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Discussione: Lo spiritismo classico

  1. #41
    tanti dubbi e zero verità
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    Predefinito Re: Lo spiritismo classico

    Citazione Originariamente Scritto da Xenia888 Visualizza Messaggio
    Trovo questo tipo di sfide stupidamente penose!

    1 - non offendo e non provoco mai nessuno gratuitamente,
    2 - non definisco stupide e penose le scelte civili ed educate di altre persone
    3 - e non definisco "sfide" il semplice desiderio di una verifica personale di un fenomeno fisico improbabile.

    E infine quando dovessi definire una cosa nei termini che fai tu (sfide stupidamente penose) mi preoccuperei di spiegarne i motivi, senza lasciare le frasi provocatorie appese a niente.

    Ma poiche' a me pare che tu sia una persona particolarmente sgradevole e scorretta (come in questo caso per esempio), cui sono in pochissimi a prestare un minimo di pietosa attenzione, ti pregherei gentilmente ed educatamente di risparmiarti commenti come questi sui miei post, se è possibile. Se non fosse possibile allora sarebbe necessario un mio deprecabile ma indispensabile comportamento conseguente.
    Per mia scelta di vita non rispondo a persone idiote, in mala fede, ottuse o volgari, omminicchi e provocatori, presuntuosi e gente senza palle, bugiardi, millantatori, incapaci e psicolabili.


  2. #42
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    Predefinito Re: Lo spiritismo classico

    I limiti della moderna spiritologia scientifica


    Il maggiore limite della moderna spiritologia scientifica consiste nel fatto che, partendo dal rilievo sperimentale di alcune manifestazioni del perispirito anche a distanza di tempo dalla morte di una persona, essa giunge aprioristicamente alla conclusione che lo spirito preso nel suo complesso sia immortale.

    In realtà, lo spirito è costituito da un’anima immortale (nous) e da un corpo energetico (perispirito) destinato dopo un certo periodo di tempo a separarsi dall’anima e ad andare incontro ad una trasformazione che lo conduce alla perdita della sua specifica individualità energetica e, quindi, alla morte.

    Troviamo trattato in maniera sistematica il tema della separazione dell’anima dal perispirito già in Pistis Sophia, uno dei principali testi gnostici della tarda antichità:

    "Quando l’anima giunge al luogo degli arconti della via di mezzo, questi le vanno incontro con grande paura; l’anima presenta loro il mistero della paura ed essi temono davanti a lei, la quale consegna l’ora fatale al suo luogo, consegna lo spirito di opposizione - cioè il perispirito – al suo luogo, dà la difesa e i sigilli a ognuno degli arconti della via di mezzo, dà l’onore, la gloria e la lode dei sigilli e degli inni a tutti quelli del luogo della luce" (Pistis Sophia, 113, 3).

    Il tema della morte del perispirito emerge in maniera chiara anche dall’analisi degli insegnamenti e delle esperienze riferite dalla spiritologia popolare.

    La spiritologia popolare afferma che gli uomini, medium per natura, possono entrare in contatto con lo spirito solo per un certo numero di anni. Essa giustifica questa osservazione partendo dal presupposto, mutuato dalle superstizioni di cui sono intrise le religioni popolari alienanti, che lo spirito degli esseri umani, soprattutto lo spirito delle persone che muoiono in circostanze violente o comunque non naturali, resta sulla terra fino al momento in cui arriva l’ora fissata da Dio per la loro morte, dopodiché viene richiamato nell’aldilà e non è più evocabile dagli esseri umani.

    In realtà, la spiritologia popolare è giunta là dove la moderna spiritologia scientifica non poteva ancora arrivare e ha confermato le conclusioni delle scuole gnostiche dell’antichità sul carattere mortale del perispirito. Gli esseri viventi, infatti, possono venire in contatto con l’anima dei propri defunti solo fino a quando questa è imprigionata nel “corpo fluidico” o perispirito, l’entità energetica per mezzo della quale durante la vita terrena l’anima è tenuta prigioniera nel corpo che le è stato assegnato.

