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  1. #1
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    Predefinito La Pietas e l'attegiamento verso i Numi

    Adesso che ho qualche minuto per scrivere, mi permetto di commentare alcune affermazioni di Daudokos, sorte nel thread sugli 'Ausoni'.

    Credo sia opportuno precisare che esistono una varietà di opinioni, nel mondo Gentile, sulla questione della Pietas e sull'attegiamento che un Pio ha nei confronti dei Numi.

    In particolare io ho affermato che la Pietas sia questione di Azione, più che una 'confessione' o dichiarazione di 'credo' o 'fede', e la pretesa 'galileità' di questa concezione che vi avrebbe ravvisato Daudokos mi ha incuriosito, spingendomi a precisare il mio punto di vista e capire quello degli altri.

    Ho sempre sostenuto che non possa esistere un Gentile Pio 'credente e non praticante', proprio perchè il fondamento del Cultus Deorum che mi risulti sia sopratutto incentrato nel Rito, e perchè no, dal momento che quivi è stato raramente accennato, al Sacrificio. Anzi, si può dire, sin dai più antichi scritti caratterizzati da un "Genoma" religioso ben distinguibile almeno tra Indoeuropei, (ad esempio i Veda) che il Culto consista primariamente nel RIto Sacrificale.

    Forse Daudokos alludeva, in analogia, alla parabola della 'Vigna' di galilea memoria, ma questo è molto relativo : la parabola in oggetto è da considerarsi
    nel contesto dell'attuazione dei precetti e delle Leggi dogmatiche del popolo orientale da cui vengono i vangeli.

    Invece, il Rito e il 'Fare' che io intendevo, è in relazione agli atti di Culto, non alle 'buone opere' o il rispetto di qualsivoglia comandamento.

    Su questo punto c'e' capitale differenza.

    Inoltre c'e' un altro passaggio :

    "Così come la pietas serve a noi e non agli Dei" che credo sia da ponderare con molta calma, e sopratutto alla luce di quella Pax Deorum che è anche Hominumque. Questo punto non è molto chiaro, e se mentre è logico che la Natura Divina sia Impassibile, sappiamo come le Deità 'ricevano', 'accettino' nonostante non lo facciano per 'necessità', vi è un rapporto biunivoco, vi è un CONCORSO dell'Uomo nella Reggenza del Cosmo.

    Allo stesso modo, un rapporto succubistico e strisciante nei confronti degli Dei, non mi pare caratteristica precipua dei nostri Antenati Europei, che credo sconoscessero totalmente il concetto moderno e post-galileo del 'Timor di DIo'.

    Quanto poi alla storpiatura ironica ed altre 'preoccupazioni', mi limito a ricordare che tanti aggettivi usati con disinvoltura, in passato, verso Dei e Dee (in quel caso Romani..) non siano stati oggetto di particolare scrupolo o censura da parte di nessuno.

    Ricordo che i Maggiori non avevano timore di 'pronunciare il nome di Dio invano', e che anzi i Nomi dei Numi erano ampliamente utilizzati per la descrizione di qualsiasi fenomeno, umano o naturale, dal momento che essi Li percepivano agenti in ogni cosa, non solo nelle disquisizioni filosofiche o metafisiche.

    Purtroppo non ho ulteriore tempo per approfondire la questione in questo momento e rimando la palla ai vostri eventuali commenti.

    Valete Bene!

    FRVMENTARIVS
    Frumentarius
    "Punctim et Caesim ferire"

  2. #2
    against the modern world
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    Predefinito

    Frvmentarivs, il discorso che fai è ampiamente condivisibile se applicato alla religione classica. La questione è se sia applicabile o meno al (neo)paganesimo odierno (perchè, volenti o nolenti, sempre di neo-paganesimo post-cristiano si tratta).

    Secondo me la risposta è negativa per il semplice fatto che non esiste continuità, in senso stretto, tra la religione antica e quella odierna. Quindi il discorso pagano oggi si deve innanzitutto inserire in un tentativo di recupero di una certa sensibilità (v. anche il discorso fatto in un contesto non religioso dal De Benoist) e perchè no anche nello sviluppo di una nuova Fede verso un divino che è negato dal materialismo dominante.

    In tutto questo la funzione del rito è tuttosommato secondaria (attenzione, secondaria: non ininfluente!).

    Certo, i 'tradizionalisti romani' di più stretta osservanza avranno da ridire, ma personalmente non posso accettare l'illusione che i postulati validi 2000 anni fa siano validi anche oggi (quando già non lo erano nel 400 d.C.!). Noi siamo uomini di oggi, non antichi romani. Che cosa assicura la centralità primaria di un rito ricostruito quando questo non è più continuità con il Mos Maiorum ma piuttosto ricreazione, tentativo moderno di risacralizzare il cosmo?

