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  1. #1
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito XIX° e XX° Congresso del PSd’A: do you remember?

    Ho scelto di iniziare questa grandissima opportunità offerta dal Forum, proponendo alcuni documenti che hanno segnato in maniera indelebile la Storia “recente” del Partito Sardo d’Azione.
    Credo che ciò possa avere anche una funzione “didattica”, in attesa che i militanti ed i dirigenti a qualsiasi livello si registrino (ayooooo!!!).

    Si tratta delle Mozioni finali approvate nel XIX° e XX° Congresso del PSd’A.
    Per renderne più agevole la lettura, ognuno dei documenti sarà postato separatamente.

  2. #2
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito XIX° CONGRESSO. Oristano, 3-4 febbraio 1979.

    PROPOSTA POLITICA INDIPENDENTISTA
    APPROVATA DAL XIX° CONGRESSO
    DEL PARTITO SARDO D'AZIONE
    Il XIX° Congresso del Partito Sardo d'Azione convocato in Oristano nei giorni 3 e 4 Febbraio

    PREMESSO

    che la Sardegna è vittima di uno sfruttamento plurimillenario di cui è attuale espressione il colonialismo esercitato dallo Stato italiano, il quale porta avanti un chiaro progetto di liquidazione dell'Identità nazionale del popolo sardo, per fare della nostra isola un enorme campo militare, delimitato da porcopoli e cloache industriali e da qualche oasi turistica in mano agli speculatori

    RICORDATO

    che sin dalla sua fondazione, avvenuta come maturazione della tragica esperienza della guerra del '15-‘18, in cui i sardi furono mandati al macello per difendere gli interessi dei loro colonizzatori, il Partito Sardo d'Azione lotta per il diritto all'autogoverno della Nazione Sarda, lotta che si inserisce nel mai spento combattimento storico del nostro popolo per la sua libertà e indipendenza

    AFFERMA

    essere la Sardegna una nazione annessa e colonizzata; essere il Partito Sardo d'Azione un movimento di liberazione nazionale e sociale

    INDICA

    nel conseguimento democratico e popolare dell'indipendenza nazionale l'unica soluzione alla “QUESTIONE SARDA”.

    RICONFERMATO

    il principio sardista del FEDERALISMO, nel cui ambito soltanto può trovare applicazione il diritto della Sardegna all’indipendenza,

    CONTRAPPONE

    alla Alleanza e alla reazione degli Stati imperialisti e delle loro caste dominanti, l’unità rivoluzionaria dei popoli e delle classi oppresse in lotta per la loro liberazione nazionale e sociale,

    SI PRONUNCIA

    per la costituzione di una Europa federale in cui la Sardegna sia indipendente al pari di tutte le altre nazioni.

    CREDE FERMAMENTE

    che il SARDISMO in quanto ideologia di liberazione nazionale e sociale, pur dovendosi realizzare in Sardegna su basi storiche diverse e con forme, modi e adeguamenti suggeriti dalla realtà sarda, non può, come anelito all’abolizione di ogni tipo di sfruttamento (di un uomo su un altro uomo, di una classe su un’altra classe, di un sesso su un altro sesso, di un popolo su un altro popolo), esaurirsi nell’ambito sardo e neppure italiano e europeo, perché ha, per sua natura, respiro universale e necessità di operanti solidarietà internazionali e perciò auspica la piena libertà di tutte le nazioni oppresse come premessa di una nuova e migliore organizzazione politica e sociale nel mondo.

    RITENUTO CHE IL PARTITO SARDO D’AZIONE

    Pur sentendosi vicino come programma sociale ai partiti della sinistra italiana, non ne può condividere, e anzi ne critica, il forte spirito centralizzatore e denuncia altresì l'ostilità da loro finora dimostrata al riconoscimento giuridico della nazionalità sarda;

    IMPEGNA IL PARTITO

    a riproporre sul piano statale la formazione di movimenti politici e sindacali, autonomi e federati, per sviluppare il disegno sardista della trasformazione in senso federale dello Stato Moderno e della costruzione di una società in cui il libero sviluppo di ciascuno sia condizione necessaria per il libero sviluppo di tutti.

