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Celtic Pride
RICCIONE - All’uscita della messa di mezzanotte hanno ricevuto un inatteso e non del tutto gradito regalo: un preservativo, accompagnato da un opuscolo informativo sui rischi di rapporti sessuali non protetti. A consegnarlo, nelle mani dei fedeli nella notte della vigilia, i volontari del circolo Arcigay Alan Mathison Turing.Guidati dal presidente Davide Piccioni, hanno voluto lanciare il loro messaggio in un luogo e in un giorno in cui erano certi di raggiungere molte, moltissime persone, anche tra quelle fasce che “solitamente non sono coinvolte dalla campagna d’informazione e prevenzione”.La prima chiesa scelta era quella della Pentecoste, guidata da don Giorgio Dell’Ospedale. Il parroco, appena si è reso conto di quel che stava accadendo, è sceso in strada e ha invitato i volontari dell’Arcigay ad allontanarsi. “Ho gridato vergogna - spiega - perchè è stata un’offesa gravissima a Dio e a tutta la comunità cattolica”.“Ci ha insultato - replica a distanza il presidente del circolo Davide Piccioni - con frasi e parole che avrebbero potuto istigare pericolosi atti di fanatismo contro di noi”.In una mezz’ora circa, i volontari hanno distribuito trecento preservativi. Lo giudicano un successo e ringraziano chi li ha accettati di buon grado, apprezzando la campagna informativa, chi il giorno dopo ha inviato una e-mail per congratularsi, ma anche chi ha educatamente risposto “no grazie”.Sul successo dell’iniziativa don Giorgio è scettico: “I fedeli hanno pensato di mettersi in tasca una preghiera perchè, alla fine della funzione religiosa, avevo avvisato i fedeli che fuori della chiesa alcuni ragazzi avrebbero consegnato loro gli auguri di Natale e una preghiera agli angeli”.Terminata la campagna di fronte alla chiesa della Pentecoste, i volontari dell’Arcigay si sono spostati in via Dante e poi in viale San Martino. Altre due chiese e altri duecento preservativi distribuiti, ma questa volta senza polemiche. “Nessuno - continua Piccioni - ha creato problemi, ci ha insultato o chiesto di allontanarci. Si può non condividere l’utilizzo del preservativo, ma distribuivamo materiale perfettamente legale e sulla pubblica via. Ci siamo guardati bene dal mettere piede all’interno della proprietà della chiesa cattolica e non abbiamo offeso nessuno”.
Corriere di Romagna