The Family Man
La normalità, innanzitutto
Questo Natale ho visto per la prima volta The Family Man, una commedia drammatica uscita in America alcuni anni fa e interpretatata da Nicolas Cage e Tea Leoni. Ricordo che ne fui attratto da quando vidi il trailer in tv e di aver mantenuto per anni il desiderio di vederlo, nonostante suddetto film sia stato più volte messo in onda sul piccolo schermo.
The Family Man racconta di come un re di Wall Street, abituato a tutte le comodità della vita e senza bisogni apparenti, messo alla prova dinanzi a quella che sarebbe potuta essere la sua vita se non avesse deciso di sacrificare tutto per la carriera, possa finire col desiderare il più modesto ruolo di padre di famiglia. E' una storia edificante nella più tipica tradizione di Frank Capra (il riferimento a "La vita è meravigliosa" è immediato) adattato ai tempi di oggi, senza sdolcinature eccessive ma al tempo stesso pieno di sentimenti.
Ne parlo in questo forum "politico" perchè vedendolo mi sono reso conto ancora di più come il mio "conservatorismo" sia prima di tutto l'elogio della vita quotidiana e del ceto medio. Fino a qualche decennio fa erano in pochi a desiderare ciò che a prima vista era considerato inevitabilmente patrimonio di tutti. Un lavoro onesto, una famiglia, qualche divertimento con gli amici. Una quotidianeità alimentata da piccole cose, piccoli traguardi.
Poi, complici i media, si è preferito guardare oltre, cercare di ottenere di più e di meglio dalla vita, spesso disprezzando il lascito delle generazioni passate. Un egoismo sempre più sfrenato ha portato l'uomo contemporaneo a credere di poter fare a meno di una famiglia, degli amici, di tutto quanto potesse essere di impedimento alla cosiddetta realizzazione personale. Si è ritenuto di poter rinunciare alle proprie origini, alla propria religione, finanche al proprio sesso. "Non lasciare che altri decidano per te", è stato il motto. "Perchè io valgo", avverte subdolamente la pubblicità.
Il risultato di tutto ciò è una società sempre più alienata e sconfortante. Più ci si allontana dalla "grigia" normalità e più l'agognato paradiso costruito su misura diventa per molti un inferno. Nonostante tutti i nostri sforzi per raggiungere traguardi sempre maggiori, sembra che ad appagare la natura umana siano le cose semplici di sempre.
The Family Man è una boccata d'aria pulita. Ci dice che per essere felici non contano i dollari dei titani della finanza, e nemmeno gli esotismi folk/metropolitani dei moderni bo-bos - i borghesi bohemiens. Una vita buona non si costruisce per forza di cose a New York o a Parigi, ma si può raggiungere anche in un angolo sperduto del New Jersey.
Basta un marito, una moglie, due figli e un cane per prendere una posizione politica? Ieri certamente no, ma nella società contemporanea paradossalmente sì. Forse non sarei conservatore oggi se non cercassi la normalità, innanzitutto.