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  1. #1
    Signore di Trieste
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    Predefinito La Provincia ha un’insegna bilingue.

    La Provincia ha un’insegna bilingue. Poropat cita Slataper: “Tu sai che io sono slavo, tedesco e italiano”

    Pubblichiamo il testo dell’intervento della Presidente della Provincia di Trieste/ Pokraijna Trst, Maria Teresa Bassa Poropat, la nuova insegna istituzionale bilingue dell’ente. Hanno presenziato all’iniziativa il vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, il Console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste, Vlasta Valencic Pelikan, i rappresentanti istituzionali della Regione Friuli Venezia Giulia, dei Comuni della provincia e transfrontalieri.

    Sala del Consiglio Provinciale, 22 dicembre 2009

    Poche cose nella vita delle comunità acquistano significato profondo e radicato quanto i simboli.

    La targa che oggi è stata collocata all’ingresso della sede della Provincia di Trieste è prima di tutto un simbolo, oggetto capace di rappresentare la complessità sociale del nostro territorio: un’area ricca, per storia, tradizioni e cultura, non solo grazie agli insediamenti delle numerose comunità provenienti dall’area del bacino mediterraneo e da est, ma per la presenza di due vive e radicate componenti autoctone, quella italiana e quella slovena.

    Un emblema e un concetto frutto della Legge 38/2001, “Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli-Venezia Giulia”. Un testo fondamentale perché nel riconoscere i diritti della comunità minoritaria, colloca l’azione di tutela dello Stato italiano entro la più vasta dimensione europea, ambito nel quale la storia diviene riconosciuto punto di partenza per disegnare un futuro di collaborazione e sinergia, di rispetto e di dialogo, di garanzia e di sviluppo. L’art.2 della Legge, che mi piace qui brevemente portare alla comune attenzione, sottolinea come le previste misure di tutela della minoranza slovena si ispirino anche a importanti principi:

    - il riconoscimento delle lingue regionali o minoritarie come espressione di ricchezza culturale;

    - il rispetto dell’ambito territoriale di ciascuna lingua;

    - la promozione della cooperazione transfrontaliera e interregionale anche nell’ambito dei programmi dell’Unione europea.

    La lingua parametro di convivenza dunque, perché – ricordo -, che la Costituzione italiana ricorre esclusivamente al criterio della lingua quale elemento distintivo delle minoranze basando essa l’appartenenza allo Stato italiano sul criterio oggettivo della cittadinanza e dunque su una concezione civica e non etnica dell’appartenenza.

    Negli usi comuni, nell’abitudine diffusa nel nostro territorio, la compresenza della lingua italiana e di quelle slovena, mediate anche dalla vivacità delle numerose associazioni culturali, ha permesso di superare, o piuttosto, in talune circostanze, faticosamente accettare, il fatto che su un altro livello, quello istituzionale, non vi fosse stato, soprattutto nel Novecento, un riconoscimento delle specificità, ovvero non fosse data uguale dignità pubblica all’espressione di tutti i cittadini.

    Riprendere il percorso di convivenza non è stato sempre facile, perfino negli atti più quotidiani.

    Ricordo ancora, quando ero Assessore all’educazione al Comune di Trieste, l’arrivo di una dirigente di una scuola slovena nel mio studio: entrata mi disse che quella era la prima volta che, per motivi di lavoro, si trovava in un ufficio della Pubblica amministrazione del capoluogo. Si era rotta una barriera: anche in quella occasione un fatto semplice acquistò una dimensione più ampia e ricca di significato.

    Per un Ente, come la Provincia di Trieste, che non solo accoglie, ma rappresenta chi vive e opera in tutti i comuni del territorio, l’insegna bilingue, oggi posta all’ingresso della sede storica, deve dunque essere letta come simbolo che parla all’intera comunità di riferimento. Tappa di un itinerario che sa cogliere nella complessità della nostra storia e tradizione la ricchezza di questa terra che, spesso anche con dolente fatica nei momenti più bui, si è incamminata lungo la strada della pluralità e non dell’omologazione. Lungo questo itinerario nostro compito è lavorare per un domani di sviluppo nel cuore dell’Europa che, con l’allargamento dell’area Schengen, ha assicurato a questa zona di confine nuovo impulso e centralità. Scipio Slataper scriveva alla futura moglie Gigetta Carniel nel 1912 “Tu sai che io sono slavo, tedesco e italiano”. Guardando al domani nel rispetto di ciò che è stato, ho apprezzato oggi la presenza dei giovani accanto ai rappresentanti delle istituzioni, perché il sofferto dialogo di un tempo deve diventare, grazie alla collaborazione di tutti, momento di sereno e quotidiano confronto per le nostre comunità, aperte a quelle contermini e pronte a progettare assieme un avvenire di crescita.

    Lasciatemi infine ringraziare tutti coloro che hanno voluto intervenire a questa cerimonia.