    IL PARTITO SARDO D'AZIONE FA APPELLO

    a tutte le forze anticolonialiste e progressiste sarde perché, sotto il simbolo dei Quattro Mori si affrontino nell'unità sardista i futuri impegni di lotta e ritiene irrinunciabile la presentazione di lista propria per il prossimo rinnovo del Consiglio Regionale Sardo.

    IL CONGRESSO INOLTRE

    considerato che la tutela prioritaria degli interessi del popolo sardo rende più che mai attuale e indispensabile la funzione storica del Partito sardo d'azione,

    INDICA

    nell'alternativa sardista l'unica via politica, economica, e culturale valida per conferire al quadro politico isolano la capacità di incidere, travolgendole, nelle barriere centraliste e colonialiste che lo Stato e i partiti italiani oppongono al libero sviluppo del popolo sardo.

    IL CONGRESSO PERTANTO

    dà mandato agli organi direttivi del Partito di promuovere tutte le iniziative politiche e legislative atte a conseguire, sempre nella prospettiva finalistica della federazione europea,
    - la revisione dello «Statuto speciale» e la trasformazione in senso federale delle strutture dello Stato italiano;
    - la fine del monopolio radio-televisivo e realizzazione di una politica d'informazione espressione dei reali bisogni di liberazione nazionale del popolo sardo;
    - la precedenza, nell'attribuzione dei posti di lavoro, da quelli dirigenziali a quelli di ogni ordine e grado, sia nel campo della pubblica che della privata amministrazione, ai sardi e a coloro che risiedono effettivamente in Sardegna da almeno dieci anni;
    - una industrializzazione conforme alle caratteristiche socio-economiche della realtà sarda e rispondente alle scelte delle popolazioni interessate;
    - la restituzione alla comunità sarda della disponibilità e gestione di tutte le fonti energetiche, minerarie e dei sottosuolo; la ricerca delle fonti alternative di energia;
    - la competenza primaria in materia di trasporti interni e la costituzione di un Ente pubblico sardo per i trasporti e collegamenti da e per l'Isola;
    - l'istituzione in Zona franca dei territorio della Sardegna;
    - la formazione di un testo unico di legislazione turistica che elimini la colonizzazione e la speculazione dei privati e che permetta invece la promozione e la gestione di un turismo collegato al territorio;
    - una incisiva riforma agraria tendente alla costituzione di un ampio demanio locale della terra da utilizzarsi per la formazione di moderne aziende agrarie e pastorali ottimali, da assegnare prioritariamente alla gestione collettiva di cooperative di lavoratori agricoli o a contadini e allevatori singoli o associati che rivelino capacità e volontà produttiva;
    - un'organica politica di tutela, incremento e modernizzazione della pesca, con conseguenti impianti di produzione, conservazione e trasformazione dei prodotti ittici;
    - il riconoscimento della lingua sarda come lingua ufficiale, assieme all'italiano, della Sardegna; l'insegnamento del sardo nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della storia, della cultura e delle tradizioni della Sardegna;
    -creazione di una Università popolare in lingua sarda;
    -espulsione di ogni genere d'installazione militare nell'Isola.
    Con questi propositi di lotta per l'ottenimento della vera indipendenza, quella che restituisca la Sardegna a tutti i sardi e ponga la nostra isola al passo con l'umanità che progredisce, in una fraterna federazione di popoli liberi, il XIX° Congresso si ricollega idealmente alla tradizione democratica, anticolonialista e antifascista del Sardismo e fa appello a tutti i militanti perché con rinnovata fierezza siano essi stessi i protagonisti in prima fila della battaglia patriottica per la liberazione nazionale e sociale dei popolo sardo.

    FORZA PARIS!

    Questo Congresso segna il passaggio della Segreteria da Michele Columbu a Carlo Sanna.
    La Mozione è una delle tre presentate.