    Questo vuol dire che il perispirito, se non va incontro alla reincarnazione, sopravvive al corpo per un periodo di tempo più o meno lungo, ma anche che la fine di questa entità energetica dopo la sua separazione dall’anima è inevitabile.


    Daniel Douglas Home, medium celebre per le sue levitazioni
    Immagine dal sito Wikipedia, the free encyclopedia


    Il ruolo dei medium nelle antiche comunità gnostiche


    Elaine Pagels nel suo libro intitolato “I Vangeli Gnostici” mette in luce come nelle principali comunità gnostiche accanto alle figure del sacerdote e del vescovo esisteva la figura del “profeta”. Il “profeta” in genere era un uomo dalle spiccate capacità medianiche in grado di mettersi in contatto con quelli che la spiritologia moderna chiama Spiriti Superiori e, in particolare, con gli spiriti di Gesù e degli apostoli.

    Questo spiega perché numerose opere gnostiche, scritte anche secoli dopo la morte di Gesù, riportano insegnamenti attribuiti al Salvatore o agli apostoli sostanzialmente diversi da quelli presenti nei sinottici o nel Vangelo di Tomaso, cioè nei testi che riportano le parole dette da Gesù durante il periodo della sua incarnazione, attribuendo comunque loro un valore sacro.

    Gli insegnamenti di Gesù riportati nelle opere gnostiche successive alla prima metà del II° secolo erano considerati sacri non perché attingessero a fonti o a tradizioni liturgiche più o meno antiche o autorevoli, ma perché nella maggioranza dei casi provenivano dal contatto diretto tra lo Spirito di Gesù e gli spiriti di quel particolare genere di medium che erano i “profeti”. Si pensi, ad esempio, a certe scene riportate in opere come le Apocalissi di Giacomo che sono il frutto di visioni con cui questi medium gnostici si sono posti in contatto con lo Spirito del Salvatore.

    Da De spiritu corporis di Massimo Cogliandro, contenuto nel sito Build a Free Website with Web Hosting | Tripod
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 08-05-15 alle 04:30
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  3. #43
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    Predefinito Re: Lo spiritismo classico

    Si può considerare lo spiritismo come una religione, nel senso proprio del termine? Mentre molti spiritisti considerano le loro credenze pefettamente compatibili con tutte le tradizioni religiose, anche se possono essere condivise benissimo indipendentemente da quelle, altri - non meno numerosi - non sono di questa opinione: lo spiritismo, per loro, sarà specialmente legato al cristianesimo. Allan Kardec stesso, del resto, aveva sempre creduto che le sue rivelazioni non servissero che a completare e a chiarire la dottrina tradizionale della Chiesa cattolica; egli precisava: "Lo spiritismo è la terza rivelazione della Legge di Dio, se la legge del Vecchio Testamento è personificata in Mosè e quella del Nuovo Testamento in Cristo". Sia presso i successori francesi di Kardec, sia presso gli spiritisti anglosassoni, lo spiritismo tende spesso a presentarsi come una nuova rivelazione.
    Fin dagli albori del movimento, gli spiritisti si preoccuparono di unirsi, di formare un movimento coerente sul piano internazionale; nel 1852 si tenne il primo congresso spiritista a Cleveland; nel 1854 vi erano nel mondo già più di tre milioni di fedeli, con diecimila medium professionisti.
    E' difficile conoscere il numero totale degli spiritisti nel mondo attuale, a causa delle divisioni del movimento - nonostante i legami internazionali intrecciati in occasione di congressi, ecc. - in organizzazioni diverse, molte delle quali non pubblicano il numero dei loro aderenti. Il numero degli spiritisti praticanti può essere stimato, almeno per la Francia, a più di un milione (tra i quali, però, occorre annoverare un notevole percentuale di membri appartenenti a questa o a quella Chiesa tradizionale); una cifra ampiamente superata in paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Brasile.
    In che consiste la dottrina spiritista? Riportiamoci ai dogmi proclamati all'unanimità al Congresso spiritista di Parigi (1900):

    Esistenza di Dio, intelligenza suprema, causa prima di tutte le cose. Pluralità dei mondi abitati. Immortalità dell'anima; successione delle sue esistenze corporee sulla terra e su altri pianeti dello spazio. Dimostrazione sperimentale della sopravvivenza dell'anima umana mediante la comunicazione medianica con gli spiriti.
    Condizioni felici o infelici della vita umana, in proporzione alle acquisizioni interiori dell'anima, ai suoi meriti o ai suoi demeriti e ai progressi che dovrà compiere.


