Originariamente Scritto da
arta47
Da l'Unità on-line:
14.12.2005
Pasticci e conflitti d'interesse. Casini boccia la manovra
di red
Il presidente della Camera Casini, dopo aver criticato l'ennesimo esautoramento dei poteri del Parlamento, boccia una parte del maxiemendamento alla finanziaria su cui il governo ha posto la fiducia. Sono diciassette i commi dichiarati inammissibili dalla presidenza della Camera. Tra di essi le norme sulla patente a punti, sulla carta di identità elettronica e varie misure «microsettoriali»
In aula a Montecitorio il capogruppo dei Ds, Luciano Violante, ha avuto parole dure sul conflitto di interessi che ancora una volta ha creato un vulnus istituzionale. Nella Finanziaria infatti c’è una una norma che avvantaggia una società di decoder del fratello del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Le opposizioni in Parlamento hanno chiesto se al momento della autorizzazione della fiducia il capo del governo fosse presente.Invece per dribblare la sua stessa legge, il premier ha preferito non essere assente alla riunione decisiva che blinda l’intero pacchetto della manovra.
«Fermo restando che la fiducia è truffaldina verso il Parlamento, quello che vogliamo sapere è se il presidente del Consiglio ha un conflitto di interessi con questo testo oppure no», ha chiesto Violante al ministro per il Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi nella discussione in aula sulla Finanziaria 2006. «Non ricordo», ha risposto il ministro. Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, ha annunciato che la questione sarà «valutata con l'attenzione che merita». Casini si è detto dispiaciuto - anzi esprime «profonda delusione» - di questo prendere o lasciare in cui si mette il silenziatore alla discussione parlamentare. Il diessino Vannino Chiti che è uno stato d’animo che ricorre nella seconda carica dello Stato ma non gli ha mai impedito di votare a favore «sulle leggi ad personam, sui condoni, sulla leggeelettorale approvata solo per loro e non per l'Italia, sullo sfregio alla Costituzione».
Sulla questione del passaggio obbligatorio – per il prossimo anno per Val d’Aosta e Sardegna ma a seguire entro il 2008 per tutti i televisori d’Italia -al digitale terrestre e dell’appalto, previsto in Finanziaria, alla società Solari.com di proprietà di Paolo Berlusconi, il senatore della Margherita Luigi Zanda aveva già presentato una interrogazione rivolta al ministro delle Comunicazioni chiedendo l’intervento del Garante.
L'interrogazione presentata in Senato ricostruisce la vicenda dei contributi, sostenendo che "guarda caso, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo Mhp – cioè quello richiesto ndr - è la Solari.com, controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi attraverso la società finanziaria Pbf srl da loro posseduta". "È curioso notare - accusa il testo - che la società controllata da Paolo Berlusconi ha cominciato a commercializzare i decoder per la nuova tecnologia a gennaio 2005, proprio quando è stato lanciato il servizio pay per view Mediaset Premuim e, da gennaio a luglio 2005, il fatturato della Solari.com è raddoppiato fino a raggiungere 141 milioni di euro". Un’operazione che peserà sulle casse statali dell’Erario per 220 milioni di euro in due anni, sostiene Zanda.
Il ministro delle comunicazioni, Mario Landolfi, per tutta risposta ha ammesso che solo per Sardegna e Val d’Aosta nella Finanziaria sono stati stanziati «10 milioni di euro per gli incentivi per l'acquisto dei decoder per il digitale terrestre» cioè decoder targati Berlusconi. Il ministro ha aggiunto che proverà a reperire ulteriori finanziamenti al momento della conversione del decreto “milleproroghe”.
Intanto il ministro Giulio Tremonti andato in mattinata difendere in commissione Bilancio la sua “creatura”- il maxiemendamento – conferma i tagli ai fondi per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 che il segretario dei Ds Piero Fassino chiede invece vengano cancellati, ripristinando i finanziamenti già previsti.
Tremonti difende tutto il testo del maxiemendamento ma in particolare il suo concordato fiscale retroattivo che produrrebbe «un gettito molto rilevante anche se non enorme», la porno tax anche sui film considerati – non è chiaro da chi ndr- «violenti» e la nuova imposizione sulle plusvalenze immobiliari al 12,5% che, a suo dire, farà emergere tutta la materia imponibile, facendo scomparire il nero.
E oggi l’agenzia di rating Standard and Poor's mette sull’avviso il governo – e anche quello futuro, dopo le elezioni di aprile – di essere pronta ad abbassare entro il 2006 l’outlook sull’Italia, già negativo, «se non emergerà una strategia chiara e coerente di riduzione del debito». Che al momento, evidentemente, non vede.
__________________________________________________ ____________
Saluti, Arta