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  1. #1
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    Predefinito ... verso le "politiche" del 2006 ...

    Il documento della Direzione Nazionale Pri del 30 novembre

    La Direzione nazionale del Pri, riunitasi ieri a Roma, ha ascoltato la relazione del segretario Francesco Nucara che ha illustrato la posizione del partito in relazione alla prossima consultazione elettorale.

    Il segretario ha relazionato sui contatti che allo stato si sono verificati con le altre forze della coalizione.

    Dopo un ampio dibattito, dai molti interventi si evince l'interesse comune per una presenza dell'Edera nella scheda elettorale e comunque per un'operazione politica che garantisca rappresentanza nelle istituzioni parlamentari.

    La Direzione nazionale ha dato ampia delega al segretario per continuare le trattative con le forze politiche della coalizione di governo.

    La Direzione nazionale ha espresso viva soddisfazione per i risultati elettorali di Bolzano e di Messina, ringraziando per l'impegno profuso gli amici Boesso e Currò.


    ....................................
    tratto da http://www.pri.it

  2. #2
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da nuvolarossa
    Il documento della Direzione Nazionale Pri del 30 novembre

    La Direzione nazionale del Pri, riunitasi ieri a Roma, ha ascoltato la relazione del segretario Francesco Nucara che ha illustrato la posizione del partito in relazione alla prossima consultazione elettorale.

    Il segretario ha relazionato sui contatti che allo stato si sono verificati con le altre forze della coalizione.

    Dopo un ampio dibattito, dai molti interventi si evince l'interesse comune per una presenza dell'Edera nella scheda elettorale e comunque per un'operazione politica che garantisca rappresentanza nelle istituzioni parlamentari.

    La Direzione nazionale ha dato ampia delega al segretario per continuare le trattative con le forze politiche della coalizione di governo.

    La Direzione nazionale ha espresso viva soddisfazione per i risultati elettorali di Bolzano e di Messina, ringraziando per l'impegno profuso gli amici Boesso e Currò.


    ....................................
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    Dopo di chè Nucara ha preso la giacca, è uscito dalla stanzina, ha chiuso la porta a chiave e se ne è tornato a casa a piedi...
    "I'm against it"

  3. #3
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    ... ecco la dimostrazione che la madre dei cretini e' sempre incinta ...

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  4. #4
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    Predefinito dalla VOCE REPUBBLICANA domani in edicola



    Il futuro incerto del centrosinistra

    di r. b.