    Spiritismo in un salotto francese ottocentesco
    (dalla rivista L'Illustration, 1853)
    Immagine dal sito Wikimedia Upload

    Nei paesi latini, lo spiritismo pone la reincarnazione come dogma; l'anima umana ritorna quaggiù finché non ha raccolto le lezioni necessarie al suo progresso; ma si nega la metempsicosi (rinascita in un corpo animale): secondo l'espressione di Kardec, "un fiume non risale mai verso la sorgente". Nei paesi anglosassoni esistono numerosi spiritisti che negano la reincarnazione terrestre e credono solo alle rinascite su altri pianeti o in veicoli celesti.
    Ad ogni modo, l'intera dottrina spiritista riposa sulle idee di evoluzione, di progresso indefinito e (conseguenza logica) di giustizia; ognuno sopporta le conseguenze delle sue azioni e dei suoi pensieri; e la nostra evoluzione non si compie se non in forza di una lunga sequenza di esistenze e di prove.
    Raggiunte le forme superiori, l'anima avrà l'incarico di porre a termine le missioni che le spettano nell'intento di assicurare un grado crescente di armonia cosmica. Ma, prima di raggiungere codesti stati superiori, quanta strada da percorrere!
    Gli spiritisti hanno sviluppato tutta una concezione dell'aldilà sulla quale non ci possiamo diffondere in questa sede. Ma tutto l'edificio si basa, in ultima analisi, su una divisione tripartita dell'essere umano. Secondo gli spiritisti, l'uomo comprende, infatti, tre elementi: il "corpo fisico"; l'"anima", ossia il principio immateriale, intellettuale, morale, spirituale che sopravvive alla morte; il "perispirito", corrispondente al "corpo astrale" degli occultisti: è il fluido vitale, l'energia che anima il corpo; questa individualizzazione del Fluido cosmico universale è anche il tramite grazie al quale il principio immateriale può agire sulla materia.
    Lo spiritismo istituisce un'intera gerarchia di entità spirituali: gli spiriti imperfetti, gli spiriti buoni, gli spiriti puri (che corrispondono agli angeli della teologia). Al sommo troneggia un Dio eterno, infinito, onnipotente, buono e giusto, ben poco diverso, tutto sommato, da quello dei teologi e della metafisica cristiana.

    Da "Lo spiritismo e la società teosofica" di Serge Hutin, in Esoterismo, spiritismo, massoneria (Laterza 1990)
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 08-05-15 alle 04:38
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #44
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    Predefinito Re: Lo spiritismo classico

    LO SPIRITISMO SCIENTIFICO DI ERNESTO BOZZANO
    di Antonio Bruno per Edicolaweb


    Il cosiddetto "spiritismo scientifico" nacque nel 1880 dall'impegno di alcuni studiosi seriamente intenzionati a condurre l'osservazione dei fenomeni allora detti "matapsichici" su un terreno di maggior razionalità possibile utilizzando, per questo scopo, un metodo d'indagine di impronta scientifica.