    Alle elezioni “regionali”del 1979 venne presentata la lista “Quattro Mori Libertade e Sotzialismu”.

  3. #3
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    Predefinito XX Congresso nazionale. Porto Torres, 5-6 dicembre 1981.

    PATRIDU SARDU
    PARTITO SARDO D’AZIONE

    Ordine del Giorno unitario dei XX Congresso nazionale.
    Porto Torres, 5-6 dicembre 1981.

    Il primo congresso nazionale dei Partito Sardo d'Azione riafferma il diritto inalienabile di tutti i popoli all’autodeterminazione.
    Interprete dei sentimento nazionale dei sardi il PSd'A propugna, nel quadro di un nuovo internazionalismo, l'unità di tutti i popoli oppressi e delle loro organizzazioni di liberazione nazionali contro il colonialismo degli Stati plurinazionali, le politiche imperiali delle grandi potenze e dei rispettivi blocchi militari, per la pace e l'indipendenza.
    L'Indipendenza della nostra nazione non è solo un diritto irrinunciabile ma è anche la condizione indispensabile per una autentica rinascita che dia alla nostra terra un assetto nuovo e moderno, oltre che condizione necessaria per poter stringere liberi patti federali con altre nazioni.
    Il Partito Sardo d'Azione si propone ai sardi come guida e avanguardia della lotta per la costituzione di una Repubblica libera e socialista che fondi fermamente le radici nella realtà e nella specificità della società sarda, della sua cultura, nell'esigenza di liberare l'uomo da ogni oppressione sociale e politica e che si eserciti nell'azione tendente ad una società di uomini liberi e uguali.
    Il Partito Sardo d'Azione indica in questa linea l'originalità ed i fondamenti della propria via democratica all’indipendenza e al socialismo. La creazione di una nuova società sarda libera non può che essere articolata in tappe successive e coerenti con l'obiettivo storico. Nell'attuale momento di crisi è possibile ed auspicata un'azione unitaria delle forze politiche e sociali democratiche operanti in Sardegna, tesa alla rinegoziazione dei rapporto istituzionale con lo Stato italiano.
    Preliminari a qualsiasi politica delle alleanze sono l'accordo ed il concreto impegno immediato per:
    - l'attuazione dei regime di bilinguismo in un sistema di autogoverno della cultura;
    - l'autogoverno nel campo della finanza, della programmazione economica, in un sistema di zona franca;
    - l'allontanamento delle basi militari.


    MOZIONE UNITARIA APPROVATA NEL XX CONGRESSO NAZIONALE

    I

    Nella nostra Patria, il millennio che ha conosciuto il primo Stato indipendente sardo e le più grandi lotte nazionali di massa, ma anche le più distruttive dominazioni coloniali, sta per chiudersi all'insegna del massimo progetto avuto dal popolo sardo: la prima indipendenza nazionale e la conseguente creazione del suo Stato.

    II

    Strumento insostituibile di questo progetto è il Partito nazionale dei sardi, il Partito Sardo d'Azione. Il Psd'a, in questo suo primo congresso nazionale, il ventesimo da quando è nato, si propone al popolo sardo come guida e avanguardia della lotta di liberazione nazionale per la conquista dell'Indipendenza e del socialismo e per la costruzione della Repubblica di Sardegna.

    III

    Propugnatore di un nuovo internazionalismo, più corrispondente all'attuale situazione mondiale che vede decine e decine di popoli oppressi lottare contro il colonialismo e l’imperialismo degli stati plurinazionali, il Partito Sardo d’Azione afferma il diritto di tutti i popoli, e di quello sardo dunque, all'indipendenza e forme di organizzazione sociale liberamente decise.
    In un momento in cui, come oggi, il mondo corre gravissimi pericoli di guerra, le nazionalità e popoli oppressi di tutto il mondo (i cui territori, non a caso, sono spesso trasformati nelle polveriere degli opposti imperialismi possono, con le loro lotte di liberazione, per lo smantellamento delle basi straniere e il riconoscimento internazionale delle loro neutralità, dare un contributo incommensurabile alla pace e alla sconfitta dei signori della guerra e della loro politica aggressiva.

