Fine settimana di incontri e ipotesi a sinistra e a destra per la scelta dei candidati a sindaco della città
A Napoli la politica è donna. Rosa delusa, spera Alessandra
di Sergio Menicucci
Per una donna che scende,un’altra potrebbe salire. Quote rosa oppure no a Napoli la politica è anche donna. Solo delusioni, però, per Rosa Russo Jervolino,sindaco per 5 anni della coalizione di sinistra, costretta a dare forfait per la ricandidatura dal “fuoco amico” che per ben 52 volte ha fatto saltare le riunioni del consiglio comunale( il più assenteista sarebbe il verde Alfonso Pecoro Scanio,che si giustifica con gli impegni nazionali). Una sfida tutta da verificare per Alessandra Mussolini che dopo i contatti con Silvio Berlusconi potrebbe diventare l’asso nella manica della Casa delle libertà, una volta ricomposti i dissidi con Fini che la portarono ad abbandonare il partito e fare un nuovo movimento. L’ipotesi sta andando avanti e prima di Natale potrebbe esserci l’annuncio per sfidare il “trasfuga” Riccardo Villari,se De Mita riuscirà a convincere gli alleati. La candidatura per Palazzo San Giacomo è, comunque, un percorso ad ostacoli. Oltre alla emergenza criminalità, le battaglie perse sono state soprattutto quelle amministrative,della gestione quotidiana della città.
Da parte dell’Unione e degli esponenti dell’Ulivo si tenta di minimizzare la rinuncia per non compromettere il risultato di immagine del composito schieramento che dovrà ripresentarsi ai cittadini napoletani a chiedere il voto.E’ dal 1993 che a Napoli e Campania governano le sinistre. E i due dominatori della politica si chiamano da una parte(diesse) Antonio Bassolino e dall’altra (ex dc) Ciriaco De Mita. L’uno e l’altro hanno compreso che insistere sulle riflessioni e sulle motivazioni che hanno indotto a lasciare un’esperta politica come la Jervolino significherebbe affondare il bisturi sui fallimenti della governabilità delle sinistre nel loro complesso. Basti osservare il caos dei trasporti per rendersi conto della carenza di una visione strutturale della città. Per la sporcizia si è raggiunto livelli esasperanti. L’obiettivo di raggiungere una raccoltà differenziata dei rifiuti pari al 35 per cento è fallito,avendo raggiunto la raccolta poco più del 10 per cento.
Per la cultura mancano iniziative e progetti di vasto spessore. Per il turismo è tutto fermo alle bellezze naturali e archeologiche. E’ stato fallito l’obiettivo di avere la finale della America’s Cup andata a Valencia perché garantiva più infrastrutture e più ritorno di immagine. Resta grave anche la mancata realizzazione della bonifica di Bagnoli,che doveva terminare nel 2000 e rilanciare un bacino turistico tra i più suggestivi del mondo al posto della vecchia Italsider,i cui operai assicuravano al vecchio Pci di Velenzi e compagni un bacino sicuro di voti. Ma è polemica anche sui lavoratori socialmente utili della Jacorossi (una società la cui proprietà è stata da sempre vicina agli ambienti di sinistra) che sarebbero pagati in pratica per non lavorare,pur avendo la Regione sborsato ben 143 milioni di euro.Dopo lo scandalo del 2001 degli stipendi gonfiati è esplosa in questi giorni la questione delle consulenze e degli affidamenti a società esterne per una cifra di circa 160 milioni dei 500 erogati dalla regione per le società miste.
Alle luminarie pre-natalizie e alla bella tradizione di vie piene di presepi fanno riscontro episodi di sasngue e violenza.Napoli è ormai una città in condizioni econmico-sociali disastrate. Come svoltare? Sono in tanti a chiederselo. Napoli vive comunque sul terziario (commercio,professioni,servizi) e sul pubblico impiego. Anche il turismo è una risorse utilizzata male,con poca coordinazione e scarse sinergie. Quello che, invece, si propone di fare il progetto “RomaNeapolis” lanciato da L’opinione.