L'Unione: un assegno per non abortire
Duecentocinquanta euro alle donne in gravidanza, a partire dal sesto mese, con un reddito basso.
Sì di Storace. No dei Verdi
ROMA - Un assegno mensile di 250 euro per le donne in gravidanza, a partire dal sesto mese, con un reddito familiare non superiore a 40mila euro annui. È la proposta di modifica alla Finanziaria presentata da Ds (Livia Turco) e Margherita (Giuseppe Fioroni, Rosi Bindi) che, nel dettaglio, è rivolta sia alle cittadine italiane che a quelle comunitarie ed extracomunitarie «in possesso di regolare permesso di soggiorno che si trovino nella condizione di disoccupazione, non iscritte alle liste di collocamento, interessate dalle tipologie contrattuali» della legge Biagi.
Per le ragazze madri «in presenza di gravi condizioni di disagio sociale ed economico e comunque con un reddito non superiore a 25mila euro annui» l'emendamento prevede «un assegno di 350 euro mensili e a partire dal terzo mese di gravidanza». Sará uno o più decreti emanati dal ministero del Welfare (entro 60 giorni dall'approvazione) di concerto con l'Economia e con la Conferenza delle Regioni e autonomie liocali a fissare le modalitá di riconoscimento dei requisiti e di erogazione dell'assegno.
LE REAZIONI - «Se l'opposizione evolve a me non fa che piacere». Il ministro della Salute, Francesco Storace, commenta così la proposta dei Ds-Dl di inserire in Finanziaria un contributo per le donne in stato di gravidanza che prevede un assegno per scongiurare l'aborto. Nettamente contraria Luana Zanella, deputata Verde della commissione Affari Sociali, che dice: «Quella dei Ds e della Margherita mi pare una iniziativa strumentale». Secondo Zanella, «le politiche di sostegno a favore della maternità sono sacrosante e vanno realizzate attraverso finanziamenti agli Enti locali e al Fondo Sociale, entrambi taglieggiati dal governo di destra. L’emendamento in questione, invece, presta il fianco alla demagogia politica di Storace e del rinato fronte anti-aborto: mi pare - conclude - piuttosto un autogol».
30 novembre 2005