    E' una questione rilavante e difficile, e sarei curioso di sentire l'opinione di altri.

  3. #3
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Chaos88
    Frvmentarivs, il discorso che fai è ampiamente condivisibile se applicato alla religione classica. La questione è se sia applicabile o meno al (neo)paganesimo odierno (perchè, volenti o nolenti, sempre di neo-paganesimo post-cristiano si tratta).
    Ave Chaos!

    Penso che partiamo da presupposti differenti.
    Non considero il 'paganesimo' come una costruzione (ne ri-costruzione, ne neo-costruzione) ma il risultato naturale di una distruzione ( o se preferiamo destrutturazione) : il fondo vero e naturale, Radicale, della costituzione reale di un Europeo, persino un europeo moderno.
    Quindi, essendo un Europeo ( ma non solo.. io direi addirittura l'Antropos nella sua accezione generale) Naturaliter un 'pagano', non rilevo alcuna 'discontinuità' ma solo una 'intonacatura' posticcia che è bastevole di una sana e 'spietata' scrostatura, senza compromessi o vili remore.

    e perchè no anche nello sviluppo di una nuova Fede verso un divino che è negato dal materialismo dominante.
    Il fideismo non è affatto l'unica modalità a potersi porre in contrapposizione al materialismo dominante. Accettare questa equazione, come pure l'equazione che equipara il devozionalismo sentimentale alla 'religione', significa accettare postulati fraudolenti che ci sono stati propinati dal Cristianesimo, esclusivista persino nelle 'modalità' dell'approcciarsi al Divino.

    L'atteggiamento devozionale esiste anche nelle culture Gentili ( vedesi l'India) ma certo senza escludere giammai vie 'Secche' o Gnostiche ( non intendo lo gnosticismo cristiano, ma la GNOSI nel senso proprio del termine).

    Non si può negare che certe forme 'umide' siano però esistite con più consistenza al di fuori del Patriziato e della Classe Guerriera.

    La scienza moderna, la 'ragione' moderna, sono aspetti deviati e caricatureschi della Scienza e dell'Intelligenza, e Minerva E' ed è sempre esistita, non solo solo fideisticamente da 'credere' fuori di noi, ma anche Sub Specie Interioritatis.

    Sarò un 'tradizionalista di ferro', ma rimango affettuosamente ancorato alle istruzioni iscritte nel Tempio Apollineo di Delfi : CONOSCI TE STESSO, o per citare il Romano Persio, "non CercarTi fuori di Te", ergo credo ci sia abbondantemente spazio anche per una Ricerca Centripeta, e non centrifuga come il devozionalismo esprime.

    Vale Bene!

    FRVMENTARIVS

    PS: Se esiste, ovviamente non per tutti, un Ricordo, siamo davvero sicuri che la Conoscenza Sacra sia necessitata da una mera trasmissione sul piano orizzontale?....
    Frumentarius
    "Punctim et Caesim ferire"

  4. #4
    against the modern world
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    Predefinito

    Ave a te, Frvmentariuvs!

    Ho letto con interesse le tue considerazioni, e fondamentalmente penso di non essermi espresso bene, perche' mi trovo d'accordo con molto di quanto dici.

    In particolare, non solo ritengo che l'uomo europeo sia naturaliter pagano, ma che gli Dei abbiano sempre continuato ad agire nella sua vita e ad essere stati venerati sotto mentite spoglie (e il mio non e' un discorso 'storico' di sovrapposizioni iconografiche etc., ma metafisico: ogni preghiera sincera raggiunge gli Dei perche' essi sono i necessari intermediari tra l'anima e l'Assoluto).

    Anche sul discorso devozionale mi trovi d'accordo in linea di massima, ma ci tengo a rimarcare il distinguo che ho fatto anche nell'altro post: come ci si deve porre oggi rispetto al devozionalismo? La mia opinione personale, frutto di un cammino iniziato anni fa e che mai avra' termine, è che l'approccio 'secco', come lo definisci, è difficilmente realizzabile nel contesto moderno. Questo principalmente perchè presuppone un legame con il Mos Maiorum a livello rituale che è stato interrotto. La mia perplessita' e' sempre quella: come basare la propria religione (principalmente) sul rito quando il rito e' stato ricreato?

