dal Giornale del Nord Sardegna :
Santo Stefano. Gli americani hanno fatto riaprire il cantiere
La Maddalena, al via i lavori per l'ampliamento della base
Le dichiarazioni di Rumsfeld non bloccano il progetto di ristrutturazione
per 52mila metri cubi. Va avanti anche la costruzione di 400 appartamenti
■ Se è vero che c’è un
accordo tra il ministro della
Difesa americana Donald
Rumsfeld e il collega italiano
Antonio Martino, che prevede
di smantellare la base americana
di Santo Stefano, è pur
sotto gli occhi di tutti che,
nell’isola, i lavori di ristrutturazione
e forse anche di ampliamento
sono tutt’altro che
interrotti, anzi proseguono a
pieno ritmo. Quindi sembrerebbe
proprio che il Milcon p -
995, il piano di migliorie infrastrutturali
a Santo Stefano
sia in atto. Ristrutturare per
chi e per quale motivo? Tirar su
appartamenti a La Maddalena
per militari americani. Perché?
E per chi? Dubbi e interrogativi
anche perché a breve non ci
saranno più i sommergibili a
propulsione nucleare e la base
dovrà essere smantellata.
Ora tutto è nelle mani dei
governi di Italia e Usa. Anche
perché, stando a quando ha
detto il delegato dell’ambasciatore
americano in Italia, Ronald
P. Spogli al sindaco di La
Maddalena Angelo Comiti sarà
un negoziato a stabilire tempi e
modi che saranno poi comun
i c at i .
MA C’È ANCHE DA DIRE che
finora non è stato comunicato
nulla ai vertici militari americani
della base sul possibile
smantellamento. La decisone
per ora è solo politica. Bocche
cucite (e non potrebbe essere
duversamente) dai responsabili
della Pizzarotti di Parma,
che ha un cantiere anche a La
Maddalena, incaricata di portare
avanti i lavori di ristrutturazione
e ottimizzazione di
circa 52 mila metri cubi di
fabbricati nell'isola di Santo
Stefano, compresa la costruzione
di più di 400 appartamenti
nella zona di Mongiardino
a La Maddalena, sempre
per militari Us. Si sa solo che il
contratto che lega questa impresa
agli americani, prevedeva
che i lavori di Santo Stefano
siano portati a termine entro il
gennaio del 2007.
Tanti gli interrogativi senza
risposta. Come, ad esempio,
per quale motivo si continua a
mettere su cemento, a costruire
le fondamenta, a trasportare
materiale da costruzione nell’isola,
se gli americani devono
andare via. Una delle spiegazioni
potrebbe anche essere
quella che proviene da fonti
non ufficiali, secondo cui sarebbe
più conveniente per la
marina militare americana pagare
i lavori in corso, secondo
cifre già preventivate nell’ordine
di svariate centinaia di
milioni di euro, piuttosto che
interrompere un grosso contratto
e farsi carico della penale
per non aver rispettato gli accordi.
Ma la verità è che, della base
dei misteri, ancora non si sa
nulla. E intanto i lavori per
ampliare e ristrutturare la base
vanno avanti. ■
Bocche cucitedai
responsabili dell'azienda
che ha vinto l'appalto
Il sindaco incontra
i delegati americani