Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    megaelleno
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    Predefinito Tradizione Sebezia e monetazione borbonica


    Moneta di Ferdinando IV del 1772 commemorativa della nascita della primogenita Maria Teresa, in cui al dritto vi sono i busti accollati di Ferdinando e Maria Carolina, e, al rovescio, una donna seduta, recante sulle ginocchia un infante; sullo sfondo, il Sebeto, il Vesuvio e il mare con una nave; nel giro, il motto “Fecunditas”.



    Altre due piastre commemorative furono coniate nel 1791, a memoria del viaggio in Austria effettuato dai Sovrani che avevano accompagnato le due principesse Maria Teresa e Maria Luisa, future spose degli Arciduchi d’Austria Francesco e Ferdinando, figli del Granduca Leopoldo.La prima, più rara, presenta al dritto i busti accollati dei sovrani, e, al rovescio, il Sebeto e Partenope in atto di sacrificare su di un’ara; sullo sfondo, il Vesuvio, nel giro, il motto “Pro Fausto Reditu P.P. Vota Soluta” (i voti adempiuti per il ritorno dei sovrani).
    La moneta in figura, Soli Reduci, presenta lo stesso dritto, ma, al rovescio, vi sono 4 segni zodiacali (Bilancia, Scorpione, Sagittario e Capricorno), cioè quelli dei mesi successivi alla partenza dei sovrani.



    Moneta recante il genio borbonico alato

  2. #2
    megaelleno
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    Predefinito Antica monetazione sebezia

    "Alcune monete risalenti al V -IV sec. a.C. ritrovate nel territorio
    napoletano, costituiscono il più antico documento pervenutoci come prova dell'esistenza del fiume Sebeto. Una moneta, forse risalente alla seconda metà del V sec. a.C. raffigurava la testa di un giovane con un corno sulla fronte e i capelli che gli cadono sul collo, trattenuti da una bandina, intorno alla moneta c'è la scritta
    Sepeitos e sul retro c'è una donna alata seduta su un'idra rovesciata e con la scritta intorno: Neapolites. Molta difficoltà si trovava nel tradurre la parola Sepeitos, ma dopo l'intervento di Raffaele Garrucci, ogni dubbio fu fugato, il termine Sepeitos era
    un'espressione dialettale dei coloni dell'Eubea. In essa, la lettera
    B si sarebbe trasformata in P e le lettere H (E) in EI. Sepeitos,
    perciò indicherebbe in modo chiaro che il volto del giovane sarebbe la rappresentazione del dio fluviale Sebeto. Questa interpretazione corrisponde ai comportamenti assunti dai coloni nella Magna Grecia che divinizzavano i fiumi, dedicando loro un tempio o ricordandoli sulle monete. La monetizzazione, si concretizzava, raffigurando il fiume con le sembianze di un giovane oppure indicando il nome, oppure si avevano tutte e due insieme, come in questo caso.




    Un'altra importante testimonianza sull'esistenza del Sebeto è
    l'epigrafia. Durante i lavori di scavo nelle mura della città, presso
    la Porta del Mercato, fu rinvenuta un'epigrafe su marmo dell'età
    imperiale, raffigurante un tempietto in onore del Sebeto, costruito
    forse per riconfermare il culto dell'antico dio Sebeto.
    Su quest'epigrafe, si leggeva:
    P. Mevius Eufychus aedicolam restituit Sebetho cioè P. Mevio Eutico
    ha riconsacrato un sacello al Sebeto.
    Dall'interpretazione di Martorelli si parla quindi di un certo Mevio
    Eutico che ha riconsacrato un sacello al Sebeto."

  3. #3
    megaelleno
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    Predefinito Tradizione Sebezia

    Sono tre gli autori latini che parlano della tradizione sebezia:
    Virgilio (I sec. a.C.);
    Stazio (I sec. d.C.);
    Columella (I sec. d.C.).

    Virgilio è il più antico portavoce, e ne parla nel settimo libro
    dell'Eneide dal verso 733 al 736, dove si parla di un certo Ebalo, e
    forse ne aveva parlato per fare un omaggio a Napoli, dove lui si era ritirato per amore della filosofia. Secondo l'antico mito, tra il
    Sebeto e la bella sirena Partenope, si creò un legame affettivo dal
    quale nacque Sebetide, che insieme a Telone, generò Ebalo, il futuro re di Palepoli. Quando morì Partenope, fu deposta in una tomba alla foce del Sebeto, cioè a Palepoli, che assunse il nome della bellissima sirena.

    Stazio nelle Silvae, descrive il territorio napoletano
    affermando: " ... pulchra tumeat Sebethos alumna " cioè: " ... il
    Sebeto vada superbo per la bellezza di colei che esso nutrì .."

    Columella, nella sua singolare opera, De re rustica, che è la
    continuazione delle Georgiche di Virgilio, canta ed esalta i famosi
    cavoli di Cuma e di altre località campane; tra cui Napoli:
    " ... la dotta Partenope è bagnata dalla benefica linfa del Sebeto ".
    Questi testi poetici, sono molto importanti perché, confermano
    l'esistenza di un fiume, però nessuno ci assicura che gli autori
    stessi l'abbiano verificato di persona.




