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Risultati da 1 a 10 di 16
Discussione: 2006: cosa potrebbe succedere
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21-12-05, 15:46 #1
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2006: cosa potrebbe succedere
L’aggressione a Mario Borghezio, condotta in pieno stile squadrista rosso, e’ solo uno dei tanti indicatori del clima di persecuzione che aleggia sulla Lega Nord ed in generale su tutti coloro i quali hanno combattuto e combattono per la “questione settentrionale”.
Qualche giorno prima, con l’arresto di Fiorani, e’ stato apertamente avviato un processo che, attraverso confessioni forzose e l’abile condotta della magistratura rossa, portera’ a colpire, con il discredito prima e gli arresti-spettacolo poi, l’intero centro-destra e la Lega. Il messaggio che la gente dovra’ percepire sara’: tutta la coalizione che sostiene Berlusconi e’ una banda di ladri e malfattori e la Lega, con il suo tentativo maldestro di far nascere una rispettabile ed autorevole banca padana, nella condotta di tale iniziativa si e’ comportata tale e quale ai partiti del sistema che tanto contesta. Inoltre ha cercato di fare qualcosa di ancor piu’ grave: un progetto del genere e’ contro l’interesse nazziunale. Non sia mai.
Milizie dei centri sociali e movimenti no-global vari da una parte, la magistratura dall’altra: strumenti micidiali per colpire l’avversario che la sinistra ha a disposizione. Una sinistra che, non dimentichiamolo, e’ rappresentata da questi numeri e potenziali: 16 regioni su 20 sono governate da loro, circa 6000 comuni su 8000 sono nelle mani loro, i sindacati con annessa potenza di agitazione delle piazze sono loro, scuole ed universita’ sono loro, la stragrande maggioranza dei giornalisti sono loro, la satira e’ loro.
Un mostro politico del genere, di fronte a risultati scarso-mediocri di cinque anni di Berlusconi, avra’ gioco facile per la conquista del Governo. Insomma da Maggio 2006 l’inizio di una dittatura rossa sara’ piu’ che probabile. Alle prossime elezioni, pesanti sconfitte della Cdl travolgeranno inevitabilmente la Lega con tutte le sue idee e progetti. Per quest’ultima in particolare sara’ riservato un trattamento da resa dei conti: discrediti, derisioni, persecuzioni giudiziarie, manganelli facili, campagne diffamatorie, etc saranno armi che potranno dare il colpo di grazia al movimento.
Non so se lo scenario sopra descritto e’ una nefasta ma veritiera previsione, oppure solo un’incubo. In ogni caso il prossimo anno sara’ un anno molto difficile e credo sia utile che in Via Bellerio si cominci a pensare, ma soprattutto organizzarsi e preparsi in tempo, per affrontare una guerra. Chissa’ se la strategia del Generale prendera’ ancora in considerazione la linea Gandhiana.
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21-12-05, 18:17 #2
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ma chi sei? ma che diavolo stai dicendo? oh madonna santa, fatti una camomilla, comunque su questo sito da qualche giorno c'è una sorta di imbarilamento sospetto...non parla nessuno, tutti zitti...nessun commento...mah...comunque buon natale a tutti...belli e brutti
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21-12-05, 18:29 #3
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Va bene (fino ad un certo punto) essere alleati di Berlusconi, ma i complotti della magistratura lasciamoli a lui.
D'altronde mi sembra che Fiorani ed i soui accoliti stiano vuotando il sacco di loro spontanea volontà.
Che poi ci siano i giudici che interpretano la legge a modo loro (vedi le sentenza di Verona ed i deliri di papalia) è senz'altro vero, così come è vero che la Lega è sempre sotto attacco. Ma non mi sembra questo il caso.
Piuttosto mi sembrerebbe più utile fare piazza pulita all'interno del movimento, con il duplice scopo di
1)ridare fiducia ai militanti "veri"
2)fare un'operazione di "public relations" facendo intendere all'elettorato che la Lega è un movimento sano che espelle le mele marce al suo interno.
ma forse sto solo sognando....