    Le dichiarazioni del sindaco di Roma Walter Veltroni sulla necessità del partito democratico potrebbero essere un viatico per la formazione del nuovo partito. Fanno però comprendere, intanto, che Veltroni è preoccupato per le possibilità di riuscita del governo di Prodi, visto che ritiene indispensabile un partito unitario per spianare la strada al candidato premier della sua coalizione. Veltroni ha detto: Prodi è in difficoltà; e se il partito democratico non vedrà la luce, un suo eventuale governo patirà le tante contraddizioni interne al centrosinistra. E visto che per ora il partito democratico non c’è, che la sua costituzione non avverrà certo dall’oggi al domani, il progetto del centrosinistra per il governo del Paese presenta già un’ala rotta.
    Se non la si ripara, si ripara almeno Veltroni dall’insuccesso, avendo denunciato la situazione. Ma che cosa impedisce la formazione di un partito democratico, seppure ristretto ai Ds e alla Margherita? Quella che Claudia Mancina definisce sul "Riformista" l’ostinata difesa dell'"identità socialista - socialdemocratica”. Perché, come è evidente, se si vuole essere socialisti, si fa un partito socialista, non si fa un partito democratico. E i Ds a proposito sono divisi: ad esempio tra Salvi, socialista tout- court e il calabrese Mimmo Lucà, che ritiene la tradizione socialista un’eredità del passato inaccettabile. La segreteria di Fassino è stata dunque di mediazione fra queste due anime, non volendo rinunciare all’identità, senza per questo sposarla pienamente. Ecco però che l’equilibrio fornito finora rischia di saltare. Veltroni ne ha già minato i sostegni. Perché se si stringono le maglie dell’alleanza con la Margherita e si mette da parte l’eredità socialista - come ha chiesto a gran voce Rutelli - chi può dire che non esca la componente socialista dai Ds e si strutturi autonomamente? E' quello che in fondo ha fatto Boselli, alzando il tiro sulla Chiesa cattolica, proprio per mettere in difficoltà la Margherita.
    Una lettura corretta di un impianto progettuale coerente pretenderebbe che si facesse prima il partito, poi il programma e, da ultimo, il leader. Qui invece abbiamo il leader, poi si cerca il programma, il partito seguirà. Un’operazione un po’ troppo complessa che potrebbe sfuggire di mano. Ecco le ragioni delle sortite di Parisi, la reticenza di Prodi, gli appelli di D’Alema all’elettorato a rafforzare i Ds. Ma se poi i Ds si rafforzassero davvero, dov’è scritto che questi siano disposti a sciogliersi nel nuovo partito, per sostenere un governo Prodi, quando potrebbero esprimere un loro leader su cui far convergere il sostegno degli alleati?
    Forse anche in base a questo timore, Parisi ha messo le mani avanti, ricordando i veleni che accompagnarono le prime dimissioni di Prodi.
    Non ci sono molte certezze nel centrosinistra. Lo stesso Mastella appare preoccupato da un quadro così confuso, tale da poter compromettere un successo troppo presto annunciato. Se poi, come scrive sempre Claudia Mancina, il nuovo partito deve essere “il più possibile simile al partito neolaburista di Blair e di Brown”, ecco spuntare altri problemi ancora. Intanto bisogna avere un leader di impronta blairiana: e dunque Prodi non va bene. E poi una revisione dell’identità socialista, non certo il suo abbandono. Su questa base si vede più il conflitto con la Margherita che l’accordo, senza nemmeno prendere in considerazioni che le politiche di Blair appaiono odiose al grosso del centrosinistra. Appurato che i Ds sono ancora in movimento e devono di “nuovo cambiare il nome” - questo il titolo dell’articolo di Claudia Mancina - molte altre cose non sono affatto chiare. Il cambiamento infatti comporta dei margini di incertezza molto ampi, tali da compromettere il percorso fatto fino ad ora. Magari anche le basi delle alleanze contratte. L’impressione che ne caviamo è che, nell’Ulivo e dintorni, si sia ancora in alto mare. Forse troppo per una navigazione tranquilla del “loro” futuro governo.

  5. #5
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    Predefinito ... di solito il primo che canta ... ha fatto l'uovo ...

    .... ecco la dimostrazione che la madre dei cretini e' sempre incinta ...

    http://www.nuvolarossa.org/

  6. #6
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    Predefinito tratto da http://www.pri.it

    Vertici, angoli, tangenti, spigoli
    La geometria asimmetrica della Casa delle Libertà

    di Francesco Nucara

    Mercoledì sera si è concluso il vertice dei leader della CdL. Era assente il segretario del Nuovo Psi (?), Gianni De Michelis che in mattinata s'era incontrato con il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. In sua vece c'era il ministro Stefano Caldoro.

    L'impressione che riceviamo dalla lettura dei giornali e delle agenzie è che noi abbiamo partecipato ad un'altra riunione.

    Se la nostra memoria non è del tutto fallace ci sembra che non si è parlato affatto di alleanze, di partiti piccoli e di partiti più grossi. Tra l'altro il grosso non è di moda in questo periodo.

    Il segretario del Pri è un uomo silenzioso, non silente.

    Oggi coglieremo l'occasione per fare sentire la nostra voce con tono sommesso, ma con passione vibrante.

    Leggiamo dalle dichiarazioni di Gianfranco Rotondi alfiere di un nuovo pseudo pentapartito, formula affossata dal Pri perché ritenuta ormai inadeguata, nell'aprile del 1991, che in questa nuova formazione ci sarebbero "una parte dei repubblicani che potrebbero non identificarsi con il Pri".