    Tutta la storia del Sebeto è un mistero, come la sua sorgente. Le
    prime ipotesi furono formulate da:
    Villani;
    Celano;
    Summonte.
    Villani prima e Celano dopo individuarono la sorgente di questo fiume nelle cavità del Vesuvio. Poi Summonte individuò le sorgenti del Sebeto sotto la Chiesa di S. Maria del Pozzo a Somma Vesuviana.
    Un'altra ipotesi fu formulata da Leone che ritenne che le sorgenti si trovassero nelle paludi di Abella e di Suessola, ma quest'ipotesi,
    secondo Mancini era errata e insostenibile; perché secondo Mancini la sorgente potrebbe essere anche la sorgente della Bolla, che era alimentata dalle viscere del Vesuvio e del monte Somma, che si univa ai ruscelli che scendevano dalla collina di Poggioreale e dei Colli Aminei.
    La sua consistenza doveva essere discreta nel lieve pendio, in parte oggi individuabi1e tra via Pessina e via Medina per immettersi nel mare. Il fiume costituiva quindi il confine tra Partenope e Neapolis.
    Capire perché durante i secoli questo fiume sia diventato così
    piccolo è difficile. Probabilmente una delle cause fu la costruzione
    dell'acquedotto della Bolla, però anche il sistema di approvvigionamento idrico, trasformò molto il territorio, così che,
    molte sorgenti si esaurirono o deviarono il loro corso. Ma le cause
    che maggiormente influirono sul modificarsi del corso del Sebeto
    furono gli eventi vulcanici: l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
    avrebbe favorito la metamorfosi del Sebeto in Rubeolo, e
    naturalmente, cambiò la foce. Queste sono solo ipotesi, bisognerebbe avere una conferma dai tecnici, per sapere perché il Sebeto non continuò a scorrere nel suo letto originario.

    IL LETTO

    Carlo Celano sostenne che il Sebeto scorresse all'interno delle mura della città. Ricordando l'esistenza di vari pozzi in quella zona, Celano, si convinse, che i pozzi erano collegati al fiume e che questa era una testimonianza dell'esistenza di un fiume ancora vivo e glorioso. Secondo Celano, la città si sviluppò avendo tra le sue mura il Sebeto. Quest'ipotesi tuttavia appare poco probabile.

    LA FOCE
    Per quanto riguarda la foce, l'unica indicazione che Celano ci
    fornisce è che questa si trovava molto lontano dalla città.
    Osservando la carta tratta all'atlante di Sasso si può notare che la
    zona dove sfociava il Sebeto si chiamava "Strada della Marina" che si trovava a sud - est del Vesuvio.



    Le prime vicende storiche di Napoli sono molto complesse a causa
    dell'alternarsi dei continui rapporti bellici, commerciali e
    culturali coi Greci.
    Un primo insediamento avvenne nel VII sec. a Palepoli, sulla collina di Pizzofalcone, che fu chiamata Partenope per la presenza della tomba della sirena, invece la città Neapolis fu fondata nel
    territorio adiacente. I due insediamenti erano divisi dalla foce del
    Sebeto, dove c'era la tomba della famosa Vergine Partenope, in onore della quale ogni anno si faceva una corsa con la fiaccola. La storia di Neapolis è essenzialmente la storia di una città costiera. Il territorio extraurbano si costruì con difficoltà, è probabile che la
    popolazione indigena delle campagne si sia integrata dopo con quella della città. Così cominciò un processo di apertura delle città verso la campagna. La campagna fu popolata e si crearono pagi rurali.
    Questo territorio agricolo, che sarà chiamato ager neapolitanus, era bagnato dal Sebeto. La presenza d'insediamenti è testimoniata dalla presenza di molte necropoli; molto interessante è, infatti, quella di Ponticelli, distante 5 Km da Neapolis. Attraverso vari scavi furono trovate numerose tombe, e soprattutto le ultime due presentano reperti risalenti al IV sec. a.C. In seguito ci furono altri ritrovamenti, come una necropoli del III -IV sec. d.C. portata alla luce durante i lavori per la ricostruzione del letto del Sebeto e di una villa patrizia del I sec. a.C., che fu distrutta nel 79 d.C.

  4. #4
    megaelleno
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  5. #5
    Amor
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    Complimenti per il Thread, molto interessante.

  6. #6
    megaelleno
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    Citazione Originariamente Scritto da Breno
    Complimenti per il Thread, molto interessante.



  7. #7
    Mjollnir
    Ospite

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    Citazione Originariamente Scritto da Breno
    Complimenti per il Thread, molto interessante.
    Anche da parte mia !
    Ma, se ho ben capito, non vi sono prove geologiche dell'esistenza del fiume
    ? Cioé è sempre stato un fiume "mitico" anche in età classica ?

    Leggendo il 3d mi è venuta in mente la questione del Saraswati.

  8. #8
    Runes
    Ospite

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    Complimenti...finalmente un chiaro segnale che la Magna Grecia e le Due Sicilie dopo, non sono state colonie vatikane e cristiane.

    Ave Sebeto

 

 

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