Da TGCOM del 21/12/2005
La Mussolini "saluta" Di Canio
Un gesto di solidarietà politica
Alessandra Mussolini tende il braccio verso Di Canio in nome della solidarietà politica. Il leader di Alternativa sociale è scesa in campo in difesa del calciatore laziale, a suo dire vessato ingiustamente per il saluto romano. "Quello che sta capitando a Di Canio è vergognoso - ha detto la Mussolini - è una cosa strumentale che non ha senso. Vuol dire che comincerò anch'io a fare il saluto romano in tutte le sedi...".
Alessandra Mussolini non si ferma qui. La sua difesa va oltre e tira in ballo il principio della "libertà di espressione", per lei negato a Di Canio. Il saluto romano del giocatore biancoceleste è "un gesto di appartenenza", una "scelta di libertà di opinione. Altrimenti - dice ancora - dovremmo abolire tutti i simboli politici".
La Mussolini è così indignata per la decisione del giudice sportivo della Lega calcio di squalificare l'attaccante dal gesto reiterato, che lancia una provocazione anti-Figc. "Dopo questa squalifica ci sarebbe per par condicio da andare a fare un bel pugno chiuso e un saluto romano davanti alla sede di via Allegri". Anche se la predilezione resta per il saluto romano, stando almeno all'entusiasmo con cui accolse il primo di Di Canio, a gennaio, dopo il derby vinto dalla Lazio: "mi ha affascinato tanto", disse.
"Le nostre reazioni oggi dovrebbero essere altre - prosegue Alessandra Mussolini - cercare di fare di tutto perchè il calcio spinga la gente a tornare negli stadi e perchè non ci sia la violenza, non queste polemiche strumentali. E poi non si vedono altre situazioni che andrebbero sanzionate. La politica non dovrebbe entrare nel calcio. Ma allora il Che Guevara di Maradona?". La Mussolini non vorrebbe la politica negli stadi, ma vorrebbe di più l'equità nel trattamento dei simboli. "E' incredibile. Negli stadi si vedono striscioni... Se vengono esposti da una parte politica c'e' tolleranza, se invece vengono da un'altra parte non c'è. E questo è grave".
La leader di Alternativa Sociale conclude dicendo che i casi come quello Di Canio "sono creati ad arte: e quando è così, quando un gesto diventa la cosa proibita, automaticamente scatena la reazione". Anche quella di ripeterlo più volte.