che CIULA ....
che CIULA ....
Il Nord potrebbe comprarsi mezza Baviera invece si fa saccheggiare da Roma
8 APRILE 20218 APRILE 2021 CRONACA LETTURA 1 MIN
di Luigi Basso – La Pubblica Amministrazione ha aperto i bandi per assumere 2800 dipendenti pubblici al Sud, notoriamente carente di impiegati nella PA; quasi 500 di questi posti sono riservati alla Sicilia, nota in tutto il mondo per avere pochissimi dipendenti del Pubblico Impiego.
È solo l’antipasto del nuovo centralismo romano, rivitalizzato e ringalluzzito dalla fine dell’unico partito che, molto malamente peraltro, aveva costituito un freno al trasferimento di risorse dal Nord al Sud.
Ora il Nord, che continua a votare in massa partiti romani e nazionalisti italiani, si trova alla mercé di Roma, in balia dei propri aguzzini politici.
Il Nord non ha ancora capito che l’unica soluzione è l’autonomia e l’indipendenza, non sa riconoscere i suoi traditori: è destinato a rivivere, per antonomasia, il suo passato peggiore.
Una cosa è chiara: la colpa è degli abitanti del Nord, soprattutto delle prime vittime (chi fa la fila alle mense pubbliche, e impreca contro la Merkel. o chi fallisce con la sua ditta, e accusa l’euro), che non hanno ancora capito che se non dovessero mantenere un sistema assistenzialista di privilegi ladresco, avrebbero tanti di quei soldi da comprarsi mezza Baviera, per dire.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
http://https://www.lanuovapadania.it...giare-da-roma/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
VIDEO – Patta: Dedico oro olimpico al popolo sardo. Il mutismo lombardo
10 AGOSTO 202110 AGOSTO 2021 OPINIONI LETTURA 3 MIN
di Stefania Piazzo – “Cercavo di stare tranquillo e di fare la mia gara, dedico la medaglia al popolo sardo”, così Lorenzo Patta al rientro in Italia dopo la vittoria alle Olimpiadi nella 4×100.
Insieme, nella diversità. Uniti ma identitari, ciascuno con qualcosa che aggiunge senza togliere. Patta sembra un cittadino svizzero, non italiano. Le affermazioni dell’olimpionico devono suggerire una riflessione. Abbiamo fatto la conta delle vittorie lombarde piuttosto che pugliesi. A parte Patta e alcune dichiarazioni sull’orgoglio pugliese che ha arricchito il medagliere in modo pesante, la Lombardia è la terra che ha contribuito in modo determinante al successo di Tokyo. Ma nessuno ha dedicato la vittoria al popolo lombardo. Semplicemente perché non esiste un popolo lombardo consapevole di sè. Vuoi perché gli eroi olimpici hanno dentro sè anche altre identità nazionali e ciò è un bene, perché il mondo è liquido, i confini sono ben altri, mentali, fatti di steccati pregiudiziali che la storia ha bocciato.
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Il punto è che la Lombardia, pur rappresentando il Nord, non è una terra con una storia conservata e preservata di sè né trasmette evidentemente un senso di appartenenza. Tutte le medaglie olimpiche lombarde hanno affermato di non vedere l’ora di sentire l’inno nazionale. Si sentono italiani, gli atleti, essere lombardi è un fatto anagrafico, non di cultura, di storia, di società, di modo di vivere. La Lombardia è un campo neutro, è una linea diritta, che non sa né di me né di te.
D’altra parte non ci sono leader politici o amministratori carismatici che diano un la. Forse Beppe Sala, sindaco di Milano, esprime un modo di essere e di fare tipicamente ambrosiano. La Regione, dal canto suo, in questi due anni di pandemia, ha mostrato certo il volto più arruffato e grigio della sua storia. Imbarazzante proclamarsi lombardi.
Ammettiamolo, i sardi hanno più palle dei lombardi, hanno maggior senso dell’identità collettiva. Hanno una lingua, hanno dei confini ben marcati, hanno personaggi che hanno lottato per l’autonomia, la libertà, l’indipendenza.
Ma oggi che, grazie alla Lega, Milano è come Roma o Reggio Calabria, unisce solo l’inno di Mameli, la nazionale e, ultimamente, divide solo la memoria su Falcone e Borsellino. Da chi chiede il ritorno a Mussolini (Arnaldo) cancellando la memoria degli eroi antimafia, cosa pretendi?
https://www.lanuovapadania.it/opinio...-popolo-sardo/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Noi votiamo Salvini premier.
Non possiamo più essere sovranisti de nojatri.
Avrete pensioni da fame e dormirete in auto… La profezia
14 AGOSTO 202114 AGOSTO 2021 OPINIONI LETTURA 1 MIN
di Cassandra – Il sistema previdenziale, sfinito dall’assistenza e dai contributi che languono nel mezzogiorno, retto di fatto dai lavoratori del Nord, è il volto del sistema. Sapevano da sempre che saremmo andati verso una carestia previdenziale. Tornano alla memoria le parole di Giuliano Amato davanti agli studenti della Luiss: : “Tanti di voi si troveranno con una pensione miserabile, con cui non potranno vivere e si troveranno a dormire in auto”. Tranne lui, naturalmente, superpensionato. Nessuno che si ribelli? Davvero si crede che chi dal pulpito vuole abolire la Fornero, riesca a rispettare le promesse? Ci si riuscirebbe solo con una previdenza regionalizzata. Tanto verso, tanto incasso. Ma non c’è Salvini sulla faccia della terra che intenda negare oggi al Sud la pensioncina fatta di contributi mai versati. Anzi, la pensione di cittadinanza. Votata al governo e poi un po’ qua e un po’ la contestata. Per non perdere la faccia. Ma quale?!
https://www.lanuovapadania.it/opinio...o-la-profezia/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Non illudetevi.
