PROPOSTA POLITICA INDIPENDENTISTA
APPROVATA DAL XIX° CONGRESSO
DEL PARTITO SARDO D'AZIONE
Il XIX° Congresso del Partito Sardo d'Azione convocato in Oristano nei giorni 3 e 4 Febbraio
PREMESSO
che la Sardegna è vittima di uno sfruttamento plurimillenario di cui è attuale espressione il colonialismo esercitato dallo Stato italiano, il quale porta avanti un chiaro progetto di liquidazione dell'Identità nazionale del popolo sardo, per fare della nostra isola un enorme campo militare, delimitato da porcopoli e cloache industriali e da qualche oasi turistica in mano agli speculatori
RICORDATO
che sin dalla sua fondazione, avvenuta come maturazione della tragica esperienza della guerra del '15-‘18, in cui i sardi furono mandati al macello per difendere gli interessi dei loro colonizzatori, il Partito Sardo d'Azione lotta per il diritto all'autogoverno della Nazione Sarda, lotta che si inserisce nel mai spento combattimento storico del nostro popolo per la sua libertà e indipendenza
AFFERMA
essere la Sardegna una nazione annessa e colonizzata; essere il Partito Sardo d'Azione un movimento di liberazione nazionale e sociale
INDICA
nel conseguimento democratico e popolare dell'indipendenza nazionale l'unica soluzione alla “QUESTIONE SARDA”.
RICONFERMATO
il principio sardista del FEDERALISMO, nel cui ambito soltanto può trovare applicazione il diritto della Sardegna all’indipendenza,
CONTRAPPONE
alla Alleanza e alla reazione degli Stati imperialisti e delle loro caste dominanti, l’unità rivoluzionaria dei popoli e delle classi oppresse in lotta per la loro liberazione nazionale e sociale,
SI PRONUNCIA
per la costituzione di una Europa federale in cui la Sardegna sia indipendente al pari di tutte le altre nazioni.
CREDE FERMAMENTE
che il SARDISMO in quanto ideologia di liberazione nazionale e sociale, pur dovendosi realizzare in Sardegna su basi storiche diverse e con forme, modi e adeguamenti suggeriti dalla realtà sarda, non può, come anelito all’abolizione di ogni tipo di sfruttamento (di un uomo su un altro uomo, di una classe su un’altra classe, di un sesso su un altro sesso, di un popolo su un altro popolo), esaurirsi nell’ambito sardo e neppure italiano e europeo, perché ha, per sua natura, respiro universale e necessità di operanti solidarietà internazionali e perciò auspica la piena libertà di tutte le nazioni oppresse come premessa di una nuova e migliore organizzazione politica e sociale nel mondo.
RITENUTO CHE IL PARTITO SARDO D’AZIONE
Pur sentendosi vicino come programma sociale ai partiti della sinistra italiana, non ne può condividere, e anzi ne critica, il forte spirito centralizzatore e denuncia altresì l'ostilità da loro finora dimostrata al riconoscimento giuridico della nazionalità sarda;
IMPEGNA IL PARTITO
a riproporre sul piano statale la formazione di movimenti politici e sindacali, autonomi e federati, per sviluppare il disegno sardista della trasformazione in senso federale dello Stato Moderno e della costruzione di una società in cui il libero sviluppo di ciascuno sia condizione necessaria per il libero sviluppo di tutti.
IL PARTITO SARDO D'AZIONE FA APPELLO
a tutte le forze anticolonialiste e progressiste sarde perché, sotto il simbolo dei Quattro Mori si affrontino nell'unità sardista i futuri impegni di lotta e ritiene irrinunciabile la presentazione di lista propria per il prossimo rinnovo del Consiglio Regionale Sardo.
IL CONGRESSO INOLTRE
considerato che la tutela prioritaria degli interessi del popolo sardo rende più che mai attuale e indispensabile la funzione storica del Partito sardo d'azione,
INDICA
nell'alternativa sardista l'unica via politica, economica, e culturale valida per conferire al quadro politico isolano la capacità di incidere, travolgendole, nelle barriere centraliste e colonialiste che lo Stato e i partiti italiani oppongono al libero sviluppo del popolo sardo.
IL CONGRESSO PERTANTO
dà mandato agli organi direttivi del Partito di promuovere tutte le iniziative politiche e legislative atte a conseguire, sempre nella prospettiva finalistica della federazione europea,
- la revisione dello «Statuto speciale» e la trasformazione in senso federale delle strutture dello Stato italiano;
- la fine del monopolio radio-televisivo e realizzazione di una politica d'informazione espressione dei reali bisogni di liberazione nazionale del popolo sardo;
- la precedenza, nell'attribuzione dei posti di lavoro, da quelli dirigenziali a quelli di ogni ordine e grado, sia nel campo della pubblica che della privata amministrazione, ai sardi e a coloro che risiedono effettivamente in Sardegna da almeno dieci anni;
- una industrializzazione conforme alle caratteristiche socio-economiche della realtà sarda e rispondente alle scelte delle popolazioni interessate;
- la restituzione alla comunità sarda della disponibilità e gestione di tutte le fonti energetiche, minerarie e dei sottosuolo; la ricerca delle fonti alternative di energia;
- la competenza primaria in materia di trasporti interni e la costituzione di un Ente pubblico sardo per i trasporti e collegamenti da e per l'Isola;
- l'istituzione in Zona franca dei territorio della Sardegna;
- la formazione di un testo unico di legislazione turistica che elimini la colonizzazione e la speculazione dei privati e che permetta invece la promozione e la gestione di un turismo collegato al territorio;
- una incisiva riforma agraria tendente alla costituzione di un ampio demanio locale della terra da utilizzarsi per la formazione di moderne aziende agrarie e pastorali ottimali, da assegnare prioritariamente alla gestione collettiva di cooperative di lavoratori agricoli o a contadini e allevatori singoli o associati che rivelino capacità e volontà produttiva;
- un'organica politica di tutela, incremento e modernizzazione della pesca, con conseguenti impianti di produzione, conservazione e trasformazione dei prodotti ittici;
- il riconoscimento della lingua sarda come lingua ufficiale, assieme all'italiano, della Sardegna; l'insegnamento del sardo nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della storia, della cultura e delle tradizioni della Sardegna;
-creazione di una Università popolare in lingua sarda;
-espulsione di ogni genere d'installazione militare nell'Isola.
Con questi propositi di lotta per l'ottenimento della vera indipendenza, quella che restituisca la Sardegna a tutti i sardi e ponga la nostra isola al passo con l'umanità che progredisce, in una fraterna federazione di popoli liberi, il XIX° Congresso si ricollega idealmente alla tradizione democratica, anticolonialista e antifascista del Sardismo e fa appello a tutti i militanti perché con rinnovata fierezza siano essi stessi i protagonisti in prima fila della battaglia patriottica per la liberazione nazionale e sociale dei popolo sardo.
FORZA PARIS!
Questo Congresso segna il passaggio della Segreteria da Michele Columbu a Carlo Sanna.
La Mozione è una delle tre presentate.
Alle elezioni “regionali”del 1979 venne presentata la lista “Quattro Mori Libertade e Sotzialismu”.