    IV

    Nel momento in cui le nazioni dominanti e i loro stati coloniali stringono patti economici, militari e politici contro le nazioni oppresse e i loro popoli, il Partito sardo si fa portavoce in Sardegna delle istanze di liberazione degli altri popoli e propone alle loro organizzazioni politiche, sociali e culturali consultazioni permanenti al fine di stabilire le linee di una strategia comune, nel rispetto delle scelte istituzionali, sociali e politiche di ciascuna organizzazione.
    A tal fine sarà costituito, presso il Comitato Centrale, un ufficio per le relazioni estere.

    V

    Ogni qualvolta nella metropoli coloniale si aprono crisi gravi economiche, lo Stato e le sue classi dirigenti tentano di scaricare sulle colonie ali effetti di tali crisi. E' il caso palese e verificabile da chiunque, del rapporto Stato Italiano e Sardegna.
    Il Partito sardo d’azione non confonde le responsabilità, attribuendole indiscriminatamente al popolo italiano e alle sue classi dominanti, anzi, del primo ricerca la solidarietà, affermando che esso non sarà mai totalmente libero fin quando le classi dominanti la propria nazionalità opprimeranno le altre nazionalità dello Stato in generale e quella sarda in particolare.

    VI

    Solo l’Indipendenza e lo stato sardo potranno risolvere i gravi problemi politici, economici, culturali della Sardegna. Solo essi Potranno trasformare la nostra terra in un 'Isola di benessere di pace aperta alla collaborazione internazionale da Isola , quale essa è oggi, colonizzata, rapinata, dilaniata dalla disoccupazione e dall'emigrazione, sottosviluppata e occupata da eserciti che ne fanno un’arma puntata contro popoli e nazioni con cui i sardi non hanno alcun contenzioso aperto.
    L'Indipendenza è la condizione necessaria per poter stringere con altri stati fra i quali potranno essere anche quello o quelli della Penisola, patti federali, liberi da ogni e qualsiasi condizionamento che non sia autonomamente deciso e liberamente sottoscritto dalle parti.
    Il Partito sardo non può essere indifferente alla forma organizzazione sociale della Repubblica di Sardegna e la indica., anzi, nel socialismo. Socialismo che, pur avendo riguardo per le forme che esso ha assunto ovunque nel mondo, affondi fermamente le proprie radici nella realtà e nella specificità della società sarda, della sua cultura, della concezione del mondo propria delle sue classi popolari.

    VII

    Pur rispettando le forme di lotta diverse, che altri popoli oppressi hanno ritenuto di dare alla battaglia per la propria liberazione nazionale e sociale, il Partito sardo riafferma le originalità e la fondatezza della propria via pacifica all'Indipendenza e al socialismo.
    La liberazione e sociale della Sardegna è obbiettivo di una lotta che deve coinvolgere le grandi masse popolari sarde. Ed è obbiettivo del Partito Sardo organizzare la maggioranza del popolo sardo intorno a questo progetto storico.

    VIII

    La realizzazione, e ancora prima l’elaborazione progressiva e coerente, di tale progetto per la Sardegna ha bisogno di tutte le nostre forze e intelligenze, dei vecchi e dei nuovi militanti, del gruppo dirigente che ha fin qui guidato il Partito e dei nuovi quadri dirigenti che si vanno affermando.
    Punto di incontro e di sutura l'aderenza irrinunciabile alle idee forza del Partito: l’Indipendenza e il socialismo.
    Ciò comporta, in primo luogo, una strutturazione organizzativa, efficiente, nei territori e nei luoghi di lavoro capillare, combattiva e in secondo luogo, una democratizzazione di fondo delle strutture del Partito e il rispetto puntiglioso delle decisioni congressuali e dello statuto nella lettera e nello spirito.

