Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Sondaggi, come stanno le cose





    Come avevo ipotizzato nell'ultimo articolo su Europa giovedì scorso, abbiamo puntualmente assistito al primo diluvio di sondaggi più o meno attendibili sui riflessi elettorali delle vicende finanziarie. Non tornerò a ribadire che queste istantanee poco avranno a che vedere con il reale comportamento di voto delle future consultazioni politiche, tra tre mesi. Già lo sappiamo.
    Quel che importa maggiormente è cercare di capire qual è la situazione del paese in particolare su due aspetti: l'orientamento nei confronti delle "coalizioni" (decisive per rassegnazione dei diversi premi di maggioranza) e la percezione del clima politico-elettorale da parte degli elettori (dopo i primi aspri conflitti mediatici). Vediamo innanzitutto il primo elemento, cercando di fare un quadro complessivo di quanto è emerso dalle rilevazioni degli istituti di ricerca maggiormente affidabili.
    Tutti sottolineano come le recenti vicende abbiano in parte penalizzato la coalizione di opposizione, che resta comunque in vantaggio su tutti i principali indicatori di orientamento di voto.
    Voto "maggioritario". Benché sia stato cancellato dalla nuova legge elettorale (peraltro ancora in attesa di un nomignolo di riferimento, tipo "Mattarellum' - si potrebbe per questo bandire un concorso tra i nostri maggiori creativi...), la scelta tra coalizione di centro destra o centro sinistra rimane ancora prepotentemente radicata nell'animo degli italiani. Stare da una parte, o dall'altra, resta un' opzione di fondo che agisce come riduttore della complessità della politica. È pertanto molto difficile separarsene. Da questo punto di vista, le intenzioni di voto sul maggioritario indicano comunque una netta prevalenza del centro sinistra, compresa oggi tra i 10 e ì 12 punti percentuali, in leggera flessione rispetto alle rilevazioni autunnali, ma molto simili a quelle riscontrate nel periodo immediatamente precedente.
    Voto "proporzionale". Anche in questo caso, tutti gli istituti registrano un lieve calo dell'appeail dei partiti facenti capo all'Unione, che la lascia comunque in un vantaggio stimabile tra i 4 e i 6 punti percentuali. Tra i singoli partiti, si sottolinea una diminuzione di consensi dei Ds e di Rifondazione nella coalizione oggi all'opposizione, mentre tra quella di governo appare molto buono il trend relativo all'Udc ed in leggero incremento Forza Italia (ancora distante comunque dai valori registrati nelle scorse Europee).
    Rispetto alla differenza di offerta politica tra camera e senato, sembra ribadita la funzione "micro-coalizionale" della lista "Uniti nell'Ulivo", che non risente dello svantaggio competitivo attuale della posizione dei Ds: le motivazioni che potrebbero cioè aver causato fattuale indebolimento di questo partito non si riflettono quindi nell'orientamento di voto nei confronti del prodromo del futuro Partito Democratico.
    Configurazione del Parlamento. Non tutte le rilevazioni hanno avanzato ipotesi sostantive del passaggio dai voti ai seggi. In generale si ipotizza comunque la vittoria dell'Unione alla camera, mentre la situazione dovrebbe essere più fluida e ancora aperta al senato dove, come si sa, i premi di maggioranza regionali non consentono una chiara vittoria da parte di nessuno dei contendenti.
    Livello di indecisione di voto. Dopo le ultime agguerrite battaglie verbali tra i diversi leader delle due coalizioni, sembra in leggero incremento la percentuale di coloro che si dichiara indecisa. Come più volte sottolineato, la litigiosità pare non pagare nei confronti dell elettorato non ancora schierato, che si aspetta al contrario - come ha affermato il presidente Ciampi - un dibattito dai toni pacati e argomentativi, più che costantemente aggressivi.
    Per quanto riguarda il secondo elemento, la percezione del clima politico-elettorale da parte degli elettori, viene ribadito come le aspettative generali siano quelle -di una vittoria della coalizione di centro sinistra, con livelli peraltro leggermente ridotti rispetto a quelli dello scorso autunno. Come sottolinea Nando Pagnoncelli di Ipsos, il tifone Unipol ha probabilmente influito sul clima complessivo, ma non troppo sui comportamenti di voto: «Gli elementi che hanno determinato il vantaggio del centrosinistra, come lo scontento per la perdita di potere di acquisto o il rischio di precarietà, non si cancellano da un giorno all'altro».
    Se a livello di orientamento di voto, si può affermare in definitiva che c'è stato un ridimensionamento del vantaggio dell' Unione di un paio di punti, questo potrebbe avere le caratteristiche della provvisorietà, a patto ovviamente che la disaffezione nei confronti del comportamento auto-referenziale dei partiti, se questo continuerà, non produca effetti di più lunga durata.
    PAOLO NATALE
    EUROPA 15-01-2006

