Originariamente Scritto da
diocleziano
di Rita Iacobucci
Il Gup Gianni Falcione vuole sapere se è competente nella lite giudiziaria che contrappone il premier Silvio Berlusconi e il leader dell'Idv per quell'affermazione, "magnaccia", che Di Pietro, da par suo, riservò al Cavaliere un anno e mezzo fa dal palco molisano della Biblioteca Albino di Campobasso. Poi, nel caso, potrà stabilire se Di Pietro debba essere processato o meno.
Per questo il magistrato, decidendo dopo l'udienza del primo dicembre scorso ha ordinato al pubblico ministero un supplemento d'indagine che accerti se la diffamazione "mediatica" ipotizzata si sia consumata nel caso classico, a mezzo stampa cioè, oppure con l'aggravante, se così si può semplificare, della cassa di risonanza della tivù nazionale (Sky tg24). In quel caso, il giudice naturale della vicenda sarebbe quello del luogo di residenza del danneggiato e non quello del luogo dove è stato commesso il fatto. Milano, cioè, e non Campobasso.
Il pubblico ministero Immacolata Di Petti ha ora sessanta giorni di tempo per interrogare, ascoltare come persone informate sui fatti, i giornalisti di Sky che erano presenti a Campobasso il 28 giugno 2008, quando Di Pietro, argomentando il suo pensiero sulle intercettazioni che inguaiarono Agostino Saccà, ex direttore di Rai fiction, per le assunzioni e le raccomandazioni che le caldeggiavano e che correvano sul filo del telefono e arrivavano anche dall'attuale presidente del Consiglio, sentenziò: "Più che degli statisti, al governo abbiamo dei magnaccia".
Fu quasi immediata la denuncia di Berlusconi tramite Niccolò Ghedini che lo difende attraverso la collega Licia Polizio nel procedimento che si è aperto all'inizio di questo mese nelle aule di viale Elena a Campobasso.
Botta e risposta nell'udienza preliminare. Sergio Scicchitano, legale di Antonio Di Pietro spiegava: è ovvio che le affermazioni del mio assistito erano provocatorie, non c'era alcun intento diffamatorio. "Come si può pensare che davvero Di Pietro potesse imputare al capo del Governo la professione del ruffiano?". Per il resto, chiarito che per il collegio difensivo dell'Idv il tutto rientrava nella dialettica politica, certo dura, ma nulla di più, Scicchitano aggiunse e ribadisce oggi che a suo parere è competente Campobasso a decidere. Ininfluente per lui che Sky abbia mandato in onda in diretta differita le roboanti affermazioni di Di Pietro.
Cosa che invece per i legali del premier è dirimente e fa pendere la bilancia per la competenza di Milano. "La decisione del giudice ci dà ampia soddisfazione - commenta dopo il deposito dell'ordinanza avvenuto in cancelleria il 11 dicembre, l'avvocato Polizio - avevamo chiesto che si verificasse la consistenza esatta della diffamazione che a nostro giudizio è avvenuta. E dicendo al pm di sentire i cronisti di Sky e di acquisire in originale il video di quanto trasmesso all'epoca ci fa ben sperare per l'esito complessivo del procedimento e per lo spostamento quindi a Milano".
Una moralizzazione del linguaggio della politica s'impone, è il ragionamento più complessivo della Polizio, soprattutto dopo l'aggressione al premier di piazza del Duomo. "Proprio alcune affermazioni di Di Pietro - sottolinea - sono finite nel mirino di chi riconduce questa violenza al clima avvelenato che si è creato in Italia".
Si dice tranquillo anche Scicchitano sulla prima decisione interlocutoria giunta sulla causa. "Come anche Di Pietro, siamo assolutamente fiduciosi sulla magistratura e sul suo operato", commenta.
Il sostituto della Procura di Campobasso Immacolata Di Petti, che aveva chiesto l'archiviazione a cui la difesa di Berlusconi si era opposta, ha già avviato il supplemento di indagine ordinato dal Gup.
Di Pietro definì Berlusconi un magnaccia,il Gup ordina un supplemento d'indagine.*•*Prima Pagina Molise')