La Cina di Bush e di Ciampi
DUE PRESIDENTI, DUE STILI. A USCIRNE BENE NON è QUELLO ITALIANO

di Tempi

Domenica scorsa G. W. Bush, in visita ufficiale a Pechino, si è recato col suo seguito alla chiesa protestante di Gangwashi per il servizio domenicale. Uscendo ha dichiarato: «Spero che il governo non abbia più timore dei cristiani che si riuniscono liberamente per pregare, una società che consente a tutti di esprimersi attraverso la preghiera con l'Onnipotente è una società sana».
Nel dicembre 2004 Carlo Azeglio Ciampi, cattolico praticante, in visita a Pechino si recò in un tempio confuciano ma evitò di entrare in chiesa. «Visitare solo il tempio di Confucio - scrisse il direttore di Asianews padre Bernardo Cervellera - è, agli occhi dei cinesi, un appoggio senza condizioni alla politica del governo (...): frenare il cosiddetto 'inquinamento spirituale' che viene dall'Occidente, (leggi: cristianesimo) ed esaltare i nobili valori dell'obbedienza e del paternalismo».
Bush si è incontrato col presidente Hu Jintao dopo aver pronunciato le seguenti parole: «Mano a mano che la Cina riforma la sua economia, i suoi dirigenti scoprono che una volta aperta, anche poco, la porta della libertà non può essere chiusa... Accogliendo le legittime richieste di libertà e apertura dei suoi cittadini, le autorità cinesi possono aiutare il loro paese a diventare una nazione moderna, prospera e fiduciosa». Uscendo dal suo colloquio con Hu Jintao nel dicembre scorso Ciampi disse: «Ho confermato al presidente che l'Italia guarda con favore all'abolizione dell'embargo sull'esportazione delle armi (alla Cina, ndr) e lavora attivamente per renderla possibile».
Nel dicembre di un anno fa piazza Tian An Men pullulava di tricolori, mentre la settimana scorsa di stars and stripes ne erano appese solo tre. Fatto sta che Ciampi rientrò in Italia con qualche contratto per qualche decina di milioni di euro firmato, Bush torna a Washington con una lettera di acquisto di 70 Boeing made in Usa, per un importo di 4-6 miliardi di dollari.
Eppure la maggioranza degli italiani sembra ritenere che Ciampi meriti di essere rieletto presidente per acclamazione, e Bush di essere definito «una scimmia», come ha proclamato fra risate e schiamazzi di approvazione Alan Friedman nel corso di una puntata dello show televisivo 'Markette'. Noialtri cominciamo a sentirci un po' svizzeri.