  2. #2
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    I sondaggisti hanno molta paura a sbilanciarsi perchè vogliono tenersi dei margini di sicurezza in realtà se la situazione dovesse essere così la differenza al proporzionale dovrebbe essere tra il 6 e l'8 per il centro-sinistra. Il 6 delle regionali dovrebbe ulteriormente crescere a livello di media nazionale visto che alle regionali non parteciparano Emilia-Romagna e Toscana dove il centrosinistra avrà una maggioranza molto larga. Per la verità non c'era neanche la Sicila dove comunque è difficile immaginare un vantaggio largo del centrodestra (visti i risultati recenti di Messina e anche Catania dove c'è stato molto equilibrio) piu' facile pensare ad una vittoria del centrodestra ma con margini limitati.

    Quello degli indecisi è un discorso molto relativo perchè tutti i sondaggisti sanno che tendono a divedersi a metà alle elezioni o piu' facilmente in grande maggioranza ad andare verso chi considerano che vinca ed in questo caso dovrebbero andare al centro-sinistra. In nessun caso potranno andare tutti verso il centro-destra come lascia intendere Berlusconi, insomma la storia degli indecisi è piu' una bischerata per chi non sa molto di sondaggi.

  3. #3
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    Molto importante la notazione che sul maggioritario, o meglio invitando i rispondenti a scegliere tra coalizione di csx e cdx, il vantaggio del csx è di 10-12 punti.

    Il che fa pensare che i sondaggi attuali debbano essere in qualche modo "tarati" con questo dato, visto che una parte di persone tenderà a votare più per la coalizione che per il singolo partiro, e quindi potrebbe "tradire" il suo partito preferito se scoprirà che è in coalizione con il cdx.

    Ipotizzo un effetto di almeno un 1% (che si traduce in un aumento della differenza tra le due coalizioni del 2%)

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da FREDDO
    I sondaggisti hanno molta paura a sbilanciarsi perchè vogliono tenersi dei margini di sicurezza in realtà se la situazione dovesse essere così la differenza al proporzionale dovrebbe essere tra il 6 e l'8 per il centro-sinistra. Il 6 delle regionali dovrebbe ulteriormente crescere a livello di media nazionale visto che alle regionali non parteciparano Emilia-Romagna e Toscana dove il centrosinistra avrà una maggioranza molto larga. Per la verità non c'era neanche la Sicila dove comunque è difficile immaginare un vantaggio largo del centrodestra (visti i risultati recenti di Messina e anche Catania dove c'è stato molto equilibrio) piu' facile pensare ad una vittoria del centrodestra ma con margini limitati.

    Quello degli indecisi è un discorso molto relativo perchè tutti i sondaggisti sanno che tendono a divedersi a metà alle elezioni o piu' facilmente in grande maggioranza ad andare verso chi considerano che vinca ed in questo caso dovrebbero andare al centro-sinistra. In nessun caso potranno andare tutti verso il centro-destra come lascia intendere Berlusconi, insomma la storia degli indecisi è piu' una bischerata per chi non sa molto di sondaggi.


    Alle scorse regionali si è votato sia in toscana che in emilia.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da chessmate
    Molto importante la notazione che sul maggioritario, o meglio invitando i rispondenti a scegliere tra coalizione di csx e cdx, il vantaggio del csx è di 10-12 punti.

    Il che fa pensare che i sondaggi attuali debbano essere in qualche modo "tarati" con questo dato, visto che una parte di persone tenderà a votare più per la coalizione che per il singolo partiro, e quindi potrebbe "tradire" il suo partito preferito se scoprirà che è in coalizione con il cdx.

    Ipotizzo un effetto di almeno un 1% (che si traduce in un aumento della differenza tra le due coalizioni del 2%)
    L'effetto sarà piu' alto probabilmente intorno al 3% per ilfatto che non si voterà piu' la persona e qui il centro-sinistra aveva un vantaggio per i candidati che erano mediamente piu' presentabili rispetto al cdx . Dell'utri, Previti, Schifani etc avevano comunque un'effetto negativo per la coalizione di centro-destra. Questo effetto si perde ed inoltre al senato il proporzionale con premio di maggioranza per regione differenziato allevierà il distacco visto che Veneto, Lombardia e Sicilia (grandi regioni con buoni premi di maggioranza)sono teoricamente assegnate al cdx. Insomma se al maggioritario la differenza era 10-12% (mi semra troppo però) al proporzionale di questo tipo sarà almeno di 3-4% punti piu' bassa.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da lerimini
    Alle scorse regionali si è votato sia in toscana che in emilia.
    Ahia mi sono sbagliato...la differenza allora dovrebbe essere invariata anche se l'effetto traino legato al fatto che è opinione generale che vinca il centro sinistra potrebbe fare qualche altro punto di differenza anche se per la verità il sistema elettorale è un pò un'incognita per tutti..

 

 

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