Scoontri prima e dopo Livorno Lazio
13/12/2005 - di Red Leghorn; Fonte: Il Tirreno
Scontri alla Porta a Terra: un arresto

In cella ultrà livornese, un altro denunciato. Tre gli agenti feriti
Pochi minuti prima dell’inizio della partita aggrediti i poliziotti addetti al pre-filtraggio sotto la curva Nord
L’epilogo della giornata più difficile del campionato è a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, vicino all’Ipercoop: gli ultrà del Livorno che si radunano, battono con i pugni e con le aste sui vetri dei bus dell’Atl che riaccompagnano i laziali verso il binario dove alle 18.04 partirà il loro treno, destinazione Roma. La colonna dei mezzi Atl si ferma, arriva l’invito a scendere e a darsele di santa ragione, in un momento in cui la stretta della polizia, he non ha mai mollato le due tifoserie, sembra allentarsi: d’altronde mancano pochi metri, e il questore Vincenzo Roca avrebbe potuto tirare un respiro di sollievo. I laziali non scendono dagli autobus, le intenzioni bellicose proclamate dalla curva non si manifestano.
Arriva la scorta della polizia, invece, e gli agenti riescono a prendere al volo due ragazzi in sella a un motorino che cercano di fuggire. Vengono fermati, uno di loro finisce agli arresti - avrebbe tirato un sasso a un agente - mentre un altro denunciato a piede libero, anche se manca l’ufficialità.
E’ la fine di una giornata in cui, più volte, si è sfiorata la guerriglia. Soprattutto quando i tifosi del Livorno hanno spinto fuori dalla Nord a suon di pugni, pietre e bastoni, i poliziotti che avrebbero dovuto fare il pre-filtraggio. Due feriti: un agente del commissariato di Rosignano medicato con otto punti di sutura alla fronte (si era tolto il casco perché ormai la partita stava iniziando), un altro che ha sbattuto contro un palo mentre cercava di fuggire. Pare sia stato un atto di ribellione per il fatto che il questore non avesse chiesto di togliere le croci celtiche dalla curva biancoceleste, dice radio curva Nord. «Un diversivo, un modo per cercare di portare dentro lo stadio i bastoni», replica Roca. Che comunque rivendica la scelta di non aver fatto portare via quelle bandiere laziali: «Me lo dice la legge. Non sono bandiere che inneggiano all’antisemitismo come le svastiche. Le croci celtiche non sono vietate».
L’arrivo dei laziali. Niente è stato lasciato al caso. La polizia sa, attraverso la squadra tifoserie della Digos di Roma, che gli ultrà arriveranno in treno poco prima di mezzogiorno. Vengono presidiate tutte le zone a rischio, i cavalcavia, gli incroci, il lungomare, le stazioni di Antignano e Ardenza, per evitare che a qualcuno sul treno salti in mente di tirare il freno. Per le due tifoserie incrociarsi sembra impossibile. I laziali arrivano nel loro settore, vengono perquisiti e portati in curva. «Non gli abbiamo fatti spogliare», avverte subito il questore. «Sarebbe impensabile. Sicuramente oggetti contundenti non se li sono portati, su bandiere e striscioni non possiamo garantire».
I numeri. Sono pochi i laziali. I biglietti prenotati erano mille, ne avrebbero potuti avere quasi tremila, ma i paganti, comunica la società biancoceleste in mattinata, sono 561. «Potranno arrivare al massimo a seicento se includiamo i biglietti gratis», dice Paolo Rossi, il capo di gabinetto della questura incaricato di organizzare l’ordine pubblico. «Un numero sufficiente, comunque, per creare apprensione. L’arrivo è andato bene, nonostante la voce di una tv che aveva annunciato scontri alla stazione con la polizia. In realtà non hanno creato nessun tipo di problema».
Scontri in curva Nord. Sarebbero le croci celtiche a irritare gli ultrà livornesi, già coi nervi a fior di pelle di prima mattina. Accusano la polizia che non le fa togliere. Una sensazione, vista la concomitanza degli eventi: il fatto è che pochi minuti prima dell’inizio della partita i livornesi aggrediscono un gruppo di poliziotti di guardia sotto la curva e costringono gli agenti a uscire fuori. Uno di loro, sanguinante, verrà prima soccorso personalmente dal questore, poi caricato su un’ambulanza. Avrà otto punti di sutura alla testa. «Un atteggiamento grave», dice il Roca, «poteva essere evitato. I motivi? Ci sfuggono, pensiamo a un atto per cercare di portare dentro bastoni, ne abbiamo sequestrati diversi nascosti a pochi metri di distanza dalle porte. Le croci celtiche? Non sono simboli di odio razziale, dunque ho deciso che potevano rimanere. Ci comportammo diversamente quando furono esposte svastiche da parte dei romanisti».
Cori e striscioni. Gli ultrà livornesi ricordano che 12 dicembre (anno 1969) vuol dire anche l’attentato di marca fascista alla Banca nazionale dell’Agricoltura di Milano, quella passata alla storia come la strage di piazza Fontana. I laziali espongono uno striscione: «A voi archiviano i reati (riferito ai fatti di Roma dello scorso anno) a noi buttano le chiavi». La risposta dalla Nord: «Sbirriducibili», parola composta tra sbirri (poliziotti) e Irriducibili (il gruppo leader in curva della Lazio). E ancora: «Laziale disoccupato, Lotito non ti ha più pagato» e «Laziale dove sei?». La partita scivola via, Livorno tocca il paradiso. Al gol di Lucarelli è l’apoteosi.
Porta a Terra: incidenti. I livornesi arrivano coi motorini, senza dare nell’occhio. Quando si materializzano i bus dell’Atl che riportano i laziali verso i binari della stazione - lato Porta a Terra - sbucano un centinaio di ultrà, tutti determinati. Ma lo scontro viene evitato: nessuno scende dai bus e la polizia prende due ragazzi di 20 anni. Uno di loro, con precedenti specifici, viene arrestato; l’altro denunciato a piede libero. Alle 18,04 i laziali partono senza far danni. Ma il servizio d’ordine ha pensato anche a proteggere la stazione piazzando un lungo convoglio fermo sui binari per evitare «invasioni» da parte dei laziali.
Il bilancio. Tre agenti feriti, un ultrà denunciato, un altro arrestato. Sia il questore Roca che il capo di gabinetto Rossi, sono sulla stessa linea: il servizio d’ordine ha funzionato. Poteva accadere di tutto, in realtà parliamo di due imprevisti senza alcun strascico e soprattutto non gravi. «Abbiamo assicurato ai tifosi in arrivo da Roma», conclude Roca, «una scorta adeguata. Sono arrivati e rientrati a casa senza che avessero problemi».


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