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    Predefinito ll senso (canagliesco) di qs riforma elettorale proporzionale

    Per capire il passaggio dall’ormai vecchio maggioritario uninominale al nuovo maggioritario (almeno così dicono…) proporzionale - nel senso che è un proporzionale taroccato maggioritario con un complesso meccanismo di premi e sbarramenti , peraltro facilmente eludibili , intesi a garantire la stabilità – per capire qs passaggio , dicevo , è utile soffermarsi sulla elezione diretta del sindaco dei comuni

    Ebbene , è come se si passasse dalla “lotta” fra due candidati con nome-e-cognome – sostenuti ciascuno da una propria lista di partiti e partitelli – alla “lotta” fra due lista contrapposte … riservandosi la lista vincente di nominare lei il sindaco.

    In entrambi i casi i due candidati sindaci sono scelti dai partiti coalizzati – la differenza è che nel primo caso il nome-cognome viene proposta all’ Elettorato PRIMA del voto , mentre nel secondo (ipotetico) caso - DOPO

    Non è una differenza di poco conto : nel primo caso i partiti coalizzati sono più o meno “costretti” a presentare un candidato dalla faccia pulita o almeno presentabile - nel secondo caso , ciao …

    Ora , la recente riforma proporzionale per l’elezione del parlamento nazionale , voluta dalla Banda Berlusconi si propone – attraverso la soppressione dei collegi uni-nominali - esattamente qs obbiettivo : NASCONDERE i propri candidati dietro allo schermo della lista-partito … e chissà quale “fetenzia” andremo a votare

    auguri Italia …

  2. #2
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    Predefinito

    Il trasformismo ha l’uomo simbolo

    • da La Stampa del 15 dicembre 2005, pag. 1

    di Marcello Sorgi
    L’approvazione della nuova legge elettorale non poteva avvenire in un contesto peggiore. Lo scontro tra la maggioranza, che ha voluto fortissimamente il ritorno al proporzionale, e l’opposizione, che l’ha avversato con tutti i mezzi, ha raggiunto toni inauditi. Un accenno fatto da Prodi al difficile ruolo del Capo dello Stato, che deve ora decidere sulla promulgazione delle nuove norme, ha dato la stura per un giorno intero a polemiche sul Quirinale, senza alcun riguardo, in queste ore delicate, per la serenità turbata del Presidente Ciampi.

    In qualsiasi democrazia la legge elettorale appartiene al ristretto gruppo di regole fondamentali che sono alla base del funzionamento del sistema. Fu per questo che ormai dodici anni fa, dopo che due referendum popolari avevano chiesto l'abolizione delle preferenze e del proporzionale, in Parlamento - un Parlamento piegato dall’ondata di Tangentopoli e dalle crepe vistose della Prima Repubblica -, diversamente da quanto è accaduto adesso, maggioranza e opposizione cercarono e trovarono l’intesa per una soluzione condivisa. E’ precisamente quella soluzione, il cosiddetto «Mattarellum», il mix di maggioritario al 75 per cento e proporzionale al 25 per cento, che la legge approvata ieri al Senato è venuta a cancellare: sostituendolo con un proporzionale a premio di maggioranza, che dovrebbe mantenere l'impianto bipolare della Seconda Repubblica, riabilitando nel contempo i partiti a correre ciascuno per sé.

    In realtà nessuno sa bene cosa succederà. Le simulazioni, che ormai da settimane impegnano i più accreditati istituti di sondaggi, prevedono un risultato favorevole, ma limitato (la legge stabilisce un tetto massimo di 340 seggi per i vincitori), per il centrosinistra alla Camera. E al Senato (dove il premio di maggioranza su base regionale consente al centrodestra una maggiore capacità di recupero), un testa a testa tra le due coalizioni. Ma sul come i cittadini reagiranno al massiccio ritorno dei partiti e della gara tra simboli, dopo tre legislature in cui si erano abituati a scegliere direttamente il governo e i propri rappresentanti, nessuna previsione è possibile.

    Certamente, oltre all’abitudine, ormai consolidata nei tre passaggi del 1994, ‘96 e 2001, al cambio e all'alternanza tra i due schieramenti, per gli elettori, di qui ad aprile, giocherà il clima politico con cui si arriverà alle urne. Un clima che anche prima del voto parlamentare di ieri è sensibilmente mutato, vede già da settimane, in campagna elettorale e in lizza tra loro, i tre leader di centrodestra Berlusconi, Fini e Casini, e nel centrosinistra, accanto al sostegno a Prodi, una complicata architettura di liste, diverse tra Camera e Senato, per evitare dispersioni di voti.