    Due osservazioni: 1. I repubblicani che portano con loro la storia di Mazzini stanno nel Pri, condividendo la linea politica delle maggioranze congressuali o dissentendo da esse. 2. Diamo il benvenuto nella CdL a Rotondi e ci compiacciamo per la lealtà pregna di spessore culturale e politico nei confronti di un partito che dovrebbe essere suo alleato.

    La riunione dei partiti della coalizione di governo ha affrontato in modo molto superficiale alcuni temi: tav, legge sul risparmio, aperture della CdL ad altre formazioni politiche, election day, sindaci di grandi città, legge finanziaria.

    Tutto a livello informativo, tranne che per la legge Finanziaria, sulla quale ci si è soffermati a lungo soprattutto in relazione alla Strategia di Lisbona. Si era preso spunto da un emendamento presentato dal relatore, onorevole Santachè, che modificando quanto scritto sulla legge finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri e presentata in Parlamento rinviava, tout court, l'avvio della strategia di Lisbona al 2007.

    Orbene come è noto all'universo mondo il Pri è stato da sempre il partito del rigore e del contenimento della spesa, soprattutto corrente.

    A maggior ragione lo è oggi che l'Italia, come sostiene Tremonti, è sotto "amministrazione controllata", da parte della Commissione europea.

    Non saranno certamente i repubblicani a creare problemi. Tuttavia come è stato concordato se e quando i conti saranno a posto e ci auguriamo nel corso del 2006 * qualunque governo ci sarà * gli investimenti sul piano di Lisbona anch'esso approvato dal Consiglio dei Ministri e condiviso dai ministri coinvolti direttamente (Tremonti, Stanca, Moratti, Scajola, Baccini, Maroni, Matteoli, Lunardi, Alemanno), dovranno essere prioritari.

    Siamo certi che il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia, abbiano capito bene la posizione del Pri e siamo altresì sicuri che l'emendamento presentato alla Camera dei Deputati, dall'onorevole Santanchè, sarà modificato.

    La storia del Pri è stata sempre irta di ostacoli e incomprensioni. Dalla liberalizzazione del commercio estero, alla Nota Aggiuntiva del 1962, alla politica dei redditi, ecc. ecc.

    Sappiamo bene quindi che le idee di una formazione di estrema minoranza possano non trovare rispondenza con le idee di chi deve tutelare segmenti di società. Noi repubblicani pensiamo solo e solamente agli interessi generali del Paese e forse per questo, anche se in gran ritardo, abbiamo avuto consensi sui temi posti dopo un ventennio. Avremo ragione anche su questo tema che è squisitamente europeo.

    Lunedì prossimo 12 dicembre valuteremo l'emendamento del governo sulla Finanziaria 2006.

    Roma, 8 dicembre 2005

  7. #7
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    Predefinito quotidiano ed estero

    Vorrei chiedere a Nuvola Rossa se il quotidiano del PRI esce in edicola e se il partito o qualche organizzazione ideologicamente affine si occupa di lotte di liberazione nazionale. Vorrei capire se gli eredi di Mazzini si interessano come lui alla libertà dei popoli.
    Visitando l'anno scorso il sito dell'Associazione Mazziniana, ho visto un link al Sinn Fein; ecco, vorrei sapere se questo interesse c'è, perchè se sul quotidiano escono articoli sulle lotte di liberazione sia odierne che del passato, potrei comprarlo.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da etnosud
    Vorrei chiedere a Nuvola Rossa se il quotidiano del PRI esce in edicola e se il partito o qualche organizzazione ideologicamente affine si occupa di lotte di liberazione nazionale. Vorrei capire se gli eredi di Mazzini si interessano come lui alla libertà dei popoli.
    Visitando l'anno scorso il sito dell'Associazione Mazziniana, ho visto un link al Sinn Fein; ecco, vorrei sapere se questo interesse c'è, perchè se sul quotidiano escono articoli sulle lotte di liberazione sia odierne che del passato, potrei comprarlo.
    La Voce Repubblicana e' distribuita prevalentemente in abbonamento ... in edicola solo nelle grandi citta' ... per l'abbonamento vedi sotto:

