Noi conservatori su molte questioni siamo idealisti ma non ci manca un retroterra realista. La politica è fatta di incontri e compromessi, tanto più nel campo delle riforme istituzionali. In passato ho disapprovato Massimo D'Alema per certe "cadute di stile" (uso consapevolmente un eufemismo): la passeggiata a Beirut con un esponente di Hezbollah, la politica filo-araba, l'ammiccamento a certi retaggi della sinistra, gli atteggiamenti talora arroganti e boriosi. Ma nessuno può disconoscere il fiuto e le capacità di Baffino, probabilmente il miglior esponente dell'opposizione, superiore alla stessa marionetta Bersani. E dunque, "forza D'Alema!", avanti con il dialogo e con le riforme necessarie per questo malandato paese. L'apertura di Baffino, ahimè, rischia di essere affondata dall'insipienza di certi personaggiucoli (Veltroni, Franceschini, Bindi) con vedute a corto raggio. Dio ci salvi dalla loro mediocrità. L'Italia ha estremo bisogno di un accordo risolutivo per una revisione della seconda parte della Costituzione, un rinnovamento delle istituzioni, un nuovo clima costruttivo. Tremonti e altri hanno proposto un'Assemblea Costituente: ma per istituirla serve una legge costituzionale, ovvero un anno di tempo perso. Si parta piuttosto dalla Bozza Violante, la si modifichi e la si allarghi. Il 2010 può essere davvero il Grande Anno delle Riforme.