La notizia è che la Moratti ha versato la lacrimuccia di rito annunciando la sua candidatura a sindachessa di Milano e pronunciando le parole memorabili: "Decisione non facile, meritava lunga riflessione".
Gli è che la Moratti è stata a lungo incerta perchè i sondaggi la darebbero attualmente suonata dal centrosinistra e così prima di impegnarsi ha voluto certezze sul budget della sua campagna elettorale. Siccome Berlusconi pare che voglia investire una marea di euro su Milano, allora Moratti ci sta provando.
Bello il primo slogan sparato in grande stile sulle paginone pubblicitarie di alcuni quotidiani: "Mettiamoci in Comune".
Però attenti cassintegrati, disoccupati e precari milanesi, che avete capito? Non è che voi vi potete mettere in comune con l ' ingente patrimonio della Moratti, la maiuscola chiarisce l' equivoco, attenti! In Comune, cioè a Palazzo Marino, semmai ci va solo lei, il plurale evidentemente è "maiestatis", come si conviene a donna di cotanto rango.
E state tranquilli anche voi studenti e docenti. In ogni caso la Moratti ha già detto che non darà le dimissioni da ministro dell' Istruzione.
Visti i risultati prodotti dalla sua "riforma", se si dedicasse immediatamente alla campagna elettorale abbandonando il ministero, la scuola potrebbe trarne solo benefici, ma tant' è, questi della Casa delle Libertà dalle cadreghe non li schiodi mai.
L' altra promessa per Milano della Moratti è una burocrazia agile e snella, spera probabilmente che i milanesi non si rendano conto di quale burosauro ha guidato in questi anni incrementandolo con quelli della sua parte.
La Moratti non ha in realtà mai acquisito meriti, nè quando è andata a tagliare posti di lavoro alla Rai in qualità di Presidente, nè quando da ministra ha introdotto la deportazione al lavoro (chiamata formazione professionale) dei tredicenni italiani ritenuti indegni di accedere a un liceo.
Qualche milanese dice che come sindachessa potrà far meglio.
"Non c'è due senza tre"- rispondo.