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willy
Ultimatum di Pannella: Prodi ci ascolti o alle urne potremmo non esserci
Corriere della Sera | ROMA — «A questo punto, c'e una sola certezza: qualsiasi cosa accada, noi non andremo nell'altro campo perché il nostro obiettivo dichiarato, e irreversibile, è quello di far scattare l'alternanza tra Prodi e Berlusconi».
All'inizio della conversazione è insolitamente didascalico il Marco Pannella che, insieme ad Enrico Boselli e a tutto il vertice della «Rosa nel Pugno», da settimane martella Romano Prodi e Piero Fassino perché sia riservata alla nuova formazione politica pari dignità al tavolo dell'Unione. Ma il leader storico dei radicali è un combattente della politica: e ad una apparente rassicurazione fa seguire una previsione che stavolta, dopo giorni di gioco a rimpiattino con Ds e Margherita sull'amnistia, suona come un avvertimento.
Sbotta, dunque, Pannella, denunciando ancora una volta il «silenzio colpevole» del professore che finora non ha voluto incontrare i radicali, lo Sdi e tanto meno la segreteria politica della «Rosa nel Pugno»: «In questo squallore o la Rosa nel pugno esplode, deflagra e libera tutte le sue energie positive, altrimenti bisognerà fare i conti con le illegalità, le illegittimità e i casini vari che non permetteranno nemmeno allo schieramento prodiano di potere ospitare un po' di nuovi entusiasmi della società italiana».
Le «illegalità», spiega Pannella, sono quelle innescate dalla legge elettorale proporzionale che impone al nuovi partiti come la «Rosa nel pugno» una corsa contro 11 tempo: bisogna chiudere la lista prima degli altri in modo da non truffare i 180 mila cittadini cui si chiede la firma per la presentazione del simbolo che va fatta entro il 24 febbraio.
Con questo meccanismo, aggiunge Daniele Capezzone (Radicali italiani), «è come se il calcio mercato finisse un mese prima per alcune squadre mentre tutte le altre possono fare acquisti fino all'ultimo minuto» . Senza il nuovo soggetto politico creato dal radicali e dal socialisti dello Sdi ci rimette tutto il centro sinistra, insiste Pannella: «Dunque, si facciano coraggio i votanti, i gruppi laici e le associazioni perchè sono loro che possono salvare questa situazione. Altrimenti, si ritroveranno con non so che cosa in mano. Parteciperemo? Non parteciperemo? Questo lo vedremo...». Il tempo stringe perchè all' inizio di febbraio, quando la «Rosa nel pugno» dovrà per forza chiudere la sua lista, manca davvero poco. E a quel punto sul tavolo, finora virtuale, che unisce la formazione di Pannella e Boselli all'Unione non ci saranno solo l'amnistia e l'indulto: lo conferma Capezzone che per il 6,7 e 8 gennaio annuncia un consiglio nazionale a Roma in cui si parlerà molto di Pacs e di droga. Sul tappeto, poi, ci sono i temi cari anche alla tradizione dello Sdi: l'eutanasia, il testamento biologico, i finanziamenti delle scuole cattoliche, la revisione del Concordato e altro ancora che impegnerà molto chi, nell'Unione, sarà incaricato della stesura del programma. Il metodo fin qui seguito, però, ha escluso la «Rosa nel pugno» dai tavoli dell'Unione. E a Pannella questo non è piaciuto: «Prodi ha fatto le Officine ma non ci ha mal invitati, neanche come osservatori. Non ci ha inviato nemmeno un fax e la copia di un verbale. Ecco, io dico che si governa molto male questa fase. Oppure hanno in cantiere una politica stupenda che però io non riesco a capire». I problemi tra l'Unione e la «Rosa nel Pugno» rischiano di cronicizzarsi.
Per Enrico Boselli, tuttavia, non è ancora giunto il momento di drammatizzare: anche se la «freddezza riservata dall'Unione a noi, e al radicali in particolare», non è stata mal vista: «Neanche con i due partiti comunisti della coalizione uno dei quali, ortodosso, si ispira al governo cubano. Oppure non ho visto freddezza e indifferenza con Mastella che minaccia di uscire un giorno sì e uno no». Per il presidente dello Sdi, «tutto questo fa cadere le braccia perché è un lusso che può permettersi solo chi pensa di aver stravinto le elezioni».
Boselli, comunque, non ci sta a dire che la via imboccata con la «Rosa nel pugno» preveda, prima o poi, una conversione ad «U»: «E' vero, non abbiamo la pazienza di Giobbe, ma non ce alcuna ipotesi di scioglimento. Lavoriamo insieme a Pannella per la leadership di Prodi: con lealtà e affiatamento» . In realtà, dal Pacs al tema della laicità dello Stato, il professor Prodi ha un programma che potrebbe andar bene alla «Rosa nel pugno».
Lo dice un deputato di lungo corso come Roberto Villetti: «Prodi che ha fatto scelte giuste da cattolico liberale ora con noi è incerto, timido, impacciato. Fa così da quando il cardinal Ruini è entrato a gamba tesa su certi temi».
Cosa succederà, dunque, se l'Unione e la «Rosa nel pugno» non entreranno in sintonia? Pannella ha voglia di chiudere con una battuta: «Certo, non cambieremo mai campo. Ma se Berlusconi d'un tratto rinsavisce? Se diventa un vero liberale? Se espelle i disonesti? Se diventa pure anticlericale? Ecco, tutto è possibile...».
Dino Martirano
Corriere della Sera, 30 dicembre 2005, pagina 13