Originariamente Scritto da
FLenzi
Italia - 08.12.2005
Paura inquinamento
Gli Usa se ne andranno da La Maddalena. Via i soldati, resta l’inquinamento.
Tutto ha avuto inizio nell’ottobre del 2003, quando una forte esplosione, avvenuta intorno alle 11 della sera, ha fatto sobbalzare gli abitanti dell'isola. Il primo pensiero, quello principale, è andato alla base Usa che distava poco dalle loro abitazioni, e che nel corso del tempo aveva dato preoccupazioni alla popolazione. Di fronte alla richiesta di spiegazioni, le autorità si sono giustificate dicendo che l’esplosione era dovuta a un terremoto con epicentro in Corsica (che effettivamente era stato registrato, ma in un orario diverso). Ma la verità molto probabilmente era un’altra.
Un sommergibile nucleare statunitense, l’Hartford, che si trovava di passaggio nelle acque davanti alla base di Santo Stefano, poteva aver avuto un incidente.
Il Pentagono confermò la notizia solo molto tempo dopo l’accaduto. Considerando che il sommergibile nucleare in questione, come tutti i sommergibili nucleari del resto, portava al suo interno barre di uranio, la preoccupazione delle organizzazioni ambientaliste si è fatta sempre maggiore.
La voglia di verità su quanto era successo spinse alcuni subacquei del Wwf a immergersi vicino alla base Usa e a prelevare alcune specie di alghe per verificare lo stato di inquinamento delle acque. Dopo una consultazione con una nota associazione ambientalista della Corsica viene deciso di inviare i campioni raccolti al Criirad, un noto istituto indipendente francese specializzato in controlli nucleari, che per prima cosa nota come le autorità non abbiano fatto svolgere delle analisi complete.
Inquinamento sì, inquinamento no. I risultati fanno paura. In alcune alghe, recuperate dai fondali marini, vengono trovate tracce di uranio e torio 234 di molto superiori rispetto alla media. Ma la cosa che fa rabbrividire anche analisti così esperti è la presenza di plutonio 239, un prodotto artificiale, fatto dall’uomo e che in natura non esiste. Dalla Criirad hanno richiesto all’ambasciata Usa i dati relativi alle analisi delle acque realizzate prima dell’arrivo dei soldati statunitensi in Sardegna, per poterle paragonare con quelle attuali. Purtroppo però i dati non sono stati forniti all’istituto francese e quindi non sono stati confrontati.Inoltre, alla richiesta del Criid sullo smaltimento dei rifiuti tossici nucleari prodotti dalla Base non è seguita alcuna risposta.
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