NON AVRETE l'auto dove dormire.
E sotto i ponti i posti sono già occupati.
Dai negri.
Però non bisogna disperare!
Grillo si è già messo in pista per il Reddito universale, esattamente ciò che vogliono i poteri col Grand reset.
Eppure c'è ancora chi segue questo traditore con il suo compagno di merende che ci stava svendendo ai cinesi.
Da non credere al livello d'imbecillità degli italioti.
Non parliamo poi dei Padioti, per l'amor di Dio!
SENZA FONDO – Brunetta: Per il Sud e solo per il Sud blindati 90 miliardi di euro
26 AGOSTO 2021 POLITICA LETTURA 1 MIN
Per il Sud sono previsti “circa 90 miliardi, che sono blindati, adesso pero’ bisogna che il Sud sia capace di spenderli”. Lo ha detto Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, nel corso di un’intervista all’emittente “Antenna Sud”. Le risorse “ci sono – ha aggiunto il ministro – bisogna spenderle presto e bene. Ci sono tutti i progetti, bisogna fare e attuare i bandi, bisogna reclutare i tecnici preposti alla realizzazione dei progetti. Si tratta di un’operazione complicata – ha aggiunto Brunetta – ma occorre che “tutti insieme come Paese realizziamo e spendiamo queste risorse per il Sud, che ha delle riserve di crescita enormi e inespresse che possono guidare la crescita di tutto il Paese e dell’Europa”.
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Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Il sogno del Nord libero – e svizzero – si è fermato a Marignano
14 SETTEMBRE 202114 SETTEMBRE 2021 CULTURA LETTURA 2 MIN
di Roberto Gremmo – Ogni 11 di settembre gli indipendentisti catalani ricordano l’infausto giorno del 1714 quando cadde Barcellona e s’infranse il sogno della loro libertà. Anche il popolo lumbard ha nella sua lunga storia una data chiave che ha segnato per sempre, e non positivamente, il suo destino: il 13 ed il 24 settembre, i giorni della famosa “battaglia dei giganti” di Marignano (oggi Melegnano) del 1515.
Armati di tutto punto, si scontrarono all’ultimo sangue 26.000 lanzichenecchi di Francesco I di Francia uniti a 8000 soldati della “Serenissima” fronteggiati dalle truppe del Ducato di Milano e del Marchesato di Mantova che in realtà erano gli eserciti della Confederazione Elvetica che governavano allora la Lumbardia. Come si sa, lo scontro finì con la disfatta degli Svizzeri che ebbero quasi diecimila morti a fronte dei tremila dei loro avversari.
Con la sconfitta di Marignano gli svizzeri furono costretti ad abbandonare Milano e le terre cisalpine che da quei momento finirono per avere una storia diversa e non sempre migliore di quella federalista, pacifica e serena dei popoli di Guglielmo Tell.
Come i catalani, anche i lumbard potrebbero legittimamente dolersi per quella pagina tragica che ha segnato il loro destino. Anche i Piemontesi hanno corso il rischio di vedere il proprio destino volgersi verso la Svizzera. Accadde nel 1847 quando gli otto Cantoni elvetici di religione cattolica si ribellarono al centralismo di quelli Protestanti e scoppio’ fra loro il conflitto detto del “Sonnenbund”.
Trovandosi in grande difficoltà, i rappresentanti dei cattolici chiesero aiuto a Carlo Alberto di Savoia, promettendo di accettarlo come sovrano se fosse sceso in campo al loro fianco.
Il primo ministro piemontese dell’epoca, Clemente Solaro della Margherita che in seguito si oppose sempre alle avventure militariste italianiste, caldeggio’ l’accordo che avrebbe spostato le attenzioni sabaude ancor più verso le Alpi ma Carlo Alberto Carignano non volle sentir ragioni e successivamente imbarco’ il suo piccolo regno nelle tragiche e luttuose spedizioni militari in Lombardia.
Insomma, nel 1515 i lumbard finirono di essere svizzeri e nel 1847 i piemontesi non vollero diventarlo. E il loro destino si chiamò Italia.
https://www.lanuovapadania.it/cultur...o-a-marignano/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Di occasioni perse ce ne sono a bizzeffe.
Senza andare tanto lontano, durante il primo conflitto mondiale la Svizzera aveva preparato un piano militare per occupare Valsesia, Ossola e Sondrio (al fine di rendere maggiormente difendibile, l'invece difficilmente difendibile Canton Ticino). L'avrebbe messo in pratica nel caso di una sconfitta italiana e si preparava a farlo dopo la disfatta di Caporetto, nel caso neppure l'ultima difesa sul Piave avesse retto e le divisioni Austriache e Tedesche fossero dilagate nella pianura padana.
Abbiamo lasciato sparire tanti sentieri, abbiamo lasciato incolti prati e boschi: siamo perduti in un esodo senza terre promesse. Ma la nostra terra promessa è qui, tra questi monti e questi sassi, qui per stillare latte e miele da questa dura terra