russo Spena (Prc) e Alfiero Grandi (Ds). Il cadavere è ancora ammanettato, e anche un profano capisce subito cosa significa. Se alle manette si aggiungono le evidenti tracce di tortura, ovvero ferite da trapano sulle spalle e sulla nuca - uno strumento molto in uso, pare, durante gli interrogatori condotti dal nuovo esercito iracheno addestrato dagli americani - le conclusioni sono devastanti quanto inaccettabili. In più l'uomo era un imam - autorità religiosa sunnita - sparito nel nulla da qualche settimana e restituito ai familiari già cadavere. E non si tratta affatto di un caso isolato: altri ottanta imam sono stati prelevati nelle loro case e nelle moschee per sospetta complicità con gli insorti, e di loro non si sa più nulla. Proprio per ottenere la liberazione, o almeno qualche informazione sulla sorte dei desaparecidos, le autorità religiose sunnite hanno indetto un'iniziativa senza precedenti: tre giorni di sciopero di tutte e moschee.

    La delegazione composta dai due medici e dal religioso, portata in Italia dall'Associazione Italia-Iraq, sta cercando di dare maggiore diffusione possibile alle raccapriccianti immagini di Falluja e di Baghdad. Tutto il materiale visionato dai parlamentari italiani - gli animali gasati, le persone carbonizzate nella città distrutta e le riprese della ricomposizione del corpo martoriato dell'imam - è stato consegnato a una rappresentante del governo inglese, che non ha rilasciato dichiarazioni. Tornando a Baghdad la delegazione cercherà di parlare con i pochi rappresentanti delle Nazioni Unite ancora presenti nel paese per sollecitare ancora una volta, filmati alla mano, un'indagine indipendente che faccia luce sul tipo di armi impiegate - sperimentate? - contro la popolazione di Falluja. Nel frattempo la ricostruzione della città tarda a partire e i risarcimenti, che secondo i prudentissimi calcoli di Washington, dovrebbero aggirarsi sui 493 milioni di dollari sono ancora soltanto virtuali. A sei mesi di distanza ne sono stati stanziati appena cento milioni, ma le 31 mila persone che aspettano cercando di sopravvivere fra le macerie, non hanno ancora visto niente.

    E' questa la guerra di liberazione in cui sono impegnati i nostri soldati? E' questa la missione sul cui ri-finanziamento i parlamentari italiani sono chiamati a pronunciarsi? E su quali informazioni, su quali notizie, su quali rassicuranti immagini, dovrebbe basarsi la loro decisione? «Pensiamo che nell'attuale contesto caratterizzato dal più totale black out sulla vicenda irachena, dall'assenza di notizie da quei luoghi e mentre perdura una drammatica situazione di guerra» conclude Elettra Deiana «ogni occasione che consenta di raccogliere informazioni e materiale documentario sia da considerare positivamente, fermo restando che tutto debba essere vagliato e verificato quando la cortina di ferro che la coalizione anglo-americana ha imposto su quel paese si sarà alleggerita». Peccato che all'agghiacciante proiezione di queste immagini fossero presenti così pochi giornalisti, evidentemente troppo impegnati a partecipare attivamente alla caccia all'immigrato per occuparsi di simili quisquiglie. Peccato perché, anche se le immagini sono troppo agghiaccianti per essere pubblicate, la loro visione sarebbe davvero utile per capire a quale inesauribile sorgente d'odio possono attingere le cosiddette "centrali del terrore" per arruolare i propri martiri, oggi e per gli anni a venire
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    Der Wehrwolf

 

 
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