    IX

    Per diventare un progetto credibile, la liberazione nazionale e sociale della Sardegna deve abbandonare le ambigue pastoie della retorica e diventare scienza politica. Una nuova cultura politica, rigorosa ma non dogmatica, ha necessità di studio e di elaborazione oltre che, va da sg, di pratica concreta.
    In seno al Comitato Centrale sarà creato un centro di studi e di documentazione che sia insieme scuola di partito.
    Scienza politica significa, fra l'altro, avere la capacità di collegare i due momenti dell'obbiettivo storico e della pratica concreta, quotidiana. Di modo che, sempre, qualsiasi iniziativa politica, operativa o di altra natura sia improntata al raggiungimento dell'obiettivo storico: la Repubblica di Sardegna.

    X

    Indipendenza, obbiettivo storico, dunque. Sottrarlo all'utopia significa progettare le tappe da percorrere per raggiungerlo e individuare le alleanze che consentano di superare le varie tappe.
    Nell'attuale momento di crisi, è possibile un'azione unitaria delle forze politiche e sociali democratiche esistenti in Sardegna tesa alla negoziazione del rapporto istituzionale con lo Stato Italiano. L'alternativa Sardista che proponiamo in questa fase storica contempla l'unità nazionale del popolo sardo e delle sue organizzazioni democratiche che esprimano sì il governo della Sardegna ma anche si schierino all’opposizione del governo centrale inteso come controparte nella ricontrattazione e espressione organizzata del colonialismo italiano.
    Punti cardine e irrinunciabili di questa unità, unica possibile “Unità Autonomistica” sono rappresentati da un comune concreto impegno per:
    A) Attuazione della legge sul bilinguismo;
    B) Creazione della Sardegna zona franca;
    C) Revisione delle servitù militari secondo l’esclusivo interesse dei sardi e della pace nel mediterraneo;
    D) Piano per l’energia che, escludendo il ricorso al nucleare, sia basato sui reali interessi della Sardegna e del suo sviluppo economico autonomamente deciso in vista dello sfruttamento dello propria risorse.
    Punti essenziali di programma di unità autonomistica e in ogni caso, come i precedenti punti di impegno della lotta del Partito per l'alternativa sardista, sono:

    1)Riappropriazione ai sardi delle ricorse naturali e creazione di strutture verticalizzate dalle produzione alla commercializzazione dei prodotti di modo che il valore aggiunto (così come il risparmio bancario) venga interamente acquisito al sistema economico sardo.

    2)Competenza primaria ad esclusiva in materia di programmazione e legislazione in tutti i campi dell’economia e dell'amministrazione che interessino la Sardegna, promozione di quelle attività economiche che siano tese a favorire il rientro produttivo di larghe fasce di emigranti; diritto di voto inappellabile contro quegli esperimenti che causino modifiche territoriali e ambientali permanenti:

    3) Competenza integrale sui trasporti che comunque interessino la Sardegna e, prima che ciò avvenga, applicazione del principio della continuità territoriale;

    4) Difese e sviluppo delle risorse naturali e paesaggistiche della Sardegna anche attraverso il controllo su ogni tipo di inquinamento e il recupero alla produttività delle acque interne e costiere;

    5) Creazione di un assessorato o di un ufficio interessessoriale per la politica di relazioni estere al fine di promuovere e incrementare scambi commerciali e culturali con paesi terzi;

    6) Attuazione della Regione delle autonomie nel rispetto dell’Articolo 44 dello statuto speciale;

    7)Competenza primaria ed esclusiva su tutto il settore educativo, formativo e che porti, in primo luogo: alla riforma della scuola dell’obbligo incentrata sul diritto dei sardi a darsi programmi adeguati alla loro identità culturale; alla valorizzazione della cultura e della lingua dei sardi; al sostegno e a alla valorizzazione, e nel caso alla promozione; di tutte quelle iniziative che, nel campo della comunicazione di massa, abbiano sicure e consolidate radici nella civiltà e nella cultura dei sardi;

    8) Costituzione dell’Università Sarda.

    Ciascuno di questi punti sarà, da apposite commissioni nominate dal Comitato Centrale, organizzato in progetti articolati e presentato alla discussione interna ed esterna al Partito, secondo priorità democraticamente decise.