    A differenza della scienza ufficiale, però, lo "spiritismo scientifico" non esclude a priori la possibilità che determinati eventi paranormali siano causati da entità disincarnate ma accomuna, invece, se così possiamo dire, tutta la paranormalità, sia di matrice puramente trascendentale che "umana", in un'unica dinamica di base, ovvero l'estrinsecazione di meccanismi motori essenzialmente psichici.
    Lo "spiritismo scientifico", dunque premette. al problema delle cause individualizzate, quello degli psichismi motori e postula che, essendo quelli che noi definiamo "spiriti" nient'altro che uomini che hanno perduto il loro corpo fisico, l'evincersi dei fenomeni paranormali genuini ha una causa identica. Appunto, lo "psichismo".
    In questa non leggera impresa, si cimentarono studiosi del calibro di Ernesto Bozzano e Gastone De Boni, in Italia, mentre, all'estero, abbiamo un Delanne, in Francia, uno Staton Moses ed un Oliver Lodge in Inghilterra e poi l'Hodgson e l'Hyslop negli Stati Uniti, tanto per citare alcuni fra i nomi più noti.
    Lo spiritismo scientifico tentò con dedizione appassionata di applicare metodi sperimentali allo studio dei fenomeni prodotti dai medium. Erano i tempi, quelli a cavallo fra i due ultimi secoli trascorsi, dei grandi "medium", molti dei quali, se esaminati alla luce delle odierne conoscenze psicologiche e scientifiche, potrebbero sollevare dei dubbi sulla loro genuinità, ma che restano tuttavia soggetti molto interessanti in quanto produttori di una fenomenologia che, come sempre accade, ahimè, in parapsicologia, resta difficile da esplicare con un unico modulo interpretativo. Si applicò, così, una serie di attente valutazioni e di precisi parametri ai fenomeni "spiritici", che andavano dallo studio delle possibili interferenze della personalità dei medium alla verifica statistica, alle condizioni sperimentali, ecc.
    Naturalmente, anche lo spiritismo scientifico dovette ben presto vedersela con i confutatori e gli scettici i quali gli contestavano, principalmente, di non usare una metodologia davvero scientifica a causa della natura stessa dei fenomeni che pretendeva di studiare, ovvero fenomeni che avvenivano troppo spesso nel tradizionale ambito spiritico, con medium di dubbia sincerità o semplicemente "medium", come dicevo prima.
    Si confutò allo spiritismo scientifico di non potersi avvalere del "metodo quantitativo" il quale, associato alla statistica, permette anche in parapsicologia di ottenere risultati senz'altro interessanti.
    Ma, come ben dice il parapsicologo Gastone De Boni: "...nemmeno la psicologia ufficiale si vale esclusivamente di questo metodo, e tanto varrebbe negare l'esistenza delle arti perché non si sono ancora potuti studiare, quantitativamente, i processi che permettono all'artista la sua creazione".

    È evidente che, per lo spiritismo scientifico, il problema della personalità umana è un problema di primaria importanza poiché fattore fondamentale, nel bene e nel male, dell'estrinsecarsi globale della fenomenologia.
    Delle personalità di quei primi, eroici, tempi di studio da me citate più sopra, mi interessa qui porre l'accento, sebbene molto introduttivamente, su Ernesto Bozzano, un vero e proprio capostipite della metapsichica scientifica in Italia.
    A Bozzano fu contestato, anche duramente, l'uso di due metodi che egli sembrava prediligere: la "convergenza delle prove" e l'"analisi comparata", ma non sembra che tali critiche siano del tutto motivate.
    Se, da un lato, dobbiamo infatti ammettere che le "convergenze di prove" possono essere alterate dalla natura soggettiva del metodo, l'"analisi comparata" è quanto di più scientifico possa esserci, diremmo di "galileiano" e, del resto, entrambi i metodi bozzaniani fanno parte delle normali procedure scientifiche d'indagine.
    La casistica su cui si incentrarono, e tuttora si incentrano, gli studi dei ricercatori è molto ampia: si va dai casi di apparizione di defunti al letto dei morenti alla cosiddetta "bilocazione"; dai casi di "xenoglossia" a quelli di "materializzazione" di entità o fantasmi; dai casi di apparente reincarnazione a quelli di "scrittura diretta", ecc..

    Per tornare a Bozzano (Genova,1862-1943), la sua popolarità è senz'altro ben meritata. Da principio, la sua mentalità era impostata sugli schemi del più rigoroso positivismo tanto è vero che il parapsicologo Ugo Dettore ha scritto che Bozzano fece, in quel periodo, dell'arruffato e geniale sistema di Herbert Spencer, il suo vangelo.

