Massimo Scaligero, "Omogeneità e continuità della razza italiana"
(La difesa della Razza II, 15: 38 – 40)
"Occorre oggi intendere la diversità profonda che divide l’uomo mediterraneo (minoico-miceneo-ellenico-italico) dall’uomo semitico (fenicio-caldeo-assiro-ebraico): nell’arcaico Mediterraneo essi per secoli sono in lotta con armi diverse: l’uomo mediterraneo riassume in sé l’eroe e il sacerdote, reca lo spirito "apollineo", classico, "solare", mentre quello semitico è il trafficante, il nomade, l’invasore, reca oscuri culti "tellurici" e una religione sensualistico-individualistica.
Stabilita questa distinzione essenziale, noi ritroviamo due aspetti, due variazioni del tipo mediterraneo, che contendono nell’Italia pre-romana: il nordico e il meridionale. Sono due tradizioni, due sottorazze: ma inizialmente essi erano una razza potente, saggia, l’atlantico-iperborea. Questa razza, che si trova all’origine stessa del mondo ariano, è la creatrice del primo tipo di civiltà "solare" in quanto fondata sull’armonia di due principî: sacro ed eroico. La chiusura del suo ciclo si accompagna con la scissione di tali principî, onde si genera un dualismo religioso, etico, politico ed etnico, che per molti secoli dà luogo a contrasti e a connubi di razze e civiltà, dall’Occidente europeo-mediterraneo all’Oriente indo-iranico.
L’arianità mediterranea prepara la risoluzione di tale dualismo nella sintesi delle due culture e delle due sottorazze: il prodigio, nuovo nella storia del mondo, si compie con il sorgere di Roma e con il suo affermarsi nell’Occidente.
[…]
In sostanza, Roma restituì alle due sottorazze fondamentali l’unità di sangue, etnica spirituale, originaria."