Originariamente Scritto da
MrBojangles
Il 1° luglio
Ricucci chiama Gigi (sempre Grillo) e gli parla di Fiorani:
"Gli stiamo dando una grossa mano perché lo merita, è impegnato su tutti e tre i fronti, Antonveneta, Bnl e Rcs".
E Berlusconi?
Resta il personaggio-chiave.
Ricucci ne discute spesso con un misterioso intermediario,
un certo "zio Romi".
È il suo amico
Romano Comincioli, senatore forzista e fedelissimo del premier, regista fra l'altro delle operazioni immobiliari berlusconiane in Sardegna, uno dei pochi fortunati che hanno avuto l'onore di essere citati nel fotoromanzo elettorale del 2001, Una storia italiana.
Allo "zio Romi" Ricucci si rivolge più volte, perché
interceda per lui presso l'amico Silvio.
Per esempio il 5 luglio alle 19.49:
Ricucci:
Sto ancora aspettando che (Berlusconi, N.d.A.)
mi riceva...
Zio Romi:
Ho riferito a Livolsi di chiamarlo per le 20.
Ricucci:
Sì, ma non posso aspettare sette giorni per potergli dire
una cosa...
Zio Romi:
Il presidente deve stare attento, perché Roma non è
la Sardegna...
Ricucci:
Devi intervenire, se no non c'è via d'uscita.
È importante che sia io a incontrarmi con il presidente, devo dirgli delle cose importanti che neppure Livolsi conosce...
Par di capire che Berlusconi e Ricucci si siano già incontrati a Porto Rotondo ("Roma non è la Sardegna").
I rapporti tra Livolsi e Berlusconi rimangono strettissimi.
Ma Ricucci preferisce rivedere il premier di persona, perché al suo advisor non dice proprio tutto.
Comincioli gli consiglia di
aspettare che Livolsi si rivolga a "Taregh"; cioè a Tarak ben Ammar, il finanziere franco-tunisino alleato di Berlusconi che siede anche nel Cda di Mediobanca.
http://www.politicaonline.net/forum/...11#post3138211