    Fu Charles Richet, grandissimo studioso di metapsichica, che, nel 1890, scrisse una risposta alle critiche decisamente scettiche del prof. Rosenbach di Pietroburgo e lo fece in modo tanto convincente e gentile da indurre Bozzano, che lesse Richet, a fare le sua riflessioni.
    Il processo di "revisione concettuale", nel giovane, iniziò a quel punto. Il primo fenomeno che attirò il suo interesse fattivo fu la telepatia e la possibilità che imprecisabili "energie psichiche" potessero trasmettersi da un cervello all'altro.
    Nel 1893, Bozzano assistette ad una seduta spiritica tramite scrittura automatica tenuta dalla medium Attilia Montaldo ed i risultati di "identificazione" ottenuti furono così precisi da far cadere le ultime resistenze scettiche di Bozzano. A partire dal 1899, lo studioso genovese fondò nella sua città il "Circolo scientifico Minerva", con la collaborazione attiva del dott. Giuseppe Venzano, del giornalista Arnaldo Vassallo e, più tardi, dei proff. Enrico Morselli e Francesco Porro, dell'Università di Genova. Si trattava del più importante centro di studi metapsichici in Italia e tale rimase per quasi cinque anni.
    Nel 1922, Bozzano si dedicò con particolare attenzione allo studio metodico di una immensa mole di casistica paranormale ed immensa è, senz'altro, la sua produzione letteraria.
    Abbiamo già parlato dei due metodi prediletti da Bozzano, ovvero la "convergenza delle prove" e l'"analisi comparata". Nella grande quantità delle sue opere è tuttora rintracciabile una non indifferente fonte di materiale per ulteriori studi sicché possiamo dire che il lavoro di Bozzano è stato esemplare e prezioso, sia per onestà scientifica che per meticolosità di indagini e di divulgazione. I suoi libri rappresentano, ancora oggi, una indispensabile fonte di studio e di materiali per chiunque si avvicina alle tematiche paranormali con il sincero intento di acquisirne una visione d'insieme obiettiva e apregiudiziale.
    Possiamo affermare che l'inconveniente rappresentato dalla ormai innegabile vetustà della casistica stessa viene ampiamente compensato dal modo rigorosamente scientifico e scrupoloso con cui Bozzano ha potuto raccogliere tanta fenomenologia facendone, praticamente, un piedistallo d'indagine valido in ogni tempo, almeno fino a che non si saranno raggiunti traguardi scientificamente inconfutabili nello studio dei fenomeni paranormali.

    Ecco, tratte da una breve bibliografia del Dettore, le opere principali lasciateci da Ernesto Bozzano e pubblicate in Italia da case editrici specializzate (Armenia, Mediterranee, ecc.):

    Ipotesi spiritica e teorie scientifiche, 1903;
    Dei casi di identificazione spiritica, 1909;
    Per la difesa dello Spiritismo, 1927;
    La crisi della morte, 1930-52;
    Indagine sulle manifestazioni supernormali, 1931-40;
    Medianità poliglotta o xenoglossia (in "Luce e Ombra" 1933);
    Dei fenomeni di bilocazione, 1934;
    Dei fenomeni di infestazione, 1936;
    Animiamo o spiritismo?, 1938;
    Popoli primitivi e manifestazioni paranormali, 1941-46;
    Dei fenomeni di telestesia, 1942;
    Musica trascendentale, 1943;
    Da mente a mente, 1946;
    I morti ritornano, 1947;
    Letteratura d'oltretomba, 1947;
    Le visioni dei morenti, 1947;
    Luci nel futuro, 1947;
    Guerre e profezie, 1948;
    La psiche domina la materia, 1948;
    Gli animali hanno un'anima?, 1950;
    Pensiero e volontà, 1967;
    Dei fenomeni di trasfigurazione, 1967.

    https://groups.google.com/forum/#!to...ri/pdRKL1KqVJg
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