Padania Libera, forse
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21-12-05, 19:10 #4
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Originariamente Scritto da hianes
Posto che il progetto politico per una Padania indipendente non si è realizzato, e che quello minimale di una nuova costituzione sarà con tutta probabilità bocciato con il referendum, la cosa più saggia è quella di lasciare perdere ogni ulteriore tentativo di svegliare improbabili afflati identitari padanisti.
Presumere che il "popolo padano" sia maturo e determinato a conseguire un progetto che presuppone una lotta epocale contro Roma e il suo millenario centralismo, è stato un errore di valutazione da parte di alcuni eroici patrioti, a cui va tributata eterna gratitudine.
La micidiale macchina della disinformazione, coadiuvata da quella giudiziaria, riusciranno a stritolare ogni tentativo di ricomporre tutte quelle energie politiche e culturali che dovevano porre al di sopra di tutto e di tutti, la meta finale; a dispetto di ogni s-ventura procurata o subita; a dispetto di ogni indegnità manifestata in alcuni uomini della classe dirigente; a dispetto degli integerrimi personaggi, saliti prontamente sul pulpito a impartire lezioni di morale e giustizia, gli stessi che sono lo spirito e la sostanza del centralismo romano e dei poteri forti a cui rispondono.
Il popolo padano non doveva consentire ad essi l’autorità, di dispensare lezioni di moralità gratuita nei confronti dello stesso popolo e dello storico tentativo di costituire una Padania confederale, in una nuova Europa dove i popoli si riprendevano la loro sovranità.
Ogni errore e eventuale abuso della classe dirigente del movimento, doveva essere valutato in funzione di un alto traguardo che trascendeva la miseria delle colpe e responsabilità del singolo soggetto.
Così non è avvenuto e ora, ai soliti manutengoli del regime che si indignano a comando, si sono aggiunti i giustizialisti sprovveduti che non si avvedono della strumentalizzazione di cui sono vittime, più o meno consapevoli.
Avranno buon gioco i pennivendoli di ogni risma, i tirapiedi senza onore, gli intellettuali a libro paga, il coacervo di tutte quelle forze che non possono permettere alcun cambiamento; tutti si impegneranno affinché il popolo, privo di ogni memoria storica, identifichi tutto il male possibile e ogni colpa ascrivibile, nel movimento politico che più si è battuto contro la metastasi del sistema.
Alla sconfitta elettorale, seguirà la normalizzazione e la dura repressione di ogni tentativo di ripetere la fantastica avventura culturale e politica degli ultimi 20 anni; tutto sarà sepolto dal vuoto profondo di una ideologia mercantilistica, edonista e relativista che spalancherà le porte alla invasione terzomondiale.
L’agonia sarà lunga e dolorosa e ogni dissenso sarà duramente represso; una coltre di apatia e ignavia si depositerà in tutta la società civile, mentre il trascorrere del tempo, misurerà la perdita di ogni retaggio storico e culturale, contemporaneamente alla nascita di un nuovo popolo arido, lobotomizzato, senza alcun legame con la terra che calpesta, senza alcuna identità, senza alcuna etica condivisa.
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21-12-05, 19:18 #5
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Credo che molti anche ai vertici del movimento abbiano idee giuste e forti ma che tacciano per non offendere o urtare gli altri della CdL e una parte del paese. Per questo dovremmo correre da soli, per avere la più completa libertà di dire quello che abbiamo sembre pensato.
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21-12-05, 19:26 #6
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Bel tema, 7+.
Se quel partito non si fosse perso nei meandri di vagheggiamenti filosofico-moralistici, se si fosse limitato a lottare per i pochi, chiari, trasversali, condivisibili scopi iniziali (= autonomia finanziaria e legislativa da Roma), non saremmo a questo punto.
Innumerevoli esempi storici mostrano che prima ottieni l'indipendenza politico-economica, poi come conseguenza si sviluppa meglio un senso di identita' nazionale. Se invece parti dall'idea assolutista, antiliberale, antilibertaria di voler "creare" un popolo padano che risponda ai tuoi determinati requisiti religiosi e politici, se parti dall'idea di imporre i "valori padani" (e chi ha idee politiche o morali diverse non e' un "vero padano"), beh alla fine ti accorgi che non ti segue nessuno. Non credo che i cittadini padani abbiano bisogno di predicatori moraleggianti. Si accontenterebbero di avere autonomia politica, meno tasse, e il diritto di farsi i caxxi propri a casa loro.