    XI

    Il Partito sardo d'azione tende a favorire l'organizzazione in organismi di massa unitari delle istanze anticolonialiste e nazionalitarie che si sviluppano e crescono nei vari settori della società sarda: nel mondo del lavoro attraverso la costituzione di sindacati sardi o di componenti nazionali all’interno dei sindacati statalisti; nel mondo della cultura attraverso La creazione di associazioni nazionali di artisti, scrittori, giornalisti, etc.: nel mondo delle professioni attraverso la costituzione di associazioni indipendenti di categoria.

    XII

    Il Partito sardo d'azione. conscio delle necessità di dare alla Sardegna organi di informazione fondati e radicati nella società e nella cultura dei sardi pone allo studio la possibilità e la opportunità di lanciare una grande campagna di sottoscrizione fra tutte le componenti sociali nazionali per la fondazione del primo quotidiano sardo.

  4. #4
    Meda sabios paris
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    Bellas peraulas...... Ma sos fattos dae s' 81 a oe cale suni?
    Itt'azzis attuadu dae s'81 a oe po consighire su "massimo progetto avuto dal popolo sardo: la prima indipendenza nazionale e la conseguente creazione del suo Stato"??
    Itt'azzis fattu??
    Jughizis Presidentes de Rejone, parlamentares, diputados europeos...... Inue sun sos resultados?
    Sos Cadelanos suni reconnottos ke Natzione in Costituidura, sos Bascos bi suni arrivende, in Sudtirolo poden trivagliare solu residentes, sos Palestinesos suni a canta de jugher un'Istadu propiu...... E nois????
    Semper terakos, sos fizzos nostros emigrende, sos mastros istranzos in s'iscola nostra, sos pitzinnos no imparan un'iscina de limba e istoria Sarda, sas buttegas pienas de cosas importadas dae itaglia, sas televisiones tottas in itaglianu, fizzas de Sardinnya ki moven su culu in dananti e su mere istranzu, sas targas de sas makkinas kena battor moros ......
    Itt'azzis fattu assora in 25 annos?
    Ca a iscriere tottu sun bonos......

    Sardinnya Libera, Una e Indipendente, de abbereru!

  5. #5
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    Itt'azzis fattu assora in 25 annos?
    s'ana prenu sa brente, ana ispartidu cadreas, incasciadu stipendios ......

    ja n'ana fattu compà su sunu fintzas istracados , e como kerene torrare dae printzipiu, ma custa 'oltha l'anda male.

  6. #6
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    Mi dispiace aver dovuto cancellare, molti giorni fa, il “post” di Ribellu e Doloverre, ma agli insulti preferisco le analisi e le argomentazioni, anche perché le ferite per ciò che è accaduto in questi ultimi 25 anni di politica in Sardegna sono ancora aperte.
    Non potendo, da solo, ripercorrere le vicende politiche che hanno visto protagonista il PSd’A., per la parte che gli compete, ci sono alcuni numeri risalenti a qualche anno addietro della rivista “Sardinna”, allegata al periodico “Sa Repubblica Sarda”, fondata dal giornalista-scrittore e nazionalista sardo Gianfranco Pinna, scomparso il 29 aprile del 2003 a 59 anni.
    In quei primi tre/quattro numeri, si trovano molte risposte alle vostre domande, attraverso articoli e testimonianze di chi ha vissuto quelle vicende in prima persona.
    Mi riprometto di riportarli, magari in una apposita discussione, se la cosa può interessare, perché non credo che tutti siano in possesso di queste riviste.

  7. #7
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Per completare i documenti storici che precedettero il tumultuoso consenso elettorale della metà degli anni ’80, riporto i famosi 13 punti del 21° Congresso straordinario programmatico di Carbonia del 5 /6 maggio 1984, a cui l’organo di stampa del Partito, dedicò un numero.


    In tredici punti ridisegnata la vera nuova autonomia nazionale della Sardegna e del suo popolo.

