Massimo Fini e la Nazione.

[C@scio]

Sicuramente, però io a logica dire che è più forte e resistente una comunità grande (e coesa!) di una piccola. Il caso dell'Italia è purtroppo particolare, venendo a mancare del tutto la coesione di cui sopra.

Il numero ha smesso di essere sinonimo di potenza, ormai da lunga pezza...

[C@scio]

Non vedo nessuna radicale diversita', in quanto parte di noi (basta leggersi Evola) gia' da tempo hanno superato il concetto di Nazione di ottocentesca e risorgimentale memoria attestandosi su posizioni definibili come etno-nazionaliste e comunitariste....Per quanto riguarda il tav e lo sviluppo seppur i movimenti d'area (soprattutto per scarsa cultura ambientale e per legami con vetusti schemi nostalgici) sono a favore del Tav, qui puoi trovare molti camerati che(come il sottoscritto) sono fermamente contrari....
Ripeto cmq quanto detto altre volte M.Fini, non e' certo un camerata ma e' l'unico (od uno dei pochi)che si fa' portatore di una visione del mondo identitaria, antimaterialista, antiliberale ed antimoderna oggi, io coerentemente con la mia visione del mondo tradizionale e nazionalpopolare non posso altro che seguirlo con interesse senza voler mettere nessun cappello od operare occupazioni di campo, se poi i movimenti d'area (come e', mi e' bastato vedere la Mussolini da Matrix)) vanno in un campo opposto, che dire auguri...

Nulla da aggiungere

[Spirit]

Quella di "nazione" è un'idea moderna, per quanto proiettata nel passato, come moderno è lo Stato che adotta la "nazione" a proprio fondamento.
Andare oltre o contro la modernità significa rimettere in gioco il concetto di nazione, quantomeno nelle forme che ha assunto e nel ruolo che, ancora oggi, riveste.
Il valore della comunità locale è relativo alla potenziale inerzia che questa frappone agli interessi oligarchici, che in una rete di autonomie radicali, nessuna delle quali vuole essere posta in condizione di "servitù", hanno più difficoltà ad affermarsi. La TAV è un esempio di ciò, l'esempio che in assenza di coercizione statale le Opere ad insostenibile impatto ambientale non si costruirebbero. Ma se ne possono fare altri, che non esulano dall'esigenza, da parte delle piccole comunità, di far di porre al centro della società non anonime strutture burocratiche, ma la persona: è così che solo la piccola comunità, se fortemente autonoma, può porre fine al processo di iatrogenesi descritto da Ivan Illich, frammentando il servizio sanitario nazionale e quindi il potere della corporazione medicale. Discorso non dissimile vale per la scuola, per i mass-media, per la ricerca scientifica, per l'energia, soprattutto per l'ambiente.
Ciò che Fini vuole è una cosa: restituire potere all'uomo concreto, concepito "aristotelicamente", ovvero ai luoghi laddove vi sono legami sociali in atto in cui ne va dell'uomo stesso e della sua auto-realizzazione.

[Esmor]

Di certo mi sembra più vicino a noi che a tutti le altre aree politiche se non altro per il suo antimodernismo.

Su questo avrei dei dubbi. Personalmente (ma è, come tutto, un'opinione personale) credo che sia più vicino sia a "Nuove Sintesi", sia a tutta la corrente della decrescita "di sinistra" espressa oggi soprattutto da Serge Latouche ma anche da Ivan Illich, dal Mauss, eccetera, fino ad alcune correnti dell'anarchismo contro il progresso e lo sviluppo.

[Arancia Meccanica]

Su questo avrei dei dubbi. Personalmente (ma è, come tutto, un'opinione personale) credo che sia più vicino sia a "Nuove Sintesi", sia a tutta la corrente della decrescita "di sinistra" espressa oggi soprattutto da Serge Latouche ma anche da Ivan Illich, dal Mauss, eccetera, fino ad alcune correnti dell'anarchismo contro il progresso e lo sviluppo.

Massimo Fini si avvicina a De Benoist alle soglie della vecchiaia.
Gli anni di ritardo sono almeno 25.

Per quanto riguarda la visione imperiale europea la trovo semplicemente ridicola.
Per fare un impero, ci vuole un popolo.

[Esmor]

Massimo Fini si avvicina a De Benoist alle soglie della vecchiaia.
Gli anni di ritardo sono almeno 25.

Sinceramente l'ho trovato coerente nel corso del tempo... le cose che dice oggi in "Il vizio oscuro dell'occidente" o in "Sudditi" sono sulla stessa linea d'onda di "La ragione aveva torto ?" o "Il denaro sterco del demonio".

[Arancia Meccanica]

Sinceramente l'ho trovato coerente nel corso del tempo... le cose che dice oggi in "Il vizio oscuro dell'occidente" o in "Sudditi" sono sulla stessa linea d'onda di "La ragione aveva torto ?" o "Il denaro sterco del demonio".

molte di queste cose le scriveva sull'Indipendente, sul Borghese, e poi nella metà degli anni 90' quando scriveva sulla Puttania. Ops,... sulla "Padania".
Ma io parlo dell'impegno politico, scoperto in così tarda età.

[Rick Hunter]

Trovo quelle assurdità semplicemente oscene oltre che prive di ogni fattualità. Impossibile immaginare il mondo senza la nazione italiana, e che lo dica uno dei guru della autodefinitasi "destra" radicale è solo l'ennesimo esempio di come il concetto nazionale in Italia sia caduto in basso, perfino tra quelli che dovrebbero esserne "radicali" sostenitori.

[C@scio]

Per quanto riguarda la visione imperiale europea la trovo semplicemente ridicola.
Per fare un impero, ci vuole un popolo.

E quindi l' "Europa Nazione"?! Tutta fuffa?...

[Alvise]

Trovo quelle assurdità semplicemente oscene oltre che prive di ogni fattualità. Impossibile immaginare il mondo senza la nazione italiana, e che lo dica uno dei guru della autodefinitasi "destra" radicale è solo l'ennesimo esempio di come il concetto nazionale in Italia sia caduto in basso, perfino tra quelli che dovrebbero esserne "radicali" sostenitori.

M. Fini non è un guru della Destra Radicale. A voler essere precisi, non è il guru di niente.

P.S. Buon Natale a tutti