    Ma il segno vero della svolta, più che dalle grandi manovre, viene da una piccola novità: l'ingresso in campo, con un partito che ha ambizioni nazionali, del leader autonomista siciliano Raffaele Lombardo. Lombardo è stato l'artefice della vittoria a Catania e della sconfitta a Messina del centrodestra; impegnandosi e disimpegnandosi di volta in volta e dimostrando di essere decisivo. Con lo stesso spirito si prepara a trattare con il centrosinistra: se troverà l'accordo, ce lo ritroveremo ministro con Prodi; se invece non lo farà e andrà con Berlusconi, lo vedremo presidente della Regione Sicilia al posto di Cuffaro. Dipenderà dalla migliore offerta.

    Tutto ciò, naturalmente, in assoluta trasparenza: il trasformismo eletto a sistema, e presto presentato, a Bari, in congresso, come modello da esportare dall'isola nel continente, senza che nessuno abbia niente da dire. Mentre invece tutti, dai due candidati premier ai loro alleati grandi e piccoli, si affrettano a intercettare, blandire e tentare di portare dalla propria parte Lombardo: l'autonomista, l'uomo del nuovo corso, l'ultimo arrivato. O forse, semplicemente, il primo uomo-simbolo dell’epoca del ritorno al proporzionale.

  3. #3
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    Predefinito La Casa Del Fascio Approva Il Golpe Elettorale

    LA CASA DEL FASCIO APPROVA IL GOLPE ELETTORALE.
    Le responsabilità della "sinistra" borghese.

    A sei mesi dalle elezioni politiche del 2006, con la campagna elettorale praticamente già in corso, la Casa del fascio tenta di ribaltare una sua possibile sconfitta cambiando in corsa le regole del gioco, con una legge elettorale truffa simile a quella di scelbiana memoria.
    Una "riforma" elettorale falsamente definita "proporzionale", che in realtà è congegnata apposta per favorire sfacciatamente Berlusconi e il "centro-destra", al punto che anche in caso di una sua sconfitta elettorale potrebbe regalargli addirittura la maggioranza dei seggi in parlamento.
    Come funziona la legge elettorale truffa della Casa del fascio? Innanzi tutto, per sgombrare il campo da ogni equivoco, diciamo subito che non è affatto una legge elettorale proporzionale, anche se viene spacciata come tale; tantomeno ha nulla a che vedere con il proporzionale puro, bensì è un proporzionale con soglia di sbarramento e premio di maggioranza, vale a dire un'altra variante di sistema maggioritario come quello attualmente in vigore introdotto con la controriforma elettorale confermata dal referendum del 1993. In sostanza verranno eliminati i collegi uninominali e si tornerà al proporzionale su base circoscrizionale. La soglia di sbarramento è 2% per i partiti che fanno parte di una coalizione, 4% per i partiti non coalizzati, e 10% per le coalizioni. Ma non basta. Per la coalizione vincente è previsto un premio di maggioranza tale da portarlo a un minimo garantito di 340 deputati e 175 senatori, cioè ad una maggioranza sicura del 53,8% dei seggi totali. Potrebbe quindi accadere che, pur vincendo le elezioni dal punto di vista della somma dei voti dei singoli partiti, per l'effetto della soglia di sbarramento l'Unione in quanto coalizione ottenga meno voti della Casa del fascio, alla quale andrebbe invece il premio di maggioranza, e Berlusconi rimarrebbe così al governo pur avendo perso le elezioni. Uno scenario tutt'altro che fantasioso, se il neoduce ha deciso di investirci sopra con tanta spavalda arroganza calpestando le più basilari consuetudini democratico-parlamentari, pretendendo di cambiare le regole elettorali a fine legislatura, a campagna iniziata e a colpi di maggioranza.
    Ci vuoleva la lotta di piazza per stroncare i piani golpisti del neoduce e buttarlo giù di sella: ma subito, senza cullarsi nell'illusione che sarebbe bastato aspettare le elezioni del 2006 per cacciarlo dal governo, e invece l'imbelle opposizione di cartone del centro"sinistra" ha ridotto sostanzialmente la battaglia contro la legge truffa "proporzionale" all'ostruzionismo parlamentare, che non è stato ovviamente in grado da solo di bloccare e respingere il golpe elettorale del neoduce. Anche perché grazie al regolamento approvato anche dalla "sinistra" parlamentare e con l'aiuto di Casini e dei tempi contingentati, la Casa del fascio è riuscita comunque ad averne rapidamente ragione.

    http://www.pmli.it

 

 

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