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L'ineffabile dottorino denuncia la Fallaci per diffamazione a mezzo stampa, reato che prevede per il denunciato, se ritenuto colpevole, una pena dai sei mesi ai tre anni di reclusione oppure una multa fino a un milione di vecchie lire. Agnoletto, impegnato anche lui quanto Adel Smith e compagnucci vari nella campagna per la distruzione di Oriana Fallaci, ricorre prontamente al vigliacco mezzuccio giudiziario per spargere il fango di cui è piena la sua falsa coscienza di pacifista.
Dopo che nel maggio del 2004, durante la messa in onda di Porta a Porta, l'onorevole Agnoletto chiamò Oriana «guerrafondaia», la scrittrice rispose sul Corriere della Sera e su Panorama dicendo chiaramente (come nel suo stile) che si trattava di «vigliaccate che meritano soltanto il più profondo disprezzo». Le parole non furono gentili, ma quello iniziato dall'irenico Agnoletto non era certo uno scambio di convenevoli: guerrafondaio è colui che gode nel fomentare conflitti e ingrassa dove la gente muore. Perché la Fallaci denunciata e lui no? Semplice: perché in questo Paese unico al mondo i comunisti fanno le vittime quando si ritengono insultati, e si inventano carnefici quando gli tocca di insultare; e poi, a causa di quell'ingiusto privilegio culturale che si sono accaparrati nei decenni del dopoguerra per l'ignavia di chi li ha lasciati liberi di imporsi, hanno sempre ragione una volta di più di tutti gli altri. La ricetta è facile: si fingono buoni e santi, mentre gli altri sono rozzi e cattivi. Come si può non essere per la pace? E tutti zitti, come tanti babbei.
Ma i fatti restano. Oriana sarà costretta a rispondere di quest'altro reato, grazie alla stizza di Agnoletto: un reato pazzesco, tragicomico, che la sinistra usa come mezzo per tappare la bocca alle voci scomode. Da noi c'è un regime, ma non è quello della Casa delle Libertà. Il ritualismo perbenista impone un pensiero unico tutto spostato a sinistra. Il cosiddetto «padrone» dei mezzi di comunicazione (giornali e televisioni), cioè Silvio Berlusconi, ha le armi spuntate, visto che sulla carta stampata e sulla televisione si tira la volata all'armata di Prodi in tutti i modi possibili, dal più moderato al più rabbioso, salvo poche eccezioni. Figurarsi in quali condizioni si trova Oriana Fallaci. Di lei non si interessa nessuno, ammansiti, o meglio anestetizzati come siamo tutti dal delirio multiculturalista dei benpensanti.
È questo il regime: la cappa di piombo di un pensiero unico imposto da chi finge soltanto di essere liberale e democratico, ma in realtà o strizza l'occhio alle dittature per coerenza ideologica o, nel migliore dei casi, è imbrigliato dalla necessità di mandare d'accordo il diavolo e l'acqua santa, come il Professor Prodi. Oriana è una voce che spezza prepotentemente un silenzio omertoso e di conseguenza è vittima di questa ciurmaglia ideologica che non vuole udirla, perché è molto più comodo tapparsi le orecchie e continuare a spacciare una verità preconfezionata piuttosto che guardare la faccia rugosa della realtà.
Stefano Doroni
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