L’Osservatorio
Premier, più 7 punti di popolarità dopo l’aggressione
di Renato Mannheimer
Corriere della Sera, 20 dicembre 2009
L’episodio di piazza Duomo ha radicalizzato le opinioni: quasi un italiano su quattro approva il gesto di Tartaglia
L’ attentato a Berlusconi ha avuto importanti conseguenze sullo scenario politico. Da un verso, si è assistito, anche da parte di alcuni esponenti di rilievo, ad una forte accentuazione dei toni, con accuse reciproche, talvolta anche assai violente. Dall’altro, vi è chi ha sottolineato come l’episodio di Milano costituisca un significativo segnale d’allarme, che dovrebbe indurre ad abbassare il livello dello scontro e a iniziare a lavorare concretamente per l’attuazione delle riforme di cui il Paese ha bisogno. Nessuno può dire se nelle prossime settimane il clima si farà ancora più rovente o, se, viceversa, si imboccherà una strada di confronto fattivo e di maggiore ragionevolezza. Molto dipenderà dalle scelte che farà lo stesso Berlusconi.
Quello che è certo è che questi ultimi giorni hanno visto, nell’ambito dell’opinione pubblica, una intensa radicalizzazione delle diverse posizioni. Il favore verso il Cavaliere ha mostrato una crescita nella sua diffusione e, specialmente, nella sua intensità. Al tempo stesso, sull’altro fronte, si sono accentuate — pur restando minoritarie — le opinioni più radicali, di aperta ostilità verso la persona del presidente del Consiglio. Tanto che, sulla base di diversi sondaggi effettuati in questi giorni, si può stimare che una quota oscillante dal 20 al 25% degli italiani approvi il gesto di Tartaglia, motivata principalmente dalla convinzione che il premier sia un pericolo per il Paese. Dall’altro verso, come si è detto, nella restante parte della popolazione, la popolarità di Berlusconi si è accresciuta. Lo indica anche il giudizio sul presidente del Consiglio: a metà novembre, il 48,6% degli italiani dava una valutazione positiva del Cavaliere. Oggi questa quota è salita al 55,9%. Il trend si è manifestato in tutti i settori dell’elettorato, con una particolare intensità però tra i più giovani, e tra i cattolici praticanti. Il livello del consenso è naturalmente molto più elevato tra gli elettori del Pdl (95%) e della Lega (77%). Tra i votanti per l’opposizione, prevalgono ovviamente i giudizi critici verso il premier, che superano qui l’80%. Ma anche in questo caso si registra comunque un aumento delle valutazioni positive per Berlusconi che raggiungono, ad esempio, il 17% tra gli elettori del Pd.
L’elemento più importante, però, è la crescita di popolarità tra chi dichiara di essere oggi perplesso su quale partito votare: nel segmento cruciale degli indecisi, il consenso per Berlusconi giunge oggi al 58%. Un dato assai promettente in vista delle — ancora lontane, ma sempre più vicine — elezioni regionali di marzo. Questo clima di opinione più positivo per il Cavaliere si riflette anche sui giudizi riguardo all’operato del governo. Che raccoglie oggi nuovamente più del 50% di valutazioni favorevoli, questa volta specie tra i più anziani, con una crescita rispetto ai mesi scorsi. Nell’insieme, dunque, ad una parte di cittadini sempre più favorevole a Berlusconi, si contrappone un’ostilità sempre più intensa. Tanto che la frattura tra le opposte opinioni e appartenenze che si sta sviluppando oggi appare, in certi (per fortuna limitati) casi, simile al tifo. È uno degli effetti della personalizzazione della politica e della sempre minore presenza della capacità e attività di mediazione dei partiti. Per questo, sarebbe opportuno che le forze politiche unissero in qualche misura i loro sforzi per ritornare ad un clima di dibattito e di confronto.
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