Risultati da 1 a 7 di 7

Discussione: l'Asse dei perdenti

  1. #1
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    Predefinito l'Asse dei perdenti

    Japan's population starts declining in 2005 for 1st time
    Friday, December 23, 2005 at 08:06 EST

    TOKYO — Japan's population has started shrinking for the first time this year, government data showed Thursday, presenting the government with pressing challenges on the social and economic front including ensuring provision of social security services and securing the labor force.

    The Ministry of Health, Labor and Welfare's annual survey shows the balance of domestic births of Japanese minus deaths in the year is estimated to be minus 10,000, marking the first "natural decline" since the data were first compiled in 1989. Japan will join Germany and Italy in the ranks of countries where a decline in population has already set in.

  2. #2
    Totila
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    Be', era una cosa prevedibile dopo la "democratizzazione" del '45...

  3. #3
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    perdenti di dei del l'Asse La popolazione del Giappone comincia declinare in 2005 per prima volta venerdì, 23 dicembre 2005 a 08:06 il EST TOKYO -- la popolazione del Giappone ha cominciato ristringere per la prima volta questo anno, dati di governo ha mostrato giovedì, presentante il governo con le sfide di pressione sulla parte anteriore sociale ed economica compreso accertare la fornitura di i servizi di previdenza sociale e l'assicurazione delle forze di lavoro. Il ministero della sanità l'indagine annuale, del lavoro e dell'assistenza sociale mostra che l'equilibrio delle nascite domestiche del giapponese meno le morti durante l'anno è valutato per essere meno 10.000, contrassegnando il primo "declino naturale" poiché i dati in primo luogo sono stati compilati in 1989. Il Giappone aderirà alla Germania ed all'Italia nei Rank dei paesi in cui un decremento demografico già si è regolato dentro.

  4. #4
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    Daniele Scalea

    L'ultimo ballo di Koizumi

    http://www.terradegliavi.org/kaliyuga/ballo_koizumi.htm




    Quando un popolo riscopre la propria tradizione, rivaluta la propria cultura, e rivendica la propria libertà, non si può che essere soddisfatti, poiché quel popolo s'è sollevato contro la globalizzazione e l'incubo dell'omologazione universale. Purtroppo, non è questo il caso del Giappone.

    Il Giappone non sta affatto cedendo al fascino della sua tradizione ancestrale (a meno che produrre pantaloni col simbolo del Sol Levante non risponda a tale obiettivo), bensì rivalutando con eccessiva indulgenza il suo periodo coloniale, e in particolare la sanguinosa invasione della Cina. La stessa cultura nipponica è invero più arrancante che mai, sotto un incessante e impietoso processo di occidentalizzazione dei costumi. Infine, Tokio è ben lungi dal desiderare vendetta contro il boia di Hiroshima e Nagasaki, il primo straniero che impunemente calpesta da padrone il suolo patrio: l'equivoco "irredentismo" giapponese s'esplica non nel rivendicare per sé la libertà, ma nel voler intaccare quella altrui. Koizumi che danza con Richard Gere è l'emblema di questa triste situazione

    L'arcipelago del Sol Levante s'è rapidamente trasformato in un grave fattore di destabilizzazione per l'intera regione estremo-orientale: Tokio ha avviato un programma di riarmo chiaramente rivolto contro la Cina, dal momento che promette a Taiwan di difenderne l'indipendenza; nel contempo, Koizumi ha arrogantemente rifiutato la proposta del Cremlino di chiudere ogni contenzioso spartendosi equamente le Isole Curili (le quali, si noti bene, sono oggi tutte russe), e persino avanzato un'assurda rivendicazione territoriale dell'isola di Cheju-do, compresa nel territorio sudcoreano; nemmeno da citare è la profonda inimicizia colla Corea del Nord.

    Insomma, il Giappone ha assunto un atteggiamento provocatorio, tanto verso rivali storici quali la Cina, che verso paesi i quali si presumerebbero suoi alleati, come la Corea del Sud, neppure dissimulando il ritorno di vecchie ambizioni imperialiste. Il quadro da tragico assume tinte comiche, allorché consideriamo come tale "impero" dovrebbe risorgere... sotto l'occupazione militare straniera del suolo nipponico stesso! Se fino a pochi anni fa, sembrava che il popolo giapponese fosse deciso a rivendicare la propria autonomia dall'imperialismo yankee, ora esso, imbruttito com'è dal processo di occidentalizzazione socio-culturale, è preda d'una mania pseudo-patriottica incoraggiata dalla classe dirigente, che a cuor leggero ha barattato la propria libertà con un ruolo di potenza regionale. Ruolo che però dovrà conquistarsi colla forza della politica (non della diplomazia, dato che non ve n'è traccia nelle sue azioni) e - speriamo di no - con quella delle armi. Washington sta fornendo al suo prezioso alleato-vassallo dell'Estremo Oriente gli aiuti necessari per potenziare ulteriormente il già notevole arsenale bellico. Unendo quest'ultimo alla naturale forza economica del Giappone, Tokio sta tornando a fare la parte del leone nella geopolitica regionale. L'obiettivo e la linea di condotta dettata da Washington a Koizumi è chiarissima: colpire la Cina senza collaborare colla Russia. Il rinnovato asse Tokio-Washington è la risposta alla novella alleanza Delhi-Pechino, dietro la quale, nell'ombra, sta anche la mano della diplomazia moscovita.

