Il fatto che "libertà di parola, senza libertà di accesso alla radio vale zero" era una verità evidente già nell’America anni Venti. Evidente come il carattere prevaricatore e truffaldino della pretesa di imporre il silenziatore alla comunicazione elettorale per mezzo della televisione, nell’Italia d’oggi.


Prevaricatore, nonché antidemocratico, perché si pretende di livellare, in nome dell’uguaglianza delle opportunità, i tempi di propaganda televisiva di un grande partito e quelli di un partitino con percentuali da prefisso telefonico, magari nemmeno rappresentato in Parlamento.


Truffaldino, perché si violenta la libertà di scelta del mezzo di comunicazione elettorale, nell’interesse della parte che ritiene di trarre vantaggio dal ricorso a modalità tradizionali di propaganda. La cosiddetta "par condicio", è autentica "impar condicio".


Per stravolgere le regole elementari della campagna elettorale, il momento più alto nella vita democratica, si ricorre ad argomenti pretestuosi. Come quello per cui la disponibilità di maggiori mezzi finanziari avvantaggerebbe i grandi partiti rispetto ai piccoli. O quello che contesta al protagonista del confronto elettorale che disponga della proprietà di reti televisive, di essere nelle condizioni di trarre un profitto personale dagli investimenti in comunicazione degli altri soggetti politici.


Il carattere meramente pretestuoso di tali argomenti è dimostrato dal rifiuto aprioristico di aprire un confronto nel merito su di essi. Per esempio, la liberalizzazione degli "spot di coalizione" è una soluzione, nella logica del sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza, che garantisce parità di condizioni tra tutte le componenti di entrambi gli schieramenti, quale che sia la rappresentatività di ognuna.


Non esistono obiezioni di merito che non possano trovare ragionevole composizione attraverso il confronto, purché si voglia.
Compresa quella secondo cui mancherebbe, in questo scorcio di legislatura, il tempo per un intervento legislativo che liberi campagna elettorale dalla camicia di forza che le è stata imposta.


Nelle grandi democrazie la televisione è l’arma più potente della comunicazione elettorale. Non prenderne atto, e liberalizzarne l’accesso, sarebbe un balzo indietro reazionario nel modo di rapportarsi con l’opinione pubblica. Reazionario come la pretesa di distruggere i telai a vapore agli albori della rivoluzione industriale.

(www.forzaitalia.it)



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argomenti pretestuosi...


ragionevole composizione attraverso il confronto....


telai a vapore agli albori della rivoluzione industriale.....



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oddio non riesco a smettere......



CHE PAGLIACCI....... maahahhaaahaahaaahh