Le lotte contro "l'ideologia mercantilistica, edonista e relativista" le hanno condotte innumerevoli profeti, predicatori e paranoici dai tempi dei Babilonesi ad oggi. Non hanno mai cambiato il senso della storia, non hanno mai cambiato i comportamenti individuali, e non hanno niente a che vedere con la separazione Padania-roma.
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21-12-05, 20:40 #7
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Originariamente Scritto da aussiebloke
Chiarissimo; autonomia finanziaria e legislativa da Roma e al diavolo tutto il resto.
Che importanza ha, se in Padania noi diventeremo infima minoranza perchè qui arriveranno 100 milioni di immigrati.
Se questa terra diventerà islamica con relativo stato teocratico;
se sarà cancellata ogni traccia culturale, linguistica, identitaria;
se saranno cancellati i luoghi dell'anima a causa dell'eccessiva antropizzazione;
se il nulla e la società multirazziale si sostituiranno a quella che era una terra e una società con delle specificità forgiate in secoli di storia.
Ecco, il nulla come progetto; quello che tu, con disinvoltura auspichi.
Bravo; come coerenza meriti 10 con lode;
come sensibilità verso i temi identitari e verso le profonde esigenze spirituali dei popoli 4-
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21-12-05, 21:32 #8
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>come sensibilità verso i temi identitari
>e verso le profonde esigenze spirituali dei popoli 4-
E' qui che continuiamo a non capirci... non sto affatto contestando quello che dici. Ritengo pero' che quegli obiettivi possano solo essere raggiunti dopo che si e' ottenuta l'autonomia politico-finanziaria, e per vie diverse (non necessariamente opposte) da quelle di un gruppo parlamentare. Tu mi stai dicendo quanto e' importante avere mura, un tetto, la casa arredata, ecc. Io ti sto dicendo che prima bisogna fare le fondamenta, per quanto siano brutte e sporche. E' un dato di fatto che nella storia ci sono state migliaia di predicatori e ideologi che lanciavano campagne moraleggianti o identitarie....mai avuto effetti pratici sul comportamento umano. Le uniche rivoluzioni che sono riuscite sono state quelle partite da ben precise rivendicazioni economico-politiche. Poi la componente identitaria o morale o ideologica e' venuta dopo. Questo in effetti e' stato Marx il primo a farlo notare, cosi' adesso puoi anche darmi del marxista
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21-12-05, 21:35 #9
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>come sensibilità verso i temi identitari
>e verso le profonde esigenze spirituali dei popoli 4-
E' qui che continuiamo a non capirci... non sto affatto contestando quello che dici. Ritengo pero' che quegli obiettivi possano solo essere raggiunti dopo che si e' ottenuta l'autonomia politico-finanziaria, e per vie diverse (non necessariamente opposte) da quelle di un gruppo parlamentare. Tu mi stai dicendo quanto e' importante avere mura, un tetto, la casa arredata, ecc. Io ti sto dicendo che prima bisogna fare le fondamenta, per quanto siano brutte e sporche. E' un dato di fatto che nella storia ci sono state migliaia di predicatori e ideologi che lanciavano campagne moraleggianti o identitarie....mai avuto effetti pratici sul comportamento umano. Le uniche rivoluzioni che sono riuscite sono state quelle partite da ben precise rivendicazioni economico-politiche. Poi la componente identitaria o morale o ideologica e' venuta dopo. Questo in effetti e' stato Marx il primo a farlo notare, cosi' adesso puoi anche darmi del marxista
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21-12-05, 22:34 #10
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Originariamente Scritto da aussiebloke
Chiaro che no; esprimiamo esigenze e sensibilità profondamente diverse.
Mi vuoi dire che cosa me ne faccio di una Padania dove non potrò più riconoscermi nei suoi valori culturali, antropologici, linguistici, paesaggistici, etc.?
Tutto questo in nome di che cosa?
Della globalizzazione che non accetta confini e sovranità alcuna?
Mi spiace ma le fondamenta risiedono proprio in questi concetti, perché il primato spetta all'Uomo in tutta la sua unicità e indivisibilità tra materia e spirito; il mercato e tutte le sue implicazioni positive e negative, viene dopo.