    Attenzione: qui non sto facendo un discorso pseudo-guenoniano, se non altro perche' personalmente un calendario rituale lo seguo. Penso (so) che i miei riti hanno valore perche' gli Dei accolgono sempre una preghiera sincera.

    Vorrei poi di nuovo enfatizzare il fatto che il concetto di Fede esisteva a vari livelli nell'antichita', e che le è stato dato rilievo filosofico in periodi piu' tardi, che come sentire ed esigenze sono molto piu' vicini a noi (pagani di oggi) - se posso azzardarmi - che non alla pietas cultuale di un Catone.

    Quello che sto cercando di dire, in soldoni, e' che trovo impossibile da realizzarsi oggi la 'via secca'. Mi farebbe sul serio piacere potermi ricredere, per cui sono curioso di capire come percepisci oggi un cammino gentile in questo senso.

    Due ultime considerazioni:

    1. la ricerca interiore (il 'conosci te stesso') e il devozionalismo devono coincidere. Meglio: non esiste il secondo senza il primo, come sanno bene i Vaishnava (su questo l'esposizione della Bhagavadgita e' molto chiara);

    2. la 'Fede' non dev'essere confusa con l'emozionalismo religioso, che ne e' spesso una degenerazione. La Fede e' la fondazione per una moderna resacralizzazione del tutto sulla base dell'insegnamento divino rivelato dalle fonti giunte fino a noi e sulla manifestazione personale della divinita' nella nostra vita.

    Vale optime,

    - C88

    EROS
    ALETHEIA
    PISTIS

  5. #5
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    Predefinito l'empità in erodoto

    per erodoto gli sciti erano tutti empi. infatti durante i temporali, tra fulmini e saette, lanciavano nugoli di frecce verso il cielo. erodoto ne restò sbigottito.

  6. #6
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da dime can
    per erodoto gli sciti erano tutti empi. infatti durante i temporali, tra fulmini e saette, lanciavano nugoli di frecce verso il cielo. erodoto ne restò sbigottito.
    Potrebbe essere una errata interpretazione di Erodoto, del loro comportamento.
    Saettare di Rimando al Saettatore poteva significare mostrargli di essere Lui, o suoi 'corraboratori'.

    Del resto, gli Antichi Latini facevano volare della specie di Bolas (che fanno un suono tipo SWOOOOOOO! come la tempesta) e lanciavano in aria giavellotti, nonchè facevano cozzare pietre focaie durante un'Azione del Tonante, per poi rievocare la Sua Presenza quando svolgevano Culto.

    ValeBene!
    Frumentarius
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  7. #7
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    Predefinito che ne pensate di Capaneo ?

    giove tonante in persona si incaricò di incenerirlo. ricordate la striscia della formica ? un fulmine colpisce una formica (zoot). il formichiere scuote le testa e dice : " per UNA formica ..."

  8. #8
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da dime can
    giove tonante in persona si incaricò di incenerirlo. ricordate la striscia della formica ? un fulmine colpisce una formica (zoot). il formichiere scuote le testa e dice : " per UNA formica ..."
    Caro "dime can" ( ma io preferirei di non additarti in tal modo..),
    quando si dice che Giove ( o Taranis o Indra.. ) fulmina, non bisogna pensare che Egli si scomodi per le formichine umanimali nello stesso modo nel quale certo se piazzi la mano su un fornello nessuno pensa che il Fuoco abbia voluto scottarti.

    Quindi è la formica che si mette sotto il Fulmine, che è indipendentemente da lei, proprio come se mettesse a pattinare sulla lingua di un Formichiere.

    Ovvio che la formica 'rileva' la sua incinerazione ( la mia scelta dei vocaboli non è casuale) solo nel momento in cui si piazza sotto il Fulmine.

    E' davvero tanto saggio il formichiere a credere di essere lui, agente del suo pasto?

    Vale Optime!

    FRVMENTARIVS
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  9. #9
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    Predefinito ci tengo al mio nome

    comunque sappi che al liceo il mio personaggio preferito dell'inferno dantesco era proprio capaneo.
    sarà che esser dio è poco democratico ?

  10. #10
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da dime can
    comunque sappi che al liceo il mio personaggio preferito dell'inferno dantesco era proprio capaneo.
    sarà che esser dio è poco democratico ?
    Dante riprende Stazio, non il mito originale Greco.. mi pare.

    Il tuo nick è un invito a chiamarti 'cane', è in quel senso non ti chiamerei.

    Quanto alla "Democrazia", i Greci non erano unanimi a riguardo, ma la ritenevano la forma meno eccelsa di governo, ma comunque ispirata egualmente dagli Dei.

    Saluti,

    Frumentarius
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