    Fino a che punto il Giappone si spingerà nel proprio ruolo di cane da guardia yankee dell'Estremo Oriente eurasiatico? I primi segnali non sono affatto incoraggianti, poiché nell'arcipelago s'è vista ultimamente una rabbiosa bellicosità diplomatica e persino una certa voglia di menare le mani coll'eterno nemico cinese (e con tutti i vicini). In teoria, Washington avrebbe pure di che guadagnare da uno scontro aperto tra Cina e Giappone, poiché, non dimentichiamolo, anche quest'ultimo potenzialmente potrebbe rivaleggiare con la potenza nordamericana stessa. Ciò detto, è piuttosto improbabile che Pechino e Tokio siano tanto incoscienti da arrivare all'uso delle armi - uno scenario altamente distruttivo, se non apocalittico -, ma senz'altro - conoscendo i ruvidi metodi politici dei due paesi - assisteremo ad una lotta politico-economica senza esclusione di colpi.

    Una cosa è comunque certa: per quanto detto finora, chi pensa che il Sole stia tornando a levarsi in Giappone, si sbaglia di grosso. L'atteggiamento di Tokio dà al contrario la dimensione di quanto profondamente l'astro nipponico sia ormai tramontato...

    Fonte: Rinascita, aprile 2005

  5. #5
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    io la vedo in modo diverso . NOn e' detto che la politica giapponese di" riarmo" serva a quello che appare . Voglio ricordare che il giappone e' entrato volontariamente in recessione 15 anni fa per sottrarsi alla trappola della globalizzazione che sta liquidando l' europa . Il giapppone e' l' unica neo-colonia usa che non ha smantellato lo stato non ha smantellato la ricerca scientifica, non ha "delocalizzato" e non si riempito di manodopera di importazione ..Anzi invece di smantellare anche le sue forze armate ( come la germania ) adesso le sta potentemente potenziando .
    lLa politica giapponese e' sempre stata quella della espansione tanto ad est( cina , manciuria) come a sud-ovest ( filippine ,indonesia oceania ) . Il giappone che si arma non e' detto che voglia poi davvero logorarsi al limite della sopravvivenza attaccando la cina ( o la russia) per conto del padrone .

    Ci sono bocconi piu' facili a sud-ovest ..e forse in giappone qualcuno si ricorda che servire gli interessi angloamericani contro cina e russia poi non ha portato fortuna .
    "dammi i soldi, e al diavolo tutto il resto "
    Marx


    (graucho..:-))

  6. #6
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    il Giappone è demograficamente stremato, peggio della Germania. Con una popolazione vecchia e in declino non si costruiscono gli imperi.

  7. #7
    Fieramente Leghista
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    1) che in Giappone comici ad esserci un po' di calo demografico è cosa solamente positiva, poichè uno dei problemi fondamentali delle città nipponiche grandi e meno grandi è proprio il sovraffollamento estremo e lo sfruttamento troppo intensivo delle risorse del territorio; come da noi del resto, ma a livelli anche peggiori. Non si capisce proprio quindi la continua lamentela demografica che certi soggetti si ostinano a portare avanti, senza oltretutto riflettere sulle differenti realtà ambientali. Sembra quasi che il crescete et moltiplicorum più acritico e scriteriato sia visto come l'unica panacea universale: ogni altro commento è superfluo...

    2) e ciò che più conta, il Giap. ha una teoria e una prassi relativa al mondialismo e al fenomeno che più sconvolge il mondo negli ultimi 15 anni, ovvero l'immigrazione selvaggia terzomondiale (ove per terzomondiale si include anche quella europea dalle aree ex comuniste), totalmente differente da quella disastrosa e suicida del paradiso del buonismo accogliente verso cani & porci dei paesi europei occidentali: ovvero, per chi non lo sapesse, in Giap. è semplicemente inpensabile l'accoglienza illimitata di accattoni criminali, se qualcuno pensasse di arrivare là su un barcone maleodorante si troverebbe impacchettato e rispedito al luogo di origine nel giro di pochissime ore senza troppi complimenti e senza clamori da parte di nessuno; così come è inpensabile l'accattonaggio violento tipico delle nostri parti, così come tutto ciò rende quel paese quello che ha il tasso di criminalità più basso di tutto il mondo. Certo esiste anche là una piccolissima aliquota di immigrazione regolare dai paesi dell'estremo oriente, ma tutti rigano diritto e sono ossequiosi del paese che li ospita, lavorano sodo venendo rispettati, ma nessuno pensa di mettere radici sfruttando il welfare da parassita e richiamando tutta la propria parentela fino al 10°grado a vivere di sussidi come qui da noi, perchè chi tentasse di farlo piglierebbe un poderoso calcio nel didietro in men che non si dica che lo rispedirebbe subito al paesello natio...
    E dietro a tutto questo c'è una bellissima filosofia spicciola di vita che non prevede a nessun livello l'integrazione di fatto dello straniero, che rimarrà sempre tale nella mentalità dei giapponesi anche dopo 20 o 30 anni di permanenza là.

 

 

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