dal libro di Marco Travaglio
"Berluscomiche" che raccoglie gli articoli "Bananas" degli ultimi tre anni.
"Quello che l´altro giorno assicurava agli italiani che la ripresa
economica è dietro l´angolo e la legge finanziaria Berlusconi-Tremonti è
una meraviglia non è un sosia, o un imitatore. E´ proprio il governatore
della Banca d´Italia Antonio Fazio.
Lo stesso "Tonino" che quest´estate riceveva "baci in fronte" da quel
galantuomo di Gianpiero Fiorani e lo invitava a "passare dal retro" per
non dare nell´occhio.
Lo stesso Gianpiero che la Procura di Milano accusa di aver accumulato
tesori nascosti in mezzo mondo, in barba ai risparmiatori. Ora,
spogliato da tutte le cariche prima che spogliasse definitivamente la
Popolare Italiana, Fiorani passa il suo tempo negli uffici dei pm milanesi.
Fazio invece siede saldamente a Palazzo Koch, da dove annuncia che non
si schioderà almeno per i prossimi cinque anni. Anche perché nessuno
glielo chiede più.
Solo un mese fa se ne stava da separato in casa nello stesso hotel di
Tremonti a New York. Ora si dice che i due abbiano fatto la pace, o
almeno la tregua. Infatti Tremonti non lo attacca più e Fazio apprezza
molto la sua finanziaria, già corretta tre volte prim´ancora di essere
approvata. Un mese fa Berlusconi annunciava che "il governatore non ha
più la fiducia del governo né la credibilità per restare al suo posto".
Ora ha riconquistato fiducia e credibilità non si sa bene come. O forse
lo si sa fin troppo bene.
Il 5 ottobre 2004 Fiorani, d´accordo con Fazio, rileva e ingloba nel suo
istituto lodigiano la Credieuronord: la banchetta della Lega nata nel
gennaio 2001 e finita nel giro di tre anni sull´orlo del crac, con tanti
saluti ai 3 mila ingenui risparmiatori padani che ci erano cascati. In
più, secondo l´accusa, la banchetta è stata utilizzata per riciclare
decine di miliardi provenienti da una distrazione di fondi dal Tribunale
di fallimentare.
Ora, ai vertici della banca colabrodo sedevano insigni esponenti
leghisti, fra cui tre parlamentari: il tesoriere Maurizio Balocchi
(incredibilmente sottosegretario e membro del Cda dell´istituto),
Stefano Stefani e Giancarlo Giorgetti.
Rischiavano grosso: un processo penale per l´eventuale bancarotta e una
multa miliardaria da Bankitalia per riciclaggio
Ma Sant´Antonio sistema tutte cose: risparmia loro la multa, e intanto
Fiorani salva la banca.
Qualche anno prima, l´ottimo Gianpiero aveva fatto lo stesso con due
banche molto vicine al Cavaliere: la Rasini, dove lavorava papà Luigi e
dove la mafia (lo rivelò Sindona) riciclava i soldi sporchi; e
l´Efibanca, la merchant della Bnl pesantemente inquinata dalla P2 che
negli anni 80 prestò una barcata di miliardi a Berlusconi per dare
l´assalto alle tv.
Ora la Rasini e l´Efibanca sono inglobate nella Popolare di Lodi, con i
rispettivi archivi.
Quanto alla Bnl, sta per essere acquisita dall´Unipol che tanto sta a
cuore a Fassino e D´Alema, con la benedizione dello stesso Fazio.
Davvero qualcuno trova strano che Sant´Antonio sia ancora lì?"
Marco Travaglio