    Il 21° congresso nazionale del Psd'az, inauguratosi con il saluto del presidente Michele Columbu, dopo due giorni di dibattito ha approvato i punti programmatici del progetto di governo con cui il Partito si presenta alle elezioni europee e nazionali e che qui sotto pubblichiamo. All'interno, nelle sedici pagine dedicate al congresso le relazioni, il dibattito, i messaggi, i saluti dei partiti, gli ordini del giorno.

    Mozione conclusiva.
    Il XXI Congresso straordinario del Partito sardo d'azione tenutosi a Carbonia i giorni 5 e 6 maggio 1984, approva la relazione del segretario nazionale. Le relazioni presentate, le comunicazioni e gli importanti contributi emersi dai numerosissimi interventi dei delegati sono assunti al patrimonio politico e culturale del Partito sardo d'azione.
    I contenuti del XXI Congresso nazionale saranno alla base di un documento che sia lo strumento programmatico per la battaglia elettorale capace di coalizzare il più ampio consenso dei sardi intorno al Psd'az per una sua presenza al Parlamento europeo e per accrescerne la rappresentanza nel consiglio regionale della Sardegna.
    Il documento programmatico avrà i seguenti punti qualificanti.

    1) Delega alla Regione di tutta la materia doganale e costituzione dell'intero territorio dell'Isola in zona franca.

    2) Totale autonomia impositiva fiscale e finanziaria della regione quale premessa essenziale alla possibilità di programmare una nuova linea di sviluppo; si stabilisce così il principio che lo Stato non può imporre tributi in Sardegna, riservandosi tale potere esclusivo alla Regione in base ad autonome scelte programmatiche; dei tributi percepiti sarà riservata allo stato una quota da stabilirsi in base al criterio della proporzionalità sia della popolazione sia della capacità contributiva del popolo sardo rispetto agli abitanti le altre regioni dello stato.

    3) Potestà legislativa primaria in materia di:
    - Credito e risparmio, ordinamento degli Istituti di credito operanti in Sardegna, autorizzazione all'apertura di sportelli bancari;
    - Disciplina delle assicurazioni private;
    - Industria e commercio con l'interno e con l'esterno;
    - Trasporti marittimi, terrestri e aerei; concessioni e relative tariffe in regime di continuità territoriale per persone e merci;
    - Stampa, radio e televisione, informatica e cultura;
    - Pubblica istruzione in ogni ordine e grado in regime di bilinguismo;
    - Diritto sostanziale, in deroga alle leggi dello stato quando particolari esigenze lo impongono;
    - Affari interni, pubblica sicurezza e polizia giudiziaria.

    4) Regionalizzazione dei concorsi riservati ai residenti in Sardegna (salvo che per le Università, gli istituti di ricerca e le attività scientifiche).

    5) Attribuzione di poteri di esecuzione esclusiva dei provvedimenti del governo centrale sulle materie di competenza dello stato, previa deliberazione del consiglio regionale.

    6) Abolizione in Sardegna delle istituzioni statali quali prefetture, province e loro sostituzione con enti intermedi tali da realizzare un effettivo decentramento regionale.

    7) Accordo di preferenza alle cooperative intese come strumento di produzione e di riscatto delle classi lavoratrici.

    8) Rilancio del settore minerometallurgico e carbonifero: dislocazione in Sardegna del centro di ricerche sull'alluminio già localizzato nell'area di Assemini; verticalizzazione di tutte le produzioni.

    9) Abolizione della Corte dei conti per tutte le materie di competenza regionale e costituzione di una giunta finanziaria regionale nominata dal potere autonomistico cui demandare le funzioni di
    controllo e giurisdizionali oggi esercitate dalla stessa Corte.

    10) Riforma della Corte costituzionale in senso paritetico.

    11) Eliminazione della presenza delle basi militari in Sardegna.

    12) Restituzione al demanio regionale dell'isola dell'Asinara con destinazione a parco naturale regionale.

    13) Istituzione dell'Università sarda nel centro Sardegna.


 

 

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