    La Provincia ha un’insegna bilingue. Poropat cita Slataper: “Tu sai che io sono slavo, tedesco e italiano” | Bora.La

  2. #2
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    bene....a questo punto però sarebbe giusto che anche la Slovenia faccia lo stesso, con la minoranza italiana ivi presente

  3. #3
    Signore di Trieste
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Citazione Originariamente Scritto da matrix Visualizza Messaggio
    bene....a questo punto però sarebbe giusto che anche la Slovenia faccia lo stesso, con la minoranza italiana ivi presente


    sito del comune di koper capodistria in italiano sloveno Mestna ob?ina Koper

    In parte del territorio comunale di Capodistria oggi vige un bilinguismo ufficiale sloveno-italiano. Il bilinguismo riguarda tutti gli ambiti della vita pubblica, compresa la toponomastica. Sono bilingui la città di Capodistria e gli insediamenti di Ankaran/Ancarano, Barizoni/Barisoni, Bertoki/Bertocchi, Bošamarin/Bossamarino, Cerej/Cerei, Hrvatini/Crevatini, Kampel/Campel, Kolomban/Colombano, Prade/Prada, Premacan/Premanzano, Šalara/Sallara, Škocjan/San Canziano e inoltre la località di Valmarin (Scoffie di Sotto/Spodnje Škofije), corrispondenti all'area storica di insediamento della popolazione di lingua italiana. Tuttavia è opportuno sottolineare che negli ultimi anni la globalizzazione ed i numerosi lavori pubblici hanno costretto numerosi appartenenti alla comunità italiana a trasferirsi in aree attualmente non incluse nel territorio a nazionalità mista comprendente le suddette località. Secondo le più recenti statistiche circa il 15% dei capodistriani appartenenti alla comunità italiana risiede fuori dal territorio a nazionalità mista, proprio per questo uno degli scopi principali dell'Unione Italiana è quello di ampliare il territorio nazionalmente misto includendovi ulteriori abitati.
    La minoranza italiana è riunita in tre diverse comunità: la comunità degli italiani di Capodistria (921 iscritti), la comunità degli italiani di Crevatini-Ancarano (133 iscritti) e la comunità degli italiani di Bertocchi (106 iscritti).
    In base a quanto indicato dall'ultimo censimento sloveno (2002) i residenti appartenenti al gruppo etnico italiano sono 712, cioè pari all' 1,6% della popolazione totale del Comune. I residenti di madrelingua italiana sono leggermente più numerosi: 1.059, ovverosia il 2,2% sul totale (prima dell'esodo ne rappresentavano circa i quattro quinti). La comunità italiana autoctona vive non pochi problemi, data la scarsa consistenza numerica e il suo lento ma inesorabile declino dovuto sia all'emigrazione che al basso tasso di natalità.
    Tuttavia, analizzando il censimento della Repubblica di Slovenia del 2002 nella se
    zione relativa alla lingua di comunicazione in famiglia emerge che ben 2015 abitanti hanno dichiarato di comunicare in famiglia in lingua italiana ovvero il 4,2%, un dato ugualmente esiguo ma sicuramente più incoraggiante.
    La residua comunità italiana gode di svariate tutele, storicamente derivanti dal Memorandum di Londra del 1954, che dividendo l'allora Territorio Libero di Trieste fra Italia e Jugoslavia obbligava i due stati ad instaurare delle forme di tutela delle rispettive minoranze. Tra i diritti riconosciuti, vi è quello di esporre la propria bandiera nei contesti pubblici, a fianco di quella slovena. Secondo la legge slovena lo status giuridico della minoranza può essere mutato solo con il consenso della stessa.
    Il Consiglio Comunale ha 32 seggi, tre dei quali sono eletti direttamente dalla minoranza, mentre i restanti 29 sono nominati dal resto della popolazione. Uno dei tre vice-sindaci è inoltre designato dalla minoranza.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Sloveni_italiani
    con due seggi riservati alle comunità nazionali autoctone italiana ed ungherese.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Slovenia
    Ultima modifica di trenta81; 22-12-09 alle 19:23

  4. #4
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Facciamo parte tutti dell'Europa , che è l'Europa dei Popoli.
    Degli Sloveni , dei Friulani , degli Italiani.
    Quindi ben venga il bilinguismo.

  5. #5
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Trenta a Capodistria dovrebbe essere tutto bilingue come in Alto Adige.
    Quello che hai fotografato deve essere l'unico cartello bilingue...

  6. #6
    Signore di Trieste
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Citazione Originariamente Scritto da Breiner252 Visualizza Messaggio
    Trenta a Capodistria dovrebbe essere tutto bilingue come in Alto Adige.
    Quello che hai fotografato deve essere l'unico cartello bilingue...
    ho messo il sito del comune di koper capodistria che è in italiano


  7. #7
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Non sono destro, sinistro, papalino.
    Ottima iniziativa.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #8
    duca di rivoli
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    bene.
    c'è ancora qualcuno che ragiona.

  9. #9
    Liberista e federalista
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Ottima cosa! Infatti io sono favorevole anche ai cartelli in doppia lingua anche nel resto d'Italia (italiano-lingua locale/lingua minoritaria)!
    Frangar non Flectar
    "La terza via tra Stato e mercato è la via più facile per arrivare al Terzo Mondo" (Vaclav Klaus)

  10. #10
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    Predefinito Rif: che dicono i destri sulla targa bilingue messa dalla provincia di trieste/trst??

    Ottima cosa.
    Pienamente favorevole.

 

 
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