Non credo che l'esercito dei berlusconiani delusi - cui io appartengo - confermerà la fiducia a codesto Esecutivo e al suo leader. I laici che hanno sostenuto le battaglie per il divorzio e l'aborto non possono accettare il ritorno all'Oscurantismo. Molti di loro, di conseguenza, non si recheranno alle urne. Altri, fra cui il sottoscritto, voteranno per la coalizione di centro-sinistra. Fossi però un diessino o un rifondarolo, non mi esalterei troppo per le valanghe di voti che si sposteranno dal Polo all'Unione (e partiti satelliti), per la semplice ragione che questa valanga di voti sarà finalizzata a ridimensionare il peso della sinistra all'interno della coalizione.
Personalmente apprezzo l'impegno con cui il vertice dei DS ha occidentalizzato il partito, al punto da impegnarsi a fondo per l'integrazione dell'Italia in Europa, contrariamente a quanto ha fatto per esempio la sinistra francese, populista e demagogica. Quel che temo, tuttavia, è il condizionamento del vertice dei DS da parte di una base ancora arroccata su posizioni stataliste, sull'esaltazione dell'intervento statale nell'economia, sul tentativo di limitare la presenza dei privati in settori di pubblica utilità quali per esempio la sanità e la scuola.
E' questa sinistra che va ridimensionata, anche se è un alleato utile per sconfiggere una volta per tutte l'integralismo cattolico che frena lo sviluppo del Paese, ponendo l'azienda familiare al centro del sistema economico.
L'epoca di Berlusconi è finita, e sta tramontando col suo leader. Non saranno gli statalisti, tuttavia, a decidere il futuro del nostro Paese. Saranno invece coloro che sanno coniugare l'economia di mercato, le sacrosanti leggi del profitto, la creazione di società multinazionali in grado di competere sul mercato mondiale, la sconfitta definitiva delle piccole aziende pidocchiose, con un programma sociale atto a difendere le fasce più deboli.
E' qui che il centro-destra ha fallito, non riuscendo a creare le condizioni per la ripresa economica del Paese. E ha fallito quando ha cercato di proteggere le aziende familiari dall'aggressione delle multinazionali. Le piccole aziende sono la rovina del nostro Paese. Prima accettiamo questo dato di fatto, meglio sarà per tutti. E sarà ora che si costringa i piccoli imprenditori a una scelta definitiva: o s'ingrandiscono o muoiono. Che poi muoiano perchè falliscono o perchè decidono di vendere ai pesci più grossi poco importa: le aziende che mirano a sopravvivere non hanno più spazio. Inutile illudersi ancora, visto che è in gioco il futuro del Paese.
Ciao
Elios