dall'Arena:
blitz dei Nas. Mentre non si registrano novità sul fronte delle indagini, cominciano i primi interrogatori
«Sì, usavamo uova marce»
Imprenditore ammette: «Lo facevano tutti, ma fino al 2003»
«È vero, utilizzavamo uova non destinate al consumo umano, ma solo fino al 2003. Costavano poco e in questa maniera riuscivamo a abbattere i costi. Purtroppo era una pratica utilizzata in tutta Italia e anche noi ci siamo dovuti adeguare».
La detenzione comincia a sciogliere la lingua a qualcuno degli imprenditori e manager finiti in manette martedì, con l’accusa di aver immesso nella catena alimentare uova marce e scadute, come evidenziato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione in una complessa e lunga indagine.
Un’operazione, lo ricordiamo, che ha interessato anche la nostra provincia e segnatamente l’azienda agricola Tre Valli, la Pasquali e la Volcar. Gli imprenditori scaligeri finiti in carcere sono Luigi Pasquali, già amministratore di Uovador, e i fratelli Massimo e Stefano Volpato della Volcar. Graziano Muzzolon, già direttore della Tre Valli, cooperativa del gruppo Veronesi, è invece agli arresti domiciliari.
L’ammissione di aver utilizzato uova marce e piene di muffa, in particolare, è attribuita dal Quotidiano Nazionale di ieri a Alessandro Caiconti, uno dei soci dell’omonima azienda avicola di Selvapiana a Bagno di Romagna, arrestato come gli altri imprenditori coinvolti nell’indagine all’alba di martedì e interrogato mercoledì mattina su rogatoria dal giudice di Forlì. È la prima, sconcertante confessione, mentre la gran parte delle aziende coinvolte nell’indagine continuano a dichiararsi vittime del raggiro.
Al momento sono quattro i legali che hanno già presentato ricorso al Tribunale del riesame di Bologna contro le misure detentite emesse nei confronti di quattro manager veronesi e uno padovano, nonché contro il sequestro di aziende e macchinari, in particolari le sgusciatrici che servono a ottenere il "misto".
Sembra sparito nel nulla, invece, l’autotrasportatore inglese di 46 anni, residente nello Yorkshire, che ha involontariamente permesso agli investigatori di scoprire il meccanismo truffaldino. Nei suoi confronti verrà emesso probabilmente un mandato di cattura europeo.
A livello politico, nel frattempo, è preannunciata un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, mentre alcuni consiglieri regionali hanno chiesto all’Emilia Romagna di costituirsi parte civile contro le aziende coinvolte nell’aziende che hanno usufruito di finanziamenti regionali.