    Abbonamento ordinario: 100, 00 euro
    Abbonamento sostenitore: 300,00 euro
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    Prova a chiederlo al tuo edicolante ... oppure chiedi un paio di copie gratuite di prova all'indirizzo e.mail vocerepubblicana@libero.it ... oppure ancora ... fai una visura della "Voce" presso la Sezione del Pri piu' vicina a dove abiti ... in modo da verificare i contenuti del quotidiano ... una cosa, per piacere o non piacere, deve prima essere provata ...

    http://www.nuvolarossa.org/

  9. #9
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    Predefinito ... dalla "Voce" in edicola domani ....



    Il presidente del Partito repubblicano Giorgio La Malfa, con un articolo per il "Corriere della sera" di giovedì 8 dicembre, ha messo il dito nella piaga programmatica del centrosinistra. La sua era una risposta a Michele Salvati, che aveva consigliato in un editoriale del quotidiano di via Solferino di dare “minor rilievo a temi che tutti coloro i quali si occupano di politica sanno essere crucialmente importanti: alcuni temi economici difficili, dal debito pubblico alle liberalizzazioni”. La Malfa ha replicato: “E’ possibile che Salvati suggerisca alla sinistra di non parlare di questioni crucialmente importanti? E che cos’è che determina questa reticenza? In effetti eludere le enormi questioni di finanza pubblica e apertura dei mercati che si pongono al nostro Paese significa evitare di parlare di economia. E l’economia è il problema cruciale dell’Italia e dell’Europa tutta. Non parlarne vuol dire non avere un programma elettorale. O meglio ancora vuol dire riconoscere che se la sinistra tentasse di formulare un programma su questo, si spaccherebbe una volta per tutte. In realtà Salvati sa benissimo che le cose stanno così. Tant’è vero che, nello stesso articolo, elenca tra i temi che maggiormente interessano gli elettori: occupazione, precarietà del lavoro, assistenza, pensioni. Ma il punto è che egli sa che se si vuol parlare con chiarezza di questi problemi ai cittadini, la sua coalizione viene meno”. E La Malfa allora, ne parla con chiarezza: “L’Italia non può più riguadagnare competitività sui mercati internazionali svalutando: siamo nell’euro". E non può più garantire “occupazione, sanità, assistenza e pensioni, aumentando la spesa pubblica: siamo già oltre i limiti di Maastricht”. Per poterci permettere tutto questo l’unica cosa plausibile è allora “far crescere l’economia”. E perché questo avvenga c’è una sola strada: “abbattere le rendite, aprire i mercati, liberalizzare”. Esattamente quello che Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e una parte dei Ds, oltre all’ala cattolica della Margherita, non vogliono nemmeno discutere. Mentre Salvati giunge alla conclusione che è meglio “sacrificare i propri convincimenti per vincere le elezioni”, la sinistra in Germania ha preferito fare un accordo con la Cdu per isolare la deriva estremista dell’antimercato, Lafontaine, per intenderci, “l’equivalente tedesco di Bertinotti”.
    Allora la domanda è se una vittoria della sinistra “costruita su una combinazione così equivoca apra una prospettiva al Paese, o porti ad un aggravamento della sua crisi”. La risposta è fin troppo facile, visto che Salvati ci ha dato una precisa e piena conferma, di quello che ci è sempre parso abbastanza evidente.

  10. #10
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    Nucara a Rai Uno
    La solidità, l'orgoglio, l'indipendenza della posizione dell'Edera

    La conferenza stampa di Rai 1 a cui è stato ospite ieri il segretario del Partito repubblicano, Francesco Nucara, ha potuto mettere in risalto nitidamente, la solidità, l'indipendenza e l'orgoglio della posizione politica dell'Edera in questa legislatura ormai prossima alla sua conclusione.

    Lo stesso Nucara ha ricordato che una formazione laica, come quella che ha un militante repubblicano, richiede innanzitutto assenza di pregiudizi; egli stesso si è definito come un "idealista pragmatico". Non è una contraddizione. E' la necessità vitale di realizzare il proprio ideale senza ricorrere a compromessi. E' il tentativo fondamentale di trovare soluzioni percorribili per i problemi principali della vita pubblica.

    Ad una conferenza stampa, in cui due giornalisti su tre rappresentavano testate dell'opposizione, organicamente, come Frida Nacinovich di "Liberazione", o quotidiani vicini al centrosinistra, come Goffredo De Marchis di "Repubblica", il segretario del Pri non ha fatto nulla per dissimulare le difficoltà che una casa politica, fondata e cresciuta sull'esempio mazziniano, ha incontrato in un'alleanza così assortita come l'attuale. Ma resta fermo il punto che, nonostante le difficoltà, questa alleanza è stata agibile dal Partito repubblicano, che ha potuto portare avanti molte istanze per noi fondamentali e rappresentarle dignitosamente. Come nel centrosinistra non fu possibile fare.

    Il vicedirettore del "Tempo", Sanzotta, si è chiesto infatti, con una prevedibile punta di scetticismo, se fosse "vero amore", il rapporto fra il Pri e Berlusconi, soprattutto in tempi di proporzionale. E Nucara ha risposto che non si tratta di un rapporto di amore, ma certamente di un rapporto di lealtà. Il presidente Berlusconi questa lealtà da parte nostra se la merita tutta e può farci affidamento, nella buona come nella cattiva sorte.

    C'è poi un tema politico che emerge fra i tanti trattati nella conferenza stampa, e cioè quello che concerne le prospettive di sviluppo del Paese. A proposito Nucara ha indicato l'opera del ministro La Malfa, nel governo con il suo piano di Lisbona. Investire nella ricerca, liberalizzare i servizi, incentivare la competitività del mercato per far crescere l'occupazione, sono elementi che rappresentano il volano della politica economica che i repubblicani sostengono per il prossimo futuro. Era quasi troppo scontato che un collega della stampa si alzasse per osservare che tutto questo il governo non è stato in grado di farlo finora e non sarà in grado di farlo domani. Può anche darsi.

    Potrebbe perfino darsi che non faccia nulla nemmeno il prossimo esecutivo ed il prossimo ancora. Ma nella storia di questo partito abbiamo già visto che quando si mettono in circolazione delle idee giuste ed utili allo sviluppo del Paese, queste si fanno comunque strada, nonostante l'arretratezza della classe dirigente. Basta pensare alla politica dei redditi promossa a suo tempo da un altro La Malfa, o allo Sme, proposte che non trovarono certo grande entusiasmo negli ambienti politici di allora.

    A proposito Nucara è tranquillo del fatto suo: il tempo ci darà ragione. E' forse anche una questione di carattere la sua, di "ottuso repubblicano", quella che lo indusse a strappare senza troppe formalità le erbacce cresciute sulla tomba di Mazzini in una sua recente visita. Le erbacce ricresceranno, è vero, ma egli sa che ci sarà sempre un repubblicano pronto a strapparle di nuovo.

    La figura di Mazzini ovviamente non poteva mancare nella conferenza stampa del segretario del Pri, tantomeno nell'anno del bicentenario.

    Conseguentemente non poteva mancare un riconoscimento ed un ringraziamento al Capo dello Stato da parte del segretario repubblicano, essendo proprio il Presidente della Repubblica, nel suo discorso di capodanno, ad aver dato il giusto valore all'Apostolo dell'Unità nazionale, dopo decenni di dimenticanza ed indifferenza culturale.

    Soltanto questo accenno così importante da parte di Ciampi, sarebbe per noi sufficiente per considerarlo meritevole di un mandato successivo al Quirinale. Perché Mazzini è il passato, ma anche il futuro della Repubblica.

    Ed anche per questo il Partito repubblicano non si preoccupa molto per le sue attuali dimensioni elettorali. Se vogliamo, sono nelle sua media storica. L'importante è mantenerle, sapendo che avremo sempre un'occasione domani per aumentarle.

    Roma, 13